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sabato 22 aprile 2017

Dal cuore della nostra città la visione da realizzare

Cosa c'è al centro della nostra città di Chioggia Marina? Qual è il suo nucleo essenziale? Quella nota unica che la fa riconoscere tra mille, su cui uno scrittore come Italo Calvino avrebbe potuto scrivere un capitolo delle sue Città Invisibili? Questo nucleo essenziale è la laguna, fecondata dal mare e dai fiumi. L'isola di Chioggia è la perla e Sottomarina è la preziosa conchiglia. Io sono arrivato qui nel novembre 2011 e sono stato risucchiato dalla Laguna. Ho DOVUTO comprarmi una imbarcazione e l'unica che era alla portata delle mie tasche e delle mie aspirazioni era un kayak. Non uno di quegli affilati kayak da mare o quegli snelli kayak da competizione ma un duttile incrocio tra canoa e kayak che dava stabilità e maneggevolezza.
Con quella piccola imbarcazione, vivendo a pelo d'acqua, faticando sulle scie dei motoscafi, tremando nell'attraversare i grandi canali di navigazione, cupi e freddi ho iniziato ad esplorare la meraviglia della nostra laguna sud: da Riva Vena nel Lusenzo, da lì verso Sottomarina, a nord verso Ca' Roman, o dall'altra riva verso Borgo S.Giovanni, il canal fossetta e poi la chiusa di Brondolo o sotto il ponte Cavanis verso il porto e oltre verso il canale di Montalbano, Valli e Piovini e ancora la Brenta e il Nuovissimo. Meraviglia per questa Bellezza e senso di Armonia. Non ci sono altre parole.
Visto dal pelo dell'acqua il nostro piccolo porto, i suoi canali a 8 metri e le sue infrastrutture sono enormi e quasi sproporzionate alla delicatezza delle barene, all'intrico dei ghebi, all'orizzonte guaivo della laguna. Ora è arrivato il deposito per il Gpl, una mostruosità. L'ho considerato a lungo per valutare con attenzione il suo impatto sulla nostra città. Non è utile alla città, non è un'opera strategica, non aiuta lo sviluppo del porto (anzi col transito bloccato dalle navi gasiere lo rallenterà), porterà altri tir rasenti la città e in una pericolosa Statale Romea, offrirà pochi posti di lavoro e potrà solo alimentare paura di un'esplosione e l'inquinamento.
L'unico che ci guadagna è ASPO che incassa centinaia di migliaia di euro di affitto. Era un impianto da posizionare a Marghera, nella prima martoriata e poi abbandonata area industriale di Porto Marghera, con l'autostrada e la ferrovia già integrate nel sistema di trasporto, canali di navigazione escavati a 14 metri, aree già sfregiate e inquinate. Porto Marghera è il cancro che sta contagiando e uccidendo la laguna, più di ogni altra cosa. Questo impianto GPL è una piccola cosa, una squallida caricatura di quel grandioso progetto della città della chimica e dei cantieri navali, ma è figlio della stessa logica di uno sviluppo basato su combustibili fossili e distruzione del paesaggio, imposizione di logiche e presunti interessi nazionali a comunità locali incapaci di difendersi. La Socogas ha anche provveduto ad abbattere quella ventina di pioppi cipressini che mascheravano leggermente l'impianto dal lato strada, allargando quel bel piazzale di ghiaia. Così quando uno arriva a Chioggia, dopo le discariche abusive sul ponte translagunare, il depuratore e il suo olezzo adesso si gode anche questo bello spettacolo.
Ma Chioggia Marina è un'altra cosa. Noi non siamo la sottomessa Marghera, sacrificata dalla classe dirigente veneziana al boom economico. Noi siamo gente libera, abbiamo ancora il sangue caldo nelle vene, viviamo in simbiosi con la laguna, la vita che ci nasce e prospera dentro, il calore e il salso che la rendono così vitale e capace di nutrirci e ispirarci. Per questo ho aderito, come presidente dell'associazione Amico Giardiniere, al comitato No Gpl, pur senza una attiva partecipazione per il momento. Sia per i molti impegni (nelle scuole, nelle pulizie periodiche, nella festa Lusenzo nel Cuore) ma anche perché questo comitato, secondo me, deve ancora comprendere ed esprimere a pieno che il sì è più forte del no, che per contrastare questo progetto degradante è necessaria una visione d'insieme della nostra comunità che lo emargini e faccia comprendere a tutti noi, come ai suoi sostenitori foresti, che qui non può attecchire, perché sono altri i frutti adatti a questa terra. La bandiera blu della nostra spiaggia vale molto più di un impianto gpl da riscaldamento!
Con l'associazione Amico Giardiniere e molte altre organizziamo dal 2013 la festa Lusenzo nel Cuore: Natura, Sport, Comunità. Non è una trovata pubblicitaria: abbiamo sentito che attorno a queste rive la nostra comunità poteva ritrovare il suo senso, la sua dimensione e la chiarezza necessaria per svilupparsi in armonia col suo ambiente. C'è molto da fare e da guarire. Sottomarina è la parte più popolosa e ricca della città, tanto che gli autobus da Padova recano scritta la destinazione “Sottomarina” e non “Chioggia”, un lotta intestina che deve finire. Ma se Sottomarina volta le spalle alla laguna e vende la sua anima, perde la struttura del vecchio impianto urbanistico e sacrifica la preziosa terra degli orti al miglior offerente si offre indifesa alle logiche speculative edilizie e devastanti del turismo di massa, altra industria pesante che deve essere accuratamente regolamentata e organizzata.
Ma ricordiamoci che Venezia, quella vera, muore per l'assedio dei turisti di tutto il mondo, e proliferano solo ruffiani e topi di fogna mentre chi la ama davvero è spesso costretto ad abbandonarla. Anche noi siamo in calo demografico, abbiamo perso il tribunale perché siamo scesi sotto di 50mila abitanti. Molti se ne vanno per la precarietà del lavoro ma anche per i costi e la mancanza di case spaziose, così che tante giovani coppie hanno scelto di formare una famiglia fuori dal nostro comune, a Conche e oltre. Rifondare Chioggia Marina, questa è la nuova frontiera e gli elementi per ridare identità, dignità e speranza ai suoi cittadini ci sono. La vivacità dell'ultimo confronto elettorale ne è una testimonianza. Quindi andiamo oltre il No Gpl, verso Sì Chioggia Marina armoniosamente inserita nella sua laguna, in dialogo fecondo col suo mare e le sue campagne, capace di attirare un turismo lento, virtuoso, fidelizzato.
Dunque non mi resta che invitarvi a venire sul Lusenzo il 1° maggio a godervi la bellezza che gratuitamente ci viene donata ogni giorno. Se volete correre o camminare forte iscrivetevi alla Caminà che parte dall'isola dell'Unione, se preferite lo yoga, il calcio a 5, la voga, il kayak, ricevere reiki, conoscere nuove associazioni, laboratori per bambini (creatività, disegno coi gessetti, costruzione archi) venite in pista rosa dalle 9 alle 12. Se poi volete esagerare alle 11.00 tutti insieme per l'abbraccio al Lusenzo! Se conoscete qualche bambino ditegli che raccogliamo disegni di alberi (in cambio di un buono merenda di 1 euro) da regalare all'assessore all'ambiente per ricordare che Chioggia non ha mai piantato, come per legge, un albero per ogni bambino nato. E se avete a cuore gli alberi, infine, siglate la petizione on line per una legge nazionale di difesa del patrimonio verde. (clicca)

lunedì 3 aprile 2017

petizione per una legge nazionale di difesa degli alberi

Ho lanciato, in accordo con varie associazioni ambientalisti e operatori del settore del verde questa petizione che potete firmare su Change.org
Egregio Presidente Mattarella,

Le scrive un'associazione dedicata alla riqualificazione di luoghi degradati e alla diffusione della cultura del Verde. Ci siamo risolti a scriverLe dopo anni di confronto con le amministrazioni comunali della città di Chioggia che hanno portato all'adozione di un Regolamento di tutela del Verde Pubblico che prevede anche il divieto di capitozzare gli alberi, ovvero di rimuovere oltre il 50% dei rami, pratica errata che avvia il degrado della pianta e ne distrugge la funzione ecologica ed estetica. Un intervento legislativo ha quindi posto fine, almeno in linea teorica, a decenni di rovinosi e costosi interventi di potatura scorretta. Confrontandoci con molte altre realtà associative che hanno a cuore la qualità dell'ambiente, non fine a se stessa, ma come valore indispensabile per tutelare la qualità della vita nostro e delle future generazioni abbiamo constatato che la cultura della gestione dell'albero, specialmente in ambito urbano, è molto arretrata in Italia.

Gli alberi sono un elemento chiave dei nostri paesaggi, un sistema vivente che alimenta la rete della vita, fornisce ossigeno, fissa anidride carbonica, filtra molte sostanze inquinanti, protegge il terreno, favorisce il ciclo dell'acqua superficiale, dona frescura e ispirazione, anche poetica. Gli alberi sono i nostri principali alleati nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e arricchiscono la biodiversità, fornendo cibo e riparo. Ma sugli alberi capitozzati nessun uccello nidifica e la loro funzione ecologica è menomata perché ogni energia dell'albero è dedicata a ricostruire ciò che gli è stato ingiustamente tolto. Per questo Le chiediamo di farsi promotore di una legge nazionale che, basandosi sulle buone pratiche propugnate dalla Società Italiana di Arboricoltura e sugli studi di illustri studiosi italiani di fama internazionale come Daniele Zanzi, definisca a livello nazionale le caratteristiche di un corretto intervento e sentenzi sulle violazioni, stabilendo anche, in caso di danni, il valore dell'albero non solo come mero legname da ardere ma come esemplare che acquisisce valore ogni anno di più.

Un altro tema che dovrebbe essere a nostro avviso ribadito è l'obbligo dei comuni oltre i 15000 abitanti (Legge n. 10 del 14 gennaio 2013) di dotarsi di un piano del verde e di piantumare un albero per ogni bambino nato. Nella nostra città questo obbligo non è mai stato ottemperato e solo dopo anni di nostre richieste il Comune si doterà di un apposito ufficio del verde interno. Si lamenta la mancanza di fondi e l'impossibilità di trovare spazi adeguati. Di certo si tratta di far comprendere ai nostri amministratori quanto sia prioritario dotarci e arricchire il nostro patrimonio verde, non tanto come ornamento dei nostri viali ma come elemento paesaggistico da pensare in boschetti e siepi miste dall'alto valore ecologico più che estetico. Ad esempio il nostro Comune vanta un attivo di milioni di euro che sono bloccati dal patto di stabilità, Le chiediamo quindi di adoperarsi per permettere ai comuni dotati di risorse di potervi accedere per questo importante scopo e di istituire per i comuni con bilanci insufficienti un fondo nazionale a cui poter ricorrere.

Infine vorremmo chiederLe di stimolare i legislatori sia in Parlamento che nella conferenza Stato-Regioni sul tema delicatissimo della formazione professionale dei giardinieri. Molti danni agli alberi vengono perpetrati da personale senza competenza specifica nella gestione delle alberature. Lo scorso anno l'articolo 12 della Legge 154/2016 ha iniziato a definire i contorni della figura professionale del giardiniere delegando alle Regioni il completamento. Diverse regioni hanno chiesto al MIPAAF chiarimenti su come procedere e sarebbe opportuno, visto che il mercato del lavoro dei grandi appalti è nazionale, che criteri uniformi venissero adottati per migliorare il livello di tutti gli operatori senza avvantaggiarne alcuni per partito preso. A questo riguardo come associazione stiamo collaborando ad una proposta con i Giardinieri BioEtici che presenteremo nelle 6 regioni dove questo marchio di qualità del giardinaggio è presente.

Nel ringraziarLa per l'attenzione che ci ha dedicato le segnalo che abbiamo deciso di promuovere anche una petizione on line su Change.org per diffondere e sostenere i contenuti di questa lettera e spiegare all'opinione pubblica quanto sia una tema strategico per il nostro futuro.

Con stima porgiamo distinti saluti,

Francisco Merli Panteghini

presidente dell'associazione Amico Giardiniere

Chioggia, 3 aprile 2017

“...e su gli olivi, i fratelli olivi,

che fan di santità pallidi i clivi

e sorridenti.”

G.d'Annunzio, La sera fiesolana

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