Translate

domenica 17 dicembre 2017

Quando ti muore un figlio...

Il Natale a Chioggia è stato funestato da un banale incidente stradale: un'auto ha urtato tre biciclette elettriche nel tardo pomeriggio, sbattendo le ragazze alla guida sulla strada e il guardrail. Chiara sembra sia morta sul colpo, le amiche ferite sono in ospedale. Condoglianze alla famiglia. Figlie che perdono i genitori diventanto orfani ma mon esiste nella lingua italiana, e forse in nessuna, una parola per dire il dolore e la condizione di un padre o madre che perdono una figlia. Non è prevista: così innaturale e rara si vorrebbe questa circostanza. A un dramma simile aveva dedicato un film Nanni Moretti anni fa: la stanza del figlio.
Quello delle biciclette elettriche è un mondo che ho scoperto trasferendomi a Chioggia: la città in cui ne ho viste di gran lunga di più, regalo ambito dai ragazzi, mezzo di trasporto per tutte le età ma per gli adolescenti un comodo ripiego dai costi e vincoli del motorino. Per le biciclette elettriche non sono previsti fanali obbligatori, assicurazione, casco o un'età minima. Alle 19.30 ieri sera l'autista semplicemente non ha visto le bici e le ha falciate. Mi dispiace molto anche per lui, perchè io stesso ho sfiorato decine di volte biciclette dalla guida spericolata, toccandone anche una nel febbraio scorso senza gravissime conseguenze.
Alcuni giornalisti hanno scritto di una tragedia annunciata, sia per la scarsa sicurezza delle biciclette elettriche che per il luogo della tragedia, lungo la statale Romea allo svincolo per il nuovo centro commerciale. Proprio all'ora dell'incidente stavamo concludendo l'animazione lungo la bella Riva Vena a Chioggia, ma poca gente nel pomeriggio freddo girava per il centro storico. Al contrario i centri commerciali si riempiono, le catene di fast food spazzatura fanno affari e attirano i ragazzi che si spingono coi mezzi disponibili lungo la statale in un'area tagliata fuori dal tessuto cittadino.
Ora è il momento del dolore, della tristezza ma anche della ricerca di un senso più alto che mi auguro le famiglie e gli amici sapranno col tempo trovare. Personalmente sono certo che nel piano divino nulla è lasciato al caso. Per due anni ho prestato opera come volontario in un'associazione trevigiana che si occupava di animare il reparto di pediatria offrendo giochi, attività, piccole gag ai bimbi ricoverati. Questo progetto "giocare in corsia" è nato parecchi anni fa attorno ad Ivka, una bambina ucraina (vi ricordate Chernobyl?) malata di tumore e ospitata all'ospedale Ca' Foncello per mesi. Alcune donne si organizzarono per farle compagnia e iniziarono a coinvolgere altre persone e bambini.
Ivka se l'è portata via il tumore che la consumava a causa delle radiazioni ma il seme d'amore che grazie a lei era stato seminato nel reparto di pediatria di Treviso ha germogliato: la locale sede LILT ha aperto un progetto "giocare in corsia" formando e seguendo volontari a entrare in punta di piedi lungo le corsie del reparto a seminare sorrisi. Si è ampliata l'area comune, è nata una vera e propria area giochi, un'aula scolastica con biblioteca per i bambini ricoverati a lungo con una maestra dedicata e persino un piacevole giardino pensile... Io auguro che, passato il tempo delle struggimento, superata la rabbia, un altro seme d'amore possa essere messo a riempire il vuoto che Chiara ha lasciato. Lascio all'Ispirazione celeste quale possa essere l'iniziativa che migliori tutta la nostra Comunità su tutti i nervi scoperti che questa vicenda ha tragicamente messo in luce. Sarò lieto insieme all'associazione Amico Giardiniere di offrire il nostro sostegno per iniziative concrete e amorevoli che dovessero nascere.