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lunedì 16 ottobre 2017

Le parole sono importanti: tagliare non è potare!

Col declino dell'autunno aumenta la voglia di riordinare i giardini e provvedere alle potature di contenimento. E' presto, troppo presto! Bisogna aspettare il riposo vegetativo delle piante e anche altre condizioni favorevoli di cui parleremo in un altro contributo. La potatura è una delle pratiche colturali che ci permette di interagire con lo sviluppo delle specie legnose (alberi o arbusti che siano). Può servire a indirizzare la crescita della pianta, ridimensionarla, renderla più sicura rispetto alla spinta del vento.

Ma dobbiamo ricordare che la potatura è anche un intervento invasivo che provoca ferite all'albero e apre la strada a patogeni. Insieme alle ardue condizioni della vita in città (errato impianto, terreni poveri, calpestio, inquinamento) gli interventi di potatura errata sono la principale causa di degrado e morte delle alberature in contesto urbano. Ricordatevi sempre che potando state ferendo un essere vivente, quindi fatelo con la massima coscienza.

Il verbo "potare" o peggio ancora “tagliare” (che include concetti dall'abbattere al potare) è abusato e poco chiaro. Potare implica una volontà precisa da parte dell'operatore di arrivare a un certo risultato, competenza e strumenti adeguati. Potare = ragionare sull'architettura e la fisiologia dell'essenza. Tagliare invece è generico, si taglia il pane, il salame, la corda... si divde qualcosa con una lama senza doverne conoscere affatto la struttura o la fisiologia.

Secondo Peter Klug (autore di un utile manuale) si distingue:

1+potatura di allevamento o di formazione: serve a direzionare la crescita dei giovani alberi in vivaio o nei primi anni di messa a dimora. Poi i turni di potatura si allungano da annuale a triennale o più a seconda degli spazi disponibili e della salute dell'esemplare.

2+cura della chioma: intervento mirato a favorire lo sviluppo equilibrato dell'albero, prevenendo sviluppi indesiderati (si rimuovono rami secchi, codominanti, succhioni, rami squilibrati o danneggiati)

3+diradamento della chioma: si riduce il numero di rami piè esterni praticando dei tagli di ritorno, si applica in caso di alberi che non siano in grado di alimentare la chioma e precede un'eventuale riduzione. Qui sopra vediamo il cedro atlantica glauca della prima foto dell'articolo dopo la pulizia dei rami secchi e un forte diradamento.

4+riduzione della chioma: si riduce l'intera chioma, si usa in caso di problemi di sicurezza o età avanzata dell'albero. Si evitano tagli di grandi dimensione mantenendo la struttura delle branche principali dell'albero. Si rimuove al massimo il 30% della chioma.

5+Capitozzatura: riduzione severa della chioma con tagli di grandi dimensioni. E' un intervento da riservare solo a casi di emergenza ma purtroppo è ampiamente e praticato da persone senza alcuna preparazione professionale per le normali potatura. Spesso produce alberi brutti, con una vita notevolmente ridotta e che produrranno (se sopravvivono) nugoli di ricacci disordinati e instabili che richiedono poi nuove potature. Il 5% delle piante muore entro 2 anni.

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