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martedì 15 maggio 2012
Il mio nemico
Un vecchio guerriero materiale e spirituale mi ha incitato a uscire allo scoperto, a individuare qual è il mio nemico e a combatterlo con tutte le mie forze. La sua visione guerriera, che stimo e riconosco nel mio retaggio, non mi appartiene più. Non ho più nemici ma avversari che mi spingono solo ad essere migliore. Il mio avversario principale è il mio stile di vita che contrasta con le mie convinzioni, la mia sensibilità, la mia salute fisica e mentale. Cosa intendo? VI ricordate quella canzone che fa “Sulle strade al mattino il troppo traffico mi sfianca mi innervosiscono i semafori e gli stop e la sera ritorno con malesseri speciali. Non servono tranquillanti o terapie ci vuole un'altra vita.” E' proprio così e molte persone che conosco si sentono proprio così, compressi dentro ad una megamacchina che li condiziona e li opprime.
Beh io mi sono stufato, da giugno dello scorso anno ho cominciato a dare fiducia alle mie intuizioni su come cambiare la mia vita e ora sento che sono sulla strada giusta. Ho chiuso la partita iva che avevo aperto come giardiniere, preferendo lavorare conto terzi e dare una mano agli amici. Guadagno meno? Molto meno, ma abbastanza per vivere, ho guadagnato tempo, mi sono tolto l'ansia di aumentare sempre più il fatturato, di lottare contro le cicliche crisi d liquidità per pagare contributi e balzelli vari. Non sono d'accordo su come funziona il sistema economico qui in Italia e nemmeno sulla tassazione. Vorrei un sistema più leggero ma soprattutto proporzionale al fatturato. Gli studi di settore poi sono assurdi. E vorrei vedere spesi bene i soldi pubblici, vorrei che la democrazia locale potesse influenzare e alimentare scelte di gestione del territorio sensate. La merce più rara oggi sembra essere il vecchio buon senso.
Mentre cerco di recuperare un colpo della strega a pochi giorni dalla partenza della Forma dell'Acqua rifletto su quali pesi, convinzioni errate e attaccamenti sciogliere, a quali ancore e relazioni tenere ben salde. Odio la tecnologia che danneggia la vita su questo pianeta, vorrei farne a meno ma per ora posso solo darmi disciplina e ridurre l'uso dell'auto, del telefono cellulare, le ore davanti al pc e valutare con attenzione i miei consumi. Odio la tecnologia che ci rende più deboli e stupidi, quella che ci distrae da una semplice verità: che viviamo sulla Terra e non in qualche alieno mondo virtuale. E' inutile e stupido andare sulla luna o su marte quando non riusciamo a vivere bene qui. Voglio camminare di più e guidare di meno. Quante ore per strada, ho fatto 100.000 chilometri in due anni tra Veneto e Lombardia! Viviamo in un mondo di abbondanza e iperproduttività ma la povertà e la disperazione dilagano. Il sistema economico va riformato, la produzione locale deve essere incentivata e dobbiamo dare un calcio in culo al consumismo esasperato. La civiltà usa e getta sta sommergendo il mondo di lattine e buste di plastica, sprecando energie per soddisfare bisogni superficiali o indotti. Ben venga il lusso e lo sfizio, una volta che abbiamo organizzato bene il necessario e l'utile per lo sviluppo armonico del nostro pianeta.
Le nostre città si sviluppano invece furiosamente come cellule cancerogene sul corpo vivo della Terra. Abbiamo invece bisogno di alberi, paludi per la fitodepurazione, prati su cui correre a piedi nudi. Siamo una cosa sola con l'ambiente naturale e invece ci siamo persi, infilati nel buco nero della separazione e del dualismo tra uomo-natura, civile-selvaggio, artificiale-naturale ecc ecc. Quando finalmente scopriremo che la terra fu terraformata e resa abitabile da esseri viventi da antiche civiltà aliene magari avremo anche la prova che sia assurdo idealizzare la natura selvaggia o disprezzarla e distruggerla. Il nuovo paesaggio sarà certo antropizzato ma amorevolmente. Mi sembra ovvio che non bisogna costruire nella golena dei fiumi, sui fianchi dei vulcani o su pendii franosi eppure si fa, continuamente e stupidamente. Quel monito evangelico che dice “per ignoranza il mio popolo va alla perdizione” sembra quanto mai azzeccato. Alcuni sanno e cercano di tenere gli altri nell'ignoranza per manipolarli e aumentare il loro potere personale: il potere in un mondo destinato ad autodistruggerci. La democrazia energetica è la forma più evoluta di governo, la dittatura e la rivoluzione sono polarità estreme e inadatte alla complessità del cambiamento necessario.
Cosa intendo con democrazia energetica? Questa bella espressione l'ho recepita da Franco Santoro, significa che si mettono sul piatto i bisogni e le aspirazioni e poi, come in una somma di forze vettoriali, si contratta una direzione che deriva dalle forze reali in campo. Ad esempio prima di decidere se costruire nuovi capannoni mettiamo sul tavolo le prospettive di sviluppo, i capannoni sfitti, la tutela del nostro paesaggio, la riduzione della cementificazione. A questo approccio aggiungo anche la compartecipazione di tutti gli esseri del nostro pianeta al cambiamento. Anche gli alberi, gli uccelli e i fiumi hanno diritto di essere accolti nella nostra visione, l'antropocentrismo è fallito, come il materialismo e ogni idealismo che separi spirito e materia. In questo le esperienze sensitive e sciamaniche mi hanno dimostrato che possiamo ricevere risposte e cooperazione incredibile dal mondo che noi crediamo vuoto e inanimato solo perché non lo vediamo. Anche la forza di gravità non la vedo ma ci tiene tutti coi piedi per terra. Io volgio riscoprire l'umiltà davanti alla bellezza e alla saggezza con cui i cicli vitali si organizzano e si sciolgono continuamente. Non sudditanza o adorazione, ma rispetto e comprensione per poter diventare cocreatore consapevole di un mondo armonioso e pieno di vita e di energia per tutti i progetti che desideriamo, noi e la terra tutta INSIEME.
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