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11 novembre si festeggia S.Martino di Tours. Il culto del santo si è diffuso al seguito dell'espansione prima carolingia e francese poi. L'iconografia tradizionale immortala il gesto con cui Martino, in sella al suo cavallo, taglia in due il suo mantello per condividerlo con un mendicante in una fredda giornata invernale. A questo gesto di fraternità e calore umano viene associata la dolce “estate di S.Martino”, gli ultimi giorni di bel tempo e tepore prima della cammino definitivao verso il freddo e tenebroso l'inverno. Il 29 settembre si è festeggiata la Luce con i santissimi arcangeli, primo fra tutti Michele (il Sole), per fare una bella scorta da potare fino a Natale. Poi è arrivata la notte del 31 ottobre, con la possibilità di contattare consapevolmente gli esseri umani trapassati e altri esseri del sottosuolo. Ora arriva S.Martino: la celebrazione del calore, quello che fa maturare i frutti e che è la figura dell'amore fraterno sul modello della parabola del buon Samaritano.
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Il quadro rappresenta un sistema secondo me, parla della struttura dell'anima umana riordinata: il sentire - cuore Martino, il pensiero purificato che lo serve (il cavallo bianco) e l'anima senziente, l'istinto. In un'anima così ordinata può fluire l'Amore. Azzardo anche una lettura più ampia, un incitamento: l'umanità si è servita delle forze di pensiero (il cavallo) per forgiarsi l'intelletto (la spada) che gli ha permesso di sviluppare il libero arbitrio. Ora è il momento di usare questi strumenti per donare qualcosa a tutto il mondo di natura (il mendico, nudo perchè in sintonia con la madre terra) che abbiamo allontanato per poter fare la nostra evoluzione separata. Cosa doneremo? L'Amore consapevole che nasce dalla libera scelta e non dalla incosciente armonia con l'universo. Così potremo offrire il più alto risultato risultato dell'essere umano, aver realizzato il comandamento dell'Amore che abbiamo ricevuto da Cristo Padre, che Martino manifesta col panno rosso all'altezza del cuore sul pettorale dell'armatura.