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martedì 1 gennaio 2013

Sta nascendo un bosco sul Lusenzo

Un'amica mi ha segnalato ammirata che vicino al Lusenzo, tra vecchi orti abbandonati, si sta sviluppando un boschetto che attira uccelli di ogni tipo, dalla gazza alla civetta. Stupito e curioso sono andato a indagare e ho realizzato questo reportage per segnalare alla cittadinanza, ai proprietari e alle autorità competenti la bella evoluzione di quest'angolo di paesaggio agreste alle spalle della super urbanizzata e soffocata Sottomarina.
Trovare il bosco ha richiesto un'attenta perlustrazione che mi ha fatto scoprire qualche orto ancora coltivato con amore in mezzo alla distesa desolata dei vecchi campi, un'area di almeno 7-8 ettari. Le aree abbandonate si sono riempite di prato alto e giovani canneti. I casoni sono derelitti e mancano sentieri per accedere alla proprietà. I rovi stanno colonizzando ampie aree dando rifugio a numerose specie di silvidi (passeri, cince, pettirossi ecc.). E' diventato un ideale terreno di caccia per gatti intraprendenti.
Finalmente individuo il boschetto in lontananza, protetto da una folte siepe di rovi. Cerco a più riprese un percorso per penetrarvi e capire le specie presenti. Da figlio di contadini nutro qualche pregiudizio verso i rovi, che qui abbondano, ma da un punto di vista ecologico offrono un'ampia gamma di servizi: cibo in estate, abbondanti fioriture, riparo ai nidi, tane e aree di caccia.
Cercando un varco nella intricata barriera mi viene in mente la fiaba della "Bella del Bosco Addormentato" (la Belle au Bois Dormant), dove un bosco fitto di rovi protegge il castello incantato. La mia Ricerca sembra fallire ma un grande cespuglio di rosa canina mi sorride con le sue splendenti bacche rincuorandomi.
Giro e rigiro, seguo sentieri incerti, varco il prato alto e gelato. Entro intravedo un'area di colonizzazione di giovani alberi, li scruto attentamente. Sono aceri negundi, veloci e agguerriti conquistatori. Vicino ai vecchi fossi di scolo qualche pruno e salice vivacchia ma negli spazi aperti solo l'esuberanza dei giovani può fronteggiare la concorrenza di prato, rampicanti e canne.
Finalmente si apre una pista che mi porta nel cuore del boschetto. Qualcuno ha aperto un passaggio, ha tagliato alcuni alberi per dare vita ad una piccola radura. Mi trovo circondato da giovani robinie (Robinia pseudoacacica, gasia) che hanno colonizzato in modo sistematico una piccola area. La robinia ha una grande capacità di diffondersi grazie ai polloni nati dalle radici. Prima le piante anziane allungano gli apparati radicali, poi fanno scaturire giovani virgulti che formano macchie pure.
Qualche albero morto offre cibo a funghi e insetti parassiti del legno, cibo squisito per gli uccelli insettivori. Individuo il nuclero orginario del boschetto: una decina di robinie di una trentina d'anni. Quello è il centro nevralgico di un unico cervello fatto di apparati radicali collegati e pollonanti che formano questo bosco puro e ispido di spinose robinie.
Ho trovato anche una bella sorpresa: un maturo acero negundo pieno dei suoi famosi semi ad aliante con un bel nido di gazze. Mentre noi lottizziamo e cementifichiamo le energie vitali cercano di infiltrarsi: erbe pioniere crescono nelle fessure dell'asfalto, boschi nascono spontanei negli orti abbandonati. Spero che quest'area sia stata individuata come strategica per lo sviluppo verde per Sottomarina, che ha un gran bisogno di prati, alberi, orti e anche qualche casetta con giardino.
Negli ultimi vent'anni la popolazione di Ciòsa Marina (dati censimenti ISTAT 1991 - 2011) è calata del 10% scendendo a poco più di 50.000 residenti. In una fase di contrazione demografica, dopo anni di espansione edilizia caotica, sarebbe ragionevole centellinare le autorizzazioni a costruire, incoraggiare la riconversione e la ristrutturazione, facendo inoltre tesoro delle vecchie aree rurali e della grande tradizione agricola locale che ha visto negli orti uno dei suoi gioielli.

Francisco Panteghini
Mediatore Elementare
Consulenze di Ecologia Olistica

Foto e testi di proprietà dell'autore.

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