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sabato 24 gennaio 2015

L'invenzione dei barbari nel saggio sulla mutazione di Alessandro Baricco

La scrittura rapida, la profondità culturale e quel tocco di teatro mi hanno sempre colpito nel lavoro di Alessandro Baricco. Lo stimo anche come persona e come insegnante di scrittura e divulgatore culturale. Ma come saggista non lo avevo mai scoperto, se non nella veste di lettore e critico letterario in televisione ai tempi del mitico Pickwick. Quindi per me è stata una sorpresa trovare il suo "I barbari. Saggio sulla mutazione". Mi è bastato scorrere un paio di pagine per esserne conquistato. Certo è un libro del 2006 ma è ancora attualissimo, proprio per quella mancanza di onestà intellettuale che questo sferzante e rapido saggio denuncia.
Il tema del libro è il confronto tra "cultura" e "barbarie", tra la dominante idea di cultura europea (con la musica romantica, l'arte rinascimentale, l'architettura monumentale ecc ecc). Se non avete tempo di leggere il libro godetevi almeno la presentazione su YouTube dell'autore stesso: https://www.youtube.com/watch?v=gejrNkGWjec. La tesi che si sviluppa nella serie di capitoli, composti come puntate per il quotidiano Repubblica, concluso con un viaggio in Cina è non si tratti di un imbarbarimento ma di una mutazione culturale, sociale, ecc. ecc. Quello che Baricco rende come se ai giovani, ma un po' a tutti noi, stiano "crescendo le branchie" per preparare una nuova civiltà acquatica, dove le scale di valore che si sono affermate negli ultimi 200 anni vengono messe in discussione e si cambia prospettiva.
Baricco si interroga saggiamente su quale debba essere una politica culturale efficace. "Quale senso può avere bruciare risorse per dare ai barbari un corredo mentale di cui loro hanno deciso di fare a meno? Sarebbe piuttosto più sensato usare le stesse risorse per accompagnare il formarsi di una nuova civiltà, magari costringendola a connettersi con la saggezza e il sapere che essa, sbrigativamente, tenderebbe a liquidare come anacronismo inutile.(...) Bisogna mettere al centro il concetto che è sempre la realizzazione nobile del presente piuttosto che il salvataggio furbesco del passato ad assicurare alle intelligenze una minima protezione dall'azzardo del mercato puro e semplice che cavalca gusti appiattiti e manipolabili" (p.161).
Geniali le pagine su google e la civiltà giocosa del surfer contrapposta al modello borghese ottocentesco ancora dominante basato su impegno personale, fatica, dedizione, profondità. Vi consegno alcuni passaggi dell'ultimo capitolo scritto passeggiando sulla muraglia cinese (letteralmente, scelta come luogo emblematico di una visione che divide, artificialmente, civiltà e barbarie). "costruire, mantenere e presidiare la muraglia aveva costi sproporzionati alla sua utilità militare. Solo un generale deficiente avrebbe potuto concepire un piano del genere. O un filosofo geniale... E' un'idea scritta nella pietra: l'idea che l'impero fosse la civiltà e tutto il resto fosse barbarie, e quindi non esistenza. L'idea era che non c'erano umani, ma cinesi da una parte e barbari dall'altra.
L'idea era che lì in mezzo ci fosse un confine e ora sarebbe diventato visibile. La muraglia non difendeva dai barbari: li inventava. Non proteggeva la civiltà: la definiva. Per questo noi la immaginiamo lì da sempre (fu costruita tra 1450 e 1600): perchè è antichissima l'idea cinese di essere l'unica civiltà al mondo. Invece ci troviamo di fronte a una mutazione. Una cosa che riguarda tutti, nessuno escluso. Non un leggero cambiamento, non un'inspiegabile degenerazione, non una malattia misteriosa: una mutazione compiuta per sopravvivere. La collettiva scelta di un habitat mentale diverso e salvifico. Cosa l'ha generata? Alcune innovazioni tecnologiche (internet, telefonia ecc.) decisive, quelle che hanno compresso tempo e spazio. Ma non sarebbero bastate senza l'accesso al desiderio e al consumo di una gran parte dell'umanità. A questi homines novi, ammessi per la prima volta nel regno dei privilegi, dobbiamo probabilmente l'energia cinetica per realizzare la vera mutazione: non tanto i contenuti, che sembrano prodotti da alcune élite consapevoli, ma di sicuro la forza necessaria a metterla in opera."(p.177)

Questo passaggio merita tutta la nostra attenzione, chi ha orecchie per intendere intenda.

Buona evoluzione verde!

domenica 18 gennaio 2015

Masaru Emoto, Il vero potere dell'acqua

Per anni ho sentito parlare del lavoro di Masaru Emoto sull'acqua, in particolare della tecnica per fotografare i cristalli d'acqua e diagnosticare così le influenze ricevute dall'acqua. Con il suo trapasso (ottobre 2014) ho sentito il chiaro impulso che fosse il momento di fare i conti con la sua ricerca. Ho scelto con cura quale libro studiare: "Il vero potere dell'acqua", Edizioni Mediterranee (ed. inglese del 2003). Mi piace il modo onesto e esperienziale di Emoto nel presentare ciò che fa, spiegando il contesto, le sue aspettative, le concrete esperienze che lo hanno portato a certe comprensioni e convinzioni. un altro forte stimolo a passare ad una fase di valutazione operativa del suo lavoro è stato l'avvio, nel dicembre scorso, dei Gruppi di Azione sul Paesaggio. Ho scelto di dedicare gli incontri sotto il segno del Capricorno proprio all'acqua nella sua mutante qualità di ponte tra elemento terra ed elemento acqua (avete mai notato che il capricorno ha metà corpo di capra e metà di pesce avvolto a spirale?).

Traggo dal libro alcuni concetti chiave:

1. l'acqua ha una struttura cristallina, in effetti è un cristallo mutevole che prende forme sempre diverse su base esagonale
2. è possibile valutare la qualità dell'acqua attraverso lo studio dei cristalli che forma, un'acqua fortemente inquinata non formerà cristalli a base esagonale ma ghiaccio opaco e frastagliato.
3. l'acqua assorbe gli stimoli dall'ambiente e porta memoria di quelli che l'hanno influenzata di più (siano essi chimici, elettromagnetici es. forno a microonde, wi-fi, tv o, come ha dimostrato Emoto, emotivi o di pensiero).
4. l'acqua nutre le nostre cellule non solo attraverso la sua qualità fisico chimica ma anche la sua qualità vibrazionale: più l'acqua è compressa e ferma e meno è vitale; se è stata smossa e fatta scorrere in salti d'acqua aumenta la sua vitalità.
5. conoscendo queste proprietà dell'acqua è possibile infuenzarla positivamente per risanarla o dare particolari impulsi con obiettivi curativi specifici.
6. tramite la misurazione delle frequenze vibratorie delle parti liquide di ogni cosa è possibile valutare la qualità del suo "hado" (che grossolanamente potrei tradurre come vitalità del corpo eterico di una sostanza).
7. Emoto ha iniziato a sviluppare la pratica di una medicina "hado" che somministra acqua modificata in modo opportuno ai pazienti con le più disparate malattie: la malattia ha infatti un suo specifico "hado" che può essere modificato.
8. Dato che il ciclo dell'acqua (dall'atmosfera alle profondità) richiede tra i 30 e i 50 anni noi vedremo le condizioni delle nostre falde freatiche peggiorare per molto tempo anche se riuscissimo a smettere ora di contaminare l'acqua e l'aria.

Come posso proteggere o migliorare la qualità della mia acqua? Il mio corpo è composto al 70% di acqua, quindi devo ampliare la mia visione non solo all'acqua che bevo, ma anche a quella contenuta nei cibi, nell'aria che respiro e nel mio stesso corpo. Emoto ha verificato che emozioni positive (gioia, gratitudine, amore, serenità ) influenzano efficacemente l'acqua. Le parole ad esse collegate sono altrettanto efficaci, sia che vengano scritte e mostrate all'acqua (con l'etichetta messa per dentro in modo che l'acqua possa leggere! così specifica l'autore), sia che vengano dette. Le parole che nei suoi studi risultano dare una maggiore qualità e resistenza al degrado dell'acqua sono "Amore e gratitudine" usate insieme. La musica e le immagini influenzano l'acqua, anche se riprodotte in modo artificiale (es. dal televisore, stereo ecc.), quindi non solo dal vivo. I migliori risultati li ha ottenuti con brani di musica classica o lirica mentre la musica heavy-metal tende a distruggere la capacità dell'acqua di formare cristalli esagonali. Alcune preghiere tradizionali dette con fede hanno un grande potere di influenzare l'acqua. Ad esempio Emoto ha studiato gli effetti della preghiera del sacerdote Kato al lago artificiale di Fujiwara e consiglia di usare la Grande Invocazione. Ma riconosce ad ogni tradizione la capacità di esprimere queste potenzialità. Le invocazioni sono molto più efficaci se vengono espresse coi tempi al passato. Un'acqua preparata con amore per un malato di tumore a cui diciamo "possa quest'acqua guarire il tumore di mia madre" è meno efficace di "il tumore di mia madre è guarito".
Riporto un brano dal capitolo finale del libro (che vi consiglio caldamente, p.122) pieno di esempi di buone pratiche da sperimentare:

Al mattino, appena sveglio, mi siedo comodo sul letto e fisso il bicchiere d'acqua sul comodino. Per circa trenta secondi, verbalizzo la mia gratitudine, ripetendo parole come : "ti ringrazio e ti chiedo una buona giornata oggi". Poi bevo metà dell'acqua. Comincio a pensare a cosa devo fare durante la mia giornata. Immaginando di portare a termine ogni cosa con successo, dico all'acqua: "E' andato tutto bene, ti ringrazio". A questo punto, bevo l'acqua rimasta. Così facendo l'informazione positiva è stata comunicata non solo all'acqua nel bicchiere, ma anche all'umidità presente nell'aria.
Poi mi alzo e vado in bagno. Dopo essermi liberato, dico "grazie" all'acqua dello scarico con un vero senso di gratitudine. Mi faccio la doccia ma l'acqua contiene cloro, che non fa bene alla pelle. "Amore e gratitudine" è necessario per migliorare la vibrazione di quest'acqua. Si tratta di un passaggio importante, soprattutto per chi soffre di malattie alla pelle e non può installare un depuratore. E' possibile migliorare l'hado dell'acqua anche scrivendo sulla parete della doccia parole come "grazie" e "amore e gratitudine"
.

Buon viaggio a questa anima antica e buona evoluzione a tutti noi.

mercoledì 14 gennaio 2015

Video della conferenza sulle Dimensioni Invisibili del Paesaggio

Grazie all'impegno dell'Associazione 137 è on line sul tubo il video della mia conferenza sulle dimensioni invisibili del paesaggio (la settima conferenza tenuta a Bienno Valcamonica il 2 gennaio 2015). Ecco il link: https://www.youtube.com/watch?v=NN0sEwgOykE.

Buona Evoluzione Verde

martedì 13 gennaio 2015

Potere e responsabilità

Pochi giorni fa il Sindaco di Chioggia Marina, avv. Giuseppe Casson, ha tolto le deleghe a tutti gli assessori PD (ben 4 su 6). Si profila la fine di questa giunta o una nuova squadra di lavoro capace di trovare una nuova maggioranza. L'estate scorsa ben due buoni conoscitori della politica locale avevano ipotizzato, con malizia, elezioni anticipate per il 2015, a un anno dalla scadenza del mandato, in corrispondenza con le consultazioni regionali. Il PD, a loro dire, si preparava a incassare sia un sindaco che un consigliere regionale della zona e per garantire gli equilibri interni tra leader era necessario che le candidature corressero parallelamente. Poco mi interessa ora questa analisi del teatrino politico, che sembra avere una sua credibilità ma voglio sperare per il meglio, in questo momento critico per la nostra piccola e grande comunità.
Per questo chiedo a tutti i consiglieri comunali e al Sindaco un forte impegno a usare responsabilmente il loro potere e a portare a conclusione il loro mandato, trovando accordi di programma e ristabilendo un proficuo dialogo, senza separare maggioranza e minoranza, ma aprendo sempre il cuore allo scambio vivificante e tonico delle diverse anime della città. Oltre alle anime politiche ci sono molte persone, magari schive o un po' deluse da anni di logiche opportuniste di molti esponenti di partiti, che hanno sincero desiderio di confrontarsi e contribuire al dibattito pubblico sui temi che più li coinvolgono, primo fra tutti la qualità del nostro ambiente (laguna, aree verdi, campagne, fiume, mobilità alternativa ecc.)
Da alcuni mesi era diventata assessoressa all'ambiente (e pari opportunità, polizia locale e innovazione) Barbara Penzo e sembrava aprirsi una stagione nuova di attenzione e capacità di confrontarsi con associazioni e burocrazia comunale, cercando di elaborare una visione aperta, sinceramente interessata alla tutela dell'ambientale attraverso concrete iniziative. In pochi mesi abbiamo assistito alla nascita di un "tavolo verde" aperto ai cittadini, l'avvio dello studio di un regolamento per la tutela del verde, la ricerca di risorse e aree adatte alla piantumazione degli alberi per ogni bambino nato che la legge nazionale impone ma qui a Chioggia mai è stato fatto. Ho molto apprezzato l'operato di Barbara Penzo e spero che avrà modo di tornare a occuparsi di questi temi con le qualità che ha già dimostrato.
Ora però la delega è tornata al Sindaco (per la seconda volta in questo mandato, dopo la revoca di una precedente assessoressa del PD). E' il mio sindaco, per quanto non lo abbia votato (vivo da tre anni a Chioggia) e abbia idee molto diverse sulle priorità da dare, su cui abbiamo avuto anche brevi occasioni di scambio. A lui quindi, come titolare della delega all'Ambiente, mi rivolgo (gli ho inviato una e-mail in tal senso) perchè sappia incarnare il meglio della tradizione politica a cui si ispira, a quel monito degasperiano per cui " Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione". Che sappia trovare la forza morale e il senso di responsabilità di usare, fino in fondo, il potere che gli è stato accordato per il bene di questa comunità portando avanti quei timidi movimenti innovativi e tanto necessari che in tema ambientale potrebbero preparare, in una decina d'anni, una svolta epocale per la nostra città, la nostra laguna e le nostre campagne. In particolare auspico il reintegro di Barbara Penzo nelle sue funzioni o, qualora non fosse possibile, la prosecuzione delle iniziative citate sopra da lei avviate.
Nel frattempo, oltre a rinnovare la disponibilità a contribuire ad un sereno e costruttivo dibattito sui temi in cui sono competente, come professionista e come presidente dell'associazione Amico Giardiniere, e a cui abbiamo dato energia attraverso concrete iniziative mensili, pregherò per il mio Sindaco e tutti i consiglieri comunali perchè ricevano celesti, e anche terrestri!, ispirazioni per proseguire al meglio il loro servizio alla comunità.

sabato 10 gennaio 2015

Lo Hobbit: la battaglia delle Cinque Armate

Finalmente, con un certo sollievo per me, è uscita nelle sale l'ultima pellicola della trilogia di Jackson dedicata al libro "lo Hobbit" di J.R.R. Tolkien. E' finita. Come avrete capito sono lieto che questo complicato tentativo sia arrivato alla degna conclusione. Dopo l'incredibile lavoro di adattamento e creatività del Signore degli Anelli questa pur onesta trasposizione è stato molto inquinata dal concetto di prequel americano. Il successo delle funambolie di Legolas ci ha accompagnato anche in questi film, mentre è completamente assente nel libro. Altri commentatori hanno sottolineato le diversità ("incoerenze", "adattamenti", "cedimenti commerciali"ecc. ecc.) tra il libro e i film di Jackson (vedi ad esempio: http://www.wired.it/play/cinema/2014/12/18/10-cose-battaglia-delle-5-armate-non-in-hobbit/). Io preferisco mettermi al setaccio di possibili ispirazioni spirituali.
L'adattamento del Signore degli Anelli e delle dinamiche della Terra di Mezzo che Jackson ha orchestrato è stato un indubbio capolavoro e anche nei suoi adattamenti (la figura di Arwen così diversa, la presenza di elfi al fosso di Helm...) ho trovato delle ottime intuizioni. Per la lettura spirituale di Tolkien faccio riferimento in particolare ad un bel commentario di matrice antroposofica curato da Fabio Montelatici (Tolkien e l'Antroposofia - un dialogo" ed. Il Giardino degli Ulivi, 2012). Secondo me, per un appassionato tolkeniano, dovrebbe essere una lettura fondamentale. Difficile da reperire ma potete scrivermi se proprio non lo trovate (mediatorelementare@gmail.com). In particolare ho trovato molto interessante il paragone tra la Compagnia dell'anello e l'essere umano in formazione e anche aver collegato le diverse razze a forze spirituali corrispondenti sul nostro piano.
Gli elfi vengono associati alle gerarchie angeliche, i nani alle forze eteriche, gli orchi ai demoni distruttivi. In modo meno netto gli hobbit alle forze animiche pure e gli umani alle forze del corpo fisico ma adombrano anche i compiti dell'attuale umanità in evoluzione nella terza dimensione. Negli ultimi film di Jackson ho continuato a ricercare intuizioni sui movimenti spirituali attorno a noi che la prima trilogia svelava dal testo tolkeniano o captava autonomamente anche nei liberi adattamenti. A 60 anni dall'uscita del libro molto è cambiato a tutti i livelli di coscienza del pianeta. Da questi film ho portato a casa:
la certezza che ci sono montagne antiche che devono ancora svelare i loro veri tesori, anche se alcune sono già state violate mentre attendevano in vano i loro legittimi eredi (svegliaaa!!!);
che i mutanti sono una opportunità evolutiva per il pianeta vivente e che devono sforzarsi di rimanere in profonda sintonia con la vita naturale o impazzire in breve tempo diventando autodistruttivi;
che il compito delle forze eteriche e di chi collabora con loro è sacrificarsi per l'ulteriore evoluzione dell'umanità, anche a costo di vedere distrutta la nostra attuale biosfera, non ha senso trincerarsi in presunte fortezze, se non per momentanee ricapitolazioni.
Ho anche riportato un certo numero di conferme di intuizioni tradotti in belle immagini metaforiche come ad esempio l'iniziale ostilità tra elfi e nani che nemmeno l'eroismo e la misericordia degli umani rinnovati (cioè Bard, l'arciere-sagittario) risana: un distacco progressivo tra le antiche forze evolutive spirituali basate sulla gerarchia e le forze elementari ad opera delle forze di separazione (il cui premio evolutivo è però la libertà consapevole e l'amore). I demoni-orchi hanno inoltre corrotto o imparato a dominare alcune forze elementari rappresentatate dai goblin mercenari, antinomia dei nani: non tutte necessariamente le energie elementari sono luminose e costruttive. Poi ci sono i mangiaterra (altro inserimento di Jackson basato probabilmente su un piccolo accenno tolkeniano vedi): le forze demoniache riescono a usare alcune forze telluriche per i loro fini distruttivi. QUui mi piace vedere un bell'accenno ai progetti di geongegneria a scopi militari. Nani ed elfi comunque, di fronte all'attacco di tali forze, figli a loro volta di una logica binaria, ritrovano l'unità proprio nella lotta.
Ho assistito alla proiezioni con un certo distacco, senza grosse aspettative ma più per un senso del dovere tolkeniano. Così ho potuto assaporare la stanchezza di tutte queste stragi, lotte, guerre per quanto in apparenza luminose, eroiche, violente o astute possano essere. Mi annoiavo durante la battaglia, non vedevo più il senso. Sono proprio stufo di alimentare visioni connflittuali, buoni contro cattivi, luce contro tenebra. Nonostante il sapore da duello western ho apprezzato lo scontro tra Thorin Scudodiquercia, re sotto la Montagna, e il generale orco Azog. Le forze eteriche risvegliate dalla seduzione del possesso e dall'illusione di poter restaurare il loro regno mentre tutto brucia e l'umanità compie i suoi "diciotto anni" dimostrando di saper usare, seppur con fatica, gli strumenti che le sono state consegnati per governare il pianeta. Così Thorin guida la lotta senza quartiere, desiderando solo di completare ciò che i suoi antenati non avevano saputo fare: superare le seduzioni del serpente (la separazione dall'insieme) e abbracciare le forze demoniache che irrompono fin nell'eterico. E' un abbraccio mortale, che porta la morte (trasformazione) di entrambe. Lo scontro finale avviene su un lago ghiacciato, punto di contatto tra regno minerale (i cristalli) e la base della vita su questo pianeta (l'acqua).
Mi è piaciuto anche il discorso che Thorin morente consegna a Bilbo (forza dell'anima, capace di arrivare dove nessun nano potrebbe e di sentire intuitivamente ciò che è giusto senza bisogno di autorità esterne o tradizioni cui appellarsi). Se tutti si occupassero con amore della loro casa, ci sarebbero meno guerre. L'ho trovato molto vero. Se ci concentrassimo sul lavoro quotidiano, sulle relazioni col nostro vicino di casa, la qualità dell'acqua che esce dai nostri rubinetti, la bellezza e la salubrità delle nostre dimore, senza alimentare sogni eroici o idolatrie del potere tirannico che alimentano l'ego, dirigeremmo una grande quantità di energia vero la terra e le forze che la custodiscono, ottenendo in modo più quieto, veloce e semplice gli stessi progressi interiori che proiettiamo all'esterno. E' una delle linee guida dei Gruppi di Azione Sul Paesaggio che sto animando (vuoi saperne di più? ecco qua).
Un altro punto che ho apprezzato, ricollegandolo anche alla battaglia finale contro Sauron, è il ruolo e la nettezza con cui intervengono "Le Aquile", ovvero i grandi iniziati dell'Umanità (i Maestri potremmo tradurre dalla lettura antroposofica di Montelatici). Le aquile arrivano proprio quando devono arrivare, fanno ciò che devono e poi se ne vanno. Sembra che per loro non ci sia un vero conflitto ma solo assolvere in modo veloce e diretto il compito che il Destino ha loro affidato per ristabilire l'equilibrio solo nel momento in cui le forze evolutive hanno compiuto tutto ciò che era in loro poter e sembrano soccombere. Allora dall'Alto dei Cieli scendono, rinnovando in questo caso anche l'alleanza con tutti gli animali grazie a specifici intermediari (il rinnovato istaro Radagast, novello druido eremita). Vorrei trovare in me spazio per il volo delle Aquile, imperturbabili, attente, pronte e così è.
Concludo ammettendo che mi sono goduto l'arrivo inaspettato di Galadriel, la splendente ( https://www.youtube.com/watch?v=RqXlzps948I) e il duello tra spiriti dei re negromanti, Elrond e Saruman ancora tinto di bianco. Inaspettato (nel libro non c'è ovviamente) ma coinvolgente. Un regolamento di conti tra le massime gerarchie di luce e oscure che prepara nuovi e inaspettati cambi di schieramento (il tradimento di Saruman e la futura conversione di Gandalf da grigio a bianco). Ora sono alla ricerca di un nuovo linguaggio epico per gli anni a venire, una saga che sta attirnado la mia attenzione è Game of Thrones e forse ne scriverò presto.