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venerdì 24 giugno 2011

Orgasmo secco

Dolcemente stupito e felice: perchè? Perchè facendo l'amore con … ho goduto senza eiaculare. Non credevo che fosse possibile per gli uomini separare l'orgasmo dall'eiaculazione ma non è così, posso testimoniarlo. Per tre volte in vita mia l'ho provato, sempre con lei che ringrazio e benedico anche se ci siamo persi di vista. Mi sono poi venuti in mente accenni di questa possibilità, forse in testi tantrici. Non ho approfondito sul piano teorico. D'altronde mi sto appena appena disintossicando dal soffocare l'intelligenza del corpo con mille e mille pensieri che ricoprono i nostri corpi di pregiudizi, morale, limiti che non gli appartengono in sé.

In questi mesi divento più sensibile, sento che quando eiaculo mi svuoto, perdo energia in un certo senso. In effetti è palese che in un rapporto l'uomo dà e la donna prende, per quanto il linguaggio comune dica proprio il contrario (il famoso “me la dai o no”). Visto in termini energetici l'amplesso propone uno scambio: energia vitale maschile contro soddisfazione e un fulmineo senso di unità con tutto. Mi sono accorto da tempo di aver sovraccaricato il sesso di molte altre funzioni e aspettative. Siamo così digiuno di contatti e sfioramenti nella vita quotidiana che ho concentrato tutto la mia “fame” di contatto nell'intimità con una partner.

Si tratta proprio di fame nel mio caso, di una fame che nasce da una carenza di contatto con mia madre nei primi mesi di vita. Per una natura sensuale come me è un tormento non dare e ricevere tocchi. Mi ci sono così abituato, in una famiglia dove abbracci e baci erano banditi, da farne una maschera, un'abitudine che mi lascia sempre quel po' di insoddisfazione. E' stata per me una scoperta incredibile partecipare a gruppo di coscienza corporea e scoprire di poter ricevere le carezze di cui avevo bisogno e di darne senza implicazioni sessuali.

Il sesso per me è bello se fatto con curiosità, gioia, partecipazione. E' un modo di comunicare. Più divento sensibile e più ho l'impressione di poter assorbire intere parti e memorie di una donna entrando in lei, nella sua intimità e nel suo corpo, scoprendo le corde del suo piacere, i limiti che si pone, i desideri non detti. Di certo il sesso crea un legame forte tra i partner, può cementare unioni ma non può crearle o dargli senso. Le ragioni di una condivisione di vita stanno altrove: nelle quattro chiacchiere, nelle risate, nel progetto comune da ristrutturare continuamente.

Io non sento neanche la necessità della fedeltà coniugale, perchè il sesso e l'attrazione fisica non mi sembrano fondamenta solide per nulla, è un mare di desideri ed emozioni che muta continuamente. Ma come coniugare la lealtà e la chiarezza indispensabili ad un progetto a due con altre esperienze sessuali fuori dalla coppia? Anche qui credo sia più una questione di pregiudizi e impostazioni mentali da cui mi sto affrancando con fatica. Credo che questo mito della monogamia e della fedeltà siano il frutto di società patriarcali, che tutelano i diritti del maschio, delegando alla donna la tutela del suo “onore” e della sua discendenza legittima.

Ci serve ancora questa zavorra? Non potremmo vivere con più disincanto e più aderenza al vero le attrazioni e il sesso come un fenomeno naturale, energetico e mutevole. Senza giudizi ma con rispetto per noi e per gli altri. Lo spirito del corpo ha una grande saggezza che troppo spesso ho trascurato. Quest'estate voglio fare pace con la mia carne, le mie ossa, il mio piacere. Allego un esercizio meditativo di Marko Pogacnik molto piacevole (da “Dichiarazione d'amore alla terra”, Macro ed.).

venerdì 17 giugno 2011

Tempo di cambiare

Quando un anno fa sono tornato dal pellegrinaggio alla Piave ho trovato una borsa, era piena di vestiti vecchi. Mi sembrava una di quelle borse da dottori di una volta e lì ho espresso un desiderio. Voglio diventare un uomo medicina, uno sciamano. Dopo questi altri giorni lungo la Piave (vedi artepiave.it per questo) quel desiderio sta diventando realtà e mi sciolgo di gioia a tratti. Ho deciso di chiudere la mia azienda individuale che è stata un'esperienza fondamentale di cui ora voglio godermi i frutti. Non i frutti materiali che sono ben poca cosa ma le nuove consapevolezze su come funziona la macchina economica, le aspettative delle persone sui loro giardini, le modalità del giardinaggio odierno.

Mentre mi allenavo a lavorare in modo efficiente e a guadagnare un po' di soldi una parte di me assisteva, a tratti curiosa a tratti attonita. Ho fatto cose che vanno contro le leggi della vita e dell'amore. Ho fatto molti compromessi. Ma sono arrivato a una soglia che non ho voluto varcare. Ho capito cosa vuol dire fare l'imprenditore, di quanto sacrificio, scaltrezza e energia ci sia bisogno. Troppa per me, quando l'ho messa su un piatto della bilancia e dall'altro la possibilità di ricostruire armonia con le energie del mondo naturale, smettere di remare contro e ferire l'Albero della Vita per iniziare a riconoscerlo e a venirne risanati ritrovando quel senso di unità col tutto che forse era in Eden. Io oggi scelgo l'amore, la vita e la libertà.

Vorrei passare i prossimi mesi in silenzio, ad ascoltare e scrivere questi dialoghi sempre più fitti che si sto imparando a tessere. Per questo ho deciso di chiudere l'azienda. Non sarà la fine di Amico Giardiniere, un progetto di formazione attraverso le esperienze “verdi” che è nato un anno prima che decidessi di mettermi in proprio. Resto a disposizione di chi desidera sviluppare la sua sensibilità verso le altre presenze intelligenti che convivono con noi sul pianeta. Sono al servizio di chi cerca di creare spazi armoniosi, basta contattarmi! Insomma sono felice e accolgo con disponibilità quello che la vita vorrà donarmi nei prossimi mesi di cambiamento.

mercoledì 8 giugno 2011

Il fiume dei Miracoli


Sono arrivati questi giorni tanto attesi di ArtePiave 2011. Giorni così intensi da sembrare settimane. Incontri, intuizioni, fresche energie hanno costellato le giornate dando vita a momenti di Grazia da far straripare il cuore.








E quanti miracoli: un piccolo imprenditore che decide di offrire vitto e alloggio a una decina di artisti in cambio della loro creatività; una donna offre a perfetti sconosciuti la sua casa, lasciandogliela in custodia per quattro giorni; amici che si impegnano gratuitamente per la riuscita del progetto.









Siamo rimasti senza pane … e la madre di Andrea Fresu ce ne ha mandate due pagnotte strepitose fatte in casa. Sono venuti a trovarci Alessandro e Bruna e una coppia di farfalle ha volteggiato intorno a tutti, posandosi sui partecipanti e lasciandosi tranquillamente fotografare. Fausto Pozzobon, dopo un breve incontro conoscitivo, ha deciso di dedicarci un intero pomeriggio per una visita naturalistica all'isola di Fagarè.







Il tempo è stato variabile e ricco di affascinanti luci che ci hanno regalato continuamente nuovi scenari dello stesso paesaggio. Un temporale ci ha lambito durante un concerto in ambiente di Andrea Berto e si è scaricato più a sud. La pioggia è arrivata solo di notte e nel momento conclusivo della messa in opera delle installazioni domenica: sembrava un battesimo benaugurante. Sia benedetta la Piave, le sue acque, i suoi alberi e tutti gli esseri che ne accrescono bellezza e diversità.