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sabato 10 luglio 2021

Commento alla mostra di Andy Wharol al museo civico di Chioggia: fu vera arte? Da Italiano ne dubito fortemente

La Marylin a colori invertiti di Andy Warhol è l'icona della Pop Art e sono stato lieto di poter vedere dal vivo le opere del creativo statunitense nella cornice calda e vissuta del Museo della Laguna Sud a Chioggia. La mostra andrà avanti per tutta l'estate e il costo del biglietto è risibile, quindi si può visitare anche più volte godendosi il percorso attraverso il museo. Questo confronto a tu per tu con Warhol mi ha convinto di alcune cose molto importanti: che per un Italiano è difficile definire arte la sua e che il suo successo fu costruito a tavolino da editori e galleristi di Oltreoceano probabilmente per togliere il monopolio ai galleristi europei fino ad allora indiscusso.
Andy Warhol non fu un vero artista secodo me, perchè arrivo ad un'affermazione così categorica? Un artista secondo me è colui che padroneggia un'arte, che sia pittura, scultura, fotografia o qualsiasi altra. La padroneggia e questo fa di lui un bravo esecutore, per essere un artista deve sviluppare una sua visione capace di declinare nelle sue opere dei concetti universali, gli archetipi: i nuclei fondanti dell'essere umano. Un artista non si limita a lodare e manifestare se stesso ma mette tutto se stesso a servizio di una visione per molti versi superiore a lui, così facendo crea il nuovo. E' un miracolo, una manifestazione della capacità creativa originale che riposa in ciascun essere umano.
Warhol ha attraversato varie tecniche artistiche, ma in nessuna delle opere esposte, specialmente nel confronto diretto col nostro Rinascimento, posso dire che di aver percepito la sua grande preparazione. Non gli interessava, nella società dei consumi americani e del boom del dopoguerra il giovane Andy capisce in fretta che ci vuole ben altro per emergere. Bisogna trovare soggetti e linguaggi che la gente capisca, dargli ciò che desidera ma rendere irrinunciabilmente legato alla propria persona per poter monetizzare questa produzione autoreferenziale. Gli oggetti di consumo, le stesse marche americane famose vengono ritratte in un tripudio del consumismo e della mercificazione. Warhol coglie lucidamente che per l'americano medio questo può essere considerato come prodotto artistico con un mercato ricco e poco esigente. MA io sono italiano, educato alla bellezza e alla trascendenza da secoli se non millenni di civiltà.
Fu così che diede vita alla sua "factory", cioè "industria" dove le opere nascono in serie, magari limitata ma in tutte giganteggia la sua firma. Ho visto alcuni ritratti di Mike Jagger: da un negativo le litografie in cui i tratti del viso vengono parzialmente coperti, ogni copia è mutilata in modo diverso e trionfa gigantesca la firma di Warhol, come se valesse più la firma che l'opera! Ed in effetti fu così, i galleristi americani, appoggiati alle riviste di moda con cui collaborava e alla sua propria rivista Interview creavano la convizione di massa che quella fosse grande arte, che fosse il modo di parlare al popolo americano usando cose a lui note. E noi figli del Rinascimento a cui Raffaello e Michelangelo hanno parlato di emozioni, celesti ispirazioni, proprozioni armoniose, colori perfettamente accostati dovremmo accettare questo raccapricciante scempio ad opera d'arte? Deturpare il ritratto di qualcuno è un modo semplice per rompere le regole non scritte, per rovesciare gli archetipi di come un ritratto dovrebbe essere fatto.
Quando arriva ad usare i filmati Warhol arriva al parossismo: filmarsi mentre mangia un hot dog dovrebbe essere qualcosa di nobile e utile all'evoluzione dello spettatore? Io lo trovo volgare oltre ogni limite, autocelebrativo al pari delle sue scatole di zuppa con etichetta personalizzata. Merce, consumo, mercato di massa, edonismo, egocentrismo di questo parla tutta la sua opera e vederla esposta qui in questo bel museo della vita materiale dei nostri antenati mi dà un certo fremito. Se guardo con quanta cura un singolo attrezzo per costruire barche è stato forgiato e modellato si apre un abisso con questo superficiale e opportunista mdo di rubare l'immagine di altri, vedi Marylin, e farne quel che vuole. Noi Italiani ci meritiamo di meglio, non lasciamoci infinocchiare dall'american way of life ma torniamo a volare alto, con le aquile che hanno fecondato la nostra cultura e insegnato l'arte, quella vera, al mondo per secoli.

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