Finalmente, con un certo sollievo per me, è uscita nelle sale l'ultima pellicola della trilogia di Jackson dedicata al libro "lo Hobbit" di J.R.R. Tolkien. E' finita. Come avrete capito sono lieto che questo complicato tentativo sia arrivato alla degna conclusione. Dopo l'incredibile lavoro di adattamento e creatività del Signore degli Anelli questa pur onesta trasposizione è stato molto inquinata dal concetto di prequel americano. Il successo delle funambolie di Legolas ci ha accompagnato anche in questi film, mentre è completamente assente nel libro. Altri commentatori hanno sottolineato le diversità ("incoerenze", "adattamenti", "cedimenti commerciali"ecc. ecc.) tra il libro e i film di Jackson (vedi ad esempio: http://www.wired.it/play/cinema/2014/12/18/10-cose-battaglia-delle-5-armate-non-in-hobbit/). Io preferisco mettermi al setaccio di possibili ispirazioni spirituali.
L'adattamento del Signore degli Anelli e delle dinamiche della Terra di Mezzo che Jackson ha orchestrato è stato un indubbio capolavoro e anche nei suoi adattamenti (la figura di Arwen così diversa, la presenza di elfi al fosso di Helm...) ho trovato delle ottime intuizioni. Per la lettura spirituale di Tolkien faccio riferimento in particolare ad un bel commentario di matrice antroposofica curato da Fabio Montelatici (Tolkien e l'Antroposofia - un dialogo" ed. Il Giardino degli Ulivi, 2012). Secondo me, per un appassionato tolkeniano, dovrebbe essere una lettura fondamentale. Difficile da reperire ma potete scrivermi se proprio non lo trovate (mediatorelementare@gmail.com). In particolare ho trovato molto interessante il paragone tra la Compagnia dell'anello e l'essere umano in formazione e anche aver collegato le diverse razze a forze spirituali corrispondenti sul nostro piano.
Gli elfi vengono associati alle gerarchie angeliche, i nani alle forze eteriche, gli orchi ai demoni distruttivi. In modo meno netto gli hobbit alle forze animiche pure e gli umani alle forze del corpo fisico ma adombrano anche i compiti dell'attuale umanità in evoluzione nella terza dimensione. Negli ultimi film di Jackson ho continuato a ricercare intuizioni sui movimenti spirituali attorno a noi che la prima trilogia svelava dal testo tolkeniano o captava autonomamente anche nei liberi adattamenti. A 60 anni dall'uscita del libro molto è cambiato a tutti i livelli di coscienza del pianeta. Da questi film ho portato a casa:
la certezza che ci sono montagne antiche che devono ancora svelare i loro veri tesori, anche se alcune sono già state violate mentre attendevano in vano i loro legittimi eredi (svegliaaa!!!);
che i mutanti sono una opportunità evolutiva per il pianeta vivente e che devono sforzarsi di rimanere in profonda sintonia con la vita naturale o impazzire in breve tempo diventando autodistruttivi;
che il compito delle forze eteriche e di chi collabora con loro è sacrificarsi per l'ulteriore evoluzione dell'umanità, anche a costo di vedere distrutta la nostra attuale biosfera, non ha senso trincerarsi in presunte fortezze, se non per momentanee ricapitolazioni.
Ho anche riportato un certo numero di conferme di intuizioni tradotti in belle immagini metaforiche come ad esempio l'iniziale ostilità tra elfi e nani che nemmeno l'eroismo e la misericordia degli umani rinnovati (cioè Bard, l'arciere-sagittario) risana: un distacco progressivo tra le antiche forze evolutive spirituali basate sulla gerarchia e le forze elementari ad opera delle forze di separazione (il cui premio evolutivo è però la libertà consapevole e l'amore). I demoni-orchi hanno inoltre corrotto o imparato a dominare alcune forze elementari rappresentatate dai goblin mercenari, antinomia dei nani: non tutte necessariamente le energie elementari sono luminose e costruttive. Poi ci sono i mangiaterra (altro inserimento di Jackson basato probabilmente su un piccolo accenno tolkeniano vedi): le forze demoniache riescono a usare alcune forze telluriche per i loro fini distruttivi. QUui mi piace vedere un bell'accenno ai progetti di geongegneria a scopi militari. Nani ed elfi comunque, di fronte all'attacco di tali forze, figli a loro volta di una logica binaria, ritrovano l'unità proprio nella lotta.
Ho assistito alla proiezioni con un certo distacco, senza grosse aspettative ma più per un senso del dovere tolkeniano. Così ho potuto assaporare la stanchezza di tutte queste stragi, lotte, guerre per quanto in apparenza luminose, eroiche, violente o astute possano essere. Mi annoiavo durante la battaglia, non vedevo più il senso. Sono proprio stufo di alimentare visioni connflittuali, buoni contro cattivi, luce contro tenebra. Nonostante il sapore da duello western ho apprezzato lo scontro tra Thorin Scudodiquercia, re sotto la Montagna, e il generale orco Azog. Le forze eteriche risvegliate dalla seduzione del possesso e dall'illusione di poter restaurare il loro regno mentre tutto brucia e l'umanità compie i suoi "diciotto anni" dimostrando di saper usare, seppur con fatica, gli strumenti che le sono state consegnati per governare il pianeta. Così Thorin guida la lotta senza quartiere, desiderando solo di completare ciò che i suoi antenati non avevano saputo fare: superare le seduzioni del serpente (la separazione dall'insieme) e abbracciare le forze demoniache che irrompono fin nell'eterico. E' un abbraccio mortale, che porta la morte (trasformazione) di entrambe. Lo scontro finale avviene su un lago ghiacciato, punto di contatto tra regno minerale (i cristalli) e la base della vita su questo pianeta (l'acqua).
Mi è piaciuto anche il discorso che Thorin morente consegna a Bilbo (forza dell'anima, capace di arrivare dove nessun nano potrebbe e di sentire intuitivamente ciò che è giusto senza bisogno di autorità esterne o tradizioni cui appellarsi). Se tutti si occupassero con amore della loro casa, ci sarebbero meno guerre. L'ho trovato molto vero. Se ci concentrassimo sul lavoro quotidiano, sulle relazioni col nostro vicino di casa, la qualità dell'acqua che esce dai nostri rubinetti, la bellezza e la salubrità delle nostre dimore, senza alimentare sogni eroici o idolatrie del potere tirannico che alimentano l'ego, dirigeremmo una grande quantità di energia vero la terra e le forze che la custodiscono, ottenendo in modo più quieto, veloce e semplice gli stessi progressi interiori che proiettiamo all'esterno. E' una delle linee guida dei Gruppi di Azione Sul Paesaggio che sto animando (vuoi saperne di più? ecco qua).
Un altro punto che ho apprezzato, ricollegandolo anche alla battaglia finale contro Sauron, è il ruolo e la nettezza con cui intervengono "Le Aquile", ovvero i grandi iniziati dell'Umanità (i Maestri potremmo tradurre dalla lettura antroposofica di Montelatici). Le aquile arrivano proprio quando devono arrivare, fanno ciò che devono e poi se ne vanno. Sembra che per loro non ci sia un vero conflitto ma solo assolvere in modo veloce e diretto il compito che il Destino ha loro affidato per ristabilire l'equilibrio solo nel momento in cui le forze evolutive hanno compiuto tutto ciò che era in loro poter e sembrano soccombere. Allora dall'Alto dei Cieli scendono, rinnovando in questo caso anche l'alleanza con tutti gli animali grazie a specifici intermediari (il rinnovato istaro Radagast, novello druido eremita). Vorrei trovare in me spazio per il volo delle Aquile, imperturbabili, attente, pronte e così è.
Concludo ammettendo che mi sono goduto l'arrivo inaspettato di Galadriel, la splendente ( https://www.youtube.com/watch?v=RqXlzps948I) e il duello tra spiriti dei re negromanti, Elrond e Saruman ancora tinto di bianco. Inaspettato (nel libro non c'è ovviamente) ma coinvolgente. Un regolamento di conti tra le massime gerarchie di luce e oscure che prepara nuovi e inaspettati cambi di schieramento (il tradimento di Saruman e la futura conversione di Gandalf da grigio a bianco). Ora sono alla ricerca di un nuovo linguaggio epico per gli anni a venire, una saga che sta attirnado la mia attenzione è Game of Thrones e forse ne scriverò presto.
ho appreso che Fabio Montelatici ha pubblicato un saggio sull'intero lavoro tolkeniano: Fabio Montelatici, Tolkien e l'Antroposofia, ed. Il giardino degli ulivi.
RispondiEliminavedi https://www.facebook.com/180192755420353/photos/a.183188855120743.32646.180192755420353/183191455120483/
Salve Francisco e grazie per il bel commento.
RispondiEliminaVolevo precisare il titolo del mio lavoro, che rispetto all'edizione del 2004 (che credevo non fosse più in circolazione) contiene la correzione di importanti errori, e anche l'esame del "Silmarillion" e de "Lo Hobbit" (oltre a incursioni nella "History of Middle Earth").
Il titolo è: F. Montelatici, "Tolkien e l'Antroposofia - un dialogo", ed. Il Giardino degli Ulivi, 2012.
Reperibile scrivendo alla mail: libriantropos@gmail.com .
Volevo anche segnalare che tra poche settimane sarà online e gratuitamente scaricabile il mio lavoro "Immagini e saghe del nostro tempo", in cui si esaminano numerose epopee cinematografiche di questi anni (Matrix, Il Trono di Spade, Harry Potter, Guerre Stellari, i vari supereroi...) con uno sguardo scientifico-spirituale. Si potrà scaricare a breve dalla pagina Downloads del sito http://progettoantropos.altervista.org .
Grazie e buon proseguimento!
grazie ottimo suggerimento. ha studiato anche game of thrones?
Eliminasaluti,
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