Sono poi andato al parco di villa Manfrin dove avevao organizzato una vera e propria festa per gli aberi con percussioni e danze la scorsa domenica delle palme. Quel bel pezzo di pioppo nero che ci aveva osservato dall'alto è stato abbattuto, mi sono inginocchiato incredulo là dove hanno frullato la sua ceppaia. Ho suonato per lui e accolto la mia tristezza che si è trasformata in una breve invettiva per poi placarsi in un desiderio di essere utile. Cosa posso fare? "Diventare albero" - la risposta mi è arrivata veloce e semplice. Molte volte mi sono sentito consigliare così da una vocina interiore.
Questa inaspettata partenza di un vecchio amico, il primo albero su cui ho agito a livello sottile per aiutarlo a cicatrizzare un grande taglio, mi ha profondamente commosso. Come posso realizzare questa indicazione sibillina? Mi sono inginocchiato e raccolto come un seme per poi schiudermi lentamente verso l'alto. Riconosco gli alberi come maestri. Mi insegnano a stare ben piantato nelle mie radici e ad innalzarmi con le mie forze verso la luce. E in questo movimento ascendente sento il calore del mio cuore, il sostegno della Madre Terra, l'accoglienza dell'aria che cambia forma per far spazio alla mia crescita. Divento albero, porto l'acqua e le pietre dalle profondità fino al cielo. Fisso l'anidride carbonica e offro ossigeno e frescura agli altri esseri attorno a me. Imparo a non mentire, a non invidiare, a non arrabbiarmi con chi mi aggredisce e strappa i miei rami. Guardo gli altri alberi attorno a me, ognuno diverso, eppure parte di un gruppo: pioppi, querce, platani, frassini, aceri... Così comincio a riconoscere il progetto unico che ho dentro di me.
Hanno abbattuto un decina di grandi e vecchi alberi a villa Manfrin e non sanno cosa hanno perso. Gli alberi creano uno spazio particolare tra terra e cielo. Uno spazio protetto dai venti e dalle interferenze che aiuta persino i nostri pensieri a scorrere più quieti e a ricevere semi di luce dall'alto. Non a caso il Buddha raggiunse l'illuminazione meditando sotto un albero e Gesù Cristo pregò il Padre nel giardino degli Ulivi. Solo i vecchi alberi sono in grado di aiutarci in questo. Dieci giovani alberi non danno lo stesso benessere di un unico vecchio esemplare, per quanto martoriato da tempeste o aggredito da funghi. Prima di abbattere uno di questi fratelli alberi bisogna davvero fare tutto il possibile per tutelarlo e lasciarlo invecchiare. Si fa presto a tagliare ma ci voglio decine di anni per colmare i vuoti, specialmente se non c'è una politica di gestione coerente del patrimonio arboreo che prevede un continuo rimboschimento. Tutelate i vostri alberi. Andate a trovarli, apprezzate la loro presenza ma soprattutto imparate da loro: diventate alberi!
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