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sabato 3 luglio 2021

La guerra dei Topi

Storia ispirata dalla visione dei lavori di Elisabetta Pappalardo al mulino sul Caglieron. Giugno 2021

La guerra dei Topi

Un secolo era passato dai Paralipomeni del Leopardi e la memoria dell'ultima guerra tra Topi e Rane era già svanita. I Topi si erano moltiplicati e avevano colonizzato nuove terre nelle città brulicanti degli Uomini. Si nutrivano dei rifiuti nelle fogne e nelle discariche ma anche delle primizie rubate dalle dispense. Gli Uomini inventavano trappole e veleni da usare contro di loro ma i Topi inarrestabili si riproducevano inarrestabili. La loro convivenza con i bipedi si fece sempre più simbiotica tanto che i Topi di città arricchirono il loro linguaggio e iniziarono a imitarli. Quando nel 1914 si sparse per il paese il dibattito incendiario tra guerrafondai e pacifisti anche i Topi di città iniziarono a dibattere con i pacifici Topini di campagna e, per imitare gli Uomini, decisero di imparare anche loro a fare la guerra. Osservarono cauti i preparativi, i reclutamenti e le marce e così si organizzarono anche loro in battaglioni con canti di guerra e specialità: i Topi assaltatori, Topi genieri, Topi scalatori... Ma ora mancava l'ultimo ingrediente: trovare un Nemico.

Solo attraverso la costruzione di un Nemico il loro sforzo sarebbe stato coronato e le proteste che serpeggiavano tra i ranghi sarebbero state zittite. I Topi, armati di aghi, stuzzicadenti, cucchiai e bottoni per prima cosa si scagliarono a reggimenti compatti contro i Gatti di città che presto preferirono evitare ogni scontro, visto che gli Uomini li nutrivano ugualmente. Questi ultimi erano tutti infervorati dalla loro Guerra. A quel punto i Topini di campagna convinsero i Topi di città a far la guerra alle Rane per conquistare tutte le campagne e i fossi. La Grande Guerra divampava e gli Uomini inventarono persino macchine volanti con cui bersagliare il nemico.

I Topi affascinati decisero di dotarsi anche loro di una efficace aviazione che avrebbe tolto il vantaggio acquatico alle rane. Intavolarono trattative con i temibili Aironi che accettarono di aiutarli in battaglia. I Topi allora iniziarono a battere la riva dei fossi stanando le Rane e costringendole a rifugiarsi nelle acque più profonde. A quel punto un intero stormo di Aironi maggiori, garzette, aironi cenerini e rossi piombò dall'alto facendo incetta degli anfibi spaventati. Quando la carneficina si concluse gli Aironi si finsero in difficoltà e chiesero a gran voce aiuto ai Topi che esaltati dalla vittoria si slanciarono nell'acqua lasciando cadere le loro armi improvvisate.

Quale fu la sorpresa quando gli Aironi iniziarono a divorarli! I Topi fradici protestarono squittendo ma ricevettero solo le beffe degli Aironi: "Come potevate pensare che vi lasciassimo signoreggiare? Siamo noi i signori delle campagne e del cielo!". Grande fu quel giorno la strage che ancora oggi viene tramandata di Topo in figlio.

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