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venerdì 15 ottobre 2021

Duemila anni di Cristianesimo non sono bastati?

Giorni tesi, giorni cupi, sembra tornata l'atmosfera degli anni Settanta con migliaia di persone che scendono in piazza scioperando contro il governo e contro l'applicazione a tutti i lavoratori della Certificazione Covid 19. Circa 4 milioni di lavoratori non hanno ancora scelto di adeguarsi alla d.l. del 16 settembre 2021. L'Italia è spaccata in due tra sfegatati sostenitori del governo Draghi e una minoranza di contestatori, in gran parte non rappresentati a livello parlamentare e nemmeno sindacale. Stanno emergendo nuovi piccoli agguerriti sindacati come il FISI, che ha proclamato lo sciopero ad oltranza (http://www.fisinazionale.it/), e l'Anief. Quello che mi colpisce e non condivido è la durezza delle accuse e degli insulti che vengono lanciati da una parte all'altra: con veri e propri provocatori come Burioni che spopolano in TV da un lato e la controinformazione complottista dall'altro. Tutti sembrano essere convinti di avere la sacrosanta ragione dalla loro parte. Pochissimi invece sembrano capaci di mettersi nei panni altrui e proporre mediazioni, che il governo non vuole con la sua "linea dura".
Mi chiedo che fine a fatto la nostra civilità cristiana, coi suoi valori, la sua pacatezza e il desiderio di essere utile al prossimo. Mi domando se il buon Samaritano oggi avrebbe soccorso un malato di Covid, magari non vaccinato, o gli avrebbe augurato le peggiori cose lasciandolo senza nessuna cura. Nella minoranza agguerrita invece non mancano quelli che invocano la catastrofe imminente sui vaccinati per gli effetti collaterali a medio e lungo termine. Siamo sicuri di non avere qualcosa nell'occhio che ci impedisce di aiutare gli altri a vedere meglio? Tra i due opposti estremismi io mi sento preso in mezzo, perchè ritengo ci siano nobili intenti e pezzi di verità su entrambi i fronti. Invece della guerra io vorrei costruire ponti, discutere fino alla nausea possibili mediazioni. Non è questo il senso della nostra democrazia?
Questo governo invece, forte di una prolungata emergenza che gli dà poteri eccezionali, avanza a gran passi verso la ristrutturazione economica e sociale dell'Italia, mandato che nessun elettore gli ha conferito. Draghi usa lo scettro di ferro e non rende conto a nessun cittadino, nessun partito o forza politica della sua linea. Eppure ha una sua agenda di governo chiara che persegue di gran carriera: in questo quadro il passaporto vaccinale sembra uno strumento per controllare i cittadini più che il covid. La normativa partorita in questi mesi è zeppa di contraddizioni (trasformare dirigenti e datori di lavori in coontrollori della salute e delle scelte personali dei dipendenti, scaricare i costi della sicurezza sui lavoratori, superare i contratti nazionali senza ridiscuterli con tutti i sindacati, anche quelli scomodi come il Fisi ecc., le denunce di incostituzionalità).

E così siamo arrivati allo sciopero generale, di una minoranza certo, ma capace di incidere. A Roma è stato schierato l'esercito in piazza: è un'escalation nella prova di forza che può solo accendere gli animi e stimolare gli estremisti, azzerando lo spazio di dialogo con moderati di entrambi i fronti. Ma non è mai troppo tardi per un passo indietro, per sedare gli animi e avviare trattative. Sono certo che si potrebbero trovare accordi soddisfacenti per tutti e ridare fiducia a questa Italia prostrata dalla recessione portata anche dalla gestione draconiana dell'epidemia. Fondamentale sarebbe far ripartire il dibattito libero in ambito medico, riammettere i sanitari sospesi, applicare la democrazia senza limitazioni e far nascere da quel vivace dibattito le nuove strade da percorrere, perchè quelle finora seguite non vanno bene per tutti. La posizione del mediatore è scomoda: tutti lo bersagliano da un lato all'altro ma io credo che ogni cristiano, ogni persona di buona volontà dovrebbe costruire ponti e non barriere.