Mi è venuto da chiedermi cosa avrei votato se fossi stato un albero. Destra o sinistra? Grillo o Monti? Non è vero che gli alberi tacciono, o che sono indifferenti a ciò che accade. Gli alberi parlano e come: frinire di foglie, rilasciano terpeni dell'aria, scambiano informazioni con l'acqua e attraverso i gangli di radici che si sfiorano sotto terra. Solo che non parlano di molte cose che per noi sono importantissime: il calciomercato, matrimoni gay, corruzione, inganni e truffe varie, rilancio dell'economia. Vivono una realtà apparentemente più semplice, radicata nell'essenzialità del flusso della vita. Non conoscono la menzogna e l'ansia per il domani ed in questo hanno di certo molto da insegnarci.
I temi ambientalisti sono stati spesso appannaggio della sinistra, che ha trovato sintonie con i verdi. Il PD ha ereditato la quercia come albero simbolo, poi virando al centro, ha inglobato l'ulivo, denso di riferimenti cristiani e mediterranei. La Lega ha fatto del colore verde un colore ideologico, schierandosi spesso a favore del settore agricolo, dello sviluppo locale e decentrato del territorio ma di fatto ad oggi, manca di una visione strategica per uno sviluppo armonioso tra attività umane e qualità ambientale. Il Partito Sudtirolese ha scelto da sempre la stella alpina come simbolo ed è stato capace di tessere un'attenta politica di salvaguardia e valorizzazione ambientale, fortemente locale e orgogliosamente montanara oltrechè germanica.
Eppure nel simbolo della nostra bistrattata repubblica, seguendo una precisa tradizione araldica, le mura turrite della nostre belle e storiche città sono accompagnate da due bei rami: la quercia e l'ulivo. La lettura simbolica è molteplice: due alberi che si riassumono la vocazione mediterranea della Penisola ma anche la sua radice continentale. La quercia fu albero sacro in molte civiltà antiche europee, albero sapiente e protettore dei celti, protagonista delle antiche foreste continentali. L'ulivo simbolo della cultura mediterranea, diffuso da greci e romani e poi cristianizzato dalle meditazioni di Gesù di Nazareth nel famoso orto (giardino) degli Ulivi. L'Italia sembra quindi avere tracciato nel destino il compito di unire queste due tradizioni a tutti i livelli. E di certo il nostro paesae è un luogo di mescolanze e artistiche creatività giunte da molte Direzioni.
Gli alberi in definitiva non mi danno indicazioni di voto, un po' come la Santa Sede, ora vacante. Indicano silenziosamente altre priorità: qualità delle acque, dell'aria, rimboschimento, agricoltura naturale, mobilità sostenibile (vi ricordate a cosa servono le gambe che gli alberi ci invidiano a volte?). Personalmente mi sono preso un impegno. Dare alla mia città, Chioggia, un regolamento del Verde all'avanguardia. Non un posticcio scopiazzamento di altri comuni, Venezia o Torino, ma un originale e innovativo regolamento che porti in una decina d'anni questa città ad avere un patrimonio verde di prim'ordine. Se a questo si assocerà la tutela delle acque noi e i nostri figli vivremo in una preziosa perla verde e azzurra. Se volete partecipare al gruppo di studio per il nuovo regolamento del verde contattatemi.
Francisco Panteghini
Coordinatore dell'Associazione Amico Giardiniere
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