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giovedì 16 marzo 2023

Qualche umile osservazione sul verde pubblico di Chioggia Marina cap.1: la mia formazione e il mio punto di vista sulla Natura

Qualche umile osservazione sul verde pubblico di Chioggia Marina nel 2022-23

CAPITOLO 1: la mia formazione e il mio punto di vista sulla Natura

Francisco Panteghini titolare della ditta Amico Giardiniere al lavoro a Treviso tanti anni fa

Dopo un lungo silenzio sulla gestione del verde pubblico cittadino qui a Chioggia Marina ho deciso di iniziare a pubblicare alcuni contributi sulle questioni emerse di recente. Lo farò come privato cittadino della Repubblica Italiana, a mio solo nome e senza tessere di partito in tasca. Dato che mio padre mi ha trasmesso forte il senso del dovere vado a votare, anche quando non trovo candidati ideali, perchè prima che un diritto la democrazia è un dovere e non voglio che altri decidano per me. Come cittadino però rivendico il diritto di esprimere liberamente il mio rispettoso pensiero e di chiedere ai politici ragione di questo o quel provvedimento. Molte persone mi identificano con l'associazione Amico Giardiniere, che quest'anno compie quest'anno 10 anni e li dedica alla conoscenza e tutela delle barene. Questa associazione è nata da un gruppo di amici appassionati di Natura a Mestre e poi a Chioggia. Qui si è radicata nel tessuto sociale cittadino adattandosi alle esigenze locali. Ho avuto l'onore di essere tra i sei soci fondatori e di redigere lo Statuto dell'associazione di promozione sociale Amico Giardiniere. L'ho presieduta per 2 mandati (nel 2013-2016 e nel 2018-2021) in cui abbiamo iniziato il lavoro, che continua tuttora, di pulizia di zone degradate o difficilmente raggiungibili dove solo le mani amorevoli dei volontari possono arrivare, dal 2016 la festa dell'albero, la collaborazione con alcune scuole e più di recente l'apertura al pubblico e la dedicazione del Giardino San Michele (600 mq di verde nel centro storico di Chioggia) e tanto altro. Ci siamo anche molto occupati dello stato, precario, in cui versava il verde pubblico cittadino contribuendo, a volte forse in maniera troppo irruente per la passione che ha contraddistinto la mia giovinezza, al dibattito sulla necessità, per la comunità di Chioggia, di gestire direttamente il suo patrimonio verde e di dotarsi almeno di un Regolamento comunale apposito e di un censimento delle aree verdi pubbliche e di tutti gli alberi, come poi è stato.

LEGGI IL REGOLAMENTO DEL VERDE PUBBLICO DEL COMUNE DI CHIOGGIA CLICCANDO QUI

Spesso in passato se criticavo questo o quell'intervento di aziende private o pubbliche sono stato attaccato adducendo che non avessi le competenze tecniche che millantavo. Quindi, prima di iniziare la pubblicazione, che speravo breve ma che si articolerà in capitoli densi, dei capitoli riguardanti il verde cittadino e periferico di CHioggia Sottomarina ritengo opportuno pubblicare il mio curriculum così ognuno potrà farsi un'idea di chi sono, cosa conosco e di cosa non conosco. Riassumo alcuni passaggi della mia formazione, quando ho interrotto per 10 anni l'insegnamento di Letteratura e Storia: ho consegutio la qualifica regionale di Operatore del Verde nel 2007 (180 ore teoriche e pratiche di botanica,progettazione, potatura, abbattimenti controllati, diritto ecc.). Ho conseguito il brevetto per le potature in arrampicata su alberature presso la Scuola Agraria del Parco di Monza nel 2009.Ho lavorato come operaio stagionale presso una cooperativa sociale trevigiana specializzata nella cura del verde e in altre 2 gitte giardinieristiche minori. Sono stato giardiniere responsabile del progetto di recupero del parco storico di Villa Rechsteiner a Oderzo fino al 2009. Sono stato imprenditore artigiano nel settore Cura e manutenzione del paesaggio per 5 anni. Ho seguito il corso di tutela degli alberi monumentali con dott.Daniele Zanzi a Varese (30 ore), uno pionieri della moderna arboricoltura che si è formato con il famosissimo forestale americano Alex Shigo. Sono stato socio fondatore dell'Associazione nazionale dei Giardinieri BioEtici insieme a Simone Fenio, Andrea Iperico, Daniele Marinotto e altri giardinieri di orientamento biologico. Ho seguito lezioni sulle palme con Maurizio Cipriani a Roma, sui pini con il dott.Giovanni Morelli a Jesolo. Non sono mai diventato bravo come loro, anche perchè partivo da una formazione umanistica e la mia indole è sempre stata più quella dell'insegnante che del ricercatore. Infatti, se riesco a capire qualcosa, sono in grado di trasferirla in tanti modi ed ho fatto il formatore per i neoiscritti ai Giardinieri BioEtici e il coordinatore delle giornate formative nazionali fino al 2018. Io NON SONO un dottore forestale, IO NON HO STUDIATO BOTANICA ALL'UNIVERSITA' però devo dichiarare ad onor del vero che ho incontrato spesso nella mia vita professionale dei dottori agronomi che di alberi sapevano molto meno di me, pur avendo per legge il diritto di firmare perizie e ordinare interventi.

Francisco Panteghini durante l' abbattimento di un pioppo nero con tecnica in arrampicata, senza piattaforma aerea a Treviso, 20 kg or sono...

Come si può evincere da questo curriculum, io non sono un ambientalista da salotto. Io ho personalmente potato e anche abbattuto decine di alberi. Ma è vero che gli alberi mi hanno sempre più affascinato e l'approfondimento dei miei studi a riguardo è stato poco comune, per un giardiniere di provincia. Nel 2012 chiusi l'attività per alcuni anni e passai il nome, il sito web ecc. alla neonata associazione Amico Giardiniere, tramite la quale io volevo condividere quanto appreso con la mente e capito col cuore: che tra gli uomini e gli alberi esiste un'antica alleanza che noi umani dobbiamo tornare a onorare. Ancora oggi, che ho ricominciato a insegnare nella scuola pubblica con molta soddisfazione, faccio fatica a definirmi un ambientalista. Infatti io ho trovato nella Natura (tra boschi, lungo fiumi, nella laguna ecc.) una grande pace, armonia e saggezza sovrumana. Io mi sono quindi convinto, come molti mistici e sapienti che mi hanno preceduto, che la Natura è stata creata ed è animata da intelligenze divine che dal piano spirituale mandano impulsi perchè la vita possa diffondersi ed evolvere sempre più bella e creativa. Anche attraverso questo percorso mi sono riappropriato della corrente mistica francescana, che scorre da generazioni potente nella mia famiglia, ma che solo da pochi anni mi ha completamente conquistato. Io sono certo che sull'Umanità e nella Natura c'è un progetto divino e non credo assolutamente che noi umani siamo dei virus letali per il pianeta. Noi, se siamo amorevoli, siamo la soluzione e la guida di una ulteriore evoluzione perchè nella Natura c'è una grande saggezza ma manca l'amore, il quinto elemento, il frutto maturo della libertà umana. Questa visione implica tanti corollari che non abbiamo qui il tempo di sviluppare, ma è bene che il mio lettore sappia come la penso. Cercherò comunque di esprimere in modo equanime conoscenze verificabili e condivisibili da tutte le persone di buona volontà.

Francisco Panteghini indaga un tiglio cavo ma peraltro sanissimo

Tutto ciò premesso restate in attesa del CAPITOLO 2

venerdì 3 marzo 2023

I valori del servizio pubblico della Repubblica Italiana

Nel settembre 2022 sono passato ad insegnare italiano, storia ed educazione civica dalle scuole medie alle superiori. Con questa nuova fascia d'età la qualità del confronto con gli studenti si approfondisce e permette di sviluppare riflessioni più complesse, specialmente se si guarda ai nostri giovani come a cittadini della Repubblica Italiana in formazione. Nella scuola statale, dove mi onoro di lavorare, specialmente grazie alle ore di Educazione Civica, si possono affrontare temi cruciali per il nostro Paese e quindi anche per le loro giovani vite. Quest'anno ho dedicato alcune ore ad un tema fondamentale: comprendere che la scuola statale italiana è un servizio pubblico della Repubblica Italiana.

Questa prospettiva coinvolge ogni aspetto: finalità, obiettivi, rapporti tra le persone, rapporto con la comunità locale e nazionale, punti di riferimento storici, valori, taglio con cui affrontare i programmi. Avendo lavorato per molti anni nel settore privato, anche come formatore e come docente in scuole private, enti di formazione accreditata e associazioni professionali, ho potuto conoscere bene le differenze. E, dopo aver soppesato pro e contro, ho scelto di ritornare nel servizio pubblico perché io oggi valuto che sia il posto migliore dove mettere a disposizione le mie competenze e maturare, insieme ai miei giovani concittadini, azioni educative capaci di incidere nel tessuto sociale e spirituale della comunità dove ho scelto di inserirmi, Chioggia Marina.

Il servizio pubblico italiano deriva direttamente dai principi e dall'etica contenuti nella nostra saggia Costituzione. Quindi è innanzitutto basata sul lavoro: il lavoro degli insegnanti, dei dirigenti, delle segreterie, dei collaboratori scolastici e degli studenti. Corollari, che dovrebbero essere ovvi, a questo primo punto irrinunciabile sono ad esempio che chi non lavora diligentemente non dovrebbe restare nel servizio pubblico. Chi non accetta, rispetta e divulga i principi della nostra Costituzione non deve lavorare nel servizio pubblico. Chi ha una visione aziendalista ed efficentista non può lavorare nel servizio pubblico, in particolare nella scuola, nella sanità e nella pubblica amministrazione: perchè è, ovvio per me, che non puoi darti come obiettivo il portafogli tuo o di qualcun altro, se fai parte di agenzie statali che sono al servizio dei cittadini, non di aziende che vendono servizi agli utenti e puntano solo ad aumentare il fatturato.

La storia del servizio pubblico in Italia ha preso le sue mosse dall'antifascismo che ha rivoluzionato il rapporto tra stato italiano e cittadini, sia abolendo la monarchia (benedetto quel giorno) sia ripensando capillarmene ogni aspetto del rapporto tra uno stato sempre più democratico e una cittadinanza sempre più attiva. Il processo si è articolato e migliorato, con duri scontri e successive riforme, almeno fino agli anni Settanta, in particolare con la riforma democratica di scuole e università, con le leggi che hanno dato sostanza alla parità legale tra uomini e donne, con lo sviluppo di settori pubblici produttivi ed assistenziali che hanno costituito la garanzia fondamentale della prosperità nella nostra nazione. La Repubblica Italiana aveva aziende di stato che gestivano energia, telecomunicazioni, trasporti su gomma e rotaia, chimica, acciaio ecc. che sono state determinanti per la ricostruzione e poi per l'espansione della nostra economia e lo sviluppo scientifico e tecnologico che ci ha portato nei primi posti al mondo.

Ponte Morandi e foto delle vittime, fonte Primocanale.it

Negli anni Novanta, in particolare col giovane e rampante ministro Draghi, gran parte di questo patrimonio del popolo italiano venne spazzato via con privatizzazioni che, a distanza di vent'anni, si sono dimostrate un pessimo affare economico e un'insanabile piaga. Pensiamo ad esempio al crollo del ponte Morandi a Genova il 14 agosto 2018: costruito coi nostri soldi dall'azienda pubblica Anas,dato in concessione alla privata "Autostrade per l'Italia" controllata dalla famiglia Benetton, crolla rovinosamente causando 43 morti e interropendo per 2 anni la viabilità veloce dell'area nevralgica del porto di Genova con danni economici incalcolabili e cosa fa il governo italiano? Lo prende in gestione per 2 anni, lo ricostruisce con fondi pubblici e ... lo restitutisce allo stesso privato che non lo aveva monitorato e ristrutturato (perchè costava ovviamente)!

Nessun processo per strage, nessuna revoca delle concessioni, nessuna multa miliardaria, nessun contributo del privato alla ricostruzione. Ma oltre al danno ci fu anche la beffa amara e costosa della ricostruzione e del riaffidamento. Dunque ha ragione chi afferma che gli utili miliardari sono sempre privati, invece le perdite miliardarie sono sempre a carico della collettività. Questo è il contrario dello Spirito di Verità e Servizio che servo nella vita da cristiano e nella scuola da insegnante. Ed io queste cose ai giovani italiani delle mie classi quinte le spiego, se ne discute insieme, giustamente: perchè siamo tutti cittadini nel pieno godimento dei propri diritti, come anche il sig. Benetton di turno e non trovo giusto che ci debbando essere cittadini più uguali di altri. Chi sbaglia deve pagare: è il fondamento irrinunciabile ad ogni sistema legale, pena l'inapplicabilità e la violazione delle leggi, come sappiamo bene in Italia.

La democrazia nel servizio pubblico è ovviamente irrinunciabile, ma ha richiesto lotte durissime per essere conquistata e richiede un grande investimento di tempo e formazione delle parti per essere esercitata in modo costruttivo. Nella scuola privata non c'è questa attenzione ovviamente, perchè a contare sono i clienti, ovvero le famiglie che pagano le rette, e la loro soddisfazione per il "prodotto". Lo smantellamento della via italiana al capitalismo negli anni Novanta , che iconicamente può essere rappresentata dalla figura e dalle imprese di Enrico Mattei, col trionfo del turbocapitalismo di stampo anglosassone ha messo tutte le agenzie nazionali della Repubblica Italiana sotto la minaccia della privatizzazione: esternalizzazione di servizi nell'amministrazione pubblica, tagli alla sanità e accettazione della doppia carriera dei medici tra privato e pubblico, tagli alla scuola e imposizione di standard esterni di efficienza basata su modelli aziendali tutt'altro che neutri.

Enrico Mattei scende dal jet privato dell'ENI, fonte Startmag

Nel mio settore, ovvero la scuola pubblica e democratica, si parla molto di formazione e sempre meno di educazione. Per i profani chioso: formare significa dare una forma desiderata a qualcosa, con le persone significa che fai acquisire certe conoscenze e abilità per svolgere poi una certa mansione. Educare invece significa "condurre fuori" la vera personalità e potenzialità della persona che educhi. E' evidente che non possono essere usati come sinonimi e che preferire l'uno o l'altro aspetto, che possono anche convivere si badi bene in una certa misura, implica tutta una visione complessiva sulla realtà, delle finalità e degli obiettivi che ci si pone. Chioso anche qui: "finalità" sono le direzioni a cui vorresti avviare la persona educata, la condivisione di valori eterni come la Verità, la Giustizia ecc. o, quando non dichiarata, implica l'adesione alla visione del mondo che è implicita in ogni comunicazione, anche la più apparentemente neutrale. Gli "obiettivi", invece, sono quegli elementi che possono essere raggiunti in toto o in un certo grado e che ti permettono di valutare se la tua azione ha avuto successo e in che misura.

La scuola e, forse meno l'università, statale italiana ovviamente ha come finalità quello di educare innanzitutto! E chi dobbiamo educare se non i nostri giovani concittadini? E cosa gli proporremo? I valori nati dall'accordo laborioso, ma proprio per questo ancora più meritevole, della nostra bella Repubblica Italiana che ci siamo conquistati e che non sono i valori di tutto il mondo. Mi spiace per i sudditi delle monarchie assolute della penisola araba, mi spiace per i cittadini delle dittatura comunista cinese e coreana, mi spiace per quei cittadini emarginati i cui stati sono dominati da visioni meno libere, meno lungimiranti e socialmente meno eque della nostra. Mi spiace che non abbiano ancora intrapreso una lotta di liberazione e consapevolezza che li porti ad un modello tanto evoluto e positivo come il nostro. Quindi auguro lunga vita al servizio pubblico italiano e un grazie di cuore a tutti gli uomini e le donne che ci rendono giustamente orgogliosi dando il meglio di sè in questi delicati ambiti.

Alla riflessione sui rischi del servizio pubblico dedicherò il prossimo articolo. Sarei lieto dei vostri commenti o lettere con la vostra personale riflessione scrivendomi a mediatorelementare@gmail.com