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sabato 23 novembre 2013

Pornodipendenza

Per scrivere questo articolo, ahimè, ho dovuto immergermi nel turpe mondo della pornografia on line. Anzi racconto esperienze di mio cugino... Ci credete? Spero di no, infatti, come molti (moltissimi?) uomini di ogni età, sono un endemico fruitore di pornografia via web. Se ripenso a quando si è inserita quest'abitudine nella mia presente vita devo risalire agli anni novanta, alle programmazioni della notte. Ma da che è esplosa l'offerta gratuita sul web , o presunta tale, la fruizione è cresciuta. Si trova di tutto, per tutti i gusti e i disgusti.

In modo simile ai disturbi alimentari o alla dipendenza da videogiochi attorno alla pornografia telematica si è costruita una specie di ritualità, un ripetersi compulsivo. Non basta un vita sessuale attiva, non basta il calore di una relazione stabile. E' come se una parte delle mie energie avesse formato una lobby che bada ai suoi affari, che lavora solo per preservarsi e possibilmente rafforzarsi. Ma la vita attiva che faccio li riduce ad una minoranza, però coriacea. Il disturbo da pornodipendenza si sta delineando, tra molte resistenze, al pari di altre dipendenze (vedi wiki http://it.wikipedia.org/wiki/Pornodipendenza)

Ha ben descritto il ciclo di colpa e ripetizione l'autore del sito Feed the right wolf, dedicato alle tecniche per liberarsi dalla dipendenza da pornografia virtuale (e non da sesso reale, altro discorso ancora). Il percorso che consiglia è solido ed efficace. Ha molto a che fare con i sistemi di rafforzamento della propria autostima e di lavoro sull'esteriorità della psicologia cognitivista, sapientemente dosata. Un'arma efficace dunque: ma perchè smettere questo piccolo piacere? E' innocente come bere un caffè, giusto? e poi offre stimoli nuovi alla vita sessuale reale, vero?

Per me non è così, mi accorgo proprio di come sia diventata una risposta automatica a certe situazioni di rabbia o frustrazione. Non ha niente a che fare col piacere dell'autoerotismo e delle mie fantasie adolescenziali sul corpo femminile, che ho cominciato a esplorare solo a vent'anni. Serve un aiuto per fare una rapida diagnosi? Leggi qui. Parafrasando il sito Sash.net le tre domande da farsi sono:
Ho la sensazione di perdere il controllo quando uso la pornografia? Questa perdita di controllo influenza pesantemente la mia vita? Continuo a pensarci anche quando vorrei dedicarmi ad altro?

Ad alimentare la pornografia c'è un intero fiorente mercato. Dieci anni fa ero rimasto molto stupito quando un amico, che aveva aperto un videonoleggio, mi disse francamente che, senza gli introiti dei film hard, avrebbe chiuso. Uno delle più remunerative attività del web è la distribuzione di pornografia. Dunque c'è uno studio preciso per creare prodotti che inducano dipendenza, non è importante l'adesione al reale ma la capacità di far vibrare corde sempre nuove. La pornografia virtuale ha il vantaggio di non coinvolgerci "più di tanto", di essere a bassa emotività, senza dover mescolare relazioni reali, affettive e limitanti. Secondo una ricerca da TP Link per il 42% dei britannici (su 3000 intervistati) il sesso e l'accesso a internet sono i due bisogni primari in assoluto: figurarsi quando si possono coniugare!

Ora sento l'impellenza di fare ordine. Non di lavorare solo contro quell'abitudine ma di screditarla e di scatenarle contro altre energie che sono presenti in me e che finora l'hanno tollerata. A me il sesso piace e mi interessa. Amo l'erotismo, perchè amo la natura che ti offre continuamente stimolazioni sensoriali e esperienze profondamente erotiche. Tutta la vita manifesta vibra dall'energia sessuale nelle sue molte manifestazioni. E' energia creativa figlia di quella tellurica ed esplosiva, plutoniana. Non mi basta l'efficace ricetta di disintossicazione come fosse un problema col tabacco o con l'alcol. Io voglio liberare la mia sessualità, voglio cavalcare il drago e non ucciderlo. Non è nè bene nè male farsi una sega. Ma disperdere la propria energia senza un fine preciso (che può andare oltre dare piacere o generare un bimbo) è "un peccato", nel senso che è un'occasione mancata, tempo usato maldestramente.

Quindi ora faccio ordine, grazie anche alla forza di un gruppo di preghiera (sì!) a cui partecipo ogni giovedì e al grande taumaturgo portoghese S.Antonio , e preparo un'ulteriore espansione di coscienza verso il profondo di me: voglio conquistare i livelli della sessualità transpersonale che a volte ho sfiorato. Intendo la possibilità di utilizzare l'energia sessuale (sia autoerotica che in coppia) per stare bene, curarsi, scambiare memorie ("diventare una carne sola" recita il vangelo) ma anche per inviare energia ad altri esseri (come in realtà accade quando non siamo consapevoli, entità grigie si nutrono di noi). Esistevano retaggi antichi e sapienti che sono stati distrutti, giudicati e degradati al satanismo. Ma la sessualità non è diabolica, se libera e naturale. Si deforma se la neghi o cerchi di asservirla ad altre forme.

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