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venerdì 24 gennaio 2014
I Nani di Chioggia
Durante le attività in piazza dell'Associazione Amico Giardiniere è arrivato a Chioggia, su invito del liutaio Enzo Guido, un nano del regno di Altaguardia in Valcamonica. Erano secoli che i nani non scendevano da quelle montagne fino al mare. Si erano oramai rassegnati a essere ignorati dagli umani. Il nano, di nome Oin, ha portato con sè anche una pergamena con una storia sorprendente su un'antica comunità nanesca che si era trasferita qui ai margini della laguna oltre 2500 anni fa.
Avete mai notato quanti siano i chioggiotti di bassa o bassissima statura? E il loro amore per le attività artigianali? Le famose pipe? E le conoscenze tecniche della famiglia Dondi che realizzò un orologio meccanico nel 1300? Tutti questi aspetti, incluso un carattere un po' burbero, sono da ricondurre proprio ai rapporti con quella colonia nanesca. Da quello che sono riuscito a decifrare dalla pergamena tutto ebbe inizio all'epoca dei commerci degli Etruschi in queste zone. A caccia di rame e ferro si erano spinti fino in Valcamonica. Uno dei loro lucumoni (i 12 capi etruschi, scelti tra alcune nobili famiglie) aveva convinto il regno di nani di Altaguardia, mostrando le ricche mercanzie, a mandare un gruppo di artigiani all'emporio che sorgeva qui, all'estuario del Bacchiglione.
Furono scelti 12 abili artigiani, ognuno con una diversa specializzazione, e un promettente e giovane nano garzone, che tutti chiamavano Prontolo per la velocità con cui rispondeva alle richieste o ai comandi. I nomi naneschi sono lunghissimi, aspri e quasi impronunciabili e quindi rinuncio a darvene conto. Così avvenne che i tredici nani si stabilirono con le loro fucine nell'emporio etrusco dove navi dall'oriente, carovane paleovenete e celtiche si incontravano nella bella stagione a barattare i loro prodotti.
La figlia del lucumone era la bellissima Clodia, minuta e mora, con lunghissimi capelli che sfioravano i fianchi. Tutti i nani rimasero colpiti dalla sua bellezza ma nessuno mai dava peso alle loro serissime intenzioni di accasarsi. Ma il fumo delle fucine dei nani, i crogioli dove il rame, lo stagno e il ferro prendevano forme armoniose veleggiando verso Nord attirò l'appetito di uno dei peggiori nemici dei nani: un temibile drago. L'enorme creatura si scosse e iniziò a fiutare e sbattere le ali, generando venti di tempesta e indirizzando nuvole cupe per terrorizzare le sue prede.
Il lucumone terrorizzato dall'improvvisa ira delle divinità celesti si rivolse ai nani per ottenere consiglio e aiuto. Dove sapere infatti che i nani sono molto longevi, vivono anche per trecento anni e quindi sono molto saggi e ricordano cose che gli umani, nelle loro brevi e frettolose vite, spesso non fanno in tempo a capire. I nani spiegarono che era imminente l'arrivo di un drago e che se ne sarebbero andati. Il lucumone li scongiurò e anche la bella Clodia piangendo li supplicò di aiutare la sua gente. Allora i tredici nani tennero consiglio e decisero che avrebbero aiutato gli etruschi nella lotta, ma che Clodia avrebbe dovuto scegliere in marito uno di loro. Dolcemente la ragazza sorrise e a malincuore suo padre accettò.
I nani si misero all'opera, ciascuno nel suo laboratorio. Prontolo che non ne aveva uno rimase chiuso fuori e si mise a vagare in cerca di qualcosa di prezioso da donare. Il mattino dopo, mentre il vento di tramontana, spinto dal drago, raggelava fuori stagione tutta la regione gli artigiani naneschi si presentarono coi loro doni. Uno aveva forgiato una bella spada, l'altro uno scudo lucente, un altro ancora un campana che avrebbe avvisato dell'arrivo del drago o di altri pericoli. Seguirono una cintura ornata di pietre preziose, una pipa modellata col viso dolce di Clodia e altri doni ancora. Clodia ammirava ogni cosa e faceva apprezzamenti ad ogni nano ma non sapeva decidersi.
Ed ecco arrivare di corsa Prontolo. Il nostro giovane nano portava il suo dono: una conchiglia di garusolo (un mollusco con una particolare casa a spirale) legata con un sottile filo d'argento a mo' di collana. Quando la vide Clodia divenne raggiante e abbracciò il giovane nano tra lo stupore dei suoi più anziani ed esperti compagni. Il cielo si faceva sempre più cupo e la campana magica si mise a suonare per avvisare dell'arrivo del drago. Tornati nelle loro fucine i nani si riunirono attorno al giovane Prontolo e lo armarono da capo a piedi, tanto che quasi non riusciva a muoversi. Poi lo benedissero e lo spinsero sullo spiazzo al centro delle casupole.
Il cielo era nero, percorso da veloci lampi e dal battito delle ali del drago. Prontolo si fece coraggio pensando al sorriso di Clodia. Poi il drago fu su di lui in picchiata verso la prima facile preda. Prontolo alzò lo scudo e in quel momento un raggio di intensa luce blu penetrò all'improvviso tra le nubi dense. Si riflesse sullo scudo e sulle pietre preziose andando poi a colpire il drago che ne restò accecato. Attterrò malamente e cominciò a incendiare e fracassare ogni cosa, alzando fumo e polvere alla cieca. Prontolo attese il momento migliore e poi si arrampicò dalla coda fino alle spalle del drago. Da lì iniziò a menare fendneti con la lama affilatissima.
Il drago comprese di essere in grave pericolo e, come fanno quelli della sua razza di fronte a potenze maggiori, si arrestò e chiese di essere risparmiato in cambio dei suoi servizi. Prontolo accettò e allora gli altri nani sbucarono fuori dalle macerie e iniziarono a legare il drago. I vecchi artigiani nani usarono il drago per scavare una città sotterranea, inespugnabile, dove ricostruirono le loro fucine, attive ancora oggi ma ormai dimenticate. Prontolo invece si sposò e da allora una linea di sangue misto mezzo nano scorre nelle vene della gente di queste terre.
Per sostituire l'emporio devastato una nuova cittadina fu costruita, su un'isola riparata, che fu prese il nome della giovane Clodia, oggi detta Chioggia. Ah sì... un'ultima curiosità. Il luogo della lotta col drago è oggi contrassegnato da una antica chiesa, quella dedicata a S.Michele Arcangelo a Brondolo. Il colore del raggio dell'arcangelo è il blu profondo ed è il primo raggio, quello che spinge ad agire secondo la fede nella giustizia divina e non la convenienza del mondo.
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vuoi dire che, invece che elfiche, ho origini naniche? e... anche il mio nonno, di bassa statura (ma mia nonna ancora di più), fumava la pipa....
RispondiEliminaquesta è una storia. di certo le forze elementari dei nani sono fortemente presenti. attenzione a non restare irretiti nel mondo tolkeniano
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