Tre giorni fa il primo ministro israeliano Netanyahu ha chiesto al parlamento di votare per l'annessione della Cisgiordania che è occupata militarmente dallo stato di Israele dalla Guerra dei Sei Giorni del 1967. In quella guerra Egitto, Siria e Giordania si erano alleate contro Israele che giocando d'anticipo li aveva attaccati con il suo moderno esercito e aveva vinto penetrando nei territori nemici di Siria ed Egitto fino al canale di Suez. Da quel conflitto prese origine l'occupazione della Cisgiordania (Giordania), alture del Golan (Siria), Gaza e Sinai (Egitto). La decisione di definitiva annessione presa con schiacciante maggioranza dal parlamento israeliano è una conferma della volontà di realizzare un "grande Israele" con progressiva espulsione dei Palestinesi anche da quell'area. In questa visione imperiale Israele si candida a potenza egemone del Medio Oriente, come dimostrano le continue violazioni del diritto internazionale con interventi militari in Libano, Siria e soprattutto l'attacco aereo all'Iran, suo principale avversario regionale.
Il rischio che in Cisgiordania si ripeta, con altri modi e tempi, ciò che sta accadendo ora nella striscia di Gaza, diventa in questo modo uno scenario possibile. Ma nella Cisgiordania vivono circa 3 milioni di Palestinesi a cui si sono aggiunti con confische e occupazioni forzate molte colonie israeliane che oggi si stima contino 700.000 israeliani che costituiscono anche una forza armata in quanto, ufficialmente per diritti di autodifesa, sono armati e, di fatto, impuniti nelle loro azioni di guerriglia e di umiliazione dei Palestinesi. Inoltre quasi 20 anni fa la Cisgiordania (in inglese West Bank, in termini biblici Giudea e Galilea) è stata circondata con un muro di cemento armato o reticolati pattugliati, con accessi sorvegliati , lungo quasi 700 chilometri che la isolano completamente in modo simile al muro di divisione tra Stati Uniti e Messico. Di fatto la Cisgiordania è diventata una regione priva di diritti e tutele, con una amminstrazione civile tornata in mano plaestinese nel 1994 con gli accordi di Oslo, ora completamente stracciati dallo stato di Israele.
In questo panorama cupo la serena voce di frate francescano Gianluigi Ameglio, che con semplicità spiega le difficoltà della gente a Betlemme, l'emigrazione, la crisi economica ma anche il ruolo della scuola francescana diretta dal frate George Hadad nel creare ponti tra comunità cristiana e musulmana e visione di possibile pace futura con gli occupanti israeliani mi ha commosso e convinto a fare un piccolo sforzo in loro favore raccontando le loro storie e chiedendoti di partecipare con una offerta, anche piccola e interamente detraibile, per queste scuole che sono a mio avviso un seme di pace in questa terra dilaniata. Puoi effettuare la tua donazione sul seguente iban: Banca Popolare Etica IBAN: IT 46 I 05018 01600 000016951162 Codice BIC: ETICIT22XXX Nome beneficiario: FRANCESCANI PRO TERRA SANTA. CAUSALE: SCUOLE BETLEMME. Per altre informazioni visita il sito : https://www.fratiterrasanta.it/ o seguimi su Tiktok per aggiornamenti e approfondimenti cercando "Storia Corsara"



