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sabato 24 dicembre 2011

Chi è come Dio?

Il nome Michele deriva dall'espressione "Mi-ka-El" che significa "chi è come Dio" (Quis Ut Deo in latino). È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio. Era la guida del popolo di Israele, per poi diventare il protettore di altre moderne nazioni. Nell'Apocalisse di S.Giovanni è il comandante dell'esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, spesso rappresentato come drago o serpente, che vengono precipitati a terra. Il suo culto si diffuse in Europa dal V secolo a partire dalla famosa apparizione sul Gargano dove si trova uno dei maggiori santuari micheliani, seguito da quello di Mont Saint Michel sull'Atlantico e dalla Sacra di S.Michele in Val di Susa, all'incirca a metà strada tra gli altri due. Oggi vi propongo una rivisitazione dell'iconografia micheliana alla ricerca di un'immagine adatta al nostro percorso evolutivo attuale. L'energia micheliana infatti sembra essere una componente fondamentale di questi anni di trasformazione, gli anni che per i cristiani concludono la famosa Apocalisse per preparare il ritorno del Cristo “sulle nubi”.



Lazzaro Bastiani XIII sec.

Ho scelto alcune immagini tutte di artisti della Penisola, una delle culle del suo culto. Partiamo da questa immagine medievale. La presenza della bilancia è molto interessante perchè manifesta la qualità fondamentale dell'energia micheliana: il discernimento. L'Intelligenza che Michele porta nel mondo è quella capace, anche nelle tenebre più profonde, di capire cosa è “bene” e cosa è “male”, ovvero di metterlo in relazione con la visione più ampia e capire cosa aiuta l'evoluzione generale e cosa la contrasta. Grazie a questa qualità la sua luce è inconfondibile e splende nel buio dell'emotività e del pensiero razionale portando una tranquilla sicurezza. La bilancia con cui pesa le anime deriva dalla tradizione islamica, a sua volta derivante dalla mitologia egizia e persiana. L'arcangelo infatti è conosciuto e celebrato sia da ebrei, che da musulmani, cristiani ortodossi e cattolici. S. Michele si festeggia in Occidente il 29 settembre ed ereditò infatti molti tratti e caratteri di Mitra-Sole-Hermes, cui erano consacrati gli equinozi nel mondo ellenistico. L'attributo della lancia simboleggia un puro raggio di luce ma anche l'arma dei cavalieri che combattevano a cavallo. La vicinanza tra S.Michele e S.Giorgio qui è nettissima come se il santo fosse una sorta di incarnazione dell'arcangelo, un suo avatar in termini sanscriti. Il suo avversario qui è rappresentato come drago, che è uno dei nomi dell'avversario nell'Apocalisse. Il drago come il serpente rappresentano anche le forze telluriche potenti e misteriose che lavorano sotto la superficie, capaci di esplodere in improvvisi cataclismi.


Guido Reni, XVI sec.

L'iconografia largamente diffusa dell'arcangelo in Occidente è quella rinascimentale, come nel famosissimo quadro di Guido Reni qui sopra. Un san Michele biondo, apollineo e delicato domina sul diavolo moro, stempiato, barbuto e muscoloso. A guardarlo bene mi assomiglia anche un po'! Ma io non ho quei bicipiti e nemmeno le ali da pipistrello. Si potrebbe anche vedere qui un riferimento astrologico e sensuale: le forze luminose del Sole-Leone-Cuore-femminile trionfano su quelle oscure dell'Oscurità-Scorpione-Genitali-maschile. La parte inferiore del demonio è infatti serpentina. Inoltre i caratteri fisici ricalcano quell'antico pregiudizio verso i semiti da un lato e il prestigio dei popoli dalla pelle chiara e i capelli biondi. Nello sfondo si confondono le spire dell'uomo-serpente e le catene che l'arcangelo regge nella sinistra. Michele brandisce la spada pronto a colpire mentre poggia, quasi con delicatezza il piede sinistro sulla testa del vinto e il destro sulla dura pietra. Questa delicatezza ricorda quella con cui la Vergine cosmica trattiene il serpente. Quando la superiorità è così evidente (come il Sole!) la lotta è finita e il vincitore può fare ciò che desidera del vinto. Cosa vogliono fare le forze cosmiche luminose di quelle oscure, vissute come distruttive e perturbanti? Le vogliono convertire, trasformare in luce e per questo lottano con loro di continuo senza distruggerle. Se lo facessero diventerebbero come i loro avversari, immobilizzandole le lasciano consumare e offrono occasioni di “cambiare idea”, che viene raffigurato nel gesto del piede che si posa sulla testa delle forze avversarie. In questa visione la loro “risalita” delle forze oscure verso l'evoluzione deve obbligatoriamente cominciare dal basso, dall'umiltà e dalla collaborazione con le forze luminose, pena la consunzione. Meditando nella chiesa di S.Michele alla Piave mi è arrivato un pensiero guardando la pala d'altare: ritrae un sistema di forze in perfetto equilibrio. Viene rappresentata in forma iconica la struttura di un essere incarnato che ha intrapreso un processo di espansione della coscienza e riesce, usando il discernimento del cuore (ovvero l'intelligenza del cuore) a portare ordine in tutte le sue parti.



Quadro del santuario di S. Vittoria a Vittorio Veneto, XIX sec.?

Questo quadro è stata per me una grande sorpresa e gioia. E' un'conografia tutta autonoma, profondamente legata al luogo di cui manifesta le energie elementari: l'aria-luce di un luogo panoramico con il profondo rapporto con le forze di terra. Mi ha colpito molto l'assenza della lotta, non ci sono armi o catene. C'è un alto e un basso, i cieli e la terra. I due protagonisti si incontrano e si guardano negli occhi, Michele (che nella destra porta la pienezza della divinità con la scritta “Quis ut deo”) assistito dai cori angelici porta sulla terra la palma simbolo di riconciliazione. Si muove con grazia lungo il corpo serpentino mentre la parte superiore dell'antico avversario è molto delicata. Se ci fermiamo ai visi i due sembrano quasi parenti: la pelle chiara, i tratti quasi femminili e i capelli biondi. Persino le ali da pipistrello qui cominciano a riprendere i colori del cielo. Non c'è più lotta, ma offerta di pace, collaborazione. Entrambi sembrano essersi accettati e trasformati per intendersi, si preparano le condizioni per fare qualcosa insieme, forse per creare qualcosa di nuovo, come in cielo così in terra.



Statua all'ingresso della Sacra di S.Michele XX sec.

Concludo questa escursione iconografica con la statua con la statua di S.Michele ospitata da una decina di anni nel suo bellissimo santuario in Val di Susa. L'arcangelo (molto delicato e femminile pur nella sua tunica da frate) ha infilzato la spada nella roccia e porge le mani per accogliere. Ha vinto la sua battaglia, ha tagliato le ali dell'avversario (le vedete in basso) e lo ha precipitato sulla terra. Come sta scritto nell'Apocalisse di S.Giovanni: “Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.”(1) Dunque l'azione di Michele si sposta sulla Terra e si badi bene che dice SULLA e non NELLA terra, quindi che le forze profonde del pianeta non sono state intaccate dall'arrivo dei viaggiatori stellari dalle forme rettili. Michele può quindi scendere sulla terra e offrire il suo aiuto per l'evoluzione complessiva del sistema. Secondo Rudolf Steiner l'energia micheliana si incarnò più volte nella storia umana: come precursore e collaboratore della coscienza cristica in Giovanni il Battista ma anche come sapiente e delicato artista rinascimentale: Raffaello Sanzio!(2) Al di là della realtà di queste storie mi piace molto pensare che il principe delle milizie celesti abbia deciso di mollare la carriera militare e diventare un grande artista. Anche il viaggio che vi ho proposto, come regalo di Natale, è una storia, non pretende di essere la Verità, ma una fiaba che ci aiuta a mettere insieme tutte le nostre forze per dare verticalità e più spessore alla nostra vita, consapevoli che ora abbiamo la tranquilla sicurezza di poter tenere in un angolo tutte le cose che ci disturbano di noi stessi, fino a quando non le trasformeremo creativamente unendo in noi alta ispirazione e calda sensualità terrestre. Allora anche noi diventeremo come il dio dell'Amore e dell'eterna creazione armoniosa.

Buone note

(1) Apocalisse di S.Giovanni, cap. 12 vers.7 sgg.

(2) Si fa riferimento qui ai commentari ai vangeli di Rudolf Steiner, in particolare al Vangelo di Marco.

martedì 20 dicembre 2011

Solstizio d'Inverno

Finalmente il vecchio generale Inverno arriva a far piazza pulita delle ultime foglie, a rallentare l'attività convulsa degli uomini e a mettere alla prova la qualità del legno degli alberi col gelo e col vento. Solstizi ed equinozi segnano passaggi importanti per il cosmo terrestre e sarebbe bene, per noi che viviamo, almeno per un po', in questi paraggi, riconoscere e accogliere i cambiamenti ciclici e saggiamente ordinati che ci propongono questi passaggi dell'anno. Non è questione di credere in questo o quell'altro: si tratta di buon senso, vivere l'avvicendarsi delle stagioni e armonizzare attività e atteggiamento interiore alle opportunità ma anche ai limiti. Non ci fa bene pretendere di vivere con lo stesso ritmo il caloroso luglio e il freddo dicembre. Tra il 21 e il 24 dicembre noi dell'emisfero boreale viviamo i giorni più bui dell'anno, poco più di otto ore nelle zone in pieno sole. La luce è la fonte primaria che alimenta tutti i sistemi energetici terrestri. Meno luce, meno energia.

E' tempo di usare con saggezza quanto accumulato nei mesi più luminosi, fare ordine, scartare ciò che non ci serve più, alimentare e godere le altre fonti di energia (la compagnia degli amici, il calore del fuoco, il buon cibo ecc.). Dentro di noi sarebbe bene lasciare un po' di spazio all'introspezione, alle parti buie e alle ombre che sembrano circondarci: insoddisfazioni, paure, rancori, sensi di colpa e dolore si presentano da ogni lato. Sosteniamo la loro presenza e cerchiamo di fare un bilancio sincero dell'anno che va a chiudersi. E' il momento di attendere, di lasciar manifestare desideri e pulsioni che abbiamo scacciato o giudicato indegne. Il Sole passa dal segno del Sagittario al Capricorno. I Romani in questi giorni celebravano i Saturnalia, feste in onore degli dei del mondo sotterraneo che vagavano per il mondo in attesa di riprendere la loro attività a servizio della vita a primavera. Così si assisteva a feste e ci si concedeva di esprimere qualsiasi eccesso, provocazione o presa in giro. Portare alla luce è l'inizio del processo di integrazione e trasformazione.

Mi viene in mente quel passo del Signore degli Anelli in cui i cavalieri di Rohan (ovvero le nostre forze di pensiero, comprensione razionale) si ritirano nel fosso di Helm per sostenere l'assalto dell'esercito preponderante del mago Saruman. Anche per noi è necessario ritirarci nelle nostre profondità mentre quelli che sembrano i nostri oscuri nemici avanzano. Si resiste facendo tutto il possibile, in attesa che la situazione si trasformi. Quando la speranza di trionfare sembra svanita ecco che, all'alba del terzo giorno di assedio, nuove forze vengono in nostro soccorso: forze verdi e vitali (gli uomini albero), nuove energie-pensiero (le ispirazioni delle tredici notti sante del Natale) e il candido Gandalf, che potremmo paragonare alle energie saturniane più pure. Saturno è il pianeta collegato al segno del Capricorno, duro e trasparente come un cristallo o le cime innevate da nevi eterne. La sua energia è inflessibile e richiede impegno totale, fede incrollabile e disciplina per essere condotta dove desideriamo. Un maestro apparentemente spietato ma in realtà sapiente ed esigente, che vuole verificare i nostri progressi mettendoci alla prova senza sconti. Così saremo pronti ad accogliere la Luce che va aumentando dal 24 in poi. Il Sole invincibile (del culto di Mitra, il Natale per i Cristiani) è entrato nel profondo della Terra e l'ha fecondata: ora rinasce per un nuovo ciclo vitale!


Le foto sono state scattate il 20 dicembre 2011 nella valle ghiacciata della Grigna, affluente del fiume Oglio in Valcamonica

domenica 18 dicembre 2011

Senza mutande



Avete mai provato a passare qualche giorno senza la “protezione” anche troppo invasiva dei vostri slip? Per le donne sarà certo motivo di scandalo pensare di poter passare qualche giorno “nature” al piano di sotto ma spero che i maschi abbiano provato e si concedano spesso quest'esperienza. E' un modo semplice ma poderoso di riattivare energie e sensibilità assopite, oltre a dare un po' di sollievo ai nostri genitali troppo spesso fasciati troppo severamente. Certo si corre qualche rischio in più, d'altronde non serve certo apporre una scritta “maneggiare con cura” sulla zip dei nostri soliti jeans per usare un po' di attenzione quando aprite o chiudete i box... C'è poi il problema della goccia, a cui si può ovviare solo in parte con la sapiente sgrollata finale. Ma che volete... “la libertà val bene una goccia”.



Di certo molti invece potrebbero preoccuparsi delle erezioni fuori luogo. E' un problema solo le prime volte, a meno di incontri galanti dove oltre che giustificata e anche ben venuta! Comunque è solo una questione di abitudine e se potrà accadere qualche piccolo imbarazzante episodio non c'è che da riderci su e accettare quello che è naturale, cioè che noi uomini ci eccitiamo anche quando non siamo a letto e l'erezione non è neanche necessariamente collegata ad un imminente rapporto. Magari “lui” si stava solo sgranchendo! Lo sapete vero che la compressione dei genitali maschili, così sensibili, ne diminuisce la circolazione sanguigna e ne riduce quindi la vitalità? Bisogna lasciare spazio ai nostri “gioielli” e alle loro spontanee contrazioni di regolare distanze e temperature dei nostri ovari per mantenere gli spermatozoi attivi e vitali. Purtroppo il vestire unisex mortifica i fianchi e i seni generosi delle donne ma anche i testicoli degli uomini. Il vecchio proverbio francese recitava “les deux a gauche”, ovvero che i pantaloni da uomo dovevano prevedere spazio per i suoi due gioielli, lasciando al cucitura asimmetrica appunto per dare spazio in quel punto.



Durante la Rivoluzione Francese un gruppo di democratici plebei e scalmanati venne etichettato come il gruppo dei “sans culotte”, ovvero i “senza mutande”. Li ricordo con simpatia pur ignorandone la storia politica. Mi sembra comunque innegabile per accogliere gli esseri umani nella loro interezza sia necessario lasciare da parte censure moralistiche e inutili negazioni della nostra sessualità. E' un po' come nella storia dei vestiti (invisibili) dell'imperatore: il buon senso bambino scopre con sorpresa e curiosità le differenze dei corpi e le proclama. Sono scettico verso qualsiasi sistema di credenze (ideologia, religione, conformismo) che non accolga le differenze sessuali. Non penso qui al complesso e controbattuto tema delle identità sessuali, ma semplicemente alla negazione delle fondamentale essenza sessuale del nostro essere, della parte erotica di ogni relazione umana e contatto. Negare il sesso è negare il corpo, mutilarlo e nasconderlo. Ma sperimentare nel corpo fisico è proprio uno degli slogan promozionali per attirare qui esseri da tutto l'universo! Finchè sono incarnato lasciatemi godere in pace tutte le potenzialità del mio corpo!

domenica 11 dicembre 2011

Michele ha gli occhi azzurri



E' strano come certi incontri fugaci entrino nella nostra vita e si incidano nella nostra memoria. E soprattutto certi incontri di sguardi: sembra a volte che un ponte invisibile ci colleghi intimamente, come se le difese e le distanze socialmente imposte si sgretolassero. Un po' come succede quando ci si innamora col colpo di fulmine. Ho visto Michele una volta sola. Ho superato il suo camion in autostrada. Una manovra di pochi secondi. Mentre affiancavo il camion ho incrociato il suo sguardo ed è stato come mi raccontasse in quell'attimo la sua storia con la muta richiesta di diffonderla. Una storia disumana, di prigionia e asservimento a quelli che pretendono di essere i suoi padroni.



Sono passati quasi due mesi e solo ora gli dedico un po' del mio tempo. Non so se si chiamasse davvero Michele, il nome gliel'ho dato io per poterlo sentire più vicino. Michele era un vitello che andava al macello su un camion bestiame. L'allevamento industriale intensivo mi sconvolge: gli animali trattati come macchine da ingrasso, senza nessun diritto, vengono strappati alla madre per usarne il latte, allevati in batteria e gonfiati in attesa della vendita. Poi vengono caricati, trasferiti nei macelli e uccisi in serie. Una riproposizione della stessa logica con cui uomini terrorizzarono altri uomini tentando di distruggere la loro umanità. Io sono diventato vegetariano alcuni anni fa, per storie come questa.



Mi piace cucinare e mangiare la carne. Ma il prezzo è troppo alto in termini di violenza e spreco di risorse. Ho ucciso degli animali in passato, con le mie mani, e mi prendo la piena responsabilità di quello che ho fatto. Mi piace quando gli uomini si prendono consapevolmente la responsabilità. Non mi piace quando delegano e fanno finta di non sapere. Capisco sempre più come la morte e la vita (come la conosciamo a livello materiale) sono una danza continua e necessaria e quindi sono più attento ai motivi e ai modi con cui si uccide. Ad esempio non sono contrario alla caccia se è fatta con attenzione, a sostituire il ruolo dei predatori che abbiamo decimato. L'animale cresce nel suo ambiente, ha la possibilità di sopravvivere e di svilupparsi. Ma gli allevamenti industriali qui o estensivi in terre come il Brasile mi fanno rivoltare. Non c'è onore e nemmeno senso di responsabilità in questo.

domenica 4 dicembre 2011

Tra i due litiganti il terzo... muore

Tra vicini di casa scoppia la lite. La moglie del pensionato lo istiga a chiedere "giustizia" con l' "invasione" del cedro del condominio confinante. I condomini del condominio "al cedro" chiamano un tecnico che studia l'albero, rimuove i rami secchi o potenzialmente pericolosi e lo dichiara sano e sicuro. Rispondono quindi al vicino di aver fatto tutto ciò che era giusto e necessario fare per il bene comune. Il vicino insoddisfatto allora tagliuzza per ripicca tutti i rampicanti abbarbicati sulla rete di confine, compromettendoli gravemente. Ennesimo esempio, purtroppo vero, di quanto le piante che si trovano vicino ai confini di proprietà soffrano e vengano continuamente martoriate.



Da giardiniere sono stato spesso coinvolto in queste diatribe, e a volte mi sono anch'io prestato a tagliare un arbusto o un albero per far rispettare queste invisibili e soffocanti linee di confine che, in proprietà sempre più piccole e lottizzazioni sempre più minute e dense rendono sempre più difficile la vita di piante vigorose o alberi. Sono stanco e logoro dell'indifferenza con cui la bellezza e la salute delle piante viene offesa in nome della "proprietà", della "sicurezza" o della "pulizia". Perchè le piante "sporcano", con le loro foglie e i loro petali, e "puzzano" con il loro aroma esaltato dalla pioggia o l'aroma dei loro fiori. E mentre ci sentiamo spesso impotenti a cambiare in meglio il mondo fuori dalla nostra porta di casa, pretendiamo dettare leggi e proclamare l'assoluto controllo del nostro minuscolo giardino.




Per questo oggi proclamo la mia libertà di coscienza di rifiutare ogni intervento che lede la dignità e la salute delle piante, a meno che non ci sia una valida e condivisa esigenza. E rivendico la stessa libertà per tutti i giardinieri che amano il loro mestiere e vorrebbero essere al servizio della fertilità, della crescita e della bellezza del mondo vegetale che ci sostiene continuamente. Come? fissando CO2, liberando ossigeno, filtrando le polveri, custodendo il ciclo delle acque, offrendo frescura e ombra d'estate, protezione dai venti, case e cibo per la fauna e molto altro sostegno sul piano emotivo e mentale che molte persone sembrano aver dimenticato. Passeggiate in un bosco, respirate la sua aria, abbracciate i suoi alberi intoccati da mano d'uomo e poi vi renderete conto che i vostri passi acquisteranno energia, il vostro cuore si rappacificherà e il vostro pensiero sarà più chiaro e concreto.


(pioppi tremuli sull'altopiano di Asiago, novembre 2011)