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giovedì 16 febbraio 2012

Il Gioco della Vita

Sempre ho amato i giochi. Giochi da tavolo, di ruolo, di simulazione, tattici, giochi psicologici, erotici, enigmistici ma soprattutto giochi strategici. Per me la vita è un gioco, una specie di palestra dove ci si allena e si sperimenta insieme a un sacco di altri giocatori. L'obiettivo? Divertirsi a inventare giochi, regolamenti, sfruttarli a proprio vantaggio, infrangerli persino. L'importante è non prendere il gioco troppo seriamente, come ho fatto per anni. Mia sorella ancora mi prende in giro ricordando quanto mi agitavo gareggiando a “Non ti arrabbiare” (ovvero: Arrabbiati!). Ma se la vita che mi sembra di vivere ogni giorno è un gioco, e anche questa faccia che invecchia davanti allo specchio è un gioco... a cosa serve? Cosa voglio ottenere giocando? Mi basta partecipare? Voglio l'ammirazione degli altri giocatori? Voglio forse vincere? Ma se vinco il gioco finirà... o no?

Quando Fulvia Maria (grazie!) mi ha fatto conoscere Alejandro Jodorowski, tramite i suoi figli-libri, ho riconosciuto quella smania di sperimentare, di godere la vita, di ridere e ricominciare da capo quando la noia sembra volerti soffocare nel grigiore quotidiano del già visto. Artista, attore, autore, cartomante, filologo, insegnante, guaritore, curandero, mago, sciamano... poliedrico e passionale Alejandro si è gettato a capofitto nel mistero che percepiva attorno a sé e ne ha dato testimonianza nei suoi libri. Ho cominciato da Psicomagia, che racconta esempi di uso della medicina creativa cui ogni essere umano può attingere. Più impegnato e in ricerca La Danza della Realtà, dove prosegue l'indagine dei cardini della psicomagia e la possibilità di rendere la realtà malleabile. Ha persino voluto confrontarsi con i Vangeli, Gesù di Nazareth e il Cristo-Logos, lui ebreo ucraino emigrato con la famiglia in Cile.

Ma Jodo, come affettuosamente molti lo chiamano, è diventato soprattutto il mio maestro di cartomanzia. Un mondo che lo ha affascinato fin da piccolo e che ha esplorato da ogni punto di vista diventandone, a mio avviso, uno dei più sani e onesti paladini. Ha lavorato per anni a fare ricerche per restaurare nei colori e simboli originali i Tarocchi di Marsiglia, un'edizione settecentesca che è diventata forse la più diffusa al mondo grazie al prestigio della cultura francese nel XVIII e XIX secolo. Mi piace soprattuto il rapporto intenso, erotico direi, che lui ha con le carte e che cerca di trasmettere ai suoi allievi. Ha scritto ( con la collaborazione di Marianne Costa) pagine mirabili sulla cartomanzia, l'arte, la bellezza e il senso del gioco della vita. Ne riporto un passo come invito alla lettura.


Il Tarocco è un essere, di Alejandro Jodorowski, La Via dei Tarocchi, Feltrinelli ed.

Il vero studio del significato di ciascun Arcano comincia con la disposizione coerente di tutti i Tarocchi: da ogni dettaglio partono linee di unione che toccano tutte le 78 carte. Per comprendere i molteplici simboli bisogna aver visto simbolo finale, che compone la totalità di tutti quanti, un mandala. Secondo Carl Jung il mandala è una rappresentazione della psiche, la cui essenza ci è Ignota. Seguendo questa intuizione mi sono proposto di disporre i Tarocchi come se volessi costruire un tempio. In tutte le tradizioni il tempio sintetizza la creazione dell'universo, visto come l'unità divina esplosa in tanti frammenti. Simbolicamente i Tarocchi sono una cassa dove è stato depositato un tesoro spirituale, per raggiungerlo ci vuole un vero e proprio lavoro iniziatico di ricerca dei frammenti per ricostruire l'Unità.

Venerdì 24 febbraio metto in scena una conferenza-spettacolo dedicata a questo modo di usare le carte, a Palazzo Goldoni in quel di Chioggia, siete tutti i benvenuti. Lo spettacolo è gratuito.

Si entra gratis... si paga per uscire!!! Ah ah ah, scherzo.

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