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martedì 20 luglio 2010

XI - Ascensione

Incontro una colonia intera di aironi cinerini. Non ne avevo mai visti tanti! E' uno degli uccelli che più mi affascina, chissà a quale forma pensiero è collegato? Saranno più di cinquanta in un'ampia ansa di ghiaia e boschi, la mia presenza li disturba, anche se cerco di avanzare lentamente. Se ne vanno! Spettacolare danza di ali! Arrivo alla diga di Segusino, è la seconda che incontro. E' molto più vecchia di quella di Nervesa, da qui parte il canale Battaglia che va alla centrale elettrica di Castelviero sotto il Montello. Sulla facciata dell'edificio di controllo c'è ancora l'aquila che regge il fascio e accanto il leone di san Marco. L'acqua che viene lasciata alla Piave deve inchinarsi sotto le saracinesche che ne centellinano il flusso. La diga è di vecchia concezione, di quelle a terrapieno e forma un ampio lago palustre. Riattraverso la Piave a poche centinaia di metri dalla diga, la osservo e questa volta non mi lascio intimidire e prego per il fiume e per il cuore degli uomini che ne riconoscano la dignità.

Sotto la diga, nella Sinistra Piave, c'è una ampia vasca di contenimento profonda meno di un metro che termina sotto la provinciale, 6-7 metri più alta. L'ho subito eletta a piscina, per non dare scandalo mi sono messo pure il costume e via come un bimbo a camminare e giocare con l'acqua. E' fredda e ci ho messo un'ora prima di immergermi. Mi sono proprio immerso e ne sono uscito alla velocità della luce, poi ho fatto qualche simbolica bracciata. Ho trovato un bellissimo tronco d'albero che ho soprannominato "il coccodrillo" e l'ho usato per navigare spingendomi con un palo. Mi ha preso una grande gioia infantile. Mi sono messo a cantare una improvvisata canzone alla Piave sulla falsariga di Paloma in chiave gioiosa. Mi sono anche messo a pregare, ma quella solita preghiera all'arcangelo Michele mi stava ormani stretta.

Ad un certo punto l'acqua del lago ha cominciato a tracimare... impressionante ricordarsi di essere sotto il livello del fiume. Mi sono ritirato in buon ordine, domando l'inquietudine. Mi restava nel cuore il desiderio di raggiungere un luogo elevato e qui, all'inizio della gola del Piave, sciogliere la mia per trovare le Parole che, a partire da San Donà, stavo cercando. Arretrando per alcune centinaia di metri ho scoperto lo sterrato che risaliva sulla strada provinciale e appena ci sono sbucato mi si è parata di fronte una strada di pietre che saliva sul monte. Sono rimasto indeciso, come aspettando un'indicazione. Un fiorino l'ha imboccata ed è sparito tra gli alberi... ho rotto gli indugi e, attraversando, ho notato un'indicazione del CAI per un sentiero che prometteva di portarmi in 40 minuti alla chiesetta di San Gervasio e Protasio, qualche centinaio di metri più sù. Ho trovato anche un bastone di sambuco appoggiato lì accanto. Non potevo proprio rifiutare un così bell'invito.

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Così sì è concluso il viaggio accanto alla Piave ed è cominciato un viaggio più interiore. Sarò felice di condividerlo con voi, ma non lo pubblicherò sul blog: scrivetemi o lasciate un commento con una mail e ve lo manderò.

1 commento:

  1. sono curioso di sapere il commento privato e sarà un piacer condividerlo con te...
    Io sono Mauro Son su facebook.
    intanto: buon proseguimento di missione :-)

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