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lunedì 26 luglio 2010

Solcando acque tranquille

Quanto sono belli i laghi. Ne ho visitati tre questo fine settimana col gruppo canoistico opencanoe-openmind: il Bohini in Slovenia, il Weisensee in Austria e quello di Predil in Italia. Abbiamo fatto base appena fuori Tarvisio in un ostello del parco naturale della Foresta di Tarvisio. L'ostello è un recentissimo restauro e si inserisce delicatamente nel contesto di una piccola frazione. Accanto parte una strada bianca che sfila sotto un portale formato da due enormi e bellissimi vecchi olmi. Poco oltre sui pascoli ho incontrato alle 6 e mezza due cerve che sono fuggite saltando e correndo: grazie e potenza superbamente interpretate. Il gruppo era composto da appassionati della canoa canadese (milanesi, veneziani, trevigiani, torinesi, triestini e perugini) e della natura.

Il lago di Bohini si trova all'interno del parco nazionale del Triglav in Slovenia. E' molto frequentato da gitanti, bagnanti e corsi di vela e surf, specialmente dal versante dove si amplia la valle formata dalla Sava Bohiniska. Con le barche è però possibile raggiungere abbastanza facilmente delle piccole spiagge sassose sul lato settentrionale, lontano dalle carreggiabili. L'acqua è profonda e riflette un bell'anfiteato di monti che lo accolgono su tre lati. Sono montagne austere, serie e di altezza riguardevole. Se il lago di Bled è la meta del turismo romantico, Bohini è più avventuroso e crudo. E' molto intonato la fedele statua bronzea di un camoscio che fa bella mostra su un masso che accoglie i visitatori. La piccola Sava, che qui è un timido torrente, è attraversata da un ponte al di là del quale merita una visita la chiesetta di S.Giovanni Battista. Sulla parete meridionale sono visibili ben tre affreschi dedicati a s.Cristoforo, il gigante eremita che traghettò Gesù bambino oltre un fiume, patrono di tutti i mestieri di fiume. Ad esempio Treviso vanta un grandioso S.Cristoforo alto almeno sette metri nella navata destra della chiesa di S.Nicolò.

Nella chiesetta si può incontrare la testa di Giovanni Battista: una testa di legno appoggiata su un tavolino a destra dell'altare. Giovanni infatti, dopo aver preannunciato fin dall'utero di sua madre, l'avvento della divinità incarnata in un essere umano (Gesù di Nazareth che manifesterà la forza di Cristo per tre anni), perderà la testa. Il mito racconta che Erode lo imprigionò stanco della sua accesa predicazione moralizzante che non ne risparmiava neanche a lui, il re dei Giudei. Non osava però ucciderlo, in quanto profeta, finchè la bella Salomè gli fece "perdere la testa" a sua volta e gli chiese la decapitazione di Giovanni. Dopo questa terribile morte Gesù di Nazareth manifestò apertamente la sua provenienza divina con miracoli e predicazione incessante.

Ma cosa rappresenta l'impulso di Giovanni Battista in noi? E' la voce di uno che grida nelle solitudini, la voce della coscienza che porta ordine nella nostra personalità seguendo una legge morale, una profonda etica che trasforma il nostro modo di ragionare dividendo nettamente il bene dal male. E' quella parte che testimonia a favore dell'uomo, che ci vuole impossibilmente perfetti. Dico impossibilmente perchè l'uomo da solo non ha la forza di trasformarsi anche seguendo le più alte leggi karmiche, se non in tempi geologici. E' qui che arriva la Grazia, la Parola che ci chiama ad alzarci e prendere il nostro lettuccio per camminare sulla strada evolutiva seguendo l'unico comandamento: amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi. Una bella scorciatoia la Grazia e di sicura potenza, in grado di resuscitare persino i morti!

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