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domenica 16 settembre 2012
Recupero del parco della Navicella a Brondolo
giovedì 13 settembre 2012
Non omnes arbusta iuvant humilesque Myricae
Anche Gabriele d'Annunzio la cita nella famosa "Pioggia nel pineto" di cui riporto l'attacco, sempre musicale e panico:
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,(...)
Questa poesia venne scritta sul litorale toscano e dipinge, come se fosse un quadro che ritrae un concerto, alcune essenze arbustive e arboree della macchia mediterranea. D'Annunzio, abruzzese d'origine, visse poi a Roma e fu campione delle essenze mediterranee nel suo Vittoriale sul Lago di Garda. Curiosamente Virgilio sembra compiere il percorso inverso: nato a Mantova, scende a Roma, poi in Puglia e muore a Napoli. Le tamerici vengono pennellate come "salmastre ed arse" e scelse bene Gabriele: riescono infatti a colonizzare, prime tra le specie arbustive, le aree salmastre e sopportano bene la siccità.
A seconda delle condizioni la tamerice può presentarsi come arbusto o piccolo albero, con il tronco eretto o, nelle zone ventose (come i litorali), incurvato. La corteccia ha un colore cinerino e invecchiando presenta profonde incisioni; la corteccia giovane ha un tono di violetto. La chioma, di forma irregolare, è di un bel colore verde glauco, ovvero quel tono tra il verde e l'azzurro che spesso assumono le essenze delle regioni assolate. Wikipedia (Io la benedico) recita: "i germogli sono di colore bruno-violaceo, con foglioline squamose ad apice acuto, ovato-lanceolate, ricoprenti quasi totalmente i rami." A primavera la laguna di Venezia è incorniciata da quel violetto.
Le tamerici diventano ben più visibili quando fioriscono, credo le avrete notate: i fiori, piccolissimi e numerosi, di colore biancastro o rosa, sono riuniti in spighe terminali, con fioritura nei mesi da maggio a luglio; i singoli fiori sono costituiti da una corolla di 5 petali giallini o rosati, con 5 stami sporgenti e un pistillo. La tamerice comune è la Tamarix gallica è la specie più diffusa in Italia come pianta ornamentale, ma vengono anche coltivate la Tamarix ramosissima e la parviflora.
La Tamerice intrattiene un rapporto intensissimo col vento, viene usata come siepe per ammorbidirlo e per filtrare un po' la sabbia e il salmastro che viene dal mare. E' proprio il compito che si è presa quando col suo lavoro consolida i terreni e li prepara per altre essenze: come il pino ad esempio. E' molto flessibile e sa piegarsi e scuotersi per dissipare i venti impetuosi. Quanti insegnamenti ha da offrire a chi la contempla in silenzio. Dedicatele qualche istante nelle vostre passeggiate.
venerdì 7 settembre 2012
Losing my religion
Sono stato per anni agnostico e, preso da un confuso anarchismo, ero critico verso ogni struttura centralizzata. Ma quando mi sono riavvicinato, finalmente adulto, a 27 anni ormai, a confrontarmi con la religione ho riscoperto il vangelo, o meglio i 4 vangeli canonici della chiesa cattolica. Ho cominciato a lavorare sui testi, confrontarmi, approfondire, leggere i commenti di teologi e mistici, a togliere la polvere del moralismo e della favoletta che molte omelie avevano gettato su parole di grande sapienza. L'apertura a esperienze meditative e a testi spirituali di altre tradizioni (incredibilmente attuale la bhagavad gita indiana), l'incontro con Rudolf Steiner e altri liberi ricercatori hanno contribuito a aprire mente, lo spirito e il cuore ad una indagine più profonda, più interiore di quello che resta per me un capisaldo. Mi dispiace per tutti coloro che praticano il cattolicesimo e non si educano ad andare alla fonte evangelica, dove le forme si dissolvono e la Ricerca comincia.
Ora che ho sperimentato molte cose, l'estasi del divino in me, la trance, i viaggi astrali torno con altra consapevolezza alle testimonianze evangeliche: capisco meglio che quegli uomini (e quelle donne, presentissime ma di cui si tace volutamente nel cattolicesimo) vivano questo tipo di ricerca e percezione di realtà sovrasensibili. Mi confronto con persone che onorano antiche divinità, che desiderano il ritorno di questo o quel culto. Io resto perplesso perchè da ricercatore ho sperimentato che non è più tempo di cercare fuori di noi ciò che, come un seme, è dentro di noi. Riporto un passo di Paolo (Saulo), dalla prima lettera ai Corinzi:
"In realtà, anche se vi sono cosiddetti dèi sia nel cielo che sulla terra – e difatti ci sono molti dèi e molti signori –, per noi c’è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi siamo per lui; e un solo Signore, Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo grazie a lui."
Dice proprio "molti dèi e molti signori", ovvero presenze non umane che hanno potere su determinati ambiti (i signori) e hanno potere di creare realtà (dèi). Io ho sperimentato in diverse forme alcune presenze che posso chiamare "signori" di certi luoghi di natura ad esempio. Allo stesso modo ho incontrato a livello archetipico alcune "divinità". E dopo gli apostoli capico meglio anche certi ricercatori, definiti poi santi, che parlavano coi pesci o altri animali (s.Antonio, S.Francesco e altri), avevano visioni e premonizioni, toccavano al gente e quella guariva. Ora si tratta di fare un salto di coscienza secondo me: l'umanità è pronta per confrontarsi con esseri molto differenti e forse molto più evoluti di noi, ma pur sempre fallibili e in evoluzione su diverse vibrazioni?
Come il ragazzo che raggiunge la maggiore età, l'umanità ora deve prendersi le sue responsabilità e reclamare anche i suoi diritti da qualche patrigno "divino" che forse non fa più i nostri interessi evolutivi. San Paolo parla di un Padre unico e di Gesù Cristo. Della cristicità ho già scritto (post: avanti col Cristo), di come ho compreso che sia uno stato di coscienza che per primo Gesù di Nazareth raggiunse divenendo lo Spirito Guida dell'evoluzione terrestre. Il Padre sembra essere un principio cosmico, un seme di coscienza che si espande continuamente e porta "luce" chiamando tutte le forme a innalzare la oro vibrazione fino a ricongiungersi su un piano di parità divina nell'Uno.