Sveglia presto, complice il camion di raccolta rifiuti che è passato sotto la mia finestra aperta. Scendo le scale in penombra, faccio colazione e via con lo zaino. saranno le sei, l'ora esatta non ce l'ho più visto che ieri mi è caduto il cellulare in acqua. Stamattina si è acceso (grazie) ma non so dove trovare l'ora. Meglio così, meglio lasciar andare gli schemi esterni, i programmi che non lasciano spazio alla novità, al fuori programma, alla vita in definitiva. Parto e vado, dove? Dovrei continuare a risalire la Piave ma sento di aver ancora molto da capire sulle Grave di Papadopoli e in particolare su quel minuscolo campanile della chiesa di san Rocco a Salettuol. Fulvio ieri mi ha raccontato che il campanile è in miniatura e che è stato colpito da un fulmine anni fa. La chiesa pare che sia anche stata violata. Non credo nel caso, troppi curiosi indizi per non ascoltare.
Salgo sull'argine e torno verso Salettuol, poi scendo dove c'è il ponte dell'autostrada. Belli i monumenti alla pace costruiti con residutati bellici ricomposti. A quanto pare questo è un posto per incontri gay, c'è un signore cinquantenne che fa l'indifferente ma non passeggia, aspetta. Proseguendo trovo preservativi, fazzolettini, un'aria pesante. Ridurre il sesso ad una sbattutina tra le frasche è proprio un peccato. Che rapporto intimo e appagante può essere un incontro sessuale, almeno tra un uomo e una donna che si compenetrano fisicamente ed emotivamente. Lascio la Piave ad una confluenza con un canale e cammino tra i campi, i vigneti. Mi fermo a parlare con due operai in un vigneto, sono curiosi e sentito che viaggio ho intrapreso uno dei due dice che ha sempre pensato di prendere lo zaino e andare a passeggiare nei dintorni del passo san Boldo ma ha sempre rimandato. Forse è ora di non rimandare più: c'è bellezza che aspetta di essere scoperta, amore da dare alla nostra terra, degrado da soffiare via.
Con fatica raggiungo Salettuol. Il campanile sembra proprio una miniatura: la porta d'ingresso sarà alta 1 metro e trenta o giù di lì... appesa a un chiodo vedo la chiave. Non resisto, nascondo lo zaino nei cespugli, mi guardo intorno che gli abitanti non mi sono sembrati molto socievoli e poi apro e sgattaiolo dentro. Il primo incontro è con uno scoprione, cioè un altro scorpione (come me...). Evito di fargli male, penso quale significato possa avere come in un viaggio iniziatico. Ci sono delle barre di metallo infisse sulla parete, bisogna salirle senza protezioni per qualche metro. Ormai ci sono: salgo raccomandandomi al mio angelo, anzi meglio al "mio" arcangelo protettore. Arrivo, passo da una stretta apertura e DON sbatto con una delle campane. Sì perchè di campane ce ne sono due. Sbircio attorno, sono poso sopra il livello del ponte. Risbatto la testa sulla campane, sempre quella di destra. Lo prendo come un invito. Con timore la faccio risuonare lievemente. Chissà da quanto non risuona quella campana. E perchè ce ne sono due? mi riprometto di indagare, magari il 16 agosto quando ci sarà la sagra di San Rocco e scopirrò meglio i riti che si facevano per chiedere allontanare le piene. Scendo felice, ho fatto quello che dovevo, esco con circospezione e chiudo. Con aria indifferente mi rilasso sulla panchina lì accanto.
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