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domenica 3 marzo 2013

Alberi di Destra o di Sinistra?

E' stato molto difficile andare a votare alle scorse elezioni. Difficile per me che ho una visione "albero centrica" delle priorità. Si parla di corruzione, di rilancio, tagli, redditi di cittadinanza, conflitto di interessi ecc. ecc. Ma molto, molto prima di tutto questo è per me vitale che si parli di trasformazione dei nostri stili di vita, rigenerazione dell'ambiente, messa al bando progressiva di tutte le tecnologie che danneggiano la biosfera e, quindi, massicci investimenti in ricerca e applicazione delle tecnologie, dei modi di produrre e di consumare compatibili con questo pianeta. In caso contrario condanniamo all'estinzione gli umanoidi e molte altre specie.

Mi è venuto da chiedermi cosa avrei votato se fossi stato un albero. Destra o sinistra? Grillo o Monti? Non è vero che gli alberi tacciono, o che sono indifferenti a ciò che accade. Gli alberi parlano e come: frinire di foglie, rilasciano terpeni dell'aria, scambiano informazioni con l'acqua e attraverso i gangli di radici che si sfiorano sotto terra. Solo che non parlano di molte cose che per noi sono importantissime: il calciomercato, matrimoni gay, corruzione, inganni e truffe varie, rilancio dell'economia. Vivono una realtà apparentemente più semplice, radicata nell'essenzialità del flusso della vita. Non conoscono la menzogna e l'ansia per il domani ed in questo hanno di certo molto da insegnarci.

I temi ambientalisti sono stati spesso appannaggio della sinistra, che ha trovato sintonie con i verdi. Il PD ha ereditato la quercia come albero simbolo, poi virando al centro, ha inglobato l'ulivo, denso di riferimenti cristiani e mediterranei. La Lega ha fatto del colore verde un colore ideologico, schierandosi spesso a favore del settore agricolo, dello sviluppo locale e decentrato del territorio ma di fatto ad oggi, manca di una visione strategica per uno sviluppo armonioso tra attività umane e qualità ambientale. Il Partito Sudtirolese ha scelto da sempre la stella alpina come simbolo ed è stato capace di tessere un'attenta politica di salvaguardia e valorizzazione ambientale, fortemente locale e orgogliosamente montanara oltrechè germanica.

Eppure nel simbolo della nostra bistrattata repubblica, seguendo una precisa tradizione araldica, le mura turrite della nostre belle e storiche città sono accompagnate da due bei rami: la quercia e l'ulivo. La lettura simbolica è molteplice: due alberi che si riassumono la vocazione mediterranea della Penisola ma anche la sua radice continentale. La quercia fu albero sacro in molte civiltà antiche europee, albero sapiente e protettore dei celti, protagonista delle antiche foreste continentali. L'ulivo simbolo della cultura mediterranea, diffuso da greci e romani e poi cristianizzato dalle meditazioni di Gesù di Nazareth nel famoso orto (giardino) degli Ulivi. L'Italia sembra quindi avere tracciato nel destino il compito di unire queste due tradizioni a tutti i livelli. E di certo il nostro paesae è un luogo di mescolanze e artistiche creatività giunte da molte Direzioni.

Gli alberi in definitiva non mi danno indicazioni di voto, un po' come la Santa Sede, ora vacante. Indicano silenziosamente altre priorità: qualità delle acque, dell'aria, rimboschimento, agricoltura naturale, mobilità sostenibile (vi ricordate a cosa servono le gambe che gli alberi ci invidiano a volte?). Personalmente mi sono preso un impegno. Dare alla mia città, Chioggia, un regolamento del Verde all'avanguardia. Non un posticcio scopiazzamento di altri comuni, Venezia o Torino, ma un originale e innovativo regolamento che porti in una decina d'anni questa città ad avere un patrimonio verde di prim'ordine. Se a questo si assocerà la tutela delle acque noi e i nostri figli vivremo in una preziosa perla verde e azzurra. Se volete partecipare al gruppo di studio per il nuovo regolamento del verde contattatemi.

Francisco Panteghini

Coordinatore dell'Associazione Amico Giardiniere

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