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domenica 21 settembre 2014

Le barene di forte s.Felice

Domenica 21 settembre: Amico Giardiniere organizza la pulizia delle barene del forte abbandonato di S.Felice a Chioggia Marina, in collaborazione con Veritas e col Comitato per il Forte San Felice.
Grazie alla gentilezza di Marino Masiero, Darsena Marina del Sole, che ci ha fornito una barca d'appoggio per raggiungere le barene.
Alle 8.30 abbiamo recuperato l'imbarcazione a punta Gorzone con il nocchiere Marco Ruffino alla guida di questa 100 cavalli. Abbiamo fatto benzina (carissima!) oltre Brenta.
Francisco Merli Panteghini, presidente di Amico Giardiniere, due anni fa ha risalito la Brenta in kayak, da quel viaggio è sbocciata anche la passione per la laguna. Ha pubblicato un libro intitolato "La Forma dell'Acqua. Pellegrinaggio a risalire la Brenta" con Anguana Edizioni.
Oltrepassiamo le chiuse ed entriamo in laguna sud, bandiere dell'associazione al vento: rotta per Chioggia.
Montagne di sale al porto di Chioggia.
Entriamo in canal Lombardo per caricare altri volontari e materiali.
Sacchi per la differenziata, retini, arpini, pinze, guanti (la nostra scorta si sta esaurendo per l'usura!)
Ora rotta per le barene del forte S.Felice.
Volontari e simpatizzanti ci attendono impazienti per cominciare il lavoro: ci dividiamo in due squadre: a terra e in barena.
Anche una bella barca ciosotta storica ha aderito all'iniziativa. Il proprietario si mette subito al lavoro nella prima isoletta.
Chi si è munito di stivali o scarpe da trekking sbarca coraggiosamente in barena.
La vegetazione occulta e ingloba enormi quantità di immondizia.
Ci rendiamo presto conto che dovremo tornare, in forze, per continuare il lavoro: decidiamo di fissare la domenica 26 ottobre per una nuova pulizia della barena. Se volete venire aggiornati scrivete a info@amicogiardiniere.it per essere inseriti nella newsletter.
Iniziamo a caricare di sacchi la barca presta dalla Marina del Sole. Si annuncia come una delle nostre pulizie più prolifiche.
Molte persone nuove si sono tirate su le maniche e sono venute a darci manforte. Le porte sono sempre aperte per la gente di buona volontà. Potete contattare il presidente Francisco Panteghini al 328 7021253.
Lambiamo appena l'ammasso che si raccoglie regolamermente tra le barene e i bastioni del forte.
Procediamo come da accordi con Veritas a accumulare tutto nel punto di raccolta. Sacchi blu: plastica, vetro, lattine. Sacchi neri: non riciclabile.
Poi spazio ala costruzione di barchette con materiali di recupero! Ecco la galea "Francis Drake"
L'architetta Alessia Boscolo Nata tiene visite guidate attorno al forte per sostenere la candidatura del forte al Fondo Ambientale Italiano. (vedi http://iluoghidelcuore.it/luoghi/venezia/chioggia/forte-san-felice/13959)
Foto con parte dei volontari che hanno perseverato, sotto un caldo e afoso sole fino alle 12.30.
Con Lorenzo e Luca procediamo all'allestimento dell'altra barchetta per la piccola competizione.
Varata la "Francis Drake", in onore del corsaro di sua maestà Elisabetta d'Inghilterra.
Varato anche "L'olandese volante" di Luca e Lorenzo. Tempo di rientrare. Ma torneremo qui domenica 26 ottobre alle 9 alle 12 per continuare la pulizia della barena: stivali e barche a basso pescaggio cercasi! Per aderire scrivete a info@amicogiardiniere.it

venerdì 12 settembre 2014

Proteggi i tuoi alberi!

Gli alberi pubblici devono essere considerati come un bene pubblico al pari dell'acqua e dell'aria. Sono una risorsa e un prezioso alleato per mantenere e ripristinare l'equilibrio della biosfera. La gestione che molti comuni fanno dei loro patrimoni verdi invece è nella maggior parte dei casi improntata ad una riduzione dei costi di gestione, alla sottomissione a interessi preponderanti (edilizia, nuove strade ecc.) e alla paura. Con la minaccia che un ramo cada un intero viale può essere abbattuto.
Di recente è accaduto un traumatico abbattimento dell'intero viale di tigli maturi a Mogliano (cui si riferiscono le foto). Di circa 60 piante di cui ho visto le ceppaie circa 10 presentavano gravi cavità e marciumi, la maggior parte lottavano, ancora vigorosamente coi funghi patogeni e alcuni (almeno 4) erano in PERFETTA SALUTE. Ma il Comune ha deciso di abbatterli tutti, e in fretta: ai primi di settembre una efficientissima cooperativa sociale vincitrice dell'appalto li ha abbattuti lasciando il tronco per la futura rimozione. Pare che verrà rifatto il marciapiede e una nuova pista ciclabile.
Molti residenti sono rimasti traumatizzati e così gli spiriti degli alberi che ancora aleggiano diffondendo un senso di disagio e malessere a chi indugia nei paraggi. Ci sono molte lezioni da imparare e in fretta: controllare personalmente la gestione che il nostro comune fa del verde pubblico, vigilare sulle potature e sugli abbattimenti, pretendere perizie e visionarle prima degli abbattimenti, vietare le capitozzature che creano i marciumi e negli anni (come nel caso di questi tigli ultrasessantenni) li rendono fragili e pericolosi, limitare gli abbattimenti al periodo di riposo vegetativo da dicembre a febbraio.
Chissà se il comune di Mogliano sta piantando ogni anno gli alberi che la legge gli imporrebbe... Intanto organizzo una fiaccolata per ricordare i tigli del bellissimo viale Barbiero di Mogliano Veneto e meditare sulle dure lezioni da imparare giovedì 18 settembre 20.00. Presto l'evento sulla pagina facebook dell'associazione Amico Giardiniere (https://www.facebook.com/amicogiardiniere?fref=ts). Per info scrivete a info@amicogiardiniere.it

lunedì 8 settembre 2014

Messaggi dal fiume Marzenego

Meditando sulla forma dell'acqua col fiume Marzenego di Noale ho raccolto queste impressioni e suggerimenti domenica 7.9.14.
Quali sono i luoghi sacri del paesaggio attorno al fiume? E' possibile tracciare un itinerario di ideale pellegrinaggio che li unisca? Ricordiamo che il patrono di Mestre è S.Michele Arcangelo. Lo festeggeremo domenica 28 anche al roseto del parco Bissuola. Finora il paesaggio del Marzenego si è mescolato molto con il Dese. Il lavoro fatto sul fiume, oggi confluito nel contratto di fiume sta sviluppando una sua fisionomia autonoma in gestazione. Per dirla poeticamente oggi il Marzenego è custodito da un Angelo del Paesaggio tutto suo, fresco di nomina. Il Marzenego perde molta forza a Noale, sia le deviazioni prima della città per evitare danni da piena che la separazione dal Rio Storto, che una volta confluiva a valle, ne riducono portata e vitalità. Come poter rimettere in connessione queste acque?
Rispetto al possibile contributo del contratto di fiume il Marzenego attende e desidera un governo idraulico chiaro, diretto da una persona precisa, con nome e cognome, dedicato alla comprensione e con potere di intervento su tutto il fiume. Qualcosa di simile viene espresso anche dai fiumi vicini. I pesci, la Tinca in particolare, attirano la mia attenzione sugli aspetti emotivi del fiume. Assorbe ciò che viene sentito dai suoi abitanti. La strisciante disperazione e la depressione diffusa crea delle forme spiacevoli che il fiume trascina lentamente, vischiosamente verso valle. Lavoriamo in meditazione per cercare di trasformarle e alcune cambiano forma e direzione: come fluenti capigliature iniziano a risalire ritmicamente il fiume per rincuorare , da Noale alla sorgente, chi si avvicina al fiume perchè ritrovi la fede, in se stesso anzitutto.

Interrogato sugli alberi che vorrebbe vedere più spesso sulle sue sponde il Marzenego risponde netto: salice bianco, ontano, nocciolo. Mi volgo verso valle e ascolto. Qualcosa di pesante si trova sulla sponda destra, nel comune di Salzano. Mentre Scorzè sembra distratta e lascia passare il fiume senza considerarlo. In quest'area c'è una specie di punto debole dell'intero sistema fluviale e paesaggistico, come una terra di nessuno, senza chiare direzioni. Mentre a Martellago tutto si ricompatta e trova nuova forza per continuare la trasformazione.

Prossima meditazione sulla forma dell'Acqua si terrà a Salzano nel pomeriggio di domenica 12 ottobre 2014. Prenotazione obbligatoria scrivendo a mediatorelementare@gmail.com, info 328 7021253. Richiesto un contributo spese di 3 euro. Under 18 gratuitamente. Benvenuti bambini e animali.

sabato 6 settembre 2014

Geomanzia esperienziale: l'arte di vivere in armonia con la Terra

Cos'è la geomanzia? A cosa serve? Anticamente per Geomanzia in Europa si intendeva l'insieme delle tecniche divinatorie per predire cosa sarebbe accaduto in un certo luogo in futuro. Nella pratica moderna si intende l'arte scienza di agire in armonia con determinati ambienti riaprendo il dialogo continuo e creativo con le dimensioni non visibili del paesaggio. Questo approccio e le conoscenze che mette in atto erano praticate dagli sciamani tribali preistorici, dai druidi, dagli agrimensori romani, dagli esperti di feng shui cinese per fare alcuni esempi. Comprendere le forze che operano in un determinato luogo e serve a trarne vantaggio, a capire che ci sono luoghi adatti a certe funzioni e altri invece avversi. Il paesaggio in cui viviamo ci segna e ci predispone a certi passi evolutivi. Ci sono luoghi che ci privano di energia, altri che la amplificano su cui spesso sono stati costruiti luoghi consacrati alla guarigione, alla visione, all'evoluzione spirituale. Oggi il massiccio inquinamento elettromagnetico artificiale (telefonia mobile, radar, microonde ecc.) ha sconvolto e alterato le vecchie strutture ma il pianeta che è vivo ne sta continuamente preparando di nuove ai vari livelli in cui si manifesta.
I livelli invisibili del paesaggio Quando conosciamo una persona sappiamo bene che è alta tot, ha capelli color qualcosa, ha il naso lungo, corto, schiacciato, aquilino ecc. Se raffiniamo lo sguardo possiamo notare come è pettinata, vestita, truccata. Possiamo conoscere il suo nome, la sua origine ma ancora non ci basta. Per entrare in relazione viva e reciproca dobbiamo imparare la sua lingua, indagare i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi valori. Tutte queste cose non si vedono, eppure rappresentano ciò che rende unico un individuo e da cui nascono gran parte delle sue capacità e qualità. Allo stesso modo dovremmo approcciarci ai luoghi che spesso attraversiamo distratti. In un luogo possiamo aprirci agli stimoli elettromagnetici che offre al nostro corpo fisico, possiamo entrare in risonanza con le qualità emotive che ispira, possiamo ricevere pensieri che si generano in quel luogo, possiamo anche entrare in dialogo con i gradi di coscienza che vi operano. Nella tradizione europea questi aspetti sono stati a lungo rappresentati e tramandati sotto forma di essere di fantasia: gnomi, elfi, fate, uomini selvatici, fauni, orchi, giganti, nani, folletti, mazzariol, salbanei, anguane ecc. ecc. Per millenni molti umani riuscivano a percepire queste qualità e a interagire in modo creativo con reciproca soddisfazione. L'affermarsi del pensiero razionale materialistico e la crescente centralizzazione del potere con il tentativo di controllare tutte le relazioni, anche quelle con l'invisibile hanno perseguitato e limitato questi scambi a pochissime persone. Oggi siamo in una fase di riapertura e nuova sintesi tra le nostre parti intuitive e quelle razionali. Possiamo riaprire la percezione e comprendere ancora meglio ciò che ci si presenta, ora che abbiamo esercitato le qualità analitiche del nostro pensiero. Dobbiamo rapidamente passare da una fase di rifiuto adolescenziale delle relazioni col pianeta vivente, la nostra madre Gaia, ad una responsabile e civile contrattazione delle nostre scelte. Abbandonare il sogno di essere “padroni” del pianeta per diventarne a pieno titolo custodi e protettori, in termini medievali diventare coscientemente “signori”.
Meditare sulla Forma dell'Acqua Ho sperimentato personalmente che quando qualcuno si avvicina ad un fiume, cerca di comprenderlo, di risalirne la fonte la sua vita si mette in moto, la mente si calma, la personalità cambia, i sensi si aprono. In questo spazi meditativi, che possono essere raggiunti con pratiche attive di movimento o con pratiche di centratura e respirazione statiche, si aprono percezioni rimosse dalla coscienza ordinaria e contatti con livelli di coscienza diversi dal nostro in grado di fornire consiglio e guarigione a molti nostri dubbi e traumi. L'acqua è la base della vita sulla Terra, il suo bene più prezioso, molecola semplice ma ancora misteriosa. Perchè una molecola così semplice riesce a restare allo stato liquido fino allo zero termico mentre altre molto simili solidificano già? Perchè si espande quando solidifica ed è in grado di galleggiare invece di affondare? Come fa a mantenere memoria di ogni sostanza che le si mescola fino a quantità infinitesimali? Perchè cambia il modo di cristallizzare a seconda degli impulsi anche emotivi che riceve? Cos'è in definitiva l'acqua? Francesco d'Assisi attribuì all'acqua 4 aggettivi nel cantico di Frate Sole: humile, hutile, casta, pretiosa. Tutti aspetti su cui vale davvero la pena di meditare per ricevere insegnamento dall'acqua. L'acqua deve restare un bene condiviso a tutti gli esseri del pianeta, protetto dall'inquinamento e gestito come la risorsa chiave dalle diverse comunità che alimenta. Quello che facciamo all'acqua lo facciamo alla vita stessa.
Geomanzia e Democrazia Chi brama e accumula potere oggi conosce molte cose che ai più sono celate. Anche le conoscenze geomantiche sono state sottratte a lungo alla conoscenza e al dibattito pubblico sul loro uso. Alcuni membri della massoneria, alcuni gruppi sacerdotali e altri hanno continuamente cercato di trarre il massimo beneficio da queste conoscenze, sia per il proprio successo che per controllare o influenzare la gente che volevano controllare. Per molto tempo gli interventi sui livelli invisibili del paesaggio, fino alla matrice stessa che li crea, erano mediate da pratiche di culto, poi sul lavoro di pochi iniziati e oggi sullo sviluppo di tecnologie capaci di interferire o deformare intere strutture portanti per servire a scopi di potere di una minoranza. Le tecnologie militari sperimentano il controllo del clima, delle precipitazioni, dei terremoti. Siccità, uragani, scosse telluriche saranno ingredienti di nuove lotte per l'egemonia accanto a epidemie costruite in laboratorio, inquinamento elettromagnetico e appiattimento mediatico. Riaprendo il dialogo con i luoghi che viviamo si aprono spazi di guarigione e opportunità di difesa inaspettate e in buona parte inesplorate. Se un buon numero di persone comincerà a lavorare insieme alle forze che riposano dietro la natura si potranno realizzare miracoli, letteralmente.
Cos'è un Mediatore Elementare? Il mio lavoro è di essere un "mediatore elementare", cioè offrire e anche sviluppare negli altri la capacità di mediare tra potenzialità e bisogni di un luogo, delle sue piante e delle funzioni ecologiche con quelle del proprietario o della comunità che lo vive. Con questo approccio si può portare armonia nei propri giardini e case ma si può anche mirare alla creazione di spazi terapeutici. Per contattare di Francisco: tel. 328 7021253, mediatorelementare@gmail.com

Riferimenti per approfondire

Francisco Merli Panteghini, La forma dell'Acqua, ed. Anguana, Sossano 2013 Marko Pogacnik, Dichiarazione d'amore alla Terra, Macro ed., 2011 Franco Santoro, Astrosciamanesimo, Ed. Mediterranee, 2000 Le voci “Paesaggio” e “Geomanzia” in www.Geomanzia.it

Preghiera per Amici della Terra

Signore sono uno strumento della tua armonia
dove c'è degrado io porto la bellezza,
dove c'è apatia io porto l'impegno,
dove c'è noia io porto la curiosità,
dove c'è rancore io porto il perdono,
dove c'è vandalismo io porto l'ascolto,
dove c'è superficialità io porto la fede,
dove c'è avidità io porto il sorriso.
O Maestro Gesù aiutami a comprendere, ad amare e proteggere
la Terra e tutti gli esseri che ci vivono, visibili e invisibili,
affinchè tutti insieme possiamo ascendere nel tuo regno incorruttibile.

giovedì 4 settembre 2014

Scelte antieconomiche

Rinaturalizzare il corso cementato di un fiume canalizzato? E' una scelta antieconomica, risponde cortese il presidente del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, e quindi non realizzabile. E' una frase che mi è rimasta impressa, mi gira e rigira suscitando echi, umori e risate. Di certo il direttore voleva intendere che richiederebbe ingenti finanziamenti e che esulano dalla gestione ordinaria del Consorzio. In senso lato il significato dell'affermazione era che il denaro necessario per demolire la struttura in cemento e rimodellare il corso del fiume era molto alto e non presentava ritorni, nello stesso sistema di misura, tali da giustificare la spesa.
Nella forza di questa argomentazione sta sintetizzato la preponderanza, nella nostra attuale società, delle logiche economico-finanziarie su tutti gli altri aspetti (sociale, culturale, politico, ambientale ecc.). O almeno così sembrerebbe salvo poi macroscopiche difformità. Prendiamo ad esempio il Mose alle bocche di porto della laguna veneta, questa opera idraulica faraonica che tanto ci costa e ci fa discutere. Chiarisco, a scanso di equivoci, che io sono un oppositore del progetto che spero verrà smobilitato per quel che possibile destinando altrove le ingenti risorse per il completamento e per la successiva manutenzione. Possiamo dire che il Mose sia un'opera "economicamente conveniente"?
La presunta capacità di fermare le alte maree medie (ma non quelle eccezionali) a cui purtroppo siamo avvezzi a Chioggia, Venezia e nelle altre isole lagunari dovrebbe essere il maggior vantaggio. Questi eventi però sono quelli che causano i minori danni visto che da anni ci stiamo convivendo. Sono le maree sopra il metro e sessanta che lasciano scie di danni (mia moglie ha perso l'auto parcheggiata in calle e sommersa fino al motore nel 2012). Come qualsiasi transazione e prestazione economica ovviamente i lavori di realizzazione sono un vantaggio per chi li esegue e per chi intasca mazzette purtroppo. Allora posso affermare con sicurezza che anche il Mose è un'opera antieconomica.
Dunque l'economicità o meno di un intervento può essere un buon parametro per un'azienda ma non per interventi che riguardano la gestione dei beni comuni della comunità, la sua incolumità e la qualità dell'ambiente in cui si inserisce questa comunità. Abbiamo enormi spese militari ad esempio perchè crediamo che sia indispensabile per la nostra sicurezza avere un esercito professionale e modernamente armato e via dicendo. Dunque ritornando al nostro fiume canalizzato in un letto rettilineo di cemento possiamo provare a spostare l'attenzione su una visione più ampia in cui inserirlo. Biodiversità. Parola di moda, etichetta nuova per descrivere una caratteristica del nostro ambiente che stiamo impoverendo continuamente. Esempio. Se rivolto diciamo dieci sassi grandi come il mio piede in un prato stabile a due passi dal bosco in Valcamonica troverò facilmente formiche, porcellini di terra, millepiedi, altri insetti, magari un orbettino. Ogni sasso porterà la sua sorpresa.
Se faccio la stessa cosa in un campo lungamente coltivato a mais e trattato con lo standard di concimi e trattamenti ne troverò ben pochi: la monocoltura, la distruzione di habitat differenziati, i pesticidi, lo sfruttamento del terreno ecc. hanno distrutto e ridotto man mano la biodiversità di quel luogo. Ma chi se ne frega? A cosa ci serve mai questa biodiversità? L'essere umano ha perso il senso delle proporzioni. Si ritiene così importante da sottomettere con la forza tutto ciò che lo circonda ai suoi bisogni immediati, spesso senza lungimiranza. Noi distruggiamo ciò che non comprendiamo. Spesso ci accorgiamo dei danni inflitti solo quando ormai il danno è grave e ci ritroviamo più poveri e malati. Siamo un po' come i bambini piccoli che rompono i giocattoli perchè non sanno come giocarci. Dobbiamo fare un bagno di umiltà come specie. Noi stiamo devastando la biosfera, senza sapere riequilibrarla. Portiamo all'estinzione intere specie e non sappiamo ridargli vita.
Credo che sia ora di prendersi qualche responsabilità in più come umanità e di rimettere le cose in una prospettiva sensata: prima la salute della biosfera, poi il benessere per la maggior parte delle specie presenti, poi il nostro sviluppo tecnologico, i comfort e i consumi. Dobbiamo sforzarci di mettere a punto società, economie e tecnologie che siano in armonia con la biosfera e i ritmi che la regolano. Allora potremo continuare la nostra evoluzione per decine di migliaia di anni a venire. Perchè tanta fretta di andare sulla Luna o su Marte? Cosa ha dato alla nostra biosfera o alla qualità della nostra esistenza su questo pianeta quell'impresa? Se non siamo ancora in grado di capire la Terra dove pensiamo di andare a seminare la nostra presunzione e aggressività nel cosmo?
Quindi non parliamo più di scelte antieconomiche o economicamente convenienti. Parliamo di strategie e scelte che sostengono la rete della vita, quella delicata ragnatela che è la biosfera terrestre innanzitutto. Questo è il punto centrale: il nostro stile di vita, la nostra tecnologia, il nostro sistema mediatico e informativo, la nostra politica devono fare i conti con questo nodo o condannarci all'autodistruzione. E' doverosa e stimolante attivare una riflessione sociologica e storica su modi alternativi al predominio del mercato e della moneta nella gestione dell'economia, per non essere vittime della loro deriva distruttiva. Personalmente consiglio i bellissimi lavori, datati ma per molti versi insuperati, di Karl Polany (per iniziare: http://it.wikipedia.org/wiki/Karl_Polanyi)