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giovedì 7 aprile 2011

On the walls – sulle mura

Un mese fa sono stato a Cittadella. Costruita alla fine dal Duecento dai padovani per contrapporsi alla piazzaforte trevigiana di Castelfranco e alla signoria degli Ezzelini. Sono entrato dalla porta Nord e sono salito sulle mura a passeggiare sugli spalti. E' stato come fare un viaggio nel passato, mi sono sentito come un vecchio guerriero che ha passato esistenze intere a combattere battaglie e assediare città. Ho sentito il fiero orgoglio di tanti lotte, poi l'amarezza per la vanità di quelle stragi ed infine il bruciante e rabbioso interrogativo: a cosa è servito?

Percorrevo gli spalti con passo deciso, come a ispezionare le postazioni prima dell'ennesimo assalto. Dalla porta Est ho visto entrare un gruppo di ragazzi neri, ridevano e scherzavano sguaiati, ignari dei secoli di storia che li guardavano dall'alto delle merlature. Ho trovato forse nuovi nemici? L'ignoranza delle tradizioni di un luogo e delle sue storie mi offende. Come può un essere umano elevarsi se non ha solide radici nel paesaggio dove vive, nelle forze di natura e nelle storie umane che hanno inciso nel tessuto vitale? Eppure questi sono gli anni di cosmopolitismo e metissage, di superamento dei pregiudizi razziali per il riconoscimento dell'unità dell'umanità.

Avanzavo pensieroso e torvo tra i vecchi muri. Sulla porta Sud terminava il percorso, e lì, guardando verso l'esterno si vede una piccola loggia che svetta sulla porta: una croce di ferro e una bandiera con monogramma IHS di Gesù Salvatore degli Uomini. Mi sono inginocchiato e ho pregato sommerso da una dolce onda di commozione. Mi perdono e perdono tutti i miei nemici, tutti quelli che ho offeso e che mi hanno offeso, tutti gli esseri che ho ferito con la mia rabbia e il mio egoismo o che hanno pensato di potermi ferire o uccidere. Perdono questa follia in modo che finisca e possiamo metterci al lavoro insieme per innalzare la cultura umana a coronamento della coscienza del nostro amato pianeta.


Lottando duramente i guerrieri dell'umanità hanno comunque sviluppato dei doni: resistenza al dolore fisico, forza di volontà, autorevolezza, pensiero strategico, senso del pericolo, percezione acuta. Tutte queste qualità possono essere messe al servizio della redenzione, del cambiamento che siamo chiamati a desiderare, scegliere liberamente e portare avanti con dedizione in armonia col ritorno del Cristo eterico. Sono questi infatti gli anni dell'Apocalisse, in cui Gesù Cristo (divenuto lo Spirito guida dell'evoluzione della Terra), si manifesta con sempre maggiore forza dove “due o più si riuniscono nel suo Nome”. E il suo nome è: Vita, Verità e Ricerca delle Perfezione.