Translate

martedì 31 gennaio 2012

Forza ed eleganza del Larice

Guardo ammirato la morbida eleganza del Larice avvolto dalla neve ghiacciata. E' uno degli alberi più tenaci, a dispetto del portamento delicato, che sfida le altitudini maggiori. Le foto invernali sono di questa pagina sono state scattate a duemila metri, là dove solo il Larice, il Pino Mugo e il Salice nano osano fronteggiare freddo, vento e siccità estiva su terreni impervi e rocciosi. Viene colpito da fulmini, valanghe, massi, fustigato da venti imperiosi e gelidi ma lui non molla. Magari perde la cima ma riparte, da una ceppaia possono rinascere anche più tronchi formando un piccolo boschetto. Un espediente saggio che permette di sostenere meglio le ingiurie del tempo. Alberi di piccole dimensioni, ma vecchi di anni e grandi in spirito.

Il disciplinato e marziale Abete rosso, gregario per natura, deve cedere il passo in quota all'abnegazione del Larice. Lui mobilita tutta le sue risorse, si ingegna, si adatta. Solitario o in gruppo, in vallette riparate o pendii esposti trova ancora la voglia di dare slancio alla preghiera delle pietre che lo sostengono. Al solo guardare questi pionieri mi prende l'ammirazione e l'incanto per la bellezza che, in condizioni così aspre, riescono a incidere nel loro legno. Legno profumato e dalla spessa scorza. Il primo metro del tronco viene saggiamente usato per produrre scandole durevoli per la copertura di baite e fienili.

Il momento di massima comunione con il Larice l'ho avuto l'estate scorsa, salendo un erto pendio mi sono riposato in un boschetto. Mi sono goduto l'accoglienza di un gruppetto di Larici, colpiti ripetutamente e tenacemente ricresciuti con più cime fino a formare un intreccio delicato ma gagliardo. Stupito di trovare un letto di mirtillo, qualche salice nano, ciuggi di graminacee e persino un cucciolo di Abete, adottato non so come. La leggera copertura dei ciuffi morbidi di foglie verdi lascia filtrare molta luce e il sottobosco si diversifica e gioisce. Tutt'altro spettacolo nelle abetaie oscure e inacidite, piene di rami secchi e spuntoni pericolosi pronti a colpire l'incauto viaggiatore.

D'autunno il Larice per un buon mese cambia d'abito. Si veste d'oro e spicca nei boschi misti con le altre conifere sempreverdi. Si distingue ma non è superbia la sua, solo la tranquilla dimostrazione che c'è anche un altro modo di stare al mondo, che dopo aver duramente lavorato a primavera e consolidato in estate i risultati, d'autunno si può festeggiare e regalare al mondo dove le ombre si fanno più lunghe la luce delle sue foglie color del sole.

Edward Bach ha scoperto nel fiore del Larice (sì fiorisce anche lui!) l'aiuto per chi ha poca stima di sé, magari perchè sta crescendo o perchè si dice continuamente di non valere granchè. Così trascurando di riconoscere i suoi punti forti e rimanda lo sviluppo dei suoi talenti a data da destinarsi. Larch (questo il nome inglese dell'albero e del rimedio floreale) aiuta a non affidare la propria autostima al confronto con gli altri. Rende meno frustrante l'accettazione dei propri limiti, saggio punto di partenza per superarli. Fai ciò che hai nel cuore perchè niente e nessuno potrà dirti cosa è bene per te! Diventa il capitano della tua anima!

(grazie a Doriana per questa foto del larice in fiore!)

domenica 29 gennaio 2012

La Matrice della realtà

1999: a marzo esce nelle sale americane Matrix. E' un grande successo e si candida a diversi premi Oscar. Cercando di interpretare i messaggi più o meno manifesti che il film veicola si aprono molte strade: di quella complottista ho dato una sintetica visione nel post precedente. Oggi vorrei cercare di portarci su un piano diverso. Ci sono molti riferimenti alla filosofia buddista. Nel salotto dell'Oracolo Neo si confronta con diversi aspiranti Eletti e dialoga con un “piccolo Budda” che piega i cucchiai col pensiero. Gli svela che deve identificarsi col cucchiaio e piegarsi lui per ottenere questo risultato. Immedesimandosi con l'oggetto si supera la separazione e quindi si può trasformarlo perchè è una parte di te. Neo diventerà un maestro nel padroneggiare questa possibilità di manipolare Matrix facendo cose apparentemente impossibili per i sistemi di pensiero di chi è imprigionato dentro al programma di realtà virtuale Matrix. Sorprende persino i programmatori e controllori del flusso dati. Riesce a riprogrammare persino la sua morte resuscitando!



Proviamo ora a leggere il film dal punto di vista filosofico e spirituale. Il film suggerisce che gran parte dell'umanità nasce, vive e muore pensando di vivere la sua vita ma in realtà è schiava di percezioni indotte da un sistema che inganna perfettamente tutti i sensi fisici. Le persone credono di muoversi, parlare, annusare, godere ma tutto ciò che raccolgono con le loro presunte azioni è una adeguata risposta biochimica indotta dal “programma di simulazione”. Questo programma, “installato” alla nascita di ogni nuovo essere vivente condiziona le menti e le prepara per accettare solo un certo tipo di realtà. Per evitare la disperazione e l'autodistruzione del sistema viene mantenuta una remota possibilità di scelta tra l'accettazione della realtà “vera” perchè percepita coi sensi fisici e un'altra visione alquanto oscura e misteriosa. Questa possibilità di scelta si incarna nel film con la scena clou dell'incontro tra Morpheus e Neo.



L'inquietante e misterioso Morpheus (il Dio greco del Sonno e quindi del Sogno, in apparente contrasto con la “realtà vera”) offre al giovane due pillole: quella blu e quella rossa. Una rappresentazione teatralmente efficace del libero arbitrio umano. Pillola blu: domani ti risveglierai e non ti ricorderai nulla, potrai continuare la tua vita di sempre. Pillola rossa: fai di persona l'esperienza di cosa sia Matrix e le cose non saranno mai più come prima. Aumentare la propria consapevolezza, allargare la visione della vita sono possibilità che ci vengono offerte continuamente ma siamo noi a dover decidere, nessuno potrà convincerci di qualcosa a cui noi non vogliamo credere. Morpheus spiega che «Purtroppo, nessuno può farsi raccontare cos'è Matrix. Devi vederlo di persona.» Così nella ricerca spirituale genuina nessuno può darti facili risposte o soluzioni preconfezionate perchè la crescita interiore richiede una trasformazione interiore che per ciascuno segue tappe, velocità e porta a mete diverse.



Capire che la realtà che i nostri sensi percepiscono come vera è frutto di proiezioni e convinzioni nostre rischia di innescare un cortocircuito, di farci staccare la spina e sentirci precipitare giù, nel profondo. Matrix in latino significa fattrice, animale femmina da riproduzione ma anche utero, ventre. E' la matrigna, la madre genetica che partorisce e alleva i suoi figli senza amore, senza desiderare la loro crescita autonoma. Ma per chi ci è nato e cresciuto dentro questa realtà è totalizzante, come immaginare che sia possibile un'altra vita? C'è il rischio dell'autodistruzione. E così dopo il “risveglio” Neo può contemplare davvero il sistema di controllo che governa gli umani irretiti dal programma di simulazione e controllo. Ma subito dopo rischia di finire la sua esperienza se non venisse recuperato da Morpheus che sapientemente rigenera il suo corpo e prepara la sua mente alla nuova consapevolezza.



E quindi cosa c'è oltre Matrix, se pure esiste una Matrix qui e ora mentre io scrivo e tu leggi? Tra pochi giorni scriverò delle diverse possibilità che il film suggerisce e di altre ancora che diversi approcci di crescita della consapevolezza propongono.

venerdì 27 gennaio 2012

Matrix: Libera la tua mente



Ho appena rivisto il bellissimo film cult Matrix. Mi riferisco alla pellicola originale del 1999 e non ai due episodi che sono stati girati successivamente e sembrano avere tutt'altra ispirazione e che per me sono stati assolutamente deludenti. Intrigante l'ambientazione, avvincente la trama, ottimo il cast, innovativo il montaggio e gli effetti speciali. Indubbiamente un capolavoro. Per questo dopo anni ho voluto rivederlo, col gusto di chi già conosce la trama e può godersi altri dettagli e poi indagare ipotesi e confrontarsi sull'ambiguità e, quindi, sulla ricchezza di spunti che la pellicola offre allo spettatore disincantato. Cominciamo con le domande più semplici: di cosa parla Matrix? Le risposte possono essere molteplici e tutte valide, magari anche contemporaneamente.



Forse è un film di fantascienza americano che parla di un futuro dove le macchine hanno cercato di fare a meno degli esseri umani scatenando una guerra planetaria che ha compromesso l'ecosistema. Per produrre energia elettrica le macchine sfruttano il sistema nervoso di esseri umani prodotti in provetta e allevati in appositi gusci dove “sognano” un sogno indotto, un programma di realtà virtuale che riproduce gli Stati Uniti del 1999. Una simulazione così perfetta da dare la possibilità di una immedisimazione totale. Ma alcuni esseri umani resistono all'asservimento in una base sotterranea (Zion, letto Zaion, ma c'è una curiosa assonanza con Sion) e accedono a Matrix per risvegliare gli esseri umani e farli scollegare dalle macchine per poi recuperarli dalle fogne dove vengono gettati i corpi “improduttivi”. Il capitano Morpheus (il Dio greco del Sonno) cerca infaticabilmente un essere umano speciale, l'eletto, colui che sarà in grado di riprogrammare l'intera Matrix e porre fine alla guerra.



Fin qui storia del cinema. Del grande cinema americano, senza dubbio. Ma ci sono altre risposte possibili, per uno spettatore disincantato come dicevo sopra. Matrix cerca di attirare l'attenzione su quello che sta succedendo (o forse è già accaduto?) oggi: sistemi di controllo automatizzati si stanno diffondendo in ogni ambito, le comunicazioni vengono intercettate, la pressione del consumismo e dei media penetra e detta stili di vita altamente conformisti cercando di globalizzare un unica visione del mondo, quella edonista e materialista del sogno americano. Al vertice di questa macchinazione globale centri di potere economico e tecnologico di livello mondiale che dettano ai governi le linee politiche (destra o sinistra la linea essenziale è la stessa) e rappresentano il governo ombra di un'èlite mondiale disposta a tutto pur di mantenere il controllo: seminare ad arte il terrore, intontire di consumi e divertimenti una parte dell'umanità per soggiogarne e spremere il resto. Se vi piace questa chiave di lettura godetevi lo scenario intrigante tracciato da David Icke nel suo ultimo libro (1). Questo scrittore inglese sostiene infatti che siamo da secoli dentro ad un sistema che lui chiama “Moon Matrix” e che da una ventina d'anni è cominciata la rivolta dell'umanità al sistema di controllo. Alcuni amici mi hanno consigliato di indagare anche il lavoro di Corrado Malanga e l'ho trovato interessante e molto onesto (2).



Ma sono possibili anche altre risposte. Il film è denso di riferimenti alla filosofia orientale, buddist in particolare: il concetto di mondo come illusione e il percorso di autoliberazione come rinuncia all'illusione e uscita dal ciclo (loop?) di reincarnazioni. Ne scriverò nei prossimi giorni. Intanto rigodetevi il film!

Buone note:

(1) Il libro è tradotto anche in italiano e si trova in libreria. Il sito di David Icke:
http://www.davidickebooks.co.uk/index.php?act=viewProd&productId=270

(2) interessante il lavoro di divulgazione di Corrado Malanga che finalmente si spiega, nelle interviste è spesso frammentario ma in questi video è molto esaustivo: http://www.youtube.com/watch?v=a_DlvDqMlP0&feature=related