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venerdì 14 ottobre 2022
Grazie Baricco!
Di recente ho scoperto che Alessandro Baricco ha iniziato un aspro duello con la leucemia. Gli faccio i miei migliori auguri e qualche preghiera. Ma più di tutto sento il bisogno di ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per la cultura italiana e che spero potrà ancora fare. Io l'ho conosciuto per colpa di mia sorella Barbara, maggiore di 2 anni, e innamorata di questo giovane intellettuale bello, colto e dotato di una acuta intelligenza unita ad un grande senso teatrale. Nei primi anni Novanta teneva la trasmissione Pickwik, del leggere e dello scrivere: in seconda serata guidava un viaggio nella letteratura mondiale unendola a riferimenti storici, artistici e soprattutto musicali. Baricco, laureato in filosofia estetica aveva iniziato da alcuni anni la sua carriera come saggista musicale e come giornalista culturale, recensendo concerti, eventi, autori ecc. Questa sua passione per la musica si è riversata più volte nella sua prosa, sia come citazioni dirette (il monologo Novecento il cui protagonista è un pianista fuori dall'ordinario) sia come attenzione al ritmo, alla cadenza, alla velocità di esecuzione che nella sua migliore prosa alterna degli "adagio" a degli "andante", "allegro" e via dicendo. Ho letto ai miei studenti di quinta itis i primi capitoli di Seta: ogni capitolo una paginetta, ogni capitolo un salto di tempo e di spazio, correndo velocissimo, indugiando in qualche particolare apparentemente ininfluente che però ti permette di gustare a pieno le accelerazioni che seguono.
Lo presento ai miei studenti come uno dei nostri grandi scrittori. La nostra antologia si ferma a Italo Calvino e Umberto Eco, e siamo negli anni Ottanta, quarant'anni fa! Amo Baricco perchè è molto più che uno scrittore. E' un divulgatore culturale di consumata abilità che era riuscito persino a commuovermi nel presentare il dramma teatrale Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand (guarda il video). E' un intellettuale a tutto tondo che ha coraggiosamente indagato il mondo della contemporaneità senza arroccarsi nella torre d'avorio dei classici. Ha scritto saggi illumimanti come I barbari, dedicati ai giovani del nuovo millennio. Mi sento di affermare che tutta la sua carriera è stato un continuo gettare ponti con i giovani, col futuro, con quello che sta avvenendo e ancora verrà. Ha avuto il coraggio di svecchiare lo stile e il lessico, di portare nella letteratura il volgare, l'osceno, il triviale senza il compiacimento o il gusto dell'orrido che possiamo trovare in un Ammaniti ma con la mano sicura di un pittore che, volendo dipingere la realtà, ammette sulla sua tavolozza tutti i colori necessaria, finanche i più cupi. Non c'è in lui il gusto della provocazione ma un forte realismo che però trasfigura in un sapiente dosaggio che dà colore ai personaggi, ritratti anche nelle situazioni più tragicomiche.
Ha scritto libri storici, rinnovando completamente il genere. Si muove con la stessa competenza, realismo e leggerezza nella Francia di metà Ottocento (Seta), su un transatlantico inglese ai primi del Novecento (Novecento) come in una parrocchia di periferia italiana contemporanea (Emmaus. Quando ho letto Emmaus mi sono fermato, la crudezza di quel libro mi ha scioccato, però a distanza di anni riconosco a Baricco il suo continuo mettersi in gioco facendo letteratura e cultura sui nodi caldi della nostra società, senza moralismi o giudizi preconfezionati. Baricco inoltre ha fondato nella sua Torino la scuola di scrittura Holden dedicata alle "contemporary humanities", una scuola di respiro internazionale che insegna l'arte di narrare e di tutte le contaminazioni che possono nascere da una buona narrazione: letture ad alta voce, spettacoli teatrali, sceneggiature di film. Lui stesso ne è testimone con il riuscitissimo film La leggenda del pianista sull'Oceano di Tornatore, trasposizione del suo monologo teatrale Novecento. Credo che per lui sia stata una enorme soddisfazione che il maestro Ennio Morricone abbia curato la colonna sonora del film che è anche un riassunto della storia musicale dei primi del Novecento.
Il personaggio Danny Boodman TD Novecento è un'invenzione eccezionale che conquista di pagina in pagina e commuove nel finale. Commuove ma anche interroga. Non poteva finire diversamente? Ed inoltre: il personaggio riceve questo nome ingombrante (che prima era un numero, adesso è un nome, dichiara orgoglioso il padre adottivo) perchè è nato "nel primo giorno, del primo anno di questo fottutissimo secolo" ed in questo non è secondo me improprio vedere un riferimento, un po' serio e un po' faceto, ad un'allegoria del secolo scorso. Il libro è del 1994, dopo la svolta epocale del crollo dell'URSS, la riunificazione della Germania, il trionfo del turbocapitalismo angloamericano. E qui nasce un libro che finisce con una grande, liberatoria esplosione. Finisce un mondo, anche se un altro è già nato e corre veloce. Chi rimane attaccato a quelle che per decenni sono state le certezze rischia di fare la stessa fine, ma Baricco non critica la scelta del suo personaggio, unico a non scendere dalla nave quando ancora potrebbe e il discorso diventa quasi metafisico, sul senso della vita e sull'accettazione della morte.
A Baricco la Francia piace oltremondo, tanto che ritorna in citazioni e ambientazioni in molte sue opere come nel citato Seta che un regista francese ha trasformato in un film drammatico, o come in Oceano Mare una, tra le tante di Baricco, in cui si celebra l'amicizia tra personaggi apparentemente inconciliabili che diventano in realtà perfettamente complementari. Non è uno sguardo cinico o disperante il suo, ma acuto, capace di portare ordine nel disordine, di trovare una trama anche nel groviglio più intricato e apparentmente casuale. C'è serpeggiante un senso del Destino con cui i personaggi si devono confrontare, che possono persino rifiutare con gesti titanici o abbracciare fino all'estremo sacrificio. C'è sempre l'impressione che un senso, anche se non viene mai suggerito dall'autore, ci possa essere e che riflettendoci su poss raggiungerti. Per tutto questo grazie Alessandro Baricco!
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