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mercoledì 18 gennaio 2023

Maddalena l'apostola appassionata, il nuovo libro di Francisco Merli Panteghini

Ho scritto il primo articolo su Santa Maria Maddalena nel 2013 (lo trovi su http://amarelaterra.blogspot.com/) ed ora, dopo 10 anni, ho deciso di dedicarle un saggio approfondito, con particolare attenzione alla sua devozione e significato nelle Alpi. E' un personaggio molto in voga: si moltiplicano saggi, romanzi, mostre artistiche come in una gara ad accaparrarsi la sua memoria. Una corsa già vista nei secoli passati in verità. Però c'è molta confusione, sia in buona fede che in malafede. Maddalena oggi è prostituta, apostola, moglie, penitente, predicatrice, santa, custode del santo Graal, eremita, evangelista e chi più ne ha più ne metta. Tutto e il contrario di tutto.

Non credo che potremo mai conoscere davvero bene questa donna ebrea del I sec. d.C. ma studiando e meditando, confrontando e confutando gazie alla mia formazione da storico (questo è il mio titolo di laurea), animato però da profonda devozione per la santa e rispetto per la devozione che per secoli ha percorso l'Europa, credo che si possano onestamente stabilire dei punti saldi. Già ora, dopo alcuni mesi di ricerca, sento di poter condividere alcune comuni domande e offrire meno comuni risposte su di Lei. Seguite la pagina e potrete interagire nei commenti. https://www.facebook.com/franciscomerlipanteghiniscrittore

venerdì 6 gennaio 2023

Il valore educativo del buon rugby amatoriale

Epifania 2023

Ho ricominciato a insegnare da tre anni e comincio a misurare le generazioni che incontro in classe con quelle di 10 anni fa e con la mia adolescenza negli anni Novanta del secolo scorso. Dai loro bisogni umani e formativi ricevo potenti stimoli a cercare in me, attorno a me, prima di me esperienze e prodotti culturali adatti a rispondere a queste richieste, ora mute ora urlate. Dopo 2 anni di chiusure, divieti, paura dell'altro, distanziamenti, digitalizzazione forzata c'è sicuramente bisogno di contatto, aria aperta, froti emozioni, condivisione, sfida. Durante queste vacanze di Natale ho ritrovato luminosi e potente esperienze da proporre ai miei ragazzi e, in forma forse diversa, alle mie ragazze. Una di queste è la bellissima esperienza che ho fatto da ragazzo con il rugby a 15 (rugby union). Ce lo hanno insegnato Romano Minoia, un piccoletto energetico e dal carisma trascinante, con l'aiuto di Massimo Pionelli detto "tenaia", uno spilungone intellettuale che sembrava aver poco a che fare con questo sport. Qualche pallone, un passaparola tra i ragazzi, amici di amici e la disponibilità loro e di qualche familiare per andare ad allenarci a Bessimo, mi pare, e poi a Bienno, il mio paese natio.

Perchè dico con sicurezza che il rugby ha un alto valore educativo? Il rugby è stato inventato e messo a punto nei college inglesi a metà Ottocento, prima sport amatoriale per la futura elite dell'impero britannico e poi gioco per tutti, in tutto l'impero. Ecco perchè le maggiori potenze rugbistiche sono nei paesi anglosassoni o nelle loro ex colonie (Nuova Zelanda, Australia, Sud Africa). Però quel gioco non rimase confinato lì perchè sportivi, soldati e insegnanti di altre parti del mondo vi riconobbero dei capisaldi atletici e morali veramente utili e preziosi. Così il rugby "champagne" ha conquistato la Francia, l'Italia, l'Argentina e anche il Giappone. Qui avanzo le mie ipotesi di ex giocatore e attuale insegnante. Per semplicità elenco i punti a favore del rugby:

1- è uno sport di squadra, fiducia e coesione sono indispensabili per vincere
2- tutta la squadra attacca e tutta la squadra difende, non c'è staticità
3- ogni giocatore a seconda delle fasi di gioco può segnare punti, non ci sono ruoli di serie A o B
4- il controllo della palla e del gioco passa innanzitutto dal gioco a mano, quindi è indispensabile affiatarsi e saper passare palla continuamente
5- giocando si formano dei raggruppamenti dove le squadre competono in forza fisica
6- ci sono fasi di gioco dove sono indispensabili velocità e precisione
7- come è possibile essere potenti e rapidi? Ci sono ruoli diversi pensati per tipi fisici e attitudini diverse
8- nel rugby a 15 ci sono 9 ruoli diversi che richiedono appunto fisicità e capacità tecniche differenti
9- è un gioco di contatto fisico e di lotta, dimensione totalizzante e adrenalinica
10- ci sono regole molto nette e un'educazone al fair play continua
11- giocatori che compiono azioni scorrette oltre al possibile intervento arbitrale incorrono nell'immediata reazione di tutta la squadra avversaria e a volte dei loro stessi compagni. Proprio perchè è un gioco dove si rischiano gli infortuni chi volutamente mette a rischio l'incolumità di un giocatore viene subito castigato. Gesti ripetuti infangano l'onore del singolo giocatore come quello dell'intero club che può arrivare anche a espellere un giocatore del genere.
12- si viene educati a condiserare i giocatori dell'altra squadra avversari, non nemici. Infatti si saluta sia all'ingresso che all'uscita tutti i membri dell'altra squadra
13- come si onora il nostro avversario? Giocando meglio di lui, segnando punti e facendo con maggiore eleganza e stile
14- il gioco si sviluppa in 2 tempi di gioco ma cè anche una terza fase, tradizione custodita dai migliori club in tutto il mondo: c'è un terzo tempo che consiste nel festeggiare insieme, ospitando la squadra ospite e i loro accompagnatori, condividendo un panino, una birra o un pranzo.
15- il rugby infine custodisce una lunga tradizione goliardica di canti, scherzi, prove da superare che indirizzano costruttivamente la naturale esuberanza, stimolandola quando è poca, regolamentandola quando è troppa.
16- dimenticavo... il rugby fino a 12 anni si può giocare in squadre miste, maschi e femmine, poi iniziano le categorie. E' molto più comune trovare club maschili ma il rugby femminile è diventato ormai una presenza stabile e interessante di questo sport.

Perchè ho scritto che il rugby insegnatoci da Romano e Massimo aveva un taglio e un valore particolare?

Senza dirlo o pontificare questi due uomini, che a me sembravano "grandi" ma avranno avuto trent'anni o poco più ci hanno trasmesso i valori del gioco, del rispetto, dell'umanità di ogni persona. Non credo di sbagliare se la loro amicizia sia nata da comuni ideali cristiani , da un impegno concreto nel sociale, per il bene comune, ognuno nel suo campo specifico. Non posso fare altro che ringraziarli anche perchè hanno acceso una luce in Valcamonica che prima non c'era. Ci hanno aperto le porte del fantastico club di Calvisano che ci ha ospitati molte volte, ci finanziati e ci ha dato la possibilità di giocare nelle loro squadre giovanili di alto livello mentre noi faticavamo a mettere insieme i 20 giocatori necessari per partire. Ho fatto anche una esperienza in Francia come giocatore del Fly Flot Calvisano nel 1993: siamo stati ospiti del Pic san Loup di Montepellier a giocare e allenarci con squadre francesi e con i sandonatesi dell'allora mitico Panto. Siamo stati ospitati nella case dei nostri coetanei francesi: io pilore insieme ad un'ala del San Donà ospiti di due scultoree seconde linee, i fratelli Cyril e Method! Esperienze entusiasmati e di grande amicizia. Io ho capito tanti valori dell'amicizia nel mondo del rugby, per quanto non sia stato un brillante atleta. Io ero un metro ottanta, cicciottello, mai fatto sport, piuttosto lento nella corsa, pessimo nel calcio. Però ero discretamente forte e più resistente alla fatica e al dolore di quello che pensavo. Così ho giocato quasi sempre come pilone destro, numero 3.

Per tutte queste ragioni credo che il rugby abbia un grande valore, specilmente in questo contesto storico e geografico. Il rugby amatoriale dovrebbe tornare a Chioggia. Se ci state fatemi un colpo di telefono! Francisco 328 7021253