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lunedì 5 luglio 2021

Un labirinto sacro nel grano di Montegalda

Dopo quasi tre anni ho onorato l'invito fattomi da Giuseppe e Anita di andare da loro, a Montegalda (Vicenza), a vedere il loro labirinto di grano. Da quasi dieci anni Giuseppe pazientemente riproduce seminando grano in una porzione delle sue belle e verdi terre una copia del labirinto tracciato nella pavimentazione della cattedrale di Chartres. La passione per i labirinti, intesi come cammini iniziatici, gli è arrivata da un gruppo di studio e devozione in un vicino eremo. Visitata Chartres lui e la moglie Anita restarono così colpiti che idearono questo progetto per rendere disponibile sul territorio ciò che avevano goduto là.
La cattedrale Notre-Dame di Chartres, dedicata alla Vergine Maria, è considerata uno degli edifici religiosi più importanti del mondo ed uno dei più perfetti edifici gotici. Grande luogo di pellegrinaggi, principalmente grazie al rinnovato interesse per il cammino di Santiago di Compostela di cui Chartres è una tappa per i pellegrini che vengono per la via di Parigi. Fu edificata nel XII secolo, poi bruciata e ricostruita con la forma attuale col sostegno dell'ordine dei Templari e dei Cistercensi nel XIII secolo. Fu una rivoluzione sia architettonica che religiosa: il nuovo stile proietta l'uomo all'incontro glorioso col divino, celebrando allo stesso tempo Dio padre attraverso Maria e Gesù Cristo ma anche i suoi figli uomini, creatori a loro volta di bellezza e armonia. Nella facciata principale rivolta a ovest si apre il cosiddetto portail royal (portale reale), costituito da tre ingressi affiancati, ornato da 24 grandi statue (oggi ne restano 19) e più di 300 figure che formano una decorazione in armonia con l'architettura della cattedrale. Grandioso esempio di arte gotica, il portale presenta temi metafisici, episodi della vita di Cristo (arcata di destra, con la nascita di Gesù), ma anche i mestieri legati alle stagioni e ai segni dello zodiaco.
Al centro della cattedrale dove la navata principale incontra i transetti laterali si trova un labirinto unicursale (con una sola via d’uscita), una sorta di percorso salvifico, motivato dall'anelito alla trascendenza, ed articolato nel discernere il bene e dal male. Alcuni pensano che il labirinto rappresenti un cammino simbolico che porta l'uomo dalla terra a Dio e il centro della figura rappresenta appunto la città di Dio, altri pensano (seguendo la corrente catara) che sia un Sancta Sanctorum, un percorso che permette il cammino interiore per giungere a Dio attraverso la preghiera e che culmina proprio nella rosa a sei petali che alcuni credono essere l'emblema della preghiera del Padre nostro. Il percorso del labirinto non consiste solo nell'andare verso il centro, ma anche nel ripartire da lì. Il pellegrino è invitato a seguire la linea tracciata davanti a lui, in modo da salire verso il coro della cattedrale, verso oriente, cioè la luce (evitando così un viaggio, spesso pericoloso, verso i luoghi di pellegrinaggio).
L'utilizzo di labirinti come luoghi di iniziazione affonda le sue origini nella preistoria. A quanto pare inoltre sul luogo dove sorge la Cattedrale, circa 4.000 anni fa i costruttori druidici dei cerchi megalitici avevano eretto un dolmen e un pozzo all’interno di un tumulo di terra. Si pensava che un punto sotto la costruzione fosse fonte di energia emanante dalla terra. Queste correnti telluriche montavano e si affievolivano a seconda delle stagioni, e rivitalizzavano chiunque ne venisse in contatto. In Italia forse il più noto labirinto si trova nel pavimento mosaicato della basilica di San Vitale a Ravenna, forse assemblato contestualmente all'edificio (dunque VI sec.), ma probabilmente rimaneggiato fra Quattrocento e Cinquecento.
Ho avuto il piacere di assistere ad una conferenza sul movimento templare a Montebelluna alcuni anni fa, tenuta dall'antoposofo Fausto Carotenuto. A proposito del famoso labirinto spiegava che le volute che il fedele percorre rappresentano i complessi e spesso contraddittori moti dell'anima, che sembrano portarci spesso fuori strada ma che sono stati accuratamente progettati dalle intelligenze ancgeliche per farci fare il percorso evolutivo migliore, diverso per ciascuno. Così, solo attraverso la profonda conoscenza di noi stessi, possiamo ritrovare il nostro centro, l'anima cosciente che è in collegamente diretto col nostro Spirito e tramite questo con tutto il mondo spirituale che possiamo portare con noi e manifestare sul piano fisico (questo è "il percorso di ritorno") fino alla fine del nostro tempo sulla Terra.
Ma cosa troverete al centro del labirinto? 6 nicchie ("la rosa di Chartres") che richiamano le qualità per raggiungere Dio e manifestarlo nella propria vita. Tornando al nostro labirinto nel grano, visitabile da giugno a settembre, Anita ha seguito l'interpretazione per la quale ogni nicchia accoglie un'ispirazione tratta dal Padre Nostro e ha realizzato delle piccole opere d'arte per offrire spunto di meditazione al pellegrino. Non vi svelerò cosa dicono perchè incontrare Giuseppe e Anito, visitare il loro meraviglioso parco, la casa sull'albero e affrontare il labirinto è un'esperienza che vale assolutamente la pena. Come fare? Chiamate e fissate un appuntamento al 347 898 4065.

Fonti:
Wikipedia
Conferenza di Fausto Carotenuto
https://pinocangemi.wixsite.com/essenica3/chartres-storie-leggende

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