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martedì 5 luglio 2011
Amore condizionale
(foto di Giuseppe Dall'Arche per Artepiave.it)
“Non voglio piante brutte nel mio giardino: o la cura o la cambia” così ha sentenziato il signor C., un milanese che gode una volta al mese un bell'appartamento a Venezia con giardino. Quanto hanno riecheggiato quelle parole in me, hanno risuonato con quel malessere crescente che mi spinge oggi a lasciare il mercato del giardinaggio. Ti amo fino a quando soddisfi le mie aspettative, i miei bisogni. Noi chiamiamo amore questo “do ut des”. Ma è un amore condizionale e condizionante che crea dipendenza e paura di perdere il beneficio, il nutrimento emotivo dell'approvazione altrui.
Qualcuno invece, forse un angelo travestito da carpino bianco o da olmo, mi ha messo nel cuore un seme che ora è una gracile pianticella, di accettazione totale e gioiosa. Ti amo perchè esisti. Io esisto libero e ti ringrazio che esisti anche tu, così posso far fluire il mio amore e ampliare la mia percezione di me e di te in un noi sempre più inclusivo. Quanto malato sono ancora di aspettative e voglie egoisitche che mi allontanano da questo albero luminoso che mi cresce dentro! Ma lui non si scompone, continua a crescere, con la pioggia o con il sole e mi accoglie senza giudizi ogni volta che rientro in me stesso. Mi sussurra “diventa albero!”.
Gli alberi mi incantano. Mi hanno salvato la vita e mi hanno sfamato quando sono rinato. Non mentono, non giudicano, ti offrono sempre sostegno, ombra, aria pulita. Percorrono la terra con le loro radici, ancorandosi al meglio ma contemporaneamente non smettono mai di muoversi: oscillano continuamente al vento, scricchiolando e frinendo. Un maestro, Claudio C., definisce l'amore come “accettazione incondizionata di ogni fenomeno in ogni sua espressione”. Sacro mistero.
Non è l'amore degli innamorati ma è più vicino al cuore di madre. Deve essere questo l'amore di cui parla Gesù Cristo insegnando “amatevi come Io ho amato voi”. Vi accetto e vi mostro in questo modo la vostra più profonda essenza, al riparo di ogni giudizio e aspettativa. Questo amore rende perfetto ciò che ama, permettendogli di esprimere tutte le sue potenzialità. Questo amore, frutto di sforzo e libera scelta, aumenta continuamente esercitandolo. Rende perfetto tutto ciò che tocca sottraendolo alla paura della separazione, della condanna, del rifiuto.
E così chiudo la mia azienda, Amico Giardiniere, continuando ad amarla e ricordandomi che nacque come un progetto di formazione, per incoraggiare adulti e bambini a fare esperienze creative e conoscitive nel verde. Ora posso essere ancora di più Amico Giardiniere: amico delle piante e di chi le ama e le vuole conoscere sempre più.
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