Translate

venerdì 15 ottobre 2021

Duemila anni di Cristianesimo non sono bastati?

Giorni tesi, giorni cupi, sembra tornata l'atmosfera degli anni Settanta con migliaia di persone che scendono in piazza scioperando contro il governo e contro l'applicazione a tutti i lavoratori della Certificazione Covid 19. Circa 4 milioni di lavoratori non hanno ancora scelto di adeguarsi alla d.l. del 16 settembre 2021. L'Italia è spaccata in due tra sfegatati sostenitori del governo Draghi e una minoranza di contestatori, in gran parte non rappresentati a livello parlamentare e nemmeno sindacale. Stanno emergendo nuovi piccoli agguerriti sindacati come il FISI, che ha proclamato lo sciopero ad oltranza (http://www.fisinazionale.it/), e l'Anief. Quello che mi colpisce e non condivido è la durezza delle accuse e degli insulti che vengono lanciati da una parte all'altra: con veri e propri provocatori come Burioni che spopolano in TV da un lato e la controinformazione complottista dall'altro. Tutti sembrano essere convinti di avere la sacrosanta ragione dalla loro parte. Pochissimi invece sembrano capaci di mettersi nei panni altrui e proporre mediazioni, che il governo non vuole con la sua "linea dura".
Mi chiedo che fine a fatto la nostra civilità cristiana, coi suoi valori, la sua pacatezza e il desiderio di essere utile al prossimo. Mi domando se il buon Samaritano oggi avrebbe soccorso un malato di Covid, magari non vaccinato, o gli avrebbe augurato le peggiori cose lasciandolo senza nessuna cura. Nella minoranza agguerrita invece non mancano quelli che invocano la catastrofe imminente sui vaccinati per gli effetti collaterali a medio e lungo termine. Siamo sicuri di non avere qualcosa nell'occhio che ci impedisce di aiutare gli altri a vedere meglio? Tra i due opposti estremismi io mi sento preso in mezzo, perchè ritengo ci siano nobili intenti e pezzi di verità su entrambi i fronti. Invece della guerra io vorrei costruire ponti, discutere fino alla nausea possibili mediazioni. Non è questo il senso della nostra democrazia?
Questo governo invece, forte di una prolungata emergenza che gli dà poteri eccezionali, avanza a gran passi verso la ristrutturazione economica e sociale dell'Italia, mandato che nessun elettore gli ha conferito. Draghi usa lo scettro di ferro e non rende conto a nessun cittadino, nessun partito o forza politica della sua linea. Eppure ha una sua agenda di governo chiara che persegue di gran carriera: in questo quadro il passaporto vaccinale sembra uno strumento per controllare i cittadini più che il covid. La normativa partorita in questi mesi è zeppa di contraddizioni (trasformare dirigenti e datori di lavori in coontrollori della salute e delle scelte personali dei dipendenti, scaricare i costi della sicurezza sui lavoratori, superare i contratti nazionali senza ridiscuterli con tutti i sindacati, anche quelli scomodi come il Fisi ecc., le denunce di incostituzionalità).

E così siamo arrivati allo sciopero generale, di una minoranza certo, ma capace di incidere. A Roma è stato schierato l'esercito in piazza: è un'escalation nella prova di forza che può solo accendere gli animi e stimolare gli estremisti, azzerando lo spazio di dialogo con moderati di entrambi i fronti. Ma non è mai troppo tardi per un passo indietro, per sedare gli animi e avviare trattative. Sono certo che si potrebbero trovare accordi soddisfacenti per tutti e ridare fiducia a questa Italia prostrata dalla recessione portata anche dalla gestione draconiana dell'epidemia. Fondamentale sarebbe far ripartire il dibattito libero in ambito medico, riammettere i sanitari sospesi, applicare la democrazia senza limitazioni e far nascere da quel vivace dibattito le nuove strade da percorrere, perchè quelle finora seguite non vanno bene per tutti. La posizione del mediatore è scomoda: tutti lo bersagliano da un lato all'altro ma io credo che ogni cristiano, ogni persona di buona volontà dovrebbe costruire ponti e non barriere.

mercoledì 15 settembre 2021

Trovata la cura per le SARS già dal 2005, articolo a cura di Marcello Balbo

A seguito dalla epidemia di SARS del 2003 la Commissione Europea ha finanziato ricerche per a rontare questo tipo di minacce alla salute. Si tratta del progetto SEPSDA (Sino-European Project on SARS Diagnostic and Antivirals), finanziato a titolo del Sesto programma quadro (6PQ). Nel 2005 sono stati pubblicati i risultati di questo progetto, individuando un farmaco già esistente e ben conosciuto, la cinanserina, come farmaco pronto all'uso per curare la SARS.

Il gruppo di scienziati europei e cinesi ha scoperto che un farmaco attualmente utilizzato nel trattamento della schizofrenia inibisce in modo efficace il coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS). La cinanserina è stata utilizzata nelle terapie delle malattie mentali sin dagli anni '70. "La cinanserina potrebbe essere prescritta direttamente per prevenire la SARS o trattare i pazienti affetti da tale sindrome nel caso in cui l'epidemia dovesse ripresentarsi", ha dichiarato Peter Kristensen dell'Università danese di Aarhus.

Il gruppo di scienziati provenienti da Cina, Danimarca, Germania e Polonia ha analizzato 15 farmaci che risultavano efficaci nella prevenzione della SARS, ma dopo attenti studi patologici la cinanserina è stata scelta come unico medicinale pronto all'uso contro il virus. L'attività antivirale della cinanserina è stata valutata in campioni di tessuto contenenti il virus della SARS e ha rivelato una forte inibizione nella replicazione del coronavirus a concentrazioni farmacologiche atossiche. "Questi risultati dimostrano che il vecchio farmaco cinanserina è un inibitore della replicazione del coronavirus della SARS e agisce molto probabilmente inibendo la proteinase 3CL", ha dichiarato il dottor Kristensen. Nel periodo compreso tra febbraio e giugno 2003 la SARS, una polmonite atipica altamente contagiosa, ha colpito 32 paesi. Sono state infettate circa 8.400 persone e più di 800 sono decedute a causa della malattia.

Nel file pdf con l'articolo completo ho evidenziato parti in cui dicono che si tratta di un farmaco:
• conosciuto dagli anni 60’
• che inibisce lo sviluppo dei virus di tipo SARS, quindi anche dei coronavirus del Covid19
• che colpisce l’enzima 3CL, essenziale alla sua replicazione
È un testo tecnico in inglese, rivolto agli addetti ai lavori. Ho preparato un pdf con l'articolo completo che si può scaricare a questo link: https://balbo.it/cura-sars

Ringrazio Franco Trinca per avere segnalato la presenza di questo studio.

Con fiducia nella verità,
dott. Marcello Balbo

sabato 11 settembre 2021

La Chioggia Marina che verrà: dal Lusenzo a via del Boschetto fino al futuro del Parco degli Orti

Negli ultimi due mesi mi sono lasciato coinvolgere dal dibattito elettorale che porterà al rinnovo del Consiglio Comunale di Chioggia. Mi sono reso conto di quanto avessi ancor da imparare su argomenti che sento di grandi rilevanza. E così, grazie anche al lavoro della lista Energia Civica che sostengo, ho potuto iniziare ad approfondire la gestione del territorio comunale in particolare attraverso tre fronti aperti della pianificazione di nuova urbanizzazione. Ma cominciamo con ordine: ormai il mio nome a Chioggia è collegato con la tutela degli alberi, e quando gli alberi soffrono più di qualcuno pensa a me. Ne sono onorato e spero di poter ricambiare la fiducia. Ebbene sono stato sollecitato a visitare una nuova antenna di telefonia mobile in via Barbarigo, un impianto "temporaneo" recita il cartello, però l'abbattimento di un boschetto pre-esistente è stato definitivo così come il basamento di cemento armato della struttura. E' sorta improvvisamente, senza quasi dar tempo ai residenti di capire cosa stava accadendo, in pochi giorni dal boschetto si è passati all'antenna, con il suo carico di invisibile inquinamento elettromagnetico. Così è iniziata una serie di incontri e ricordi relativi all'area definita come "parco degli orti" dove, accanto a rari orti coltivati fanno bella mostra discariche abusive, casoni incendiati, boschetti, canneti, incolti, canali e strade sterrate. Ho avuto modo di conoscer alcuni proprietari che curano e coltivano i loro lotti circondati dal degrado. Che futuro avrà l'area nel suo complesso? Sarà rispettata la sua vocazione agricola e naturalistica o sarà, come sembra, progressivamente lottizzata? Questa non è un piano all'ordine del giorno ma dopodomani si teme che gli appetiti dei costruttori possano fare breccia se non sorge un progetto altrettanto forte e vitale. Questo sarà la sfida del futuro, entro una decina di anni.
Molto più vicino a noi invece ci sono i comparti di cui il Comune ha già decretato la lottizzazione accogliendo con poche modifiche i progetti dei privati. Questa secondo me è una dinamica pericolosa: i costruttori convincono i propietari a formare un comparto, commissionano un progetto e lo presentano al Comune che lo fa suo, senza un'analisi indipendente del territorio e soprattutto senza rapportarsi con gli effettivi bisogni dei nostri concittadini. In via del Boschetto sono stato coinvolto perchè il parcheggio alberato Padova verrà espropriato e si teme per la fine degli alberi. Il vice sindaco tranquillizza sostenendo che il parcheggio resterà tale, solo che sarà pubblico. Nel frattempo però nuove strade verranno tracciate anche attraverso l'area attuale e la via Perseo sterrata a fianco verrà asfaltata e raddoppiata con la fine di tutto il filare di olmi e aceri adiacente. Ho avuto il piacere di lavorare in quell'area a più riprese, sia la vecchia collaborazione con la UILDM, poi l'orto biologico della scuola Caccin ed ora immaginare una nuova strada a traffico intenso, intesa come alternativa al Lungomare, che parte da via viale Torino, attraversa il park Padova e si incunea tra la batteria Penzo e l'Arena Duse fino ad arrivare in viale Tirreno. Sarà la fine di un'area verde naturalizzata di grande pregio che conserva la storia e la biologia delle terre di retroduna. Nel terreno privato accanto al parco pubblico sorgeranno 3 nuovi condomini e ampi parcheggi asfaltatati, con quale equilibrio idrogeologico non so. Quello che mi sconforta è che di là della strada c'è l'area enorme della ex discoteca piena di eternit e altri inquinanti che resta lì a far bella mostra nel cuore di Sottomarina. Buttiamo via aree di pregio e ci teniamo quelle degradate. Scelte urbanistiche incomprensibili figlie dell'asservimento del nostro ufficio urbanistico alle proposte dei privati. Ma ci servono tre nuovi palazzoni? Ci serve buttare per aria mezzo parcheggio del Park Padova e dell'Arena Duce, condannando quel manufatto al degrado completo invece di immaginare un suo possibile recupero? Perchè la popolazione di Chioggia cala inesorabilmente? Non è solo una questione demografica ma di costi e aspettative delle giovani coppie. Conosco decine di emigrati chioggiotto a Conche di Codevigo che preferiscono la tranquillità della campagna ai servizi della città... o forse questi servizi per le famiglie sono scadenti? Queste sono le domande che dovrebbe farsi l'urbanista e con lui il politico di turno, e questo promette di fare la lista Energia Civica di Roberto Rossi Sindaco.
Io resto coi miei dubbi, i miei alberi e tutta la vita selvatica che ospitano queste aree. Una volta che urbanizziamo non si potrà più tornare indietro e intanto noi continuiamo a ragionare in modo meccanicistico e obsoleto. Tutti ci riempiamo la bocca con l'ambiente e la necessità di ridurre l'inquinamento però poi continuiamo a lottizzare come negli anni Settanta. Sulla mappa si vede qualche giovane albero in più che chissà poi se verrà piantanto, e come vivrà in mezzo ad aree completamente cementificate? Non voglio arrivare a teorizzare "l'opzione zero consumo di suolo" ma di certo credo che sia necessario fare un salto di qualità nella pianificazione partendo dalle richieste inespresse della popolazione residente (il turismo viene dopo) e non dando retta semre ai grossi costruttori che continuano a replicare vecchi schemi.Basti vedere cosa è sorto di fronte alla Parrocchia del Buon Pastore a Sottomarina: sembra il racconto della via Gluck di Celentano. Altro fronte aperto e caldo, andato in approvazione alla commissione VAS regionale è la nuova strada dei Ghezzi, ovvero quella fascia incolta tra il Lusenzo e l'abitato che insiste sulla strada Madonna Marina. Una strada, mal collegata ad oggi, con la zona di campo Cannoni, parallela a Madonna Marina, che sbuca all'ospedale, nelle intenzioni. Come si vede dal progetto i costruttori hanno formato un comparto e hanno fatto redigere un progetto di lottizzazione con tanti bei condomini dai 3 ai 5 piani e parcheggi asfaltati . Il Comune ancora una volta ha fatto suo il progetto con poche variazioni. Di nuovo l'amministrazione pubblica si fa imboccare dai privati, invece di condurli con mano decisa verso il bene dell'intera comunità. Ve lo immaginate il nuovo desolante panorama mentre passeggiate sul Lusenzo? Piccola perla in controtendenza: il ristorante la Lepre ha preso in concessione uno spazio demaniale di 4000 metri che adibirà a boschetto percorribile, e che io avrò l'onore di progettare e piantare insieme all'ing. Pregnolato e all'associazione Amico Giardiniere. Caro lettore se qualcosa in te ha vibrato mentre leggevi forse è ora che ti impegni di più per la tua comunità, entra nella nostra associazione, pluralista e ambientalista chiamandomi al 328 7021253. Ma soprattutto fatti domande, prova a immaginare una città più verde, con più ciclabili, attrezzature sportive, parchi, aree relax, maneggi, orti. Al di là del risultato elettorale di ottobre, qualunque sia il vincitore, noi continueremo a lavorare per un territorio più bello e vitale collaborando con chi governa se lo desidera ma opponendoci allo sfregio del nostro bellissimo territorio. Buona vita!
Fonti:

Sopralluoghi sulle aree

Chioggia.org sez. amministrazione trasparente, ricercando (con fatica) le pubblicazioni che interessano. Vedi ad es. https://www.chioggia.org/index.php?area=84&menu=243&page=1147&lingua=4&idnotizia=2075

https://www.stradivarie.it/parco-degli-orti-chioggia

Documenti forniti dal comitato Strada dei Ghezzi

sabato 28 agosto 2021

Di vaccino anticovid, raramente, si può anche morire

Tocchiamo un argomento tabù: i danni da vaccino. I dati ufficiali a livello europeo ci sono e confermano che, in un ristretto numero di casi, i vaccini anti covid possano creare danni gravi e perfino la morte. Questo argomento se affrontato statisticamente può sembrare marginale ma se io penso a quelle persone che con fiducia si sono affidate ai loro medici e ne hanno riportato danno o addirittura sono passate al Creatore prima del tempo, un misto di tristezza e rabbia mi scuote. Non è possibile obbligare all'assunzione di un trattamente sanitario che può avere tali conseguenze, soprattutto se paragonato con la bassa mortalità, quasi nulla, del virus per gli under 60. MA vediamo un po' di dati (fonti a fine articolo).

L'EMA ha pubblicato all'inizio di luglio il riepilogo sui principali vaccini:

Comirnaty (Pfizer-BioNTech) - 206,668 casi di effetti colaterali riportati volontariamente a EudraVigilance nei paesi UE. E 3,848 di questi casi risultano fatali. Il vaccino venne distribuito in circa 276 milioni di dosi.

Vaxzevria - (AstraZeneca) - 152,250 casi di effetti colaterali riportati volontariamente a EudraVigilance nei paesi UE. E 938 di questi casi risultano fatali. Il vaccino venne distribuito in circa 58 milioni di dosi

SpikeVax (COVID-19 Vaccine Moderna) - 36,294 casi di effetti colaterali riportati volontariamente a EudraVigilance nei paesi UE. E 347 di questi casi risultano fatali. Il vaccino venne distribuito in circa 35 milioni di dosi

COVID-19 Vaccine Janssen - 12,036 casi di effetti colaterali riportati volontariamente a EudraVigilance nei paesi UE. E 68 di questi casi risultano fatali. Il vaccino venne distribuito in circa 8,5 milioni di dosi

L'EMA ha dichiarato che questi casi non sono necessariamente tutti collegati al vaccino, ma non si può neanche escludere la correlazione. Va sottolineato però che le reazioni avverse, almeno in Italia, sono sottostimate. Lo dico per esperienza: conosco 3 persone che hanno avuto esiti infausti subito dopo il vaccino (paralisi, debolezza cronica, trombosi) e solo una di queste persone ha contattato il centro vaccinale per informarlo di quanto accadeva. In Italia infatti, nonostante i vaccini siano ancora in fase di sperimentazione sul campo, non è attiva una farmacovigilanza attiva, cioè i centri vaccinali non controllano lo stato di salute dei vaccinati a distanza di tempo. Sono i malati a doversi rivolgere loro e spesso devono fronteggiare luoghi comuni e tentativi di minimizzare i loro sintomi pur di non avviare la procedura di segnalazione.

Personalmente mi sento di dire che io non ragiono in termini statistici, non prendo decisioni iin base alle statistiche: ogni vita è importante e quella che mi è stata donata al pari delle altre. Io prendo decisioni per me, valutando rischi e benefici e voglio essere libero di farlo in uno stato democratico e liberale. Alla luce di questo e altri articoli di approfondimento che ho scritto di recente mi sento di comprendere e sostenere coloro che si battono per la libertà di scelta in ogni campo e contro l'obbligo vaccinale.

Fonti:

https://www.precisionvaccinations.com/european-agency-confirms-covid-19-vaccine-fatalities

https://www.ema.europa.eu/en/documents/covid-19-vaccine-safety-update/covid-19-vaccine-safety-update-comirnaty-14-july-2021_en.pdf

https://www.politifact.com/factchecks/2021/mar/31/blog-posting/european-database-does-not-prove-covid-19-vaccines/

venerdì 27 agosto 2021

Analisi ed evidenze sui dati ISTAT della mortalità da COVID

Tra il febbraio 2020 e il luglio 2021 ci sono stati 127.044 pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 in Italia.Guardate bene il grafico.

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni (mediana 82, range 0-109).

Le donne decedute sono 55.247 (43,5%). L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di oltre 35 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 82 anni – pazienti con infezione 46 anni).

La figura all'inizio mostra il numero dei decessi per fascia di età. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 85 anni – uomini 80 anni). Non ci sono decessi sotto i 39 anni.

Quindi riassumendo l'epidemia Covid falcidia gli anziani, in particolare over 75. A cosa serve allora organizzare una vaccinazione di massa? Per quale sciagurato motivo si è cominciato a vaccinare persino i minorenni? Non ci sono casi mortali di Covid negli under 40, perchè allora studenti e universitari, uomini e donne nel pieno delle loro forze sono pressati e sempre più costretti alla vaccinazione pena la perdita del lavoro e delle libertà civili?

Fonti

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-sorveglianza-dati

https://www.istat.it/it/files/2021/03/Report_ISS_Istat_2020_5_marzo.pdf

lunedì 23 agosto 2021

Quel gran genio di Gioseffo Zarlino...

Quando incontro una persona più intelligente di me o esperta di una campo del sapere che quasi ignoro sono preso da un misto di ammirazione e senso di inferiorità. Leggere il libro di Loris Tiozzo su Gioseffo Zarlino mi ha restituito tutte queste sensazioni. Davanti al genio del compositore cinquecentesco fra' Gioseffo Zarlino solo un altro geniale musicista e matematico poteva ardire a comprendere e tentare di spiegare, allegando prove pratiche, la teoria musicale che il compositore chioggiotto rinnovò dopo anni spesi a confrontarsi con i classici, greci in particolare.
Fino a tutto il Rinascimento gli studi musicali andavano di pari passo con lo studio della matematica e delle geometria. E' pur vero che si trovavano valenti musicisti "ad orecchio" ma i veri teorici erano grandi eruditi e Zarlino era uno di questo. Inoltre era un frate cappuccino di precoce vocazione che per tutta la vita coniugò l'attività musicale con la cura delle anime, prima a Chioggia e poi a Venezia. Pubblicò persino un libretto, che bramo di leggere, sulla vera storia della formazione dei frati cappuccini. Musicalmente fra Gioseffo si era formato al duomo di Chioggia di cui era diventanto organista. Pregevole era anche nella composizione di opere sacre e anche profane.
Ci voleva la passione, la competenza e, non è piaggeria, il genio del maestro Loris Tiozzo per leggere, capire e portare a nuova vita le Istitutioni Harmoniche (edito a stampa nel 1558 e successive ristampe). Il maestro Tiozzo riassume in breve tutte le opere di teoria musicale di fra Gioseffo, dopo averne tracciato un quadro biografico e averlo messo in relazione con i maggiori musicisti dell'epoca (la scuola fiamminga, il panorama veneziano, Vincenzo Galilei). Si delinea una Venezia all'avanguardia: ricca di ricchezze, di colti mecenati, di gente da tutta Europa e soprattutto di Greci, Armeni e Ebrei che permisero che qui confluisse il meglio dei testi antichi che vennero tradotti e date alle stampe nelle fiorenti aziende tipografiche.
Loris Tiozzo aggiunge a questa ricostruzione il suo studio con esperimenti pratici come la ricostruzione di un monocordo come quello usato da Zarlino o lo studio e traduzione in frequenze delle note definite dai trattati. Un lavoro accurato e metodico, di chi conosce la matematica e la musica con la medesima competenza. Unico punto che resta dietro le quinte è proprio la relazione tra la ricerca spirituale di fra Gioseffo e la sua produzione. Studioso di greco ed ebraico, a Venezia venne a contatto anche con la cabala e la numerologia, in cui i numeri sono elementi divini tramite cui si può conoscere tutto il creato. Invero è questa la prospettiva che più mi affascina! Ma serviranno ancora molti anni per poter avere le conoscenze necessarie a portare avanti il lavoro.

sabato 21 agosto 2021

Vale la pena di leggere il romanzo distopico "1984" di George Orwell?

Ho appena riletto 1984, ne avevo un vago ricordo ma in questi giorni convulsi dove alcuni sostengono si sia instaurata una "dittatura sanitaria" sotto un governo dotato di poter emergenziali che sempre vengono proprogati cercavo una lettura da poter condividere coi miei studenti per mettere in discussione il fenomeno dello stato totalitario storicamente inteso e l'attuale predominio delle grandi corporation. E' sotto gli occhi di tutti che nell'epoca della globalizzazione americana, seguita al crollo del muro di Berlino, si assiste al progressivo accentramento della ricchezza in poche mani. La piramide della ricchezza totale del mondo mostra che metà della ricchezza netta del mondo appartiene all'1% superiore, il 10% superiore degli adulti detiene l'85%, mentre il 90% inferiore detiene il restante 15% della ricchezza. Quindi il top 30% degli adulti detiene il 97% della ricchezza totale.
Partiamo da questa disuguaglianza per fare alcune considerazioni: 1) lo strumento di accumulo e gestione di queste ricchezze è principalmente la Corporation, la multinazionale anonima con personalità giuridica come si è definita negli USA negli anni Venti del Novecento; 2) l'elite "mondialista" è largamente apolide ma concentrata nei paesi "occidentali", il suo raggio di azione e d'investimento è globale 3) gli stati nazionali sono sotto assedio perchè limitano le libertà dell'ipercapitalismo gloabale sia attraverso la gestione pubblica di interi settori sia, per le democrazie, con la tutela dei diritti dei lavoratori. 4) siamo davanti ad un'epoca nuova, dove poche migliaia di persone possono influenzare l'economia, la società, i mass media (che sono loro!), la ricerca scientifica... un poter mai visto prima sul nostro pianeta. Da tutte queste considerazioni deduciamo che oggi, in barba alla democrazia dichiarata, il mondo (quello a trazione americana per lo meno) è dominato da una ristretta oligarchia attorniata da specialisti in ogni campo che governa una massa sempre più indistinta di lavoratori, professionisti precarizzati ecc.: un nuovo proletariato globale che assorbe le classi medie.
Torniamo al nostro libro: scritto nel 1948 immagina la società futura del 1984 dominato da tre grandi superstati. Dopo una guerra atomica prendono il potere al mondo tre ideologie totalitarie. Nella Londra del futuro, capitale dell'Oceania (Americhe, Gran Bretagna, Australia e parte dell'Africa e dell'Asia), Il Partito (è l'unico legale) dell'Engsoc (Socialismo inglese) guidato da un mitico Grande Fratello (Big Brother) governa ogni aspetto della vita dei sottoposti, sotto una mascherata democrazia in perenne guerra contro le altre potenze mondiali. La popolazione è divisa tra i membri potentissimi del Partito interno, i burocrati del Partito esterno e la stragrande maggioranza della popolazione chiamata in "neolingua" "i prolet". Il Partito interno controlla tutti i mezzi di comunicazione, la produzione, l'esercito e una particolare polizia politica chiamata thinkpol, polizia del pensiero. Infatti è sufficiente alimentare pensieri contrari o divergenti da quanto previsto dal regime per essere sequestrati, torturati e rieducati in campi di lavoro. Londra ospita la sede dei quattro grandi ministeri in cui si articola il potere: quattro piramidi che ospitano il ministero dell'Amore (controllo della popolazione e torture), ministero della Verità (controllo dei media, dei libri, riscrittura degli archivi storici per elimnare ogni contraddizione al pensiero dominante), ministero dell'Abbondanza (programmazione conomica e razionamento dei pochissimi bene disponibili) e il ministero della Pace (ovvero della Guerra).
Come avrete capito da questi cenni del linguaggio adoperato da questo partito dominante il significato ordinario viene sovvertito al punto da ideare un "neolingua" di poche parole per insegnare a non pensare, per rendere impossibile il pensiero critico. Qualcosa di simile appare nelle modalità digitali di comunicazione dove tutto è epidermico e immediatamente dimenticato. Alla fine del romanzo Orwell dedica una ventina di pagine alla storia e funzioni di questa neolingua totalitaria. 1984 è una distopia, ovvero racconta un possibile futuro a partire da elementi realistici. Lo fa in maniera graffiante, specialmente per i concittadini inglesi dello scrittore. Gli va dato il merito indiscusso di aver anticipato l'uso della tecnologia per il controllo delle masse (il telescreen, che nessuno può spegnere, in ogni casa per diffondere ma anche per ascoltare gli abitanti a piacimento). Incredibilmente innovativo se pensiamo che fu scritto nel 1948.
Ma indaghiamo un po' sull'autore: George Orwell è uno pseduonimo dello scrittore e giornalista britannico Eric Arthur Blair. Nato in India da una famiglia scozzese fatica ad inserirsi nella madrepatria. Nel 1937 si reca a Barcellona con l'intenzione di scrivere degli articoli sulla drammatica situazione del Paese in piena guerra civile contro il generale fascista Franco. Quasi subito, però, si unisce ai repubblicani spagnoli, entrando a far parte delle milizie del Poum. Assiste ai dissidi interni alla sinistra con lo scontro armato tra comunisti filosovietici contro anarchici e socialisti. Viene ferito in modo grave alla gola; a quel punto ripara in Francia. Dall'esperienza della guerra vissuta in prima persona nacque "Omaggio alla Catalogna". Con quell'esperienza potè mettere a confronto due totalitarismi: il fascismo e il comunismo sovietico.
Un altro particolare della sua vita da notare è che nella sua formazione all'Eton College di Londra ebbe per insegnante Aldous Huxley: un altro grande esponente della letteratura distopica pacifista che scrisse "il mondo nuovo" (1932) in cui immaginava la deificazione del modello fordista di produzione in un mondo futuro dove ogni aspetto della vita è controllato da 10 governatori mondiali. Come si vede l'allievo si confrontò a tutto campo col maestro di allora e lo superò. Nel cupo mondo di 1984 non ci sono eroi, non c'è speranza, non c'è spiritualità. Viene descritta alla perfezione la macchina organizzativa del Partito che controlla i "prolet" (gli operai) con i mass media, le parate, la pornografia, il razionamento dei beni, le celebrazioni dell'odio verso il nemico di turno. I burocrati del Partito se la passano poco meglio ma sono sorvegliati giorno e notte dalla tecnologia e alla minima devianza o perplessità vengono sequestrati e spediti al "Ministero dell'Amore". Orwell segue fin dentro le sale di tortura il protagonista che ne uscirà "rieducato" e sinceramente pentito di aver anche solo pensato di opporsi al Grande Fratello, il leader idealizzato che personifica il Partito e che viene rappresentanto ovunque in grandi manifesti e schermate con la scritta "Il Grande Fratello ti vede".
Anche noi oggi siamo sorvegliati dalle nostre tecnologie: il nostro profilo di interessi e preferenze vengono venduti alle aziende di marketing e schedati dai servizi segreti. Siamo "profilati" e indotti a comprare cose molto interessanti, salvo poi essere censurati se esprimiamo critiche al sistema dominante. Al contrario del mondo tratteggiato in 1984 noi abbiamo ancora speranza, abbiamo ancora linguaggio e pensiero critico a disposizione e soprattutto la possibilità di una ricerca spirituale libera capace di ispirarci coraggio e creatività.
#distopia #georgeorwell #1984 #oligarchia #capitalismo #totalitarismo #regime #controllo #massmedia #tecnologia #capitalismodellasorveglianza

domenica 15 agosto 2021

La manifestazione del divino femminile

Negli ultimi anni si sente spesso parlare delle rinascita della spiritulità femminile, spesso facendo riferimento ad una non meglio precisata Dea. Nella festa dell'Assunzione di Maria mi ripropongo di aprire un confronto sulla spiritualità femminile come emerge dai testi e dalla tradizione cristiana, anche in relazione con altre tradizioni che in vari modi sono stati conglobati nella nuova fase innescata dall'incarnazione del Cristo. La prima considerazione da fare per leggere con occhi nuovi i testi sacri è quella di intendere, ogni volta che si parla di una Donna, una parte della nostra Anima. Secondo l'antroposofia la nostra anima si può distinguere in anima senziente (quella legata alla sensorialità e alle passioni), anima razionale (quella legata al pensiero e all'astrazione) e anima cosciente (quella che accoglie gli stimoli dello Spirito, tramite l'intuizione e la visione).

La figura femminile chiave della rivelazione cristiana è Maria, madre di Gesù. Cosa sappiamo di lei? Era figlia di Gioacchino e Anna, citati testi apocrifi come il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello pseudo-Matteo, oltre che dalla tradizione (1). Anna pare fosse figlia di Achar e sorella di Esmeria, madre di Elisabetta e dunque nonna di Giovanni Battista. Gioacchino viene tramandato come uomo virtuoso e molto ricco della stirpe di Davide, che era solito offrire una parte del ricavato dei suoi beni al popolo e una parte in sacrificio a Dio. Entrambi vivono a Gerusalemme. Sposati, Gioacchino e Anna non hanno figli per oltre vent’anni. Non generare prole, per gli ebrei, in quest’epoca è segno della mancanza della benedizione e del favore di Dio; perciò, un giorno, nel portare le sue offerte al Tempio, Gioacchino viene redarguito da un tale Ruben (forse un sacerdote o uno scriba): indegno per non avere procreato, infatti, secondo lui non ha il diritto di presentare le sue offerte. Gioacchino, umiliato e sconvolto da quelle parole, decide di ritirarsi nel deserto e per quaranta giorni e quaranta notti implora Dio, fra lacrime e digiuni, di dargli una discendenza. Notate il parallelo con il deserto di Giovannia Battista e di Gesù? Anche Anna trascorre giorni in preghiera chiedendo a Dio la grazia della maternità.

Le suppliche di Gioacchino e Anna vengono ascoltate; così un angelo appare separatamente a entrambi e li avverte che stanno per diventare genitori. Finalmente la manifestazione divina si compie ed entrambi riescono a percepirla (non è da tutti saper ascoltare un angelo!) e accoglierla come veritiera. L’incontro sulla porta di casa fra i due, dopo l’annuncio, si arricchisce di dettagli leggendari. Il bacio che i due sposi si sarebbero scambiati è stato tramandato dinanzi alla Porta Aurea di Gerusalemme, il luogo in cui, secondo una tradizione ebraica, si manifestava la presenza divina e si sarebbe manifestato l’avvento del Messia. Ampia l’iconografia di tale bacio davanti alla nota porta (sopra la versione di Giotto) che i cristiani ritengono quella attraverso la quale Gesù avrebbe fatto il suo ingresso nella Città Santa la Domenica delle Palme. Mesi dopo il ritorno di Gioacchino, Anna dà alla luce Maria. Nel nostro calendario si festeggia l'8 settembre, nel segno della Vergine. La bimba viene cresciuta tra le affettuose premure del papà e le amorevoli attenzioni della mamma, nella casa che si trovava nei pressi della piscina di Betzaeta.
Il Protovangelo di Giacomo afferma, nel capitolo sesto, che all'età di un anno Maria viene presentata ai sacerdoti del Tempio dai suoi due genitori, Anna e Gioacchino; pochi anni dopo viene fatta accedere all'interno, prendendo parte alla vita sacerdotale, fino al momento dell'incontro con Giuseppe. Dunque viene cresciuta come una sacerdotessa: pochi sanno che nella religione ebraica esisteva anche un clero femminile. La presentazione di Maria al Tempio viene ricordata il 21 novembre. Maria rimase nel Tempio di Gerusalemme fino a quando venne promessa in sposa a Giuseppe. Ma l'arcangelo Gabriele venne a visitarla a Nazareth, sei mesi dopo aver visitato sua cugina Elisabetta in attesa di Giovanni, e le annunciò il suo ruolo: "Ave, piena di grazia; il Signore è con te, benedetta tra le donne"(2). Maria poco dopo fa visita alla cugina Elisabetta che, ispirata dalla spirito, la saluta così: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Maria è "piena di grazia" ed è "benedetta tra le donne".

Vi proprongo la lettura simbolica della famosa preghiera Ave Maria tratta da vari passi del Vangelo di Luca. In particolare ho trovato ispirata l'interpretazione fatta da Fausto Carotenuto (3)

Ave Maria
Piena di grazia
Il Signore è con te
tu sei benedetta tra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria,
madre di Dio,
prega per noi peccatori
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen

Oltre a pregare la Madre di Dio a cui Gesù morente ci affidò, allo stesso tempo preghiamo per quella parte di noi che lei custodisce: l'Anima Cosciente. Possiamo quindi dare alla preghiera questo ulteriore significato:

Ave Maria = Salute a te Anima Cosciente mia
Piena di grazia = sei piena di ogni grazia
Il Signore è con te = Il mio Spirito è con te
tu sei benedetta tra le donne = tu sei benedetta tra tutte le altre parti dell'Anima
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.= e benedetto è il frutto del tuo Cuore: il mio Spirito pieno d'amore
Santa Maria, = tu sei intoccabile Anima Cosciente mia
madre di Dio,= è grazie a te che nasce il me la presenza divina
prega per noi peccatori= prega per tutte le volte che sbaglio trascinato da altre parti dell'anima
adesso e nell'ora della nostra morte.= mentre sono incarnato e quando mi staccherò da questo corpo.
Amen= Così sia

Simbolicamente Maria rappresenta la nostra anima cosciente ma forse 2000 anni fa si era incarnata in lei un'Entità celeste in grado di preparare la strada all'incarnazione di Cristo, l'inventrice stessa dell'Anima e prima cuostode della Terra? E'forse Lei l'Entità chiamata in passato Dea Madre e di lei portavano aspetti le dee antiche, partendo da Iside fino a Era e oltre.

«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Nel Magnificat l'identificazione tra Maria e l'Anima purificata è netto, Maria infatti è talmente "centrata", purificata, presente a se stessa che riceve direttamente dal suo Spirito la lode a Dio Padre e l'anticipazione di quello che avverrà. Tramite il suo primo Figlio. Attraverso l'Anima Cosciente di Maria si è dispiegato il disegno di salvezza divino: leggendo la seconda parte del Magnificat troviamo i fondamenti del cristianesimo: disprezzo verso i superbi, i ricchi e i potenti di questo mondo, valorizzazione degli umili e dei ricercatori dello Spirito (gli "umili"), ha portato a compimento superandolo il messaggio di giustizia affidato al popolo di Israele. Ecco i fondamenti della nuova religione basata sull'Amore, che non può albergare se non in cuori umili e pronti al servizio.

Maria fu essenziale nell'educazione del figlio, lei sacerdotessa lo istruisce e lo prepara, tanto che a 12 anni può discutere da pari con i Sacerdoti del Tempio. Eppure il giovane Gesù sente che è suo compito rinnovare profondamente l'ebraismo, per diffondere un messaggio valido per tutti gli esseri umani: Dio è nostro padre e ci chiama a sè continuamente. In noi riposa supita una natura spirituale che ci può portare a diventare a pieno titolo figli di Dio. Altro momento chiave che ci fa campire il ruolo di Maria è il suo invito a mettersi all'opera alle nozze di Cana. L'anima cosciente più perfetta del mondo spinge lo Spirito più puro a manifestarsi proprio durante una festa di matrimonio. Il matrimonio può anche essere interpretato come un matrimonio spirituale che può avvenire in ciascuno tra la nostra Anima purificata e il nostro Spirito. Lo Spirito conosce "le cose del padre", sa la direzione in cui andare ma il modo in cui manifesrtarsi e il tempo lo percepisce al meglio l'Anima cosciente. Dopo le nozze secondo l'apostolo Giovanni inizia la predicazione pubblica di Gesù in modo clamoroso: scaccia i mercanti dal Tempio! (Giovanni 2,1 sgg.)

Poi i riferimenti a Maria si diradano nei vangeli. Salvo trovarla in cerca di Gesù con i suoi fratelli! I fratelli di Gesù sono menzionati in alcuni brani del Nuovo Testamento e in alcuni scritti di autori cristiani successivi. Nel Vangelo secondo Marco (6,3) e in quello di Matteo (13,55) vengono menzionati quattro maschi, Giacomo (il maggiore, l'apostolo?), Giuseppe, Simone e Giuda e un imprecisato numero di sorelle (anonime): secondo Epifanio di Salamina le sorelle erano due, una chiamata Salomè e l'altra Anna oppure Maria.(5) Il riferimento ai fratelli di Gesù c'è anche negli Atti degli Apostoli (1,14)mentre si preparano alla Pentecoste "Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui". Perchè mai si è pensato a Gesù come a un figlio unico? Il matrimonio di Maria e Giuseppe è andato avanti e quell'entità meravigliosa incarnata in Maria ha dato seguito al suo potere generativo con altri figli e figlie, sicuramente affidando a ciascuno compiti e doni particolari.

Ritorna protagonista durante la Crocifissione e apprendiamo che lei e molte donne avevano seguito Gesù nella sua predicazione e si radunavano attorno a lui sofferente, al contrario degli apostoli, escluso Giovanni. Proprio a Giovanni Gesù affida Maria e viceversa (Giovanni capitolo 19): "25 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. 26 Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». 27 Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa." Maria diventa la madre degli uomoni nuovi che hanno accolto la religione dell'Amore, lei che ne fu la prima iniziatrice ne diventa custode e sarà lei ad accompagnare, riunire, sostenere gli Apostoli fino alla Pentecoste. Sotto la croce si trovano "tre Maria", e anche al sepolcro di recheranno tre donne dal nome Maria. Simbolicamente potrebbero rappresentare le tre parti dell'anima che, orfane dello "sposo" lo cercano in ogni modo.
Come abbiamo anticipato Maria è presente alla Pentecoste, insieme agli Apostoli, a molte donne e ai "fratelli di Gesù". Riceve anch'essa lo spirito santo e sembra così coronare la sua missione mentre gli Apostoli finalmente iniziano la loro. Non ci sono altri riferimenti alla Madre di Dio nei vangeli canonici e negli Atti degli Apostoli. Ma oggi ricorre il 15 agosto festa dell'Assunzione in Cielo di Maria per la Chiesa cattolica. Il primo scritto attendibile che narra dell’Assunzione di Maria Vergine in Cielo, come la tradizione fino ad allora aveva tramandato oralmente, reca la firma del Vescovo san Gregorio di Tours ( 538 ca.- 594), storico e agiografo gallo-romano: «Infine, quando la beata Vergine, avendo completato il corso della sua esistenza terrena, stava per essere chiamata da questo mondo, tutti gli apostoli, provenienti dalle loro differenti regioni, si riunirono nella sua casa. Quando sentirono che essa stava per lasciare il mondo, vegliarono insieme con lei. Ma ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, la consegnò all’arcangelo Michele e si allontanò. All’alba gli apostoli sollevarono il suo corpo su un giaciglio, lo deposero su un sepolcro e lo custodirono, in attesa della venuta del Signore. Ed ecco che per la seconda volta il Signore si presentò a loro, ordinò che il sacro corpo fosse preso e portato in Paradiso».(4)
L'assunzione in Cielo completa il disegno della salvezza: ad innalzarsi per primo è lo Spirito (Gesù Cristo) nel suo corpo di Resurrezione, segue poi l'Anima completamente purificata e arricchita dal devoto servizio alla missione dello Spirito. In molte opere medievali troviamo la rappresentazione di Maria incoronata: Regina del Cielo è un suo attributo tra i cattolici. La coppia Gesù Cristo + Maria viene rappresentanta come una coppia regale. Le due grandi entità spirituali che si sono incarnate ritornano a splendere di una luce più viva e chiamano a sè tutti i fratelli e sorelle presenti sulla Terra. E' molto bello meditare sul profondo significato di molti attributi di Maria delle litanie lauretante che ci fanno capire passo passo la sua natura divina che ha riassunto in sè i tratti di dee precedenti.

«Sancta Maria, ℟, ora pro nobis.
Sancta Dei Genitrix, ℟ ora pro nobis.
Sancta Virgo virginum, ℟ ora pro nobis.
Mater Christi, ℟ ora pro nobis.
Mater Ecclesiae, ℟ ora pro nobis
Mater misericordiae, ℟ ora pro nobis
Mater divinae gratiae, ℟ ora pro nobis.
Mater spei, ℟ ora pro nobis.
Mater purissima, ℟ ora pro nobis
Mater castissima, ℟ ora pro nobis.
Mater inviolata, ℟ ora pro nobis.
Mater intemerata, ℟ ora pro nobis.
Mater amabilis, ℟ ora pro nobis
Mater admirabilis, ℟ ora pro nobis.
Mater boni consilii, ℟ ora pro nobis.
Mater Creatoris, ℟ ora pro nobis.
Mater Salvatoris, ℟ ora pro nobis.
Virgo prudentissima, ℟ ora pro nobis.
Virgo veneranda, ℟ ora pro nobis.
Virgo praedicanda, ℟ ora pro nobis.
Virgo potens, ℟ ora pro nobis.
Virgo clemens, ℟ ora pro nobis.
Virgo fidelis, ℟ ora pro nobis.
Speculum iustitiae, ℟ ora pro nobis
Sedes sapientiae, ℟ ora pro nobis.
Causa nostrae laetitiae, ℟ ora pro nobis.
Vas spirituale, ℟ ora pro nobis.
Vas honorabile, ℟ ora pro nobis.
Vas insigne devotionis, ℟ ora pro nobis.
Rosa mystica, ℟ ora pro nobis.
Turris Davidica, ℟ ora pro nobis.
Turris eburnea, ℟ ora pro nobis.
Domus aurea, ℟ ora pro nobis.
Foederis arca, ℟ ora pro nobis.
Ianua coeli, ℟ ora pro nobis.
Stella matutina, ℟ ora pro nobis.
Salus infirmorum, ℟ ora pro nobis.
Refugium peccatorum, ℟ ora pro nobis.
Solacium migrantium, ℟ ora pro nobis.
Consolatrix afflictorum, ℟ ora pro nobis.
Auxilium Christianorum, ℟ ora pro nobis.
Regina Angelorum, ℟ ora pro nobis.
Regina Patriarcharum, ℟ ora pro nobis.
Regina Prophetarum, ℟ ora pro nobis.
Regina Apostolorum, ℟ ora pro nobis.
Regina Martyrum, ℟ ora pro nobis.
Regina Confessorum, ℟ ora pro nobis.
Regina Virginum, ℟ ora pro nobis.
Regina Sanctorum omnium, ℟ ora pro nobis.
Regina sine labe originali concepta, ℟ ora pro nobis.
Regina in caelum assumpta, ℟ ora pro nobis.
Regina sacratissimi Rosarii, ℟ ora pro nobis.
Regina familiae, ℟ ora pro nobis.
Regina pacis, ℟ ora pro nobis.»

(1) https://www.vaticannews.va/it/santo-del-giorno/07/26/santi-gioacchino-e-anna--genitori-della-beata-vergine-maria.html
(2) vangelo di Luca, 1,26 sgg
(3) Fausto Carotenuto, La preghiera, Ed. Il Ternario, http://www.coscienzeinrete.net
(4) https://www.famigliacristiana.it/articolo/festa-dell-assunta-ecco-le-cose-da-sapere.aspx
(5) https://it.wikipedia.org/wiki/Fratelli_di_Ges%C3%B9
(6) https://it.wikipedia.org/wiki/Litanie_lauretane

giovedì 15 luglio 2021

Globalizzazione o GLEbalizzazione? Recensione del saggio di Diego Fusaro

Con il crollo dell'URSS e l'iconico abbattimento del muro di Berlino siamo entrati in una nuova epoca che spesso viene ambiguamente chiamata della "globalizzazione". Si tratta in realtà di una nuova fase della storia umana in cui un'unica potenza ha conquistato l'egemonia globale e ha deciso di proiettare i suoi modelli economici, culturali, politici in tutto il mondo. Quindi sarebbe più corretto parlare di un'epoca della globalizzazione americana, nel cui sistema predominano le grandi corporation: le multinazionali che fanno affari in tutto il mondo cercando il luogo migliore dove speculare, spostare la produzione, aggirare le norme anti-inquinamento e el tutele dei lavoratori. Come sappiamo oggi 2.153 super ricchi possiedono quanto altri 4,6 miliardi di persone. Mentre il 50% più povero ha meno dell’1% (leggi articolo)

Il filosofo Diego Fusaro nel suo "Glebalizzazione: la lotta di classe al tempo del populismo" arriva a proprorre la categoria di "globalitarismo" sottolineando gli aspetti violenti ed egemonici di questa politica tutta incentrata nel magnificare il modello a stelle e strisce proiettandosi con "guerre umanitarie" nel paesi ancora sovrani e erodendo i diritti e le posizioni economiche degli abitanti dell'Occidente, portando alla smobilitazione dello stato sociale e di diritto, in Europa in primis. In questo passaggio forse è bene ricordare i fatti di Genova nel 2001.

Il movimento critico verso la globalizzazione dei più forti venne infiltrato da provocatori e frange estremiste finì per essere massacrato, arrestato, pestato e torturato (fatti della caserma Bolzaneto, per un sunto essenziale si legga: https://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_del_G8_di_Genova). Venne dato chiaramente il segnale che l'opposizione democratica e pacifica effettiva e capace di un pensare alternativo non era più tollerata. Che fine hanno fatto i fantasmagorici "black bloc"? Una volta serviti al bisogno di screditare il Social Forum e innescare le violenze sono spariti silenziosamente.

Nella lucida ricostruzione di Fusaro, dichiaratamente ispirata ad un rinnovato marxismo, alla globalizzazione americana dei mercati con la costituzione di una classe dominante cosmopolita e ricchissima, corrisponde una GLEBALIZZAZIONE dei lavoratori, siano essi operai, impiegati, artigiani. Lo strapotere di questa nuova elite mira a rendere possibile la diffusione delle loro imprese speculative in tutto il mondo, erodendo progressivamente diritti e posizione economica dei ceti dominati. Indipendentamente dalla loro origine sociale chi non partecipa all'elite globalista viene compresso in un "non classe" precarizzata e supina ai diktat dei dominatori. Il predominio è innanzitutto un predominio culturale, per cui media, intellettuali, politici si professano tutti a favore del mercato globalizzato e delle sue spietate ma inevitabili regole. Il fatto stesso di accettare la globalizzazione come inevitabile rappresenta il nostro dogma di fede, dove invece l'unica possibilità di lottare per avere più equità economica e ridistribuzione della ricchezza è individuata da Fusaro nell'ambito prettamente nazionale.

In questa ottica fa un'analisi del populismo come un tentativo di difendere i veri interessi popolari contro le elite ormai cosmopolite e intente solo ai loro affari. Un movimento politico che abbia l'ardire di mettere in discussione l'egemonia del pensiero americano deve riconquistare una visione nazionale e lottare per ridare potere al proprio popolo, mettendo anche in discussione i manatra dell'europeismo che in questa visione non è altro che un processo di distruzione degli stati nazionali europei a favore dell'egemonia degli USA e dei suoi alleati. Riprendere il dibattito politico anche sui punti che i passati governi hanno tutti sostenuto, riprendersi la sovranità politica, economica (la nostra moneta), culturale e militare. Da Fusaro, uno dei fondatori di Ancora Italia, viene la proposta per un nazionalismo democratico e socialista, che mira a ridare dignità alla gente, diritti e reddito.

La lettura non è delle più facili, sia per il lingaggio ricercato e spesso creativo, sia per le citazioni dotte con oltre 50 pagine di note a seguire. Di certo un libro valido per interrogarsi sulle categorie interpretative della storiografia e della politca dominante, utile per aprire uno spazio di critica e un tentativo di costruire un efficace modello interpretativo e predittivo del reale.

#diegofusaro #globalizzazione #glebalizzazione #populismo #corporation #multinazionali #globalitarismo #america #USA

mercoledì 14 luglio 2021

La ricerca dell'anima di Antonio Ligabue, artista italiano

Ho potuto godere la mostra di Antonio LIgabue a Ferrara lo scorso fine settimana (terminerà domenica prossima per spostarsi in un'altra città italiana). Condivido le riflessioni che mi ha suggerito, ringraziando per il bell'allestimento, la vasta scelta, la frecura e la possibilità di fotografare la mostra, questo è un modo concreto per divulgare la cultura.
Forse intuisce qualcosa di fondamentale Anatole Jarowkky, critico d'arte francese, parlando delle capacità intuitive di comunicazione col mondo di Antonio Ligabue. Una sensibilità pagata cara, con un'infanzia segnata dall'affido ad una famiglia svizzera, il rachitismo, la morte della madre e dei fratelli, la rabbia verso il padre ritenuto responsabile e poi, appena ne ebbe l'età, quel vagabondare senza sentirsi mai a casa. Per non parlare dei ricoveri in ospedale psichiatrico, ben tre. Momenti di serenità e ispirazione lo raggiungono quando si immerge nella natura, nel lavori dei campi e nell'accudimento degli animali. Il rapporto col mondo animale era concreto e basato sulla sua esperienza come pastore, garzone, bracciante.
Nelle sue opere giovanili le campagne e monti svizzeri sono ricordati con dovizia di particolari. Cresciuto da una famiglia di lingua tedesca patirà poi un secondo spaesamento quando sarà costretto a tornare in Italia, di cui non coscoe la lingua e le abitudini. Ma la campagna e gli animali selvatici restano il suo interesse principale. Il disegno e poi la pittura e la scultura in bronzo diventano per lui un linguaggio esistenziale, indispensabile, attraverso cui manifestare il proprio mondo interiore e cercare una qualche conciliazione con la durezza della sua vita.
Osservate questo scontro tra cervi maschi: una muta di cani li circonda e li assalta mentre loro sono intenti nel loro duello e sembrano ignorare la minaccia. Imponente si staglia la carrozza postale trainata da poderosi cavalli. Mancano i cacciatori che spieghino la presenza dei cani. Sembrano quasi tre elementi, quattro se includiamo i poderosi alberi al centro, simbolici, non legati ad una narrazione ma ad un linguaggio onirico. Possiamo farci suggestionare da tale composizione e iniziare a percepire gli animali, ovvero i "portatori di anima" come i rappresentanti delle passioni che attraversano il pittore.
Ligabue rappresenta spesso scene di lotta tra animali o anche animali che aggrediscono uomini o persino, come la famosa tigre più volte dipinta, l'osservatore, quasi scuoterlo dalla sua situazione di comfort. Ligabue sente una grande rabbia nel fondo dell'anima e questa rabbia si fa a volte aggressitvità: come quando durante l'occupazione del 1943 aggredirà con una bottiglia spezzata un soldato tedesco, di cui era stato l'interprete.
Nel difficile confronto tra il mondo degli animali, maestri delle emozioni, e il mondo degli uomini, maestri del pensiero e dell'astuzia spesso Ligabue sogna la rivincita degli animali: più volte ritrae l'animale vincere sull'umano, il cinghiale sul cacciatore, la tigre sull'uomo. In queste opere leggo la difficoltà a gestire forti emozioni, ad accoglierle ed elaborarle dal piano istintivo a quello relazionale e comunicativo. Introverso e poco propenso alle parole è qui nelle sue tele e nelle sue sculture che cerca una sintesi ed una progressiva elaborazione.
Gli animali sono anche maestri di tenerezza e di amore filiale: i forti cavalli da tiro, le vacche coi loro vitelli, le capre diventano soggetti di realistiche rappresentazioni, sia nei dipinti che nelle sculture. Ligabue tra dalla sua esperienza la conoscenza dei gesti, delle forme e la loro naturale traduzione nei sentimenti corrispondenti.
Antonio non disdegna le figure umane, tracciate con forti contorni neri e campiture di colore pieno che hanno un che di teatrale, di esagerato. Sono però sempre presenti elementi naturali: paesaggi, piante, fiori e insetti. Elementi che nella sua visione sono inscindibili: gli umani sono veramente tali solo nel contatto col mondo naturale

sabato 10 luglio 2021

Commento alla mostra di Andy Wharol al museo civico di Chioggia: fu vera arte? Da Italiano ne dubito fortemente

La Marylin a colori invertiti di Andy Warhol è l'icona della Pop Art e sono stato lieto di poter vedere dal vivo le opere del creativo statunitense nella cornice calda e vissuta del Museo della Laguna Sud a Chioggia. La mostra andrà avanti per tutta l'estate e il costo del biglietto è risibile, quindi si può visitare anche più volte godendosi il percorso attraverso il museo. Questo confronto a tu per tu con Warhol mi ha convinto di alcune cose molto importanti: che per un Italiano è difficile definire arte la sua e che il suo successo fu costruito a tavolino da editori e galleristi di Oltreoceano probabilmente per togliere il monopolio ai galleristi europei fino ad allora indiscusso.
Andy Warhol non fu un vero artista secodo me, perchè arrivo ad un'affermazione così categorica? Un artista secondo me è colui che padroneggia un'arte, che sia pittura, scultura, fotografia o qualsiasi altra. La padroneggia e questo fa di lui un bravo esecutore, per essere un artista deve sviluppare una sua visione capace di declinare nelle sue opere dei concetti universali, gli archetipi: i nuclei fondanti dell'essere umano. Un artista non si limita a lodare e manifestare se stesso ma mette tutto se stesso a servizio di una visione per molti versi superiore a lui, così facendo crea il nuovo. E' un miracolo, una manifestazione della capacità creativa originale che riposa in ciascun essere umano.
Warhol ha attraversato varie tecniche artistiche, ma in nessuna delle opere esposte, specialmente nel confronto diretto col nostro Rinascimento, posso dire che di aver percepito la sua grande preparazione. Non gli interessava, nella società dei consumi americani e del boom del dopoguerra il giovane Andy capisce in fretta che ci vuole ben altro per emergere. Bisogna trovare soggetti e linguaggi che la gente capisca, dargli ciò che desidera ma rendere irrinunciabilmente legato alla propria persona per poter monetizzare questa produzione autoreferenziale. Gli oggetti di consumo, le stesse marche americane famose vengono ritratte in un tripudio del consumismo e della mercificazione. Warhol coglie lucidamente che per l'americano medio questo può essere considerato come prodotto artistico con un mercato ricco e poco esigente. MA io sono italiano, educato alla bellezza e alla trascendenza da secoli se non millenni di civiltà.
Fu così che diede vita alla sua "factory", cioè "industria" dove le opere nascono in serie, magari limitata ma in tutte giganteggia la sua firma. Ho visto alcuni ritratti di Mike Jagger: da un negativo le litografie in cui i tratti del viso vengono parzialmente coperti, ogni copia è mutilata in modo diverso e trionfa gigantesca la firma di Warhol, come se valesse più la firma che l'opera! Ed in effetti fu così, i galleristi americani, appoggiati alle riviste di moda con cui collaborava e alla sua propria rivista Interview creavano la convizione di massa che quella fosse grande arte, che fosse il modo di parlare al popolo americano usando cose a lui note. E noi figli del Rinascimento a cui Raffaello e Michelangelo hanno parlato di emozioni, celesti ispirazioni, proprozioni armoniose, colori perfettamente accostati dovremmo accettare questo raccapricciante scempio ad opera d'arte? Deturpare il ritratto di qualcuno è un modo semplice per rompere le regole non scritte, per rovesciare gli archetipi di come un ritratto dovrebbe essere fatto.
Quando arriva ad usare i filmati Warhol arriva al parossismo: filmarsi mentre mangia un hot dog dovrebbe essere qualcosa di nobile e utile all'evoluzione dello spettatore? Io lo trovo volgare oltre ogni limite, autocelebrativo al pari delle sue scatole di zuppa con etichetta personalizzata. Merce, consumo, mercato di massa, edonismo, egocentrismo di questo parla tutta la sua opera e vederla esposta qui in questo bel museo della vita materiale dei nostri antenati mi dà un certo fremito. Se guardo con quanta cura un singolo attrezzo per costruire barche è stato forgiato e modellato si apre un abisso con questo superficiale e opportunista mdo di rubare l'immagine di altri, vedi Marylin, e farne quel che vuole. Noi Italiani ci meritiamo di meglio, non lasciamoci infinocchiare dall'american way of life ma torniamo a volare alto, con le aquile che hanno fecondato la nostra cultura e insegnato l'arte, quella vera, al mondo per secoli.