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domenica 16 ottobre 2011

Mare d'autunno

Si spengono i riflettori sulla riviera di Chioggia, chiudono alberghi e campeggi. Il vento e il mare riprendono la loro danza indisturbati e offrono ristoro alla mia anima nomade. Passeggio alla scoperta di un paesaggio affascinante, sulle ultime dune al limite sud della spiaggia di Sottomarina . Ero partito stamattina per esplorare il bosco Nordio ma con il cuore aperto e così, questa infallibile bussola, mi ha condotto ad arenarmi su queste dune. Credo che la Brenta, che scorre qui accanto, sia stata complice. Mi invita a risalirla e conoscerla come ho fatto per la Piave. Un altro fiume allontanato dai Veneziani dalla laguna e che scorre dal Trentino fino al mare. Mentre guidavo ho cominciato a rallentare, poi ho svoltato di là, poi mi son detto "perchè non fare una passeggiata al mare prima del bosco Nordio?"

La spiaggia si offriva nuda alle carezze del vento, poche persone a godersi lo spettacolo: un uomo con due cani, un pescatore laggiù sulla diga dell'estuario della Brenta e, meraviglia, due uomini a cavallo. Ed io, con digiridoo in spalla ad ascoltare il vento, il mare, la sabbia e a inventare modi per portare la gente a riprendersi il contatto col mare, questa forza primigenia e inesauribile, proprio in questo luminoso autunno. Stupefacente quanta serenità e quanti nuovi pensieri possa offrire una lunga passeggiata lungo la spiaggia. Non c'è bisogno di spogliarsi ed entrare in acqua per gustare le vibrazioni uniche che lo sciabordio delle onde e il vento a raffiche sanno dare. Mare , vento e sabbia come la saliva e il soffio divino che mescolati con l'argilla, secondo il mito ebraico, ci formò. Sono queste le forze elementari con cui confrontarsi in questo paesaggio. A Sottomarina finita la stagione diventa difficile trovare un ingresso alla spiaggia, ma quanto ha da dare agli avventurosi che sanno trovare la via. Mi accende il desiderio di organizzare un festival di appuntamenti dedicato a questo "mare d'inverno". Come un bianco destriero, spronato dal vento, il mio pensiero crea immaginazioni e possibilità che presto condividerò con gli amici per cercare di realizzarle.

Ho gustato in particolare la conquista della diga dell'estuario della Brenta. Una lingua di massi bianchi e rosati che ti conduce nel blu. Un piccolo faro su un basamento ottagonale testimonia che la luce è arrivata nelle tenebre e non può essere sopraffatta. In uno slargo fitte scritte di vernice sulle pietre e poi dediche di innamorati. A sorpresa trovo anche un fiore scolpito... sarebbe bello invitare scultori per una giornata di creazioni da dedicare a questo punto di confine tra terra e mare. Vi ricordate il gabbiano Jhonathan? Quello che viene espulso dallo stormo per aver violato la tradizione del volo? Passeggiando soli in questo mare d'autunno potete sentirne la voce che riaccende nel cuore la consapevolezza che ciascuno di noi ha una strada unica per realizzarsi e che il grigio conformismo è una delle più gravi malattie umane.

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