Da alcuni anni in Italia si moltiplica l'utilizzo delle rotatorie per sostituire incroci regolati da semafori e altre intersezioni. L'isola centrale è solitamente organizzata come area a verde che crea difficoltà di gestione e, nelle aree più centrali, diventano esperimenti progettuali, spesso di dubbio gusto, i più vari. Ironizzando pare che si diffonda una "ars rotatorie" che punta all'originalità e allo stupore dell'automobilista. Sono d'accordo con le riflessioni della paesaggista Caterina Benetazzo, a partire dall'analisi delle rotatori della "Via dei Vivai" tra Padova e Saonara (nella foto sopra un dettaglio), che le funzioni del verde stradale sono assolutamente diverse da quelle del giardino (leggi il suo articolo) ma ritengo che sia necessaria una analisi più dettagliata delle funzioni e degli elementi costruttivi impiegati per offrire proposte ragionevoli di utilizzo di quegli spazi verdi. Prima di tutto sarà utile fare un po' di storia e dobbiamo partire dal lontano 1903 quando William Eno progettò la prima piazza con rotatoria centrale a senso unico: la Columbus Circle di New York. Qui sotto una foto d'epoca e sopra la vista aerea di come è oggi, proprio accanto a Central Park.
Le rotatorie (USA circle, GB roundabout, FRA rond-point, rotatoire) si diffusero in Europa dagli anni Venti e sono diventate sempre più utilizzate con l'incremento del traffico veicolare come alternativa per rendere più scorrevole grandi incroci. Per averne una prospettiva storica complessiva fino alle indicazioni progettuali dei giorni nostri puoi leggere lo studio dell'Università di Catania datato 2011 ma ancora molto attuale. Tornando alle foto storiche e attuali di Columbus Circle possiamo notare come all'inizio il centro fosse un piccolo cerchio su cui troneggiava la statua di Cristoforo Colombo che oggi è invece avvolta da una rotonda di maggiore dimensione dove hanno trovato spazio isole di verde. Sostituire coperture inerti con spazi verdi è una tendenza sempre più forte a rinverdire le nostre città. Questo è un punto fermo irrinunciabile però a portato spesso, in mancanza di nitidie linee guida, alla costruzione di spazi verdi di ardua manutenzione, proprio in mezzo al traffico cittadino aumentando i pericoli per gli operatori, i costi di gestione e i potenziali disagi per gli automobilisti.
Rispetto agli incroci semaforici le rotatorie offrono diversi vantaggi (con traffico superiore ai 400 veicoli al giorno):
‐ possono accogliere in modo efficiente 4 rami;
‐ drastica riduzione dei punti di conflitto;
‐ consentono di fare inversione di marcia in sicurezza;
‐ non interrompono il flusso;
‐ velocità moderata/controllata;
‐ facilitano le svolte e riducono i tempi di attesa;
‐ migliore gestione delle fluttuazioni di traffico;
‐ annullano la possibilità di collisioni frontali (più pericolose), permangono solo le collisioni laterali.
Il verde stradale dovrebbe avere funzione di: accompagnare il guidatore nel suo percorso senza distrarlo, segnare l’ingresso in un nuovo paese creando una situazione di “porta”, creare un collegamento verde dal paesaggio esterno all’interno del paese, valorizzazione ecologica utilizzando piante resistenti all'inquinamento e possibilmente autoctone. Scegliendo di riempire di spazi verdi l'interno delle rotatorie sarebbe stato opportuno rimanere fedeli a queste linee guida. Al contrario la centralità di quelle aree e la nutrita percorrenza le ha rapidamente portate alla ribalta come luoghi da "abbellire" o su cui investire per un ritorno di immagine o vera e propria pubblicità. Ricordo ancora il senso di stupore per aver guidato per la prima volta in una grandiosa rotonda alla periferia di Montpellier (Francia del sud) nel 1997. Cartelli recitavano "le rotatorie facilitano la circolazione". La Francia è uno dei paesi europei che ha più creduto e sviluppato questo sistema di intersezione. Ed è anche uno dei paesi che le ha abbellite e trasformate in riassunti del paesaggio circostanti (es. vigneti in Borgogna, celebrazioni del Giro di Francia come qui sotto e molto altro).
L'Unione Europea non ha prodotto legislazione sulle rotatorie ma ha dato delle indicazioni di massima, in particolare sulla visibilità: l'autista non dovrebbe vedere di fronte a sè l'altra accesso della rotatoria, anche per evitare abbagliamenti di notte, ma dovrebbe avere una buona visuale in immissione. Ecco uno stralcio da un buon manuale di progettazione curato dal Centro Studi Pim nel 2015 (qui il testo completo) da cui si deduce come il verde abbia il compito di aumentare la percezione della rotatoria, bloccare la vista di fronte e organizzarsi su una leggera pendenza spiovente. Nel prossimo articolo analizzaerò numerose realizzazioni italiane e ne verificherò la coerenza con questo criteri di base individuati, valutandone punti forti e limiti (leggilo).
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