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venerdì 17 agosto 2012

Il bosco sommerso

A vederla dalle barche a motore la laguna è solcata da canali di navigazione segnalati dalle bricole, strutture formati da tre o quattro pali uniti insieme. La medesima struttura nella nomenclatura marinara internazionale viene chiamata anche duc d'albe o dalben o dolphin. Ogni bricola è numerata e porta una targhetta a segnalare il lato interno del canale. Le bricole sono state piantate quando le esigenze difensive della laguna vennero a cessare e fu possibile ai naviganti avventurarsi per i meandri che prima richiedevano l'esperta guida dei piloti veneziani. Guardando le centinaia di pali si può pensare che siano semplici pezzi di legno morto infissi nel fondo melmoso.
Ma navigando silenziosamente, a pelo d'acqua, sulla laguna, nei giorni senza vento, in certe ore del giorno, quando il velo che ci separa il mondo sommerso si fa liscio e più sottile pare di poter accedere ai misteri della laguna. Ed io che vi entrai posso testimoniare che quegli alberi sono viventi e che hanno formato un bosco sommerso con radici invisibili che li collegano. Un bosco unico e misterioso che ha colonizzato silenziosamente ogni anfratto e che, tenendo le barche nei canali, cerca di arginarne l'invadente moto ondoso e i rigurgiti di combustibile venefico. I suoi tronchi ospitano cozze e altri molluschi che li rendono taglienti alle mani dell'incauto esploratore.
Intere foreste furono depredate per costruire navi, remi e fondazioni delle case lagunari. Oggi quell'epoca va tramontando ma le bricole ancora rinnovano il bosco sommerso. Si tratta per lo più di belle querce, di almeno 30 anni. Ma vi si trovano , venduti all'incauto acquirente, anche degli olmi. Le roveri continuano il loro compito di proteggere le terre in cui si elevano. Piantate a testa in giù la loro fisiologia occulta si è trasformata attingendo nutrimento dall'aria e dal sole nella parte emersa e ossigenando l'acqua al di sotto mentre accumulano sale e residui di metalli. Gli olmi invece sono meno tenaci ma riescono a inviare e ricevere efficacemente informazioni tra il mondo sommerso e certi navigatori dei cieli che su di loro approdano.
Ho portato il Barakud entro i fondi melmosi dopo aver scoperto diversi passaggi eterici che mi hanno permesso, con poco dispendio di energia, di comprendere le connessioni profonde della laguna con l'intero pianeta. Mi sto convincendo che qui risieda una specie di organo planetario simile all'orecchio con la funzione sia di ricevere certe vibrazioni cosmiche ma anche di elaborare e mantenere l'equilibrio tra parti emerse e parti sommerse.
Dal Diario del Capitano Memo, 17 agosto 1923

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