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sabato 24 agosto 2013

Meditando sui Dodici Apostoli

Ogni volta che i cristiani, di qualunque confessione, hanno cercato di vivificare la loro tradizione sono ripartiti dai vangeli (i 4 canonici ma anche gli altri detti apocrifi hanno molto da insegnare). Ad esempio Francesco d'Assisi fondò la sua fraternità partendo da tre passi scelti casualmente dai vangeli. Quella fonte fresca e frutto di un'alta tensione spirituale è sempre disponibile a chi ricerca la verità su se stesso e sul mondo. In questo consiste in fondo l'adesione all'insegnamento di Gesù Cristo, maestro della legge universale dell'Amore e della Libertà. Ora che l'onda new age si consuma credo sia tempo di fare la cernita di ciò che ci ha offerto e ricollegarlo con la tradizione in cui siamo cresciuti.
Ora possiamo cominciare a capire la capacità di guarire dimostrata dal Maestro e dai suoi discepoli esseni, il richiamo a esplorare altre dimensioni oltre a quella materiale e l'invito ad imparare le leggi dell'Amore cosmico. Da questa sintesi dovrebbero nascere concrete iniziative per contribuire all'espansione della coscienza umana e alla profonda trasformazione necessaria alle nostre strutture mentali, economiche e sociali. Meditando sui Dodici Apostoli invochiamo il desiderio di Unità e il superamento dei giudizi e dei rancori che ci fanno vivere in una realtà separata e alimentano i conflitti.

La missione dei 12 Apostoli nasce come un atto di misericordia: (Matteo 9,36 e sgg.)

Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse".
Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire qualunque malattia e qualunque infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d'Alfeo e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, quello stesso che poi lo tradì.

Tutti gli apostoli quindi ricevettero le stesse prerogative e o stesso potere. Nell'unità dei dodici riposa l'insegnamento del maestro. Come dodici raggi che partono dal centro così Gesù Cristo scelse dodici personalità diverse tra loro perchè ognuno potesse manifestare, nel suo modo particolare, lo stesso spirito. La maggior parte dei vangelo insiste sul "tradimento" di Giuda Iscariota, proprio lui che aveva ricevuto il potere di compiere segni e guarigione. Nel vangelo di Giovanni troviamo una visione più ampia, dove sembra che il compito di Giuda sia quasi un dovere: cedere al tentatore e tradire il maestro sembra quasi l'adempimento necessario del destino di Gesù. Seguendo questa apertura di cuore dell'apostolo Giovanni ho inserito in questo percorso sui Dodici anche Giuda Iscariota. Più che conoscerli singolarmente qui mi interessa conoscerli come gruppo, come possibile unità che si articola in 12 membri.

Il numero dodici viene considerato da molte tradizioni un numero sacro, insieme al tre e al sette. Il dodici è in stretta relazione con il tre, poiché la sua riduzione equivale a questo numero (12 = 1 + 2 = 3) e poiché è dato dalla moltiplicazione di 3 per 4. Se sommiamo 3 + 4 otteniamo invece il 7. Se il 3 risuona con la perfezione dello spirito, il 7 risuona con la perfezione dell'anima e il 12 con la perfezione portata fin nella materia. Il Dodici indica la ricomposizione della totalità originaria, la discesa in terra di un modello cosmico di pienezza e di armonia. Infatti indica la conclusione di un ciclo compiuto. Il Dodici è il simbolo della prova iniziatica fondamentale, che permette di passare da un piano ordinario ad un piano superiore, sacro. Forse per questo il dodicesimo apostolo è stato sottoposto ad una prova così drammatica che ha frantumato l'unità del gruppo portandoli a diventare "gli undici" (come vengono chiamati negli Atti degli Apostoli). Quel gruppo sentiva che era menomato e decise di eleggere un altro apostolo tra i discepoli che avevano seguito Gesù. Indecisi tirarono a sorte e arrivò Mattia. Ma molti concordano nell'assegnare il posto del dodicesimo a Saulo (Paolo): il persecutore di cristiani che si converte e diventa uno dei più attivi predicatori nel mondo greco e poi a Roma. Dunque è arrivato un altro "traditore" della sua tradizione. Forse per questo l'arcano 12 dei tarocchi è l'appeso: colui che affronta una prova, che sacrifica qualcosa di noto per aprire le porte di un nuovo ciclo evolutivo.

Il dodici è il numero più vicino al cerchio, ma più ancora alla circolarità. Ha in sè il ciclo dell'anno: 12 lunazioni complete più qualche giorno, che poi diedero origine alla divisione dell'anno solare in 12 mesi. Da notare che la sistemazione del calendario solare in 12 mesi col calendario Giuliano fu elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome), nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C. Nella cultura romana il 12 aveva anche dalla sua il prestigio della prima raccolta sistematica di leggi nelle 12 tavole. Nel mondo greco erano 12 le fatiche di Ercole: le prove iniziatiche superate che lo consacrarono Eroe per antonomasia. Nel mondo ebraico invece il dodici è il numero dei figli di Giacobbe (Israele) a cui venivano ricondotte le dodici tribù di Israele. Ma il territorio del regno ebraico venne suddiviso in 11 territori per le tribù mentre alla dodicesima (quella di Levi) specializzata nei compiti sacerdotali non venne dato un territorio preciso. Quindi 11 + 1. Alcuni esegeti sostengono che gli apostoli fossero stati scelti tra i nazirei (forma corrotta nazareni), ovvero iniziati che avevano fatto particolari voti davanti al loro dio. L'unico non nazireo sarebbe stato... Giuda.

E' dichiarato nei vangeli chiaramente che la scelta dei 12 era un chiaro appello alle tribù di Israele perchè riconoscessero Gesù come il Messia e si unissero attorno a lui. Nella prima fase della predicazione del maestro questa intenzione è precisa e sembra parte di un progetto di rinnovamento politico e sociale con una trasformazione del culto dominante capace di riunire tutte le sette ebraiche attorno al rinnovatore ellenizzante Gesù. Ma il progetto si trasforma e incontra la dura opposizione di molti conservatori e l'inaspettata accoglienza di genti di ogni provenienza (romani, greci, etiopi...). L'apostolo Giovanni nelle sue opere (il vangelo e l'Apocalisse) porta a compimento la trasformazione del numero dodici ad una visione cosmica. Nel versetto 12, 1 dell'Apocalisse appare «un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle». E inoltre la Gerusalemme celeste ha dodici porte (Apocalisse 21, 12.21) dove sono scritti i nomi dei dodici apostoli.

Il passaggio dal piano terrestre a quello celeste (le 12 stelle dell'Apocalisse) ci porta a notare anche il collegamento con le 12 costellazioni attraversate da Sole nel suo moto apparente attorno alla terra che hanno dato vita allo Zodiaco. L'origine di questo sapere è la Mesopotamia antica ma i segni dello zodiaco che conosciamo sono quelli descritti per la prima volta dall'astronomo alessandrino Tolomeo nel II secolo d.C. (di nuovo un altro astronomo greco di Alessandria come per il calendario giuliano). Anche nell'astronomia cinese i segni sono 12 e sono legati al mondo animale. Secondo una leggenda il Buddha, nel presentimento della sua fine sulla Terra, chiamò a raccolta tutti gli animali della terra, ma solo 12 andarono ad offrire il loro saluto. Come premio per la loro fedeltà il Buddha decise di chiamare ogni anno del ciclo lunare con il nome di ciascuno dei 12 animali accorsi. In un'altra leggenda, l'Imperatore di Giada, sovrano del Cielo e della terra, decise di visitare la Terra personalmente. Si stupì nell'ammirare le creature terrestri. Decise di prenderne dodici, da portare al Cielo, per mostrarle agli esseri divini. E qui si apre un altro affascinante capitolo: potremmo figurarci che dalla massima evoluzione del mondo animale ha preso avvio un nuovo ciclo di sviluppo con l'evoluzione dell'essere umano.

Franco Santoro, il fondatore dell'Astrosciamanesimo, ha messo in connessione ogni apostolo con un preciso segno:
ARIES: Pietro
TAURUS: Simone Zelota
GEMINI: Giacomo
CANCER: Andrea
LEO: Giovanni
VIRGO: Filippo
LIBRA: Bartolomea (Nataniele)
SCORPIO: Tommaso
SAGITTARIUS: Giacomo maggiore
CAPRICORN: Matteo (Levi)
AQUARIUS: Giuda Taddeo
PISCES: Giuda Iscariota

Dalla loro unione si apre la possibilità di passare ad un nuovo ciclo evolutivo: quello della discesa della divinità nell'umanità, così che possano evolversi molti "cristi". Riprendo il vangelo di Matteo concludendo con le parole del maestro: "Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe". Di nuovo animali: pecore, lupi, serpenti e colombe. Dunque gli apostoli dovrebbero diventare dei "serpenti con le ali di colomba"? Buona evoluzione a tutti!

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