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sabato 18 aprile 2020

Ars Rotatoriae: II Parte. Esagerazioni e trionfo delle rotatorie come spazio celebrativo

Le funzioni di un giardino sono profondamente diverse da quelle del verde stradale (leggi l'articolo precedente): in una rotatoria non ci si intrattiene e non si passeggia. Il traffico veicolare che la circonda è una fonte di pericolo continuo per chi deve operare alla manutenzione della rotatoria, come d'altro canto i cantieri di gestione del verde stradale rallentano il traffico. I cantieri stradali sono la fonte di moltissimi gravi incidenti, spesso mortali. Il solo taglio erba per mantenere un prato "all'inglese" oltre all'irrigazione richiede in media 10 sfalci all'anno, ovvero 10 cantieri di manutenzione con operai nella rotatoria.
E' insensato costruire sentieri che partono dal traffico e vanno verso un giardino che nessuno godrà nella rotatoria. Condivido anche la riflessione che sia insensato investire migliaia di euro per acquistare degli ulivi per una rotatoria stradale quando esistono piante più economiche e molto più resistenti all’inquinamento. Simili riflessioni riguardano la realizzazione di laghetti e fontane nelle rotatorie: si devono sempre valutare i rischi in caso di impatto di un veicolo.
Tanto maggiore attenzione dovrà essere fatta quando si decide di inserire sculture dentro le rotatorie: bisogna prevedere il caso, non tanto inconsueto, di incidenti che spingano veicoli nell'area centrale. Bisogna prevedere eventuali urti e possibili incidenti a catena.
Eppure nelle rotatorie più centrali si è investito molto tanto da farle diventare ambiti spazi pubblicitari in cui un'azienda si incarica della manutenzione o persino di una progettazione propria in cambio di cartelli pubblicitari tutto attorno.
Credo che i Comuni dovrebbero valutare bene questi accordi per evitare di creare spazi disarmonici e aree verdi completamente slegate l'una dall'altro, senza un filo comune di progettazione. Ben venga la sponsorizzazione e i cartelli (purchè non troppo impattanti) a sostegno però del servizio pubblico sia nel progetto che nella gestione.
Qui sopra potete ammirare la "rotonda del camionista" in Emilia Romagna. Come potete vedere il prato rustico ricopre quasi tutta l'area per poi lasciare spazio ad una opera, di dubbio gusto, con questo gigante metallico che porta un camion. Secondo voi quest'opera realizza i requisiti europei delle intersezioni a rotatoria? Cioè riduce la visuale del lato opposto e non distrae l'automobilista? Nessuno delle due. E' sicura un'opera del genere o quelle sculture a Valenzano poco più sopra in caso di un incidente? Credo che possiamo giustamente dubitarne.
La maggior parte delle rotatorie fuori dai centri urbani sono semplici rialzi di terra lasciati colonizzare dalle erbe pioniere che in un paio di anni danno vita ad un robusto prato misto in grado di superare il metro, ma ancheil metro e mezzo di altezza a maturità. E spesso le amministrazioni si trovano a corto di fondi o si trovano a discutere con altri enti stradali (Anas, agenzie regionali ecc.) per chi abbia in carico questo o quello spazio. Purtroppo accade di frequente che si stanzino i soldi per la realizzazione senza tenere conto dei futuri costi di gestione e così ci troviamo spesso in estate davanti a rotatorie incolte. Ricordo che attorno al 2010 la provincia di Treviso governata da Luca Zaia aveva lanciato un rinnovo delle infrastrutture stradali che faceva perno sul Progetto Rotatorie. La Provincia spendeve più di 100.000 euro per lo sfalcio dell'erba in queste nuove aree acquisite. Anche l'inserimento di qualche albero non riduce il numero di sflaci e i costi. Bisogna proprio rirpogettare quegli spazi.
Credo che i soldi pubblici dovrebbero essere utilizzati prioritariamente per migliorare i parchi pubblici piuttosto che il verde stradale perchè è lì che gli abitanti si devono incontrare e trascorrere il proprio tempo. Quindi quali punti di riferimento si possono proporre per una gestione del verde stradale ed in particolare delle rotatorie? Sicuramente bisogna intedere gli spazi verdi delle rotatorie come aiuole a bassa manutenzione, con l'inserimento in altezza progressiva di piante tappezzanti, cespugli, piccoli alberi fino a grandi alberi se le dimensioni lo consentono. Ne parleremo nel terzo articolo la prossima settimana!

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