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mercoledì 15 settembre 2010

Modelli per il maschile: l'uomo selvatico

Lo psicoterapeuta Claudio Risè ha tracciato sapientemente nell'omonimo libro il modello dell'uomo in contatto con la sua forza istintiva, la sua aggressività, la sua ricerca spesso solitaria e il suo confronto continuo con la natura. Si tratta di un archetipo antico capace di ridare agli uomini il contatto con la loro energia primaria, offrendo sicurezza nei propri mezzi e la forza necessaria per affrontare ogni sfida che la vita offre. Si tratta di sviluppare un sesto senso per ciò che è essenziale, di ritrovare quella voce interiore che ci spinge a proclamare al mondo senza paura ciò in cui crediamo.

Un buon esempio di uomo selvatico è Giovanni Battista: vive in solitudine, nel deserto, vestito di peli di cammello (la parte istintuale) e si ciba di cavallette e miele selvatico. Sembra più un orso che un orso che un uomo. Ma proprio da quell'energia incontenibile che ha risvegliato in sè prenderà avvio la sua predicazione contro le ipocrisie e le ipocrisie del suo tempo, predicando un ritorno all'essenzialità e alla responsabilità individuale. Senza timore dei potenti dice chiaramente ciò che pensa. L'energia di Giovanni Battista impersona un aspetto essenziale della spiritualità maschile. Bella la lettura che ne dà Anselm Grun, nella galleria di archetipi maschili biblici intitolato efficacemente "Lottare e amare".

Ma Giovanni resta il precursore, l'energia della personalità che si prende le sue responsabilità, denuncia i compromessi e si mette in cammino verso il cambiamento. Il vangelo di Luca (3,1 e seguenti) riporta bene il senso della sua predicazione.

"La gente allora gli chiedeva: che dobbiamo fare?
Egli rispondeva: chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha cibo faccia altrettanto.
E vennero dei pubblicani per essere battezzati, e gli chiesero: Maestro, che dobbiamo fare?
Egli rispose loro: Non esigete niente di più di quello che vi è stato comandato.
E pure alcuni soldati gli chiedevano: E noi, cosa dobbiamo fare? Egli rispose loro: Non estorcete nulla a nessuno, nè pronunciate false accuse: accontentatevi delle vostre paghe.

Sono tutti uomini quelli che chiedono consiglio a Giovanni, che pretende rigore morale ed essenzialità. Mi sembra molto interessante la lettura interiore che ciascuno può fare: nel momento in cui riesce ad affrancarsi dai condizionamenti familiari per manifestare la sua personalità, ecco che tutti i suoi bisogni, i suoi pensieri, le sue azioni passate e le sue abitudini gli si fanno incontro per chiedere di essere portati ad un livello di coscienza superiore. Portare ordine in se stessi (cioè raddrizzare le strade del Signore, la nostra Verità interiore) e agire con umiltà (abbassare ogni monte) ma con determinazione senza cedere allo sconforto (ogni valle sia riempita). Per evolvere ulteriormente l'uomo ha bisogno poi di imparare ad amare. Un personaggio emblematico in tal senso è il re Davide di cui scirverò presto.

lunedì 13 settembre 2010

Uomini e Donne


Le donne sono più longeve. Le donne sono più precoci nello sviluppo. Le donne sopportano meglio la fatica e lo stress. Le donne stanno entrando in tutte le professioni maschili, esercito compreso. Ma gli uomini cosa fanno nel frattempo? Guardano le partite alla tv, bevono e aspettano che la mamma prepari la cena? Scherzi a parte viviamo in un momento di grande trasformazione, le donne stanno conquistando sempre maggiori spazi e spesso gli uomini si sentono intimoriti e confusi sul loro ruolo. Sono convinto che la società patriarcale affermatasi in occidente negli ultimi 5-6000 anni stia vivendo una crisi grave che ha un potenziale di sviluppo veramente notevole: la costituzione di una società dove, finita la guerra tra i sessi, cominci la collaborazione tra i sessi. Ma affinchè ci sia un dialogo e una collaborazione ci devono essere interlocutori solidi, non in crisi di identità o alla rincorsa di modelli fasulli.

Io credo sia molto stimolante e utile una divisione, non rigida, di ruoli tra uomo e donna. Non penso a quella ereditata dalla società contadina dei nonni (le "femene" a servire l' omo, el paron) ma piuttosto a quella ispirata alla cortesia medievale: il maschile guerriero educato ed ispirato dal femminile amorevole. Sono ben consapevole che le categorie maschile-femminile hanno valenza universale e che in ciascuno di noi convivono elementi dell'uno e dell'altra. Al principio maschile corrisponde la nostra parte destra, il coraggio, la razionalità, l'attività, la solarità, il fuoco, la vista, l'autorità, la forza, la linea. Al femminile associo la parte sinistra, la compassione, l'intuizione, l'adattabilità, la notte, l'acqua, l'udito, la maternità, l'accoglienza, il cerchio. Yang e Yin. Indispensabili ambedue nella loro diversità per far evolvere l'umanità e l'universo. Le polarità però devono essere entrambe forte, come due poli di una batteria: per far fluire l'energia ci deve essere differenza di potenziale! Ognuno deve sviluppare i suoi doni unici.

Che ne sarà di queste ultime migliaia di anni di predominio maschile? di guerre e di violenza? i maschi escono sconfitti? se non sanno cambiare i loro modelli di riferimento e lasciare sensi di colpa e incertezze si spengono, perdono energia. Hanno commesso così tanti errori... ma sono state esperienze che hanno anche offerto una crescente capacità creativa dell'umanità per ora sviluppato soprattutto sul piano materiale (scienza e tecnica), troppo spesso slegata dagli equilibri sottili dei cicli naturali e della lenta evoluzione delle anime umane. Proprio nel recupero del proprio intimo rapporto con la natura credo ci sia la strada maestra per recuperare e sviluppare un maschile sano ed energico capace di collaborare col femminile che ritrova la sua sacrosanta centralità nella nostra vita sociale, politica (speriamo!) e spirituale (il ritorno della Dea... ma anche del Cristo eterico!!!).