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domenica 17 dicembre 2017

Quando ti muore un figlio...

Il Natale a Chioggia è stato funestato da un banale incidente stradale: un'auto ha urtato tre biciclette elettriche nel tardo pomeriggio, sbattendo le ragazze alla guida sulla strada e il guardrail. Chiara sembra sia morta sul colpo, le amiche ferite sono in ospedale. Condoglianze alla famiglia. Figlie che perdono i genitori diventanto orfani ma mon esiste nella lingua italiana, e forse in nessuna, una parola per dire il dolore e la condizione di un padre o madre che perdono una figlia. Non è prevista: così innaturale e rara si vorrebbe questa circostanza. A un dramma simile aveva dedicato un film Nanni Moretti anni fa: la stanza del figlio.
Quello delle biciclette elettriche è un mondo che ho scoperto trasferendomi a Chioggia: la città in cui ne ho viste di gran lunga di più, regalo ambito dai ragazzi, mezzo di trasporto per tutte le età ma per gli adolescenti un comodo ripiego dai costi e vincoli del motorino. Per le biciclette elettriche non sono previsti fanali obbligatori, assicurazione, casco o un'età minima. Alle 19.30 ieri sera l'autista semplicemente non ha visto le bici e le ha falciate. Mi dispiace molto anche per lui, perchè io stesso ho sfiorato decine di volte biciclette dalla guida spericolata, toccandone anche una nel febbraio scorso senza gravissime conseguenze.
Alcuni giornalisti hanno scritto di una tragedia annunciata, sia per la scarsa sicurezza delle biciclette elettriche che per il luogo della tragedia, lungo la statale Romea allo svincolo per il nuovo centro commerciale. Proprio all'ora dell'incidente stavamo concludendo l'animazione lungo la bella Riva Vena a Chioggia, ma poca gente nel pomeriggio freddo girava per il centro storico. Al contrario i centri commerciali si riempiono, le catene di fast food spazzatura fanno affari e attirano i ragazzi che si spingono coi mezzi disponibili lungo la statale in un'area tagliata fuori dal tessuto cittadino.
Ora è il momento del dolore, della tristezza ma anche della ricerca di un senso più alto che mi auguro le famiglie e gli amici sapranno col tempo trovare. Personalmente sono certo che nel piano divino nulla è lasciato al caso. Per due anni ho prestato opera come volontario in un'associazione trevigiana che si occupava di animare il reparto di pediatria offrendo giochi, attività, piccole gag ai bimbi ricoverati. Questo progetto "giocare in corsia" è nato parecchi anni fa attorno ad Ivka, una bambina ucraina (vi ricordate Chernobyl?) malata di tumore e ospitata all'ospedale Ca' Foncello per mesi. Alcune donne si organizzarono per farle compagnia e iniziarono a coinvolgere altre persone e bambini.
Ivka se l'è portata via il tumore che la consumava a causa delle radiazioni ma il seme d'amore che grazie a lei era stato seminato nel reparto di pediatria di Treviso ha germogliato: la locale sede LILT ha aperto un progetto "giocare in corsia" formando e seguendo volontari a entrare in punta di piedi lungo le corsie del reparto a seminare sorrisi. Si è ampliata l'area comune, è nata una vera e propria area giochi, un'aula scolastica con biblioteca per i bambini ricoverati a lungo con una maestra dedicata e persino un piacevole giardino pensile... Io auguro che, passato il tempo delle struggimento, superata la rabbia, un altro seme d'amore possa essere messo a riempire il vuoto che Chiara ha lasciato. Lascio all'Ispirazione celeste quale possa essere l'iniziativa che migliori tutta la nostra Comunità su tutti i nervi scoperti che questa vicenda ha tragicamente messo in luce. Sarò lieto insieme all'associazione Amico Giardiniere di offrire il nostro sostegno per iniziative concrete e amorevoli che dovessero nascere.

lunedì 16 ottobre 2017

Le parole sono importanti: tagliare non è potare!

Col declino dell'autunno aumenta la voglia di riordinare i giardini e provvedere alle potature di contenimento. E' presto, troppo presto! Bisogna aspettare il riposo vegetativo delle piante e anche altre condizioni favorevoli di cui parleremo in un altro contributo. La potatura è una delle pratiche colturali che ci permette di interagire con lo sviluppo delle specie legnose (alberi o arbusti che siano). Può servire a indirizzare la crescita della pianta, ridimensionarla, renderla più sicura rispetto alla spinta del vento.

Ma dobbiamo ricordare che la potatura è anche un intervento invasivo che provoca ferite all'albero e apre la strada a patogeni. Insieme alle ardue condizioni della vita in città (errato impianto, terreni poveri, calpestio, inquinamento) gli interventi di potatura errata sono la principale causa di degrado e morte delle alberature in contesto urbano. Ricordatevi sempre che potando state ferendo un essere vivente, quindi fatelo con la massima coscienza.

Il verbo "potare" o peggio ancora “tagliare” (che include concetti dall'abbattere al potare) è abusato e poco chiaro. Potare implica una volontà precisa da parte dell'operatore di arrivare a un certo risultato, competenza e strumenti adeguati. Potare = ragionare sull'architettura e la fisiologia dell'essenza. Tagliare invece è generico, si taglia il pane, il salame, la corda... si divde qualcosa con una lama senza doverne conoscere affatto la struttura o la fisiologia.

Secondo Peter Klug (autore di un utile manuale) si distingue:

1+potatura di allevamento o di formazione: serve a direzionare la crescita dei giovani alberi in vivaio o nei primi anni di messa a dimora. Poi i turni di potatura si allungano da annuale a triennale o più a seconda degli spazi disponibili e della salute dell'esemplare.

2+cura della chioma: intervento mirato a favorire lo sviluppo equilibrato dell'albero, prevenendo sviluppi indesiderati (si rimuovono rami secchi, codominanti, succhioni, rami squilibrati o danneggiati)

3+diradamento della chioma: si riduce il numero di rami piè esterni praticando dei tagli di ritorno, si applica in caso di alberi che non siano in grado di alimentare la chioma e precede un'eventuale riduzione. Qui sopra vediamo il cedro atlantica glauca della prima foto dell'articolo dopo la pulizia dei rami secchi e un forte diradamento.

4+riduzione della chioma: si riduce l'intera chioma, si usa in caso di problemi di sicurezza o età avanzata dell'albero. Si evitano tagli di grandi dimensione mantenendo la struttura delle branche principali dell'albero. Si rimuove al massimo il 30% della chioma.

5+Capitozzatura: riduzione severa della chioma con tagli di grandi dimensioni. E' un intervento da riservare solo a casi di emergenza ma purtroppo è ampiamente e praticato da persone senza alcuna preparazione professionale per le normali potatura. Spesso produce alberi brutti, con una vita notevolmente ridotta e che produrranno (se sopravvivono) nugoli di ricacci disordinati e instabili che richiedono poi nuove potature. Il 5% delle piante muore entro 2 anni.

Segui il nostro blog o la pagina facebook per essere aggiornato sui prossimi contributi in pubblicazione. Oppure richiedi una consulenza al 328 7021253 nelle regioni dove siamo presenti.

venerdì 22 settembre 2017

Giornate di formazione coi Giardinieri BioEtici

I Giardinieri BioEtici mirano a formarsi continuamente e per questo i nostri giardinieri sono tenuti a seguire almeno due seminari di aggiornamento all'anno. Queste giornate tecniche di full immersion sono itineranti ovunque ci sia richiesta. Sono state organizzate a Padova, Vicenza, Verona, Urbino e il prossimo ottobre ci sarà la prima giornata tecnica a Roma. I temi toccano i fondamenti della professionalità del giardiniere, le tecniche compatibili con un approccio "bio+logico", le novità e i prodotti da provare. Il taglio è operativo anche perchè i formatori sono solitamente giardinieri esperti o persone del settore con cui è possibile instaurare durante tutta la giornata un rapporto diretto dialogando su problemi professionali e domande applicative.

Giornata tecnica a Roma, domenica 8 ottobre 2017

LA GESTIONE DEGLI ALBERI NEI GIARDINI, CON APPROFONDIMENTI SU PALME E PINI

Relatori:

dott. Francisco Merli Panteghini, Giardiniere BioEtico, formatore e potature di lungo corso
Maurizio Cipriani, membro del capitolo SIA Lazio, arboricoltore esperto di palme
Luigi Pirozzi, agrotecnico, Giardiniere BioEtico, responsabile del servizio di giardinaggio dei Vivai Cassia

Per il programma dettagliato, costi e la location scrivere a info@amicogiardiniere.it o chiamare Francisco Panteghini al 328 7021253

Temi trattati: approccio alla potatura, fini dell'intervento e tipi di potatura, fasi fenologiche e reazione dell'albero, potature sul verde, corretto impianto, anticipazione della crescita dell'albero, cenni alla tecnica VTA e al riconoscimento funghi. Approfondimento sulla scelta, gestione, cura delle palme con particolare attenzione alla lotta al punteruolo rosso e poi sui pini, il loro apparato radicale, approcci alla potatura, metodi di lotta alla processionaria e al bostrico.

Iscrizioni entro il 2 ottobre 2017 scrivendo a info@amicogiardiniere.it o chiamando Francisco Panteghini al 328 7021253

Il programma aggiornato è su www.giardiniere.bio

Giornata tecnica a Verona, domenica 25 novembre 2017

LA PROGETTAZIONE DI GIARDINI, AIUOLE E BORDURE NELLA VISIONE DEL GIARDINAGGIO BIOETICO

Relatori: Simone Fenio, fondatore dei Giardinieri BioEtici, la progettazione nella visione del giardinaggio bioetico
Andrea Iperico, Giardiniere BioEtico, il dry garden e altre opportunità per giardini a basso impatto ambientale
dott. Francisco Merli Panteghini, Giardiniere BioEtico, il bird garden

Per il programma dettagliato, costi e la location scrivere a info@amicogiardiniere.it o chiamare Francisco Panteghini al 328 7021253

Temi trattati: elementi e tecniche di progettazione, esame di progetti, la scelta delle essenze, uso di rampicanti, le siepi miste, bordure e uso di erbacee perenni, prati fioriti, camminamenti e aree di sosta, alberature, dry garden, bird garden, orti sinergici e frutteto nel giardino.

Iscrizioni entro il 19 novembre 2017 scrivendo a info@amicogiardiniere.it o chiamando Francisco Panteghini al 328 7021253

Il programma aggiornato è su www.giardiniere.bio

domenica 20 agosto 2017

Gioire e soffrire con la Terra

Sapevo che prima o poi un giorno come questo sarebbe arrivato. Da anni il desiderio di mettermi a lavorare sulla terra cresce inesorabile. Ancora ad un livello hobbistico e con tante cose da imparare, ma la strada è segnata e si arricchisce ogni anno. Non dipendo economicamente dal mio piccolo campo e anzi a fare i conti la perdita è netta. Ma è un altro tipo di bilancio e di esperienza quella che cerco, almeno per ora.
Coltivare la terra è coltivare se stessi. E' una disciplina che ti offre continue lezioni. Se qualcuno ha difficoltà a comprendere la legge del karma forse coltivando qualche anno un orto potrebbe farsi qualche idea in più. Raccogliendo e riseminando i propri semi, imparando a progettare e programmare, lavorando il terreno e lottando con le erbe infestanti a cui la disattenzione, i giorni di pioggia o altri impegni hanno concesso troppo spazio.
Le soddisfazioni sono molte: visibili nei frutti raccolti, nel capire se sei intervenuto al momento giusto, nelle forme che hai realizzato, nel contenimento di malattie e parassiti. E dopo la raccolta si apre l'altrettanto appassionante ma anche impegnativa fase di trasformazione e conservazione dei prodotti: salsa di pomodoro, verdure sott'aceto, conserve.
Poi arriva una tempesta, come quella di ieri e ti devasta tutto: grandine a secchiate, vento e pioggia per un'ora si scatenano nel tuo orto e non ti resta che contemplare i resti delle tue piante, perchè ormai le senti profondamente tue. Ieri mi aggiravo stordito, tra il curioso e l'inorridito, per il campo colmo di ristagni d'acqua, piante maciullate, frutti ammaccati. Mi pareva di visitare il campo di battaglia nell'ora del soccorso, senza saper bene cosa fare, compartecipe di tanto strazio. Non ho pianto, ma forse sarebbe stato più semplice e saggio farlo. Invece sono rimasto bloccato con la schiena, forse per la troppa tensione.
Per un momento ho preso seriamente in considerazione l'ipotesi di mollare tutto, chiamare un trattore, far girare tutto e salutare i gentilissimi padroni di casa che mi hanno affittato il terreno e sostenuto. Ma questa passione è più forte e vuole vivere ogni aspetto delle relazione con la Terra, gioire e soffrire insieme e poi maturare esperienza e diventare saggio come il mio ottantenne vicino che ne ha viste tante e domani farà la conta dei veri danni, tratterà con verderame e con tranquillità ripianterà quel che si può, accettando la perdita come un evento naturale che prima o poi doveva succedere. Amare significa anche questo, ed è questo linguaggio che voglio imparare ogni giorno di più. "Io lo so che non sono solo anche quando sono solo. E rido e piango e mi fondo con il Cielo e con il Fango... che l'unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente: la passione che fa crescere un progetto, l'energia che si sprigiona in un contatto..."

martedì 1 agosto 2017

Amico Giardiniere: 4 anni di passione e risultati

Dalla sua fondazione l'associazione Amico Giardiniere, pur con un ristretto numero di soci iscritti (che ha raggiunto il picco nel 2015 con circa 40 soci), ha avuto sempre una taglio operativo e di impegno diretto dei soci in situazioni locali di lotta al degrado, riqualificazione, valorizzazione del patrimonio verde. Per questa ragione siamo stati promotori e partner di numerose iniziative attestate anche da una lunga serie di articoli e recensioni (ne citerò alcune a fine della relazione). Sono orgoglioso del lavoro svolto, felice di aver incontrato tante persone disposte a spendersi in prima persona per ciò in cui credono. Capisco benissimo che ciascuno ha i suoi momenti della vita e che chi ha dato tanto per i primi anni ora abbia altre priorità, mi piace però pensare che serbi un piccolo posto nel suo cuore per le cose belle e utili che abbiamo fatto insieme e che, se vorranno, potremo ancora fare... mercoledì 6 settembre h 20.30 a palazzo Goldoni Chioggia ci riuniremo per la nuova assemblea dei soci per l'inizio dei nuovi tesseramenti, avvio attività, ricerca nuovi coniglieri, avvio Ciurma dei Birichini, attività nel bosco nordio e accogliere altre proposte.

2013

Anno di avvio dell'associazione con la vecchia sede a Mestre dove si impegna nel recupero e riaffido di piante scartate o regalate per i più svariati motivi. Questa iniziativa prende il nome di Verde Ospitale Samvise Gamgee e si concluderà nel 2015 con la progressiva sospensione delle attività nell'area di Mestre per carenza di soci volontari. Amico Giardiniere ha organizzato corsi di formazione su temi specifici e tre conferenze presso altre associazioni. Temi: tecniche di giardinaggio, gestione verde pubblico, tutela alberi. Lo stile è informale e diretto, privilegia l'esperienza e lo scambio all'interno del gruppo di partecipanti in una dimensione seminariale A Chioggia e Codevigo l'associazione inizia una serie di giornate ecologiche per la pulizia di canali cittadini e argini lagunari. Inoltre l'associazione presenta all'assessoressa all'Ambiente una bozza di regolamento del verde cittadino che ripresenterà puntualmente a tutti coloro che si alterneranno a questa delega fino al 2017 (ben 5 assessori) anno di approvazione di un regolamento del verde che riprende in massima parte tutte le proposte dell'associazione. Alcuni soci di Amico Giardiniere partecipano alla maratona dello sciopero della fame contro la devastazione ambientale proposta dai Beati Costruttori di Pace.

2014

A Mestre l'associazione propone alcune iniziative di pulizia nei parchi pubblici e sigla con l'ente Grandi Parchi del Comune di Venezia un accordo per la gestione del Roseto del parco Bissuola. L'associazione partecipa al forum per il contratto di fiume del Marzenego A Chioggia proseguono le giornate ecologiche in parchi, argini lagunari e diga foranea che raggiungono il numero record tuttora imbattuto di 12 appuntamenti in un anno. Si organizza un flash mob danzante sulla diga foranea dopo aver raccolto decine di sacchi di immondizie abbandonati dai gitanti. Nasce inoltre l'idea di riunire le associazioni cittadine di Chioggia attorno al binomio sport e natura con una festa sulla laguna del Lusenzo che si chiamerà Lusenzo nel Cuore.

2015

Amico Giardiniere organizza un corso di formazione sulla gestione del verde pubblico in collaborazione col Comune di Codevigo (PD) Si conclude, per mancanza di volontari attivi la collaborazione nella gestione del roseto al parco Bissuola di Mestre. Amico Giardiniere promuove a Chioggia un incontro pubblico di presentazione dei contenuti ecologici della enciclica Laudato Sii di papa Francesco. All'oasi di Ca' Roman prima iniziativa comune tra Lipu e Amico Giardiniere per la pulizia della spiaggia e la tutela della nidificazione dei fratini. Seconda edizione della festa Lusenzo nel Cuore. Caccia al tesoro al Bosco Nordio per le famiglie.

2016

Giornate ecologiche nell'area di Chioggia. Sensibilizzazione e interrogazione consiliare sulle capitozzature dei pioppi alla darsena Mosella, nel giro di alcuni mesi gli alberi vengono abbattuti e sostituti come chiesto dall'associazione senza aggravio per il Comune. Amico Giardiniere organizza il Gioca Natura: giornate di gioco e esplorazione al bosco Nordio per bambini. Presentazione progetto di collaborazione con l'istituto comprensivo Chioggia 1 Terza edizione della festa Lusenzo nel Cuore. Visita alla quercia secolare di Fossalta di Portgruaro

2017

Continuano le giornate ecologiche con la pulizia della Riva Vena, la spiaggia (insieme alle associazioni Fare Verde e Apnea Doc), e forte S.Felice (insieme all'associazione Lagunari e al comitato per il forte san Felice) Visita all'oasi di Cervara. L'associazione aderisce al comitato contro la costruzione dell'impianto GPL a Chioggia. Collaborazione con la scuola materna di Cavanella d'Adige (frazione di Chioggia). Avvio del progetto con l'istituto comprensivo Chioggia 1 che coinvolge la scuola Marchetti, Padoan e Gregorutti. Oltre a lezioni ed esperienze di coltivazione in vaso l'associazione provvede alla riqualificazione del giardino della scuola Marchetti e Padoan e all'avvio di un orto alla Marchetti. Quarta edizione della festa Lusenzo nel Cuore. In questa occasione viene anche lanciata una raccolta di disegni per chiedere la Comune il rispetto della legge “un albero per ogni nato” che non è mai stata applicata a Chioggia. Amico Giardiniere lancia la petizione per una legge che vieti la mutilazione degli alberi in collaborazione con i Giardinieri BioEtici, Lipu Veneto, Fare Verde (testo completo su change.org). L'associazione organizza un sit in di protesta contro l'avvelenamento dei platani di campo Cannoni.

Progetti futuri

A Chioggia l'associazione si dedicherà a sviluppare tre temi: la valorizzazione della qualità ambientale (laguna e aree verdi) con pulizie periodiche, escursioni, iniziative formative; la collaborazione con le scuole e la preparazione di attività di gioco in natura per i bambini; la serrata vigilanza sull'applicazione del nuovo regolamento del verde cittadino.

Articoli stampa cartacea su eventi organizzati dall'associazione (solo per citarne alcuni tra i più recenti)

Martedì 12 Gennaio 2016, Il Gazzettino, pagina locale, SOTTOMARINA - L'associazione Amico Giardiniere contro la potatura dei pioppi
19 marzo 2016, La Nuova Venezia, pagina locale,“Amico Giardiniere” volontari al lavoro per togliere i rifiuti sul ponte Translagunare
5 gennaio 2017, La Nuova Venezia, pagina locale,“Amico giardiniere” organizza la pulizia di Canal Vena
1° febbraio 2017, La Nuova Venezia, pagina locale, Un mare di rifiuti: Ripulita la spiaggia dei bagni Clodia
Domenica 19 Marzo 2017, Il Gazzettino, pagina locale, Potatura estrema, scoppia polemica (sulle assurde capitozzature dei pioppi alla scuola Nicolò de Conti)
Sabato 15 Aprile 2017, Il Gazzettino, pagina locale, Tentano di avvelenare i platani di campo Cannoni
22 aprile 2017, La Nuova Venezia, pagina locale, Nuovi nati, alberi mai piantati bambini invitati a disegnarli
Giovedì 27 Aprile 2017, Il Gazzettino, pagina locale, 1° maggio dedicato all'Ambiente (sulla festa Lusenzo nel Cuore IV edizione)
5 luglio 2017, La Nuova Venezia, pagina locale, SOTTOMARINA. Oltre 100 sacchi di immondizie raccolti dai volontari di Amico giardiniere che sabato hanno arricchito la visita straordinaria del Forte di San Felice con una pulizia eccezionale

Chioggia, 2 agosto 2017

Il presidente

Francisco Merli Panteghini

lunedì 3 luglio 2017

Con l'energia di S.Giovanni il Battista

Il 24 giugno abbiamo festeggiato la ricorrenza di S.Giovanni il Battista, un giorno particolare quest'anno perchè coincideva con la luna nuova (inizio di nuovi cicli) in cancro con sole in cancro. Una occasione di portare il massimo di ordine e chiarezza (è l'impulso di Giovanni, ispirato all'adesione profonda alle Leggi Universali) nei propri retaggi, nella propria sensitività, nel rapporto con la Madre, per ritrovare il senso profondo del compito con cui siamo nati, la nostra peculiare vocazione. Dobbiamo continuamente ricordare che siamo Esseri Spirituali che fanno esperienze Materiali per evolvere, fino a che "saremo come gli angeli", ovvero pura energia d'amore e potere creativo in accordo con le Leggi Universali.
La festa di S.Giovanni, subito dopo il Solstizio d'Estate, si collega con la festa di Giovanni evangelista in autunno, anch'essa poco dopo l'appuntamento astronomico dell'equinozio (e anticipano e preparano col loro ritmo il Natale, pochi giorni dopo il Solstizio d'Inverno). Una corrispondenza tra i due Giovanni è quindi inserita nel ciclo dell'anno. Giovanni proveniva da un retaggio sacerdotale elevato del popolo ebraico, suo padre Zaccaria celebrava periodicamente nel tempio di Gerusalemme. La sua nascita, in modo simile a quella di Gesù, arrivò inaspettata e annunciata da un angelo all'anziana madre Elisabetta che non aveva concepito figli. Sua madre è cugina di Maria, dunque Giovanni è cugino di Gesù, la cui genealogia (o meglio 2 genealogie discordanti a dire il vero) è riportata nel vangelo collegandolo a re Davide. Il nome Giovanni significa "dono del Signore", arrivando inaspettato.
Il padre venne avvisato da un angelo dell'avvenimento miracoloso ma restò incredulo e venne punito perdendo la voce fino alla nascita. Al vecchio gran sacerdote le guide del popolo ebraico tolgono la parola e si preparano a darla, affilata come una spada, a suo figlio. Giovanni viene istruito per prendere un giorno il ruolo di gran sacerdote ma ad un certo punto sente questa vita insoddisfacente, si libera di tutte le convenzioni e i compromessi della vita sociale, rinuncia a sposarsi come previso e si ritira nel deserto come un asceta (Matteo scrive "portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico"). Lì matura forze nuove e sente di avere un compito: di preparare la strada alla venuta del Messia, di offrire agli ebrei l'occasione di convertirsi, di tornare a vivere profondamente in armonia con la Legge Divina, cosa che più di ogni altra Giovanni aspira a incarnare, a costo di mortificare il suo corpo, la sua posizione, la sua stessa vita. Su questa profonda convinzione costruisce la sua predicazione pacifica ma dai toni apocalittici, ricollegandosi alla migliore tradizione profetica ebraica.
Seguiamo la presentazione che l'evangelista Giovanni, l'Aquila dei quattro canonici, offre del Battista. Lo troviamo già al versetto 6 del famoso Prologo ("In Principio era il Verbo-Logos..."), subito dopo la descrizione del Logos, il Pensiero Amorevole Creativo che si manifesterà in Gesù quando coprenderà di essere il Cristo. "[6]Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.". Dunque Giovanni ha una missione divina, legata alla venuta del Logos, se non capiamo Giovanni sarà arduo capire e seguire Gesù. "[7]Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui" Lui è il mezzo per arrivare alla vera fede, alla luce del Logos la cui manifestazione visibile, come ci ricorda s.Francesco nel Cantico di Frate Sole, è proprio il Sole con la luce e il calore che generano la vita sul nostro pianeta. E poi l'aquila Giovanni precisa che "[8]Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce." Dunque non bisogna confondere tra Giovanni, emblema della migliore tradizione sacra ebraica, con il messaggio nuovo e universale portato da Gesù. Lui aveva il compito di rendere evidente il riconoscimento del Messia per chi fosse pronto ad accoglierlo.
Ecco che si compie la missione "[15]Giovanni gli rende testimonianza (a Gesù Cristo) e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me». Qui Giovanni fa riferimento non alla nascita nella carne, dato che lui è di pochi mesi più vecchio di Gesù, ma al ruolo spirituale dello Spirito che si incarnò in Gesù Cristo e che aveva partecipato alla creazione fin dall'inizio. Giovanni raccoglie un gran seguito di persone che prepara con un aspro battesimo nel Giordano per fare ricordare a più persone possibile la propria essenza spirituale. I sacerdoti di Gerusalemme, preoccupati dal suo successo gli chiedono se sia lui il Messia: "[20]«Io non sono il Cristo».[23] «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia». [24]Essi erano stati mandati da parte dei farisei. [25]Lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?»." Per i seguaci del Tempio vale solo il principio di autorità gerarchica umana, vogliono sapere quanto in alto è Giovanni. Ma lui parla un linguaggio nuovo, profetico e sempre coerente con la sua missione.
"[26]Giovanni rispose loro: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, [27]uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo». [28]Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando." Dire ai sacerdoti del suo tempo che non conoscono la loro origine nè i fondamenti della natura umana, il principio spirituale che ha partecipato alla creazione suona come una profonda delegittimazione, che Gesù portrà avanti in modo ancora più chiaro definendoli "ciechi che guidano altri ciechi". Giovanni usa le qualità dell'elemento acqua, espressione della vita, per togliere la durezza dai cuori degli ebrei, seguaci di una religione sempre più esteriore e piena di precetti ormai lontana delle verità che molti profetti e lo stesso Mosè riuscirono a carpire al Divino per trasmetterle ad un intero popolo e non a un gruppo ristretto di iniziati.
Matteo (cap. 3) chiarisce meglio la predicazione di Giovanni Battista: [2] «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».[7]Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? [8]Fate dunque frutti degni di conversione, [9]e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. [10]Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. [11]Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco». E Luca (cap. 3)spiega ancora "la parola di Dio scese su Giovanni nel deserto. [3]Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati (...)[10]Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». [11]Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». [12]Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». [13]Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». [14]Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe». [18]Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
La predicazione di Giovanni è basata sulla Giustizia, sullo sforzo personale a essere giusti, a rispettare gli accordi presi, a non farsi deviare dal proprio interesse personale o dalle proprie passioni. Luca cita il profeta Isaia per spiegare la sua funzione "Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri! [5]Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati. [6]Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!" Se ci addentriamo in una doverosa lettura interiore di questi passi e riportiamo dentro ciascuno l'impulso all'ordine troviamo i burroni delle passioni insane, i monti dell'orgoglio, le colline del compromesso e pensieri deviati dal nostro personale interesse o errate convinzioni. Tutti possono accogliere la salvezza divina, racchiusa nella relazione col proprio Io profondo, spirituale ma devono prepararsi: Giovanni, il precursore, rappresenta proprio questa possibilità di cambiare se stessi, di forgiare nuovi pensieri e abitudini, lavorare sulla propria personalità seguendo il senso di giustizia e accrescendolo con azioni conseguenti.
Veniamo all'incontro con Gesù (Giovanni): "[29]Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! [30]Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. [31]Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». [32]Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. [33]Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. [34]E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio»." Ecco realizzata la missione di Giovanni, ai discepoli che ha raccolto attorno a sè offre il senso della sua stessa vita: fare in modo che più persone possibile siano pronte ad accogliere il vero Messia. Se Giovanni ha usato l'acqua per purificare e preparare Gesù userà l'elemento aria-luce, la Parola per elevare le anime di chi lo accoglie e preparare la nuova età dello Spirito che porterà il Fuoco (Pentecoste). Giovanni è stata la "voce" che grida nel deserto, nella mancanza di punti di riferimento certi di una religione ormai lontana dal vero Dio, Gesù è la Parola che nutre e offre in abbondanza comprensione spirituale, libertà e pace interiore.
I primi discepoli di Gesù sono quelli di Giovanni che sono diventati liberi al punto da riuscire a staccarsi dal vecchio maestro per riconoscere il vero Maestro che si presenta e parla in modo completamente diverso. Eppure lo seguono fiduciosi, mossi da un impulso del cuore. "[40]Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e avevano seguito Gesù, era Andrea, fratello di Simon Pietro. [41]Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)»" Anche in questo saper lasciar andare i suoi discepoli verso il nuovo maestro si rivela la grandezza di Giovanni, che però non diventerà discepolo di Gesù. Questo punto mi ha sempre lasciato interdetto: accidenti passi la vita a preparargli la strada e quando arriva porti gli altri a lui e tu te ne vai quando potresti ricevere più degli altri comprensione e amore. Ma Giovanni, il vero Precursore, continua fino alla morte la sua missione, dare testimonianza alla Verità. Un altro Giovanni sarà accanto a Gesù diventnado "il discepolo che lui amava". Per Rudolf Steiner Giovanni Battista e Giovanni Evangelista portano lo stesso Spirito, prima e dopo l'insegnamento pienamente compreso e praticato del Cristo, ipotesi affascinante e ispirativa. Di certo l'apostolo Giovanni ha compreso la grandezza, quasi tragica, del Battista e ha saputo andare oltre, unico apostolo a seguire Gesù fino alla Croce.
Vediamo come porta avanti la sua Missione Divina Giovanni: "[22]Dopo queste cose (le nozze di Cana), Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. [23]Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. [24]Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato. [25]Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione. [26]Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui». [27]Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. [28]Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. [29]Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. [30]Egli deve crescere e io invece diminuire." Giovanni non vuole essere elemento di divisione, desidera che i suoi discepoli riconoscano Gesù Cristo e sa che solo ritirandosi in modo definitivo potrà lasciare posto a Gesù evitando pericolosi contrasti tra chi non è ancora capace di discernere liberamente e ha deciso di affidarsi a lui come autorità di riferimento. Ma la sua anima è serena, lui è l'amico dello sposo che gioisce nel sentire, da lontano, la voce dell'amico venuto a reclamare la sua sposa, l'umanità intera. Giovanni ha compreso il nucelo essenziale della missione di Gesù: "[31]Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. [32]Egli attesta ciò che ha visto e udito (...) [34]Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura. [35]Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. [36]Chi crede nel Figlio ha la vita eterna;(...)».
Giovanni con la sua predicazione veritiera non risparmia nessuno, nemmeno che governa e infatti fu arrestato per aver osato attaccare pubblicamente Erode per aver sposato la moglie del fratello, l'intraprendnete Erodiade. E qui Gesù capisce che è arrivato il suo momento (vangelo di Marco)"[14]Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: [15]«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo»". Sempre Marco (cap 6) racconta la fine di Giovanni: "[18]Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». [19]Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, [20]perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri." Erode tentenna, sente che Giovanni dice il vero ma messo alla prova cederà alle seduzioni e astuzie della moglie, ma anche per la paura di perdere la faccia davanti ai potenti del tempo.
"[21]Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. [22]Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». [23]E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». [24]La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». [25]Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista». [26]Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. [27]Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. [28]La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre."
La morte per decapitazione ha una potente lettura simbolica: Giovanni ha spinto al limite le sue possibilità di comprensione e uso delle sue capacità senza però riempire le sue parole di misericordia. L'unico modo per andare oltre è proprio "perdere la testa" e ricollegarsi al cuore. Il rischio di diventare giudicanti e irrigidirsi è sempre presente. Abbiamo il diritto di analizzare il nostro comportamento e di compararlo a ciò che abbiamo compreso delle leggi universali ma non abbiamo il diritto di giudicare gli altri. Alla morte di Giovanni corrisponde la piena manifestazione della missione di Gesù Cristo, con il suo comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Potremmo anche paragonare Giovanni come un maestro nell'uso del III chakra, il plesso solare, della forza di volontà e di magnetismo nelle relazioni con gli altri che prepara il posto al Maestro per eccellenza il IV chakra, il cuore, il punto di equilibrio tra alto e basso e di comprensione intima delle Leggi Universali riscaldate dall'Amore puro e disinteressato.
Matteo rivela come Gesù avesse chiaro il ruolo preparatorio e indispensabile del Battista. Scrive (cap. 11): "Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «(...) che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. [10]Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te." Nel linguaggio ebraico sacro i messaggeri per eccellenza erano gli Angeli. Rudolf Steiner afferma che in Giovanni si manifestasse lo stesso impulso dell'Arcangelo Michele, l'entità che ha il compito di mantenere l'ordine cosmico e riportare in equilibrio le forze oscure e guida particolare del popolo ebraico in quell'epoca, mentre oggi, sempre secondo Steiner, è assurto a guida dell'Umanità per spronarla oltre la sua epoca più oscura. Auguro a tutti una buona estate, piena di energia del Precursore per portare ordine e determinazione in noi stessi a incarnare il compito che siamo venuti a svolgere qui e ora, senza tergiversare. Con queste forze potremo aprirci alla Sapienza e all'Amore.

sabato 22 aprile 2017

Dal cuore della nostra città la visione da realizzare

Cosa c'è al centro della nostra città di Chioggia Marina? Qual è il suo nucleo essenziale? Quella nota unica che la fa riconoscere tra mille, su cui uno scrittore come Italo Calvino avrebbe potuto scrivere un capitolo delle sue Città Invisibili? Questo nucleo essenziale è la laguna, fecondata dal mare e dai fiumi. L'isola di Chioggia è la perla e Sottomarina è la preziosa conchiglia. Io sono arrivato qui nel novembre 2011 e sono stato risucchiato dalla Laguna. Ho DOVUTO comprarmi una imbarcazione e l'unica che era alla portata delle mie tasche e delle mie aspirazioni era un kayak. Non uno di quegli affilati kayak da mare o quegli snelli kayak da competizione ma un duttile incrocio tra canoa e kayak che dava stabilità e maneggevolezza.
Con quella piccola imbarcazione, vivendo a pelo d'acqua, faticando sulle scie dei motoscafi, tremando nell'attraversare i grandi canali di navigazione, cupi e freddi ho iniziato ad esplorare la meraviglia della nostra laguna sud: da Riva Vena nel Lusenzo, da lì verso Sottomarina, a nord verso Ca' Roman, o dall'altra riva verso Borgo S.Giovanni, il canal fossetta e poi la chiusa di Brondolo o sotto il ponte Cavanis verso il porto e oltre verso il canale di Montalbano, Valli e Piovini e ancora la Brenta e il Nuovissimo. Meraviglia per questa Bellezza e senso di Armonia. Non ci sono altre parole.
Visto dal pelo dell'acqua il nostro piccolo porto, i suoi canali a 8 metri e le sue infrastrutture sono enormi e quasi sproporzionate alla delicatezza delle barene, all'intrico dei ghebi, all'orizzonte guaivo della laguna. Ora è arrivato il deposito per il Gpl, una mostruosità. L'ho considerato a lungo per valutare con attenzione il suo impatto sulla nostra città. Non è utile alla città, non è un'opera strategica, non aiuta lo sviluppo del porto (anzi col transito bloccato dalle navi gasiere lo rallenterà), porterà altri tir rasenti la città e in una pericolosa Statale Romea, offrirà pochi posti di lavoro e potrà solo alimentare paura di un'esplosione e l'inquinamento.
L'unico che ci guadagna è ASPO che incassa centinaia di migliaia di euro di affitto. Era un impianto da posizionare a Marghera, nella prima martoriata e poi abbandonata area industriale di Porto Marghera, con l'autostrada e la ferrovia già integrate nel sistema di trasporto, canali di navigazione escavati a 14 metri, aree già sfregiate e inquinate. Porto Marghera è il cancro che sta contagiando e uccidendo la laguna, più di ogni altra cosa. Questo impianto GPL è una piccola cosa, una squallida caricatura di quel grandioso progetto della città della chimica e dei cantieri navali, ma è figlio della stessa logica di uno sviluppo basato su combustibili fossili e distruzione del paesaggio, imposizione di logiche e presunti interessi nazionali a comunità locali incapaci di difendersi. La Socogas ha anche provveduto ad abbattere quella ventina di pioppi cipressini che mascheravano leggermente l'impianto dal lato strada, allargando quel bel piazzale di ghiaia. Così quando uno arriva a Chioggia, dopo le discariche abusive sul ponte translagunare, il depuratore e il suo olezzo adesso si gode anche questo bello spettacolo.
Ma Chioggia Marina è un'altra cosa. Noi non siamo la sottomessa Marghera, sacrificata dalla classe dirigente veneziana al boom economico. Noi siamo gente libera, abbiamo ancora il sangue caldo nelle vene, viviamo in simbiosi con la laguna, la vita che ci nasce e prospera dentro, il calore e il salso che la rendono così vitale e capace di nutrirci e ispirarci. Per questo ho aderito, come presidente dell'associazione Amico Giardiniere, al comitato No Gpl, pur senza una attiva partecipazione per il momento. Sia per i molti impegni (nelle scuole, nelle pulizie periodiche, nella festa Lusenzo nel Cuore) ma anche perché questo comitato, secondo me, deve ancora comprendere ed esprimere a pieno che il sì è più forte del no, che per contrastare questo progetto degradante è necessaria una visione d'insieme della nostra comunità che lo emargini e faccia comprendere a tutti noi, come ai suoi sostenitori foresti, che qui non può attecchire, perché sono altri i frutti adatti a questa terra. La bandiera blu della nostra spiaggia vale molto più di un impianto gpl da riscaldamento!
Con l'associazione Amico Giardiniere e molte altre organizziamo dal 2013 la festa Lusenzo nel Cuore: Natura, Sport, Comunità. Non è una trovata pubblicitaria: abbiamo sentito che attorno a queste rive la nostra comunità poteva ritrovare il suo senso, la sua dimensione e la chiarezza necessaria per svilupparsi in armonia col suo ambiente. C'è molto da fare e da guarire. Sottomarina è la parte più popolosa e ricca della città, tanto che gli autobus da Padova recano scritta la destinazione “Sottomarina” e non “Chioggia”, un lotta intestina che deve finire. Ma se Sottomarina volta le spalle alla laguna e vende la sua anima, perde la struttura del vecchio impianto urbanistico e sacrifica la preziosa terra degli orti al miglior offerente si offre indifesa alle logiche speculative edilizie e devastanti del turismo di massa, altra industria pesante che deve essere accuratamente regolamentata e organizzata.
Ma ricordiamoci che Venezia, quella vera, muore per l'assedio dei turisti di tutto il mondo, e proliferano solo ruffiani e topi di fogna mentre chi la ama davvero è spesso costretto ad abbandonarla. Anche noi siamo in calo demografico, abbiamo perso il tribunale perché siamo scesi sotto di 50mila abitanti. Molti se ne vanno per la precarietà del lavoro ma anche per i costi e la mancanza di case spaziose, così che tante giovani coppie hanno scelto di formare una famiglia fuori dal nostro comune, a Conche e oltre. Rifondare Chioggia Marina, questa è la nuova frontiera e gli elementi per ridare identità, dignità e speranza ai suoi cittadini ci sono. La vivacità dell'ultimo confronto elettorale ne è una testimonianza. Quindi andiamo oltre il No Gpl, verso Sì Chioggia Marina armoniosamente inserita nella sua laguna, in dialogo fecondo col suo mare e le sue campagne, capace di attirare un turismo lento, virtuoso, fidelizzato.
Dunque non mi resta che invitarvi a venire sul Lusenzo il 1° maggio a godervi la bellezza che gratuitamente ci viene donata ogni giorno. Se volete correre o camminare forte iscrivetevi alla Caminà che parte dall'isola dell'Unione, se preferite lo yoga, il calcio a 5, la voga, il kayak, ricevere reiki, conoscere nuove associazioni, laboratori per bambini (creatività, disegno coi gessetti, costruzione archi) venite in pista rosa dalle 9 alle 12. Se poi volete esagerare alle 11.00 tutti insieme per l'abbraccio al Lusenzo! Se conoscete qualche bambino ditegli che raccogliamo disegni di alberi (in cambio di un buono merenda di 1 euro) da regalare all'assessore all'ambiente per ricordare che Chioggia non ha mai piantato, come per legge, un albero per ogni bambino nato. E se avete a cuore gli alberi, infine, siglate la petizione on line per una legge nazionale di difesa del patrimonio verde. (clicca)

lunedì 3 aprile 2017

petizione per una legge nazionale di difesa degli alberi

Ho lanciato, in accordo con varie associazioni ambientalisti e operatori del settore del verde questa petizione che potete firmare su Change.org
Egregio Presidente Mattarella,

Le scrive un'associazione dedicata alla riqualificazione di luoghi degradati e alla diffusione della cultura del Verde. Ci siamo risolti a scriverLe dopo anni di confronto con le amministrazioni comunali della città di Chioggia che hanno portato all'adozione di un Regolamento di tutela del Verde Pubblico che prevede anche il divieto di capitozzare gli alberi, ovvero di rimuovere oltre il 50% dei rami, pratica errata che avvia il degrado della pianta e ne distrugge la funzione ecologica ed estetica. Un intervento legislativo ha quindi posto fine, almeno in linea teorica, a decenni di rovinosi e costosi interventi di potatura scorretta. Confrontandoci con molte altre realtà associative che hanno a cuore la qualità dell'ambiente, non fine a se stessa, ma come valore indispensabile per tutelare la qualità della vita nostro e delle future generazioni abbiamo constatato che la cultura della gestione dell'albero, specialmente in ambito urbano, è molto arretrata in Italia.

Gli alberi sono un elemento chiave dei nostri paesaggi, un sistema vivente che alimenta la rete della vita, fornisce ossigeno, fissa anidride carbonica, filtra molte sostanze inquinanti, protegge il terreno, favorisce il ciclo dell'acqua superficiale, dona frescura e ispirazione, anche poetica. Gli alberi sono i nostri principali alleati nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e arricchiscono la biodiversità, fornendo cibo e riparo. Ma sugli alberi capitozzati nessun uccello nidifica e la loro funzione ecologica è menomata perché ogni energia dell'albero è dedicata a ricostruire ciò che gli è stato ingiustamente tolto. Per questo Le chiediamo di farsi promotore di una legge nazionale che, basandosi sulle buone pratiche propugnate dalla Società Italiana di Arboricoltura e sugli studi di illustri studiosi italiani di fama internazionale come Daniele Zanzi, definisca a livello nazionale le caratteristiche di un corretto intervento e sentenzi sulle violazioni, stabilendo anche, in caso di danni, il valore dell'albero non solo come mero legname da ardere ma come esemplare che acquisisce valore ogni anno di più.

Un altro tema che dovrebbe essere a nostro avviso ribadito è l'obbligo dei comuni oltre i 15000 abitanti (Legge n. 10 del 14 gennaio 2013) di dotarsi di un piano del verde e di piantumare un albero per ogni bambino nato. Nella nostra città questo obbligo non è mai stato ottemperato e solo dopo anni di nostre richieste il Comune si doterà di un apposito ufficio del verde interno. Si lamenta la mancanza di fondi e l'impossibilità di trovare spazi adeguati. Di certo si tratta di far comprendere ai nostri amministratori quanto sia prioritario dotarci e arricchire il nostro patrimonio verde, non tanto come ornamento dei nostri viali ma come elemento paesaggistico da pensare in boschetti e siepi miste dall'alto valore ecologico più che estetico. Ad esempio il nostro Comune vanta un attivo di milioni di euro che sono bloccati dal patto di stabilità, Le chiediamo quindi di adoperarsi per permettere ai comuni dotati di risorse di potervi accedere per questo importante scopo e di istituire per i comuni con bilanci insufficienti un fondo nazionale a cui poter ricorrere.

Infine vorremmo chiederLe di stimolare i legislatori sia in Parlamento che nella conferenza Stato-Regioni sul tema delicatissimo della formazione professionale dei giardinieri. Molti danni agli alberi vengono perpetrati da personale senza competenza specifica nella gestione delle alberature. Lo scorso anno l'articolo 12 della Legge 154/2016 ha iniziato a definire i contorni della figura professionale del giardiniere delegando alle Regioni il completamento. Diverse regioni hanno chiesto al MIPAAF chiarimenti su come procedere e sarebbe opportuno, visto che il mercato del lavoro dei grandi appalti è nazionale, che criteri uniformi venissero adottati per migliorare il livello di tutti gli operatori senza avvantaggiarne alcuni per partito preso. A questo riguardo come associazione stiamo collaborando ad una proposta con i Giardinieri BioEtici che presenteremo nelle 6 regioni dove questo marchio di qualità del giardinaggio è presente.

Nel ringraziarLa per l'attenzione che ci ha dedicato le segnalo che abbiamo deciso di promuovere anche una petizione on line su Change.org per diffondere e sostenere i contenuti di questa lettera e spiegare all'opinione pubblica quanto sia una tema strategico per il nostro futuro.

Con stima porgiamo distinti saluti,

Francisco Merli Panteghini

presidente dell'associazione Amico Giardiniere

Chioggia, 3 aprile 2017

“...e su gli olivi, i fratelli olivi,

che fan di santità pallidi i clivi

e sorridenti.”

G.d'Annunzio, La sera fiesolana

Se condividi puoi firmare su Change.org

sabato 11 marzo 2017

Quando una sorgente muore

Ho passato la giornata a Treviso, ospite del vivaio Priola insieme a Silvia Lignana Bellandi, a presentare i Giardinieri BioEtici (www.giardiniere.bio).
Purtroppo la giornata è stata funestata dalla vista di uno scenario apocalittico: il rivo di risorgiva che costeggia lo storico vivaio è in secca da alcuni giorni, pesci morti stanno imputridendo al sole, nelle ultime pozze si dibattono gamberetti e altra microfauna, mentre i germani reali e le garzette esplorano il fondo secco confuse.
Un disastro ambientale per questo piccolo corso d'acqua, lungo forse 5 km, di nome Limbraga. Un disastro che rischia di passare sotto silenzio perchè quando una sorgente muore lo fa senza scalpore, senza gridare o far rumore. Probabile causa i lavori di scavo di un nuovo ramo del metanodotto Snam in corso di realizzazione a Lancenigo di Villorba.
La piccola area di risorgiva che era sopravvissuta alla realizzazione della massicciata ferroviaria, al nuovo sottopasso autostradale, all'abbassamento generalizzato delle falde dovuto alle escavazioni e alla riduzione del volume d'acqua ora soccombe davanti alle ruspe del metanodotto. Ho risalito il corso d'acqua per verificare l'ipotesi e posso solo confermarla.
E' straziante vedere quello che era un gioioso piccolo rivo di risorgiva che allietava un intero quartiere e il noto parco degli Alberi Parlanti disseccato.
E' come una stonatura nel paesaggio, un grido silenzioso che non ti scuote fino a quando ti fermi un attimo e ti rendi conto che qualcosa non va, qualcosa di essenziale è venuto a mancare e ha lasciato un vuoto silente e tragico che getta un'ombra di desolazione attorno.
Cosa possiamo fare ora? Chiedere subito di dare in qualche modo acqua per mantenere umido il letto e ridurre i danni alla vita del fiume.
Poi indagare e punire severamente le responsabilità. Chi uccide una sorgente dovrebbe ricevere una pena gravissima, ha commesso qualcosa di irreparabile e che colpisce duramente tutto un ecosistema.
Potete inviare comunicazione al comune di Villorba, alla provincia di Treviso, alla Regione, alla Snam e alla ditta esecutrice dei lavori (vedi foto qui sotto) la Ge.Condotte di Montebelluna.
Foto e testi di Francisco Merli Panteghini, riproduzione libera se non ha scopo di lucro.

Aggiornamento: dopo una settimana di secca e proteste la Limbraga è stata rifornita d'acqua dalle canalette di irrigazione derivate dalla Piavesella