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domenica 3 agosto 2014

Non confondere l'equilibrio con l'immobilità

Tutte le manifestazioni della nostra esistenza su questo pianeta sono in continuo fluire: nascono, si sviluppano, deperiscono e si trasformano. Il grande Eraclìto diceva "Panta rei os potamòs" ovvero "tutto scorre come un fiume". In questo contesto il concetto di equilibrio non può che essere di costante ricerca, deve per forza essere dinamico, continuamente messo alla prova, perduto, riconquistato. Nei due equinozi annuali la durata del giorno e della notte si eguaglia ma è un istante di tregua: sono momenti di equilibrio appunto, non di quiete o di pace stabile. Molte persone invece tendono a restare bloccate nell'immobilismo per la paura di sbagliare o di impegnarsi in prima persona. Lasciamo andare le cose così "come vanno" e rinunciamo a dare forma al fiume della vita con il nostro movimento. Contribuiamo, co-creaiamo, partecipiamo alla creazione della nostra realtà e di quella dei nostri discendenti. Abbiamo ciascuno una parte di responsabilità.
Mi riferisco sia al degrado ecologico in cui stiamo trascinando la biosfera che alla corruzione dilagante e alle deformazioni della democrazia all'italiana, su su fino all'immobilismo dell'Unione Europea sui temi della politica internazionale e la difesa comune. In Ucraina c'è la guerra, ma è più comodo parlare dei mondiali di calcio o al limite delle crudeltà israeliane che non dei bombardamenti sui civili o sulle esecuzioni di soldati di leva indecisi a sparare sui propri connazionali ucraini. Il rischio di un'escalation è reale, il tentativo di arrivare ad una guerra con la Russia è reale e noi stiamo qua, sordi e zitti, ad aspettare che ci esploda in casa questa bomba o qualcun altro giochi quella partita (vedete un po' di news)? Vogliamo restare un protettorato americano o possiamo arrivare a costituirci come una forza autonoma e di equilibrio che dimostri al mondo intero che è possibile che stati e popoli per secoli nemici sono in grado di costruire un'Unità e di superare gli attriti e gli odi feroci in nome di interessi e ideali comuni? Io credo in questa Europa, non in quella monetaria e commerciale.
"Si vis pacem para bellum" dicevano duramente i Romani, esperti di real politik. Se desideriamo sostenere la pace nel mondo dobbiamo essere pronti alla lotta. Charles De Gaulle (fate un veloce ripasso sulla sua opera) ha fatto tanto quanto Mohandas Gandhi per la pace, in un altro modo certo, accettando l'uso della forza ma servendo lo stesso equilibrio mondiale e, partendo dal punto di vista dei colonizzatori e vecchi dominatori globali, ha saputo rinunciare al colonialismo, ha portato la Francia in una posizione di autonomia militare dalla Nato rendendola una potenza con una propria deterrenza nucleare. Cose terribili per alcuni pacifisti ma visti in una dinamica globale possiamo vedere quale dimostrazione di autonomia abbia portato per l'Europa distrutta dalla guerra mondiale e ricolonizzata dalla civiltà e dall'esercito americano.
Mi chiedo da tempo quale sia il senso da dare alla parola pace su questo piano di esistenza e credo che sia proprio equilibrio (di forze). Quando c'è un dinamico equilibrio allora si genera un senso di pace. E' uno sforzo continuo e non si può separare con nettezza il bene dal male. Si sbaglia ma la cosa peggiore sarebbe coltivare una stolida innocenza mentre molti gruppi di potere sperimentano continuamente armi di distruzione di massa attraverso epidemie seminate ad arte ed interventi di geoingegneria capaci di scatenare terremoti localizzati, siccità o uragani. Qualunque intervento di questo genere nel nostro paese dovrebbe essere considerata una dichiarazione di guerra, ma noi subiamo in silenzio, mentre perdiamo la nostra forza e il nostro benessere per diventare nel tempo carne da macello per i nostri alleati che non intendono mettere in discussione il diritto ad uno stile di vita incompatibile con la biosfera terrestre.
Siamo invece noi uomini liberi, veneti, lombardi, italiani, europei disposti a cambiare il nostro stile di vita? A ricollegarci al nostro territorio e risanarlo? Siamo disposti a smettere di depredarlo nel sogno infantile della crescita economica infinita e del consumismo materialista? Se ci saranno abbastanza cittadini in grado di fare questo passo, ebbene loro saranno la base per una profonda trasformazione culturale , economica, tecnologica e immancabilmente anche politica dei nostri paesi. Se credete in queste parole e pensate che la mia opera possa esservi utile non esitate a contattarmi : mediatorelementare@gmail.com. Viva la Speranza! Viva l'Umanità libera su una Terra rigenerata!

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