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lunedì 15 marzo 2021

Andare oltre la rabbia rossa e la paura nera della nuova chiusura

Quando venerdì scorso si è cominciato a paventare una nuova chiusura del Veneto mi sono ostinato ad aspettare l'ufficialità sperando che ci sarebbero state notizie diverse. Giovedì il Corriere del Veneto aveva pubblicato un elenco preciso di tutti i contagi nei vari distretti della regione: a Chioggia su sessantamila persone c'erano solo 98 positivi, cioè le 0,16% della popolazione. E così per molti altri distretti del Veneto, di contro alcuni dove l'epidemia ha ripreso terreno. Chioggia non si meritava questo declassamento ed io mi sono indignato come non capitava da tempo. Io sono un fervente federalista, ma non a livello di regioni semmai a livello comunale o di gruppi di comuni. Perchè non si è scelto di applicare ordinanze differenziate?
La zona rossa implica la chiusura dell'azienda turistica dove lavora mia moglie e il passaggio in didattica a distanza per la scuola dove lavoro e quella dove va mio figlio. La zona rossa ci fa chiudere in casa, blocca progetti, speranze e opportunità di lavoro. Dopo un anno che conosciamo l'epidemia di Covid possiamo ancora gestirla con gli strumenti emergenziali e poco efficaci del passato? Una chiusura completa porta danni: si vedono i negozi chiusi che non riapriranno, le casse integrazione ridotte all'osso, tutta la fiducia dei nostri imprenditori viene scossa. Che fiducia possono avere in uno stato che impone senza consultarsi con le categorie procedimenti che sanno sempre più di dittatura sanitaria. Sì proprio così "dittatura sanitaria": riprendo questa espressione provocatoria dal filosofo Diego Fusaro, lucido nella sua critica marxista che solo in parte condivido.
Eppure come definire un paese dove il governo non risponde ai cittadini, dove anzi il capo del governo è scelto dai mercati finanziari come il signor Draghi e a cui quasi tutte le forze politiche prima litigiose ora si accodano, dove l'opposizione parlamentare è messa a tacere, dove il libero pensiero e la ricerca di un confronto a 360° su questa gestione del Covid e le sue ricadute sociali, economiche e politiche viene negato, bollato come negazionista o antiscientifico. Indice di democrazia è invece il rispetto di tutti i diritti individuali sanciti dalla Costituzione, tra cui anche il diritto alla libertà di cura. Può essere scomodo tollerare la libertà degli altri, ma è la base della democrazia!
Ma sotto traccia nella mia rabbia, dove averla smaltita per un paio di giorni mi sono reso conto che c'è una paura oscura, la paura di veder ripetere la traumatica esperienza della chiusura dell'anno scorso. In quei mesi di inattività forzata qualcosa si è spezzato in me, ho iniziato che avevo 43 anni e ne sono uscito che ne avevo 50 di anni e 10 chili in più. Guardando dalla relativa serenità familiare ed economica di oggi che ho ripreso a insegnare devo ammettere a me stesso che quelli sono stati mesi governati da una leggera depressione e la possibilità di ricadrvi mi terrorizza. Ho cominciato a guardare in faccia quella paura e a reagire. Programmando la mia vita, uscendo a prendermi cura del mio orto, fare un elenco di cose lasciate in sospeso da concludere, proseguendo col lavoro, anzi imparando da colleghi e studenti una certa leggerezza. Infatti credo che la didattica a distanza non possa che essere, per gli adolescenti, una didattica "light". Da mesi mi sono messo a curare le preghere della sera e mi sono accorto che non c'è niente che non possano fronteggiare regalando pace e intuizioni. Per questo ti invito a inserire nella tua giornata un momento di preghiera. Se vorrai condividere con me le tue esperienze c'è anche un evento facebook La Preghiera della Sera: https://www.facebook.com/events/459716018551982

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