Translate

lunedì 30 aprile 2012

Basta col pensare rateale: siamo umani e pensiamo globale!

Andavo a cercare dei cd vergini e sono entrato all'Unieuro di Mira, lungo la strada statale Romea. Sono rimasto stordito dal senso di vuoto e di tristezza che pervadeva il grande magazzino. Scaffali vuoti, commesse attonite, cartelli pieni di false promesse ora disattese. Si chiude e i dipendenti vengono messi in mobilità, anticamera del licenziamento. Per me lavorare dentro a uno spazio chiuso e condizionato sotto la luce artificiale sarebbe come stare in prigione e spero che i licenziati potranno trovare un lavoro più sano per loro e per l'ambiente.
Ho parlato con una commessa che mi ha spiegato brevemente cosa stava succedendo, era sconsolata e abbattuta. Non sono riuscito a darle gran conforto anche perché una parte di me, inutile negarlo, vedeva il lato buffo della faccenda: l'atmosfera surreale di quel grande magazzino svuotato, l'incongruenza tra gli slogan pubblicitari sulle pareti e la realtà sotto gli occhi. Uno in particolare mi ha colpito: “pensa rateale” diceva. Che c..... vuol dire? (scusate il francesismo ma le buone maniere le lascio a chi in questo periodo può far finta che tutto sia normale). Da anni mi sto allenando di allargare la mia visione, in ampiezza, profondità e verticalità, sto ristrutturando continuamente le mie certezze provvisorie per evolvere più in fretta.
A me sembra che molte assurdità del nostro tempo vengono proprio dal nostro pensare (e sentire e agire) frammentato. Pensa globale invece! Pensa che sei un essere umano! Pensa che puoi diventare signore della tua anima e del tuo destino. Cosa vuoi veramente? Cosa ti rende felice? Che mondo vorresti attorno a te? Dobbiamo cogliere l'opportunità che la crisi ci offre: è tempo di cambiare. Crisis in greco antico vuol proprio dire cambiamento, come nella parola crisalide. Anche noi siamo costretti nel bozzolo di una coscienza limitata e vecchi modi di pensare che dobbiamo trasformare dentro di noi per poi poter manifestare il cambiamento.
Io facevo il giardiniere, mi ero messo in proprio con gran sforzo ma dopo due anni mi sono accorto che ero entrato in una ruota per criceti aprendo la partita iva. Più guadagnavo e più dovevo lavorare, più le normative e la tassazione si complicava. Mi sono accorto che guadagnavo meno di quando facevo il dipendente a conti fatti. Ma la decisione di chiudere l'attività l'ho presa dopo qualche giorno di immersione totale nella golena della Piave. Nel lento sciaquio del fiume ho ripulito la testa e il cuore. Ho capito che io bramo la libertà, più che il benessere o la ricchezza. E solo per la mia libertà sono disposto a lottare.
Ho chiuso l'azienda, ho tagliato le spese, ho dato i miei clienti ad altre aziende che mi chiamano saltuariamente come collaboratore. Ho ripreso il mio tempo per studiare, godere la vita, imparare a trarre dalla terra cibo e medicine naturali. Ho sentito sempre più vicino e possibile un mondo più calmo e sereno, vicino al ciclo delle stagioni, popolato di alberi, gnomi sereni e folletti ridenti. VI ricordate quel dialogo tra uno gnomo e un folletto di Leopardi? I due esserini si incontrano il giorno dopo l'estinzione dell'umanità e si fanno beffe della grandiosità presunta dei cari estinti.
Oggi la partita che stiamo giocando per noi e le future generazioni è proprio quella della fine della nostra umanità, non solo della nostra civiltà. Dobbiamo imparare a interagire positivamente per superare la crisi ambientale (cioè il cambiamento in atto, sempre più veloce). Imparare a non essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ho riscoperto l'istinto e sto affinando la conoscenza del mondo energetico che ha sostituito la visione pesante che avevo prima. Evolvere significa riconoscere e rinunciare alle tecnologie nocive, a quelle che ci rendono più stupidi. Buttare via quello che non serve, rimettere i piedi per terra mantenendo le orecchie aperte verso il cielo.
gli alberi ci attendono
Non siamo e non siamo mai stati soli su questo pianeta. Allarghiamo la nostra coscienza alle altre intelligenze del pianeta e oltre. Hanno molto da insegnarci. E la vita così riprende sapore e spessore: ogni giorno c'è qualcosa da imparare, c'è il domani da inventare! Prendetevi il tempo per voi, ricollegate la vostra testa col vostro cuore e sentirete la vostra forza. Ce n'è abbastanza per spostare la terra dalla sua orbita! Per cercare una visione più ampia tra 20 giorni comincio a risalire la Brenta in kayak e poi a piedi. Risalgo alle sorgenti, questo è un movimento che interiormente tutti gli esseri responsabili dovrebbero fare: tornare alla fonte e da lì, lavati via gli errori, decidere come portare avanti il cambiamento della propria vita. Non quello degli altri, io sono responsabile della mia anima, non della tua. Ma se riusciamo a mettere insieme le nostre visioni possiamo fare miracoli. E li faremo. In Libertà! Per la Vita! Con la Madre Terra!

giovedì 26 aprile 2012

THE SHAPE OF WATER

The celebration of the water people

A journey, a marvelous show and a great celebration for Water and our beloved Earth from May 20th till June 2nd 2012 along the Brenta River, from the river mouth to the sources in Trentino.

For Water! For Life! For Mother Earth!

What’s up? Sunday May 20th Francisco will start his journey from Chioggia to explore the lands wet by the Brenta River from the sea up to the mountains. Seeing the lands and meeting those people who love them and these waters: those who have voted to preserve public access to water in the referendum, those who try and imagine a sustainable and harmonious development of the land, those who love and protect the beauty of nature. The key-words of this journey are thus getting to know, loving and sharing. I’d like this to be an opportunity for us all to start moving, to meet up and celebrate. All the updates will be published on Amarelaterra.blogspot.com and even su facebook (searh "la forma dell'acqua" or https://www.facebook.com/formadellacqua.

I will offer every night a show called “The Shape of Water” to whomever who will put me up: it represents my wish for a new mankind, able to take their shape from water, able to change and adapt themselves, and also may each one of us instinctively know where to go like a drop of water. Two drops of water meet and start flowing, then they melt with others and flow into a mountain brook, then a stream of water, then a river and finally the sea. The water always finds its way, above or underground, knows how to be sweet and patient but merciless when full to the brim. I’ll tell the ancient legend of a Fisherman King, an ill king who brings sadness and disease in his kingdom until young Parsifal heals him with the Holy Grail. We will form circles and will get to know one another and start dancing together and celebrate: may all the beings belonging to all worlds be merry! In the morning, before starting to move, I would like to meditate and pray so that the wisdom of the river will reach us all. The journey will last two weeks, Francisco will get to the sources on June 2nd and will get back to Chioggia for the final celebration Sunday June 3rd.

Why this journey? I would like to make people meet and meet those who are ready to change and help mother earth: we need to get to a critical circle of people to address the change of our life-style, to create connections, to get to know and work together for shared goals. For this very reason we need to learn to see beyond our little garden, to understand the deep bond that joins us all, one to the other, to water and among us, without prejudices or preconceived notions. We are here now: where are we going? Let’s not make the mistake of thinking we all belong to separate worlds, because this little nice blue planet is just one and it’s alive. We know it’s time to move on and change, we know that other worlds are possible but the question is which one do we really want? To which one would we really give our energies and souls? Let’s meet to make a shared vision of this better world grow. Francisco offers his CONTRIBUTION: he learns kayaking, takes out his old heavy boots, gathers nice stories to tell and sets himself on a journey to meet women, men, waters, stones, animals and trees who love the Earth. I will bring to each little community who will be ready to welcome me my stories and a little bag of seeds: pumpkin and native corn seeds, but above all seeds of hope. We need to sow today the future that we desire. The people in Veneto have built their economic miracle with strength and obstinacy, so now they can become the builders of new balances between mankind and landscape.
How can I help? Would you like to walk with me? You’re more than welcome! Once I’ll have the full itinerary I’ll post it on Amarelaterra.blogspot.com. In order to make this big celebration I need help: time, interest, beer, money, music…whatever you are able to do or if you decide to share anything, please do get in touch with me and we will use it the best way we can. I’ll ask the municipalities for a space along the river for a party: help me organize it! Let’s sail up together the Brenta River or, wherever in Italy and in the world, do celebrate and sail up your rivers for the biggest popular celebration for Water ever!
Who’s Francisco? Francisco was born in Brazil from Italian parents but grows up in Valcamonica. He graduates in Contemporary History in Venice. He lives for years in Treviso and is interested in landscaping and trees. He has founded AmicoGiardiniere.it. In 2010 he walks along the Piave, from the mouth up to Belluno. Frm that moment on he has changed, he had started to tell stories about what he loves. Like a river runs fast down from the native mountains, then in slow bends crosses the flatlands until diving into the sea, so lives Francisco between the native Valcamonica and the Venice lagoon. His phone number is ++ 39 328 7021253.

mercoledì 25 aprile 2012

La forma dell'acqua su facebook

Gli aggiornamenti del viaggio e dello spettacolo sono anche su Facebook alla pagina https://www.facebook.com/formadellacqua. Andate a cliccare MI PIACE per favore!

giovedì 19 aprile 2012

Kayak è libertà



A marzo ho comprato un kayak. Da mesi cercavo un modo per entrare in acqua. La decisione l'avevo presa durante una lunga passeggiata inaspettata. Ero a Venezia a fine dell'estate scorsa. Uno sciopero dei mezzi mi aveva lasciato spazientito a piazzale Roma. Così ho deciso di andare a piedi, come facevo quando studiavo a Venezia e andavo a correre. Cammina cammina la laguna al mio fianco mi incantava. Ad un certo punto, sarà stata la stanchezza, ho sentito un potente richiamo dall'acqua, forse una sirena di passaggio. Da allora ho valutato diversi modi per poter navigare. Il kayak è stata la scelta più semplice: per la praticità di trasporto, la velocità in acqua e il costo contenuto.



Impagabile la facilità di trasporto: due barre sul tetto del furgone e via. Via le cinghie, kayak in spalla e pagaia alla mano e giù per le rive di canali, fiumi o altri specchi d'acqua. Così ho potuto vedere con altri occhi il Marzenego, la laguna, il lago d'Iseo, la dolce Brenta. Penso proprio che per me il kayak sia sinonimo di libertà. Lascio a riva il cellulare e il portafoglio, le preoccupazioni di dover tenere insieme una personalità fatta di impegni e scadenze, emozioni contrastanti e aspettative. Il cuore si fa più leggero sulla mia barchetta a forma di seme. Come un seme che entra nella terra morbida sospinto dal desiderio di germinare così avanzo leggero nel ventre umido delle acque.



Ho scelto mesi fa il nome per questo kayak: si chiama Monamì, un nome che porta in sè l'amicizia che stiamo creando con lui e con l'acqua ma anche quella sensazione di essere un po' "mona" a farmi incantare da cose così piccole. Ma forse ha ragione quel detto che recita "l'ignorante non sa niente, il professore pensa di sapere tutto ma solo il mona sa". Di certo sa come essere felice! Ringrazio la cultura Inuit che ha inventato e costruito gli antenati del mio kayak, certo non è di pelli e ossa il mio, ma si è adattato ai tempi e al maldestro rematore.



Oltre al nome ho decorato, un po' rozzamente lo ammetto, la chiglia. Quando l'ho posato sul lungo tavolo ho passato del tempo a osservare e percorrere la chiglia con le mani. Ero orgoglioso del mio piccolo drakkar (la nave vichinga). Ho disegnato l'immagine di un uomo che vorrebbe essere un gigante, un moderno S.Cristoforo che invece del bambin Gesù porta la sua anima delicata in spalla. E molti amici si mettono in viaggio con lui sotto la Luna e il Sole: uno gnomo in mongolfiera, un albero ridente per bastone, una sirena e molti pesci. Tutti a festeggiare questa conversione del gigante nudo come un bambino ma deciso a proteggere e servire ciò che ama. Ho scritto tre parole che sono state le parole chiave di questi ultimi anni: Armonia, Insieme, Libertà.

lunedì 16 aprile 2012

Itinerario Forma dell'Acqua

Due gocce d'acqua si incontrano e cominciano a fluire, poi si fondono ad altre e scorrono in ruscello, poi torrente, poi fiume, lago e infine mare. L'acqua trova sempre la sua strada, sopra o sotto la terra, sa essere dolce e paziente ma implacabile quando la misura è colma. Noi umani per ritrovare quella innata capacità dobbiamo fare uno sforzo consapevole, metterci in cammino per tornare alla Sorgente. Siamo pur sempre fatti in gran parte d'acqua con un po' di spirito (grappa?). Ecco uno dei motivi del mio viaggio di risalita della Brenta e dello spettacolo che porterò lì e da chiunque poi voglia ospitarmi.



Racconterò l'antica leggenda di un Re Pescatore, un re malato che porta tristezza e malattia nel suo regno fino a che il giovane Parsifal lo risana col Sacro Graal. Formeremo cerchi e ci conosceremo tra noi per ballare insieme e celebrare: che tutti gli esseri di tutti i mondi siano felici! Al mattino prima della partenza invece vorrei meditare e pregare che la saggezza del fiume ci raggiunga tutti. Cerco compagni di viaggio, di meditazione e anche ospitalità per la notte nei paesi dove passerò. E soprattutto siete tutti benvenuti allo spettacolo serale.



Il viaggio durerà due settimane, ecco l'itinerario (luogo e orario preciso dello spettacolo da concordare col Comune ospitante):
Domenica 20 maggio: h 8 partenza da Chioggia (h 7.30 meditazione sull'acqua), arrivo nel tardo pomeriggio a Codevigo. Spettacolo serale.
21 maggio: meditazione h 7.30, partenza h 8.00 da Codevigo in kayak per Vigonovo, spettacolo serale



22 maggio: meditazione h 7.30, partenza h 8.00 da Vigonovo in kayak per Mira, spettacolo serale
23 maggio: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Mira in kayak per Stra, spettacolo serale
24 maggio: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Stra in kayak per Saletto di Vigodarzere, spettacolo serale



25 maggio: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Vigodarzere in kayak per Campo S.Martino, spettacolo serale
26 maggio: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Campo S.Martino in kayak per i laghi a nord di S.Giorgio in Brenta, spettacolo serale
28 maggio: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da S.Giorgio a piedi per Bassano del Grappa, spettacolo serale


29 maggio: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Bassano a piedi per Valstagna, spettacolo
30 maggio: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Valstagna a piedi per Tezze (frazione di Grigno), spettacolo serale
31 maggio: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Tezze per Borgo Valsugana, spettacolo



1 giugno: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Borgo a piedi per Levico, spettacolo serale
2 giugno: medit. h 7.30, partenza h 8.00 da Levico per Caldonazzo, spettacolo serale
Domenica 3 giugno: meditazione h 7.30, poi ritorno a Chioggia per la festa finale in serata

Per informazioni, offerte di ospitalità e altro mi potete contattare via mail mediatorelementare@gmail.com o per telefono 328 7021253

giovedì 12 aprile 2012

Avatar e l'evoluzione in atto



Molti hanno visto e ammirato il fantastico pianeta di Pandora in Avatar, ma troppo velocemente sembra scivolato via. Io l'ho visto solo di recente, mi capita sempre più spesso di vedere i film solo dopo averli fatti invecchiare un po', come fosse un vino. Se sono buoni assumono corpo e spessore, se sono cattivi inacidiscono e non perdo tempo a vederli. Ho visto Avatar con gli occhi di un uomo legato alla sua terra e alla sua cultura italiana e notavo continuamente quanto questo film fosse profondamente statunitense. Con simile curiosità, ma maggiore partecipazione, avevo visto il poderoso Into the Wild (una storia vera). Di certo l'influenza americana a livello globale ha comportato anche un'americanizzazione dell'immaginario ma credo che questa egemonia vacilli oggi e che sia bene non identificarcisi per non venire travolti dal suo crollo, o forse meglio per non rimanere spiazzati dalla sua profonda trasformazione.



Faccio qualche esempio concreto sul film di questa matrice culturale: una grande compagnia (una multinazionale stellare) decide di colonizzare un pianeta lontano (anzi una luna per essere precisi, vi ricorda qualcosa? USA + luna? 1969?) per aggiudicarsi il prezioso cristallo ferroso (corsa all'oro in California 1848? Petrolio negli anni '30?) che risolverà (per qualche tempo) i problemi energetici della lontana Terra ormai esausta. Purtroppo i migliori giacimenti si trovano nelle terre sacre dei Na'vi, gli indigeni umanoidi che sembrano essere la civiltà più evoluta del pianeta. In questa spinta all'espansione rivive la conquista del West e il genocidio degli Indiani. Il marine Jake Sully sembra un nuovo Tenente John Dunbar, alias Balla coi Lupi, che esce però vincitore questa volta. In questo senso è interessante vedere come il film racconti la sconfitta del progetto egemonico della civiltà più tecnologica a favore di quella più in armonia con la natura. Infatti Na'vi suona molto vicino a nativi (natives in inglese).



C'è anche una lettura metaforica e critica della politica delle grandi compagnie americane che hanno garantito la penetrazione americana in molte aree “arretrate” del nostro pianeta. E questo mi sembra veramente un ottimo segnale, la capacità di mettere in discussione i cardini del proprio sistema economico e sociale che da anni sono sotto accusa per lo sfruttamento del lavoro umano e la distruzione ambientale. Nel film gli umani incarnano bene le componenti della leadership americana: politici-manager, militari, scienziati. Notate come manchino tra i ruoli principali attori afroamericani. Le tre componenti dialogano tra loro: i manager vogliono mettere le mani sulle risorse del pianeta, usano sia i militari che gli scienziati per questo scopo, gestendo il budget di finanziamenti verso chi porta i migliori risultati. Da un lato si arma un vero e proprio esercito privato e dall'altra si sviluppa il costoso progetto Avatar per stabilire contatti e studiare gli indigeni.



La pressione sociale verso i risultati porta i manager-politici all'esasperazione: vogliono risultati in tempi veloci e in questo i militari possono garantire i migliori risultati. Così anche il progetto Avatar viene deviato per infiltrare un doppiogiochista e raccogliere informazioni sul “nemico”. Le accurate relazioni di Jake infatti facilitano la progettazione di un attacco mirato che riduce il numero dei caduti e ottiene il crollo, anche simbolico, dell'albero-casa. Nel crollo di quella gigantesca struttura io ci ho risentito anche l'accartocciarsi delle Torri Gemelle. E la disperazione, il dolore ma soprattutto lo stupore e la perdita di certezze che ha colto gli americani in quel terribile giorno viene messo in scena nella marcia dei Na'vi che cercano rifugio nel loro luogo più sacro. Lì avvengono molti miracoli: Jake l'infiltrato diventa il loro nuovo eroe unificatore, molti altri clan accordano il loro aiuto per la guerra comune contro l'invasore... mi chiedo quale sia il luogo sacro che gli Statunitensi stanno cercando, quel grande cuore della Madre Terra in cui guarire le ferite e, riconosciuti gli errori, raccogliere le energie necessarie per cambiare... personalmente benedico questa ricerca e spero che ci porti presto lontano da un'altra lunga (infinita come ipotizzava Giulietto Chiesa?) e inutile guerra.



Buone note

Per una interessante lettura interiore del film a cura di Sergio Dimartino : http://abbracciodalbero.blogspot.it/search?q=avatar

Agile e intrigante il volume documentatissimo ma ormai datato di Giulietto CHiesa "La guerra infinita", ed. Feltrinelli, in cui l'autore ricostruiva lo scenario che una parte dell'estabilishmnt americano immaginava per il XXI secolo

sabato 7 aprile 2012

Il rugby salverà il mondo?

Nel giugno scorso ho ricominciato a giocare a rugby, contro la mia volontà. Mai avrei pensato di mettermi a correre dietro una palla e affrontare la fatica e la lotta per portarla oltre la linea, in meta. Colpa dei Putei Veci di Mestre che mi hanno sedotto con la forza della loro amicizia, con l'ardimento del loro progetto di prendere in gestione un vecchio impianto privato dedicato alle palle rotonde per trasformarlo in un tempio del rugby, il Ghesbury Park della Gazzera. E' stata un'esperienza intensa che m'ha fatto capire molto meglio le potenzialità educative del rugby fatto con la giusta dose di agonismo, amicizia e divertimento. Mi ha dimostrato cosa può fare la forza di un gruppo dentro e fuori dal campo. Mi ha perfino fatto apprezzare un boccale di birra, reso buono dalla compagnia per me che sono astemio. Ora una forza più grande ancora mi ha portato nell'acqua verso una figlia del fiume che tiene le redini del mio cuore, molte leghe a sud. Di ricominicare a giocare con altri club locali non ci penso: resto ancora uno dei Putei Veci.



Nel titolo del post riprendo il titolo di una bella avventura: amici rugbisti e scrittori in erba hanno portato lo Spirito del Rugby in parole (li trovate su facebook, indirizzo in nota 1). Il club rugbista è oggi uno dei pochi luoghi dedicati agli Uomini, un po' guerrieri e un po' padri di famiglia. Credo che ci sia molto bisogno che gli Uomini si incontrino, come una volta si incontravano gli uomini liberi delle popolazioni germaniche. Un uomo, una spada: questa era la condizione per appartenere alla comunità come uomo libero, altrimenti servo o schiavo. Ma è nel gruppo che l'Uomo trova il suo posto e aumenta la sua forza grazie al sostegno dei suoi compagni. Il posto in club te lo devi guadagnare, sia con lo sforzo in campo che con la partecipazione al terzo tempo, il sacro completamento dei primi due, combattuti e ribattuti durante la partita. Alla fine della partita, quando il Signore Arbitro decreta la Fine dei Tempi, ci si incontra tutti al centro, ci si chiarisce e ci si rappacifica. E di più: si rende onore all'Avversario, perché è chiaro che i nemici non esistono. L'Avversario è quell’energia che ti permette di tirare fuori il meglio da te e dall'Intento su cui hai costruito il gruppo. Così comincia la celebrazione del Terzo Tempo: festa di condivisione, cibo, bevande e magari anche un maiale arrostito (non ho detto Cinghiale per non offendere un “clan” nostro amico).



Sinceramente non so se questo mondo che vediamo in 3D si possa salvare. Studio e sperimento tante cose perché il mio cuore urla a vedere la terra isterilita e denigrata, lei che dona vita ai nostri corpi e f da scenario alle nostre avventure in questo viaggio terreno. Queste pratiche mi hanno reso più sensibile e certe cose comincio a sentirle a fiuto. E così ho capito che molti di quelli che stanno provando a salvare questa benedetta Terra amano o praticano il rugby. Perché? Perché questi sono eredi di quella cavalleria cortese che non era affettata maniera di corte ma sincero impulso di cuore per un maschile che riconosce la sua funzione di Proteggere e Servire il femminile, guidandolo quando necessario fuori dai momenti bui, tagliando con la spada dell'azione certe lungaggini del femminile che vorrebbe arrotolarsi su se stesso (2). Quando parlo e onoro lo Spirito del Rugby non penso ai professionisti, perché non credo nel fare una professione di ciò che si ama. Parlo degli amatori, di quelli che magari cominciano a giocare a trent'anni suonati e si rimettono in gioco, eterni Putei (cioè bambini, in Veneto) ma consapevoli e quindi Veci (vecchi). Chiudo con un desiderio: mi piacerebbe partecipare a tornei di Hobbit rugby, a piedi nudi su un campo irregolare e pieno di cespugli, il marcatore beve una pinta alla salute e avanti. Se qualcuno lo organizza ecco il primo iscritto! Magari ci vediamo il 13 Maggio a capire cosa succede in Val di Susa... (3)



Buone note

1 – il rugby salverà il mondo lo trovi su https://www.facebook.com/pages/Il-rugby-salver%C3%A0-il-mondo/122753131865

2 – potrebbe piacerti questo racconto su ruoli maschili e femminili : http://amarelaterra.blogspot.it/2011/07/le-figlie-della-luna-e-gli-amici-delle.html

3 – 13 maggio incontro a Venaus per capire cosa succede con la Tav in Val di Susa, info su https://www.facebook.com/events/291592344244746/

ed infine i Putei Veci li trovi ogni lunedì, mercoledì e venerdì in via Forte Gazzera 1, Venezia-Mestre, cercano sempre giocatori e amici!

domenica 1 aprile 2012

Come preparare i fiori di Bach

Secondo il medico inglese Edward Bach la perfetta saluta risiede nell'ascolto armonioso degli impulsi della propria anima, che continuamente viene soffocata e distorta dai condizionamenti esterni, dalle paure o dai rancori. Dopo aver speso anni alla ricerca di una medicina senza contronindicazioni che offrisse benevolmente il suo aiuto ai malati Bach approdò all'uso delle vibrazioni sottili di alcuni fiori, capaci di ristabilire l'equilibrio emotivo e mentale indispensabile per eliminare le cause stesse delle malattie più diverse. Si tratta in gran parte di piante facilmente reperibili in campagna (la quercia, l'olivo, il castagno, l'erica, la clematide ecc.) da cui possono essere estratte in modo sicuro ed economico le essenze secondo i procedimenti messi appunto da Bach.



Ci sono due metodi per ottenere la tintura madre floreale che sono molto diversi da quelli erboristici. L'intuizione di Bach è quella di ricreare la vibrazione che il fiore trasmette alle gocce di rugiada che lo avvolgono delicatamente al mattino. Il metodo che vi illustrerò oggi è quello della bollitura. Lo farò raccontandovi l'ultma preparazione che ho fatto. SOno stato a trovare degli amici che stanno sistemando un grande rustico. Hanno un bell'appezzamento e diversi filari di noce. Il fiore del noce (walnut in inglese). Il noce ha un odore particolare, sgradevole per molti nsetti e animali. Il seme è diviso in due parti e ha la forma del cervello, racchiuso in un guscio legnoso e duro come la nostra scatola cranica.



Questo fiore aiuta chi si trova ad un punto di svolta nella propria vita a conciliare il nuovo con il vecchio: nascita, matrimonio, convivenza, separazione, divorzio, pensionamento, emigrazione, cambio di città, casa, quartiere, scuola o lavoro; pubertà, gravidanza, menopausa, andropausa, educazione degli sfinteri, vecchiaia, morte. Nostalgia del passato. E' utili ogni volta che bisogna affrontate un'instabilità emozionale causata dal rifiuto o dalla difficoltà di gestire un cambiamento. La preparazione di ottiene con il metodo della bollitura. Ho riempito d'acqua un pentolino e sono andato a raccogliere i fiori, facendoli cadere direttamente nel pentolino e cercando di non toccarli.



Li ho distibuiti in modo che tutta la superficie dell'acqua fosse coperta, spostandoli con un bastoncino sempre di noce appena reciso. Li ho messi a bollire per trenta minuti poi i ho filtrati e ho messo il liquido in un barattolo di vetro, cui ho aggiunto una quantità uguale di alcol (ideale il brandy) con gradazione 37-38 gradi. Questa è la tintura madre da cui si ottengono le diluizioni che trovate in farmacia, le cosiddette bottiglie stock che contengono 2 gocce di tintura madre in 20 ml di brandy e costano circa 13 euro l'una. Edward Bach cercava di sviluppare una medicina della luce, senza controindicazioni e senza segreti, per questo ha diffuso e condiviso il suo lavoro liberamente perchè chiunque lo desiderasse potesse prepararsi i rimedi floreali e guarire.