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lunedì 26 agosto 2013

Diario di un raccoglitore di erbe

Uno dei più grandi regali che mi ha fatto mio padre Antonio è quello di avermi trasmesso la curiosità per le erbe e per i disparati cibi che si possono raccogliere in natura. Lo ricordo ancora quell'omaccione alto, con i vecchi scarponi, il berretto e la camicia che rientrava dalla sue raccolte la mattina presto, quando io mi ero appena alzato per fare colazione.

Quei ricordi d'infanzia si sono risvegliati quando ho cominciato a passeggiare per le campagne in cerca di sollievo da pensieri ossessivi. Ho ritrovato il gusto di mietere dove non ho seminato e raccogliere dove non ho sparso (Matteo 25,26). Di cogliere frutti selvatici, di nutrirmi con erbe che molti calpestano indifferenti.

Mi brillano gli occhi davanti alle campagne abbandonate, piene di alberi da frutto ancora produttivi. Mi commuovo davanti ai sambuchi carichi di frutti, ai rovi ricchi di more, ai prati misti e fioriti che vanno scomparendo via via. Scopro sempre più di avere bisogno di godere, camminare e respirare questi spazi selvatici ai margini della grandiosa conquista della Terra della civiltà attuale.

Quando poi ho cominciato ad appassionarmi alla floriterapia di Edward Bach si è aperto il mondo della preparazione dei rimedi floreali. Ho imparato ad andare oltre l'etichetta commerciale, ha individuare le piante (walnut = noce! sweet chestnut = castagno! e così via). Poi ho ricordato certi oli di cui avevo sentito parlare e certi impacchi che mio padre usava per lenire gonfiori o contusioni.

E cosa dire del mondo profumato delle tisane: toniche, digestive, diuretiche, amiche del fegato. La dolcezza di cercare e raccogliere la camomilla o l'amarotica presenza dell'achillea! Se volete farvi contagiare venite a raccogliere i frutti e le erbe di stagione con me! Scrivetemi a mediatorelementare@gmail.com, sono disponibile a insegnarvi tutto quello che so con un piccolo compenso: dando si riceve!

sabato 24 agosto 2013

Meditando sui Dodici Apostoli

Ogni volta che i cristiani, di qualunque confessione, hanno cercato di vivificare la loro tradizione sono ripartiti dai vangeli (i 4 canonici ma anche gli altri detti apocrifi hanno molto da insegnare). Ad esempio Francesco d'Assisi fondò la sua fraternità partendo da tre passi scelti casualmente dai vangeli. Quella fonte fresca e frutto di un'alta tensione spirituale è sempre disponibile a chi ricerca la verità su se stesso e sul mondo. In questo consiste in fondo l'adesione all'insegnamento di Gesù Cristo, maestro della legge universale dell'Amore e della Libertà. Ora che l'onda new age si consuma credo sia tempo di fare la cernita di ciò che ci ha offerto e ricollegarlo con la tradizione in cui siamo cresciuti.
Ora possiamo cominciare a capire la capacità di guarire dimostrata dal Maestro e dai suoi discepoli esseni, il richiamo a esplorare altre dimensioni oltre a quella materiale e l'invito ad imparare le leggi dell'Amore cosmico. Da questa sintesi dovrebbero nascere concrete iniziative per contribuire all'espansione della coscienza umana e alla profonda trasformazione necessaria alle nostre strutture mentali, economiche e sociali. Meditando sui Dodici Apostoli invochiamo il desiderio di Unità e il superamento dei giudizi e dei rancori che ci fanno vivere in una realtà separata e alimentano i conflitti.

La missione dei 12 Apostoli nasce come un atto di misericordia: (Matteo 9,36 e sgg.)

Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La mèsse è grande, ma pochi sono gli operai. Pregate dunque il Signore della mèsse che mandi degli operai nella sua mèsse".
Poi, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire qualunque malattia e qualunque infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono questi: il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo d'Alfeo e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, quello stesso che poi lo tradì.

Tutti gli apostoli quindi ricevettero le stesse prerogative e o stesso potere. Nell'unità dei dodici riposa l'insegnamento del maestro. Come dodici raggi che partono dal centro così Gesù Cristo scelse dodici personalità diverse tra loro perchè ognuno potesse manifestare, nel suo modo particolare, lo stesso spirito. La maggior parte dei vangelo insiste sul "tradimento" di Giuda Iscariota, proprio lui che aveva ricevuto il potere di compiere segni e guarigione. Nel vangelo di Giovanni troviamo una visione più ampia, dove sembra che il compito di Giuda sia quasi un dovere: cedere al tentatore e tradire il maestro sembra quasi l'adempimento necessario del destino di Gesù. Seguendo questa apertura di cuore dell'apostolo Giovanni ho inserito in questo percorso sui Dodici anche Giuda Iscariota. Più che conoscerli singolarmente qui mi interessa conoscerli come gruppo, come possibile unità che si articola in 12 membri.

Il numero dodici viene considerato da molte tradizioni un numero sacro, insieme al tre e al sette. Il dodici è in stretta relazione con il tre, poiché la sua riduzione equivale a questo numero (12 = 1 + 2 = 3) e poiché è dato dalla moltiplicazione di 3 per 4. Se sommiamo 3 + 4 otteniamo invece il 7. Se il 3 risuona con la perfezione dello spirito, il 7 risuona con la perfezione dell'anima e il 12 con la perfezione portata fin nella materia. Il Dodici indica la ricomposizione della totalità originaria, la discesa in terra di un modello cosmico di pienezza e di armonia. Infatti indica la conclusione di un ciclo compiuto. Il Dodici è il simbolo della prova iniziatica fondamentale, che permette di passare da un piano ordinario ad un piano superiore, sacro. Forse per questo il dodicesimo apostolo è stato sottoposto ad una prova così drammatica che ha frantumato l'unità del gruppo portandoli a diventare "gli undici" (come vengono chiamati negli Atti degli Apostoli). Quel gruppo sentiva che era menomato e decise di eleggere un altro apostolo tra i discepoli che avevano seguito Gesù. Indecisi tirarono a sorte e arrivò Mattia. Ma molti concordano nell'assegnare il posto del dodicesimo a Saulo (Paolo): il persecutore di cristiani che si converte e diventa uno dei più attivi predicatori nel mondo greco e poi a Roma. Dunque è arrivato un altro "traditore" della sua tradizione. Forse per questo l'arcano 12 dei tarocchi è l'appeso: colui che affronta una prova, che sacrifica qualcosa di noto per aprire le porte di un nuovo ciclo evolutivo.

Il dodici è il numero più vicino al cerchio, ma più ancora alla circolarità. Ha in sè il ciclo dell'anno: 12 lunazioni complete più qualche giorno, che poi diedero origine alla divisione dell'anno solare in 12 mesi. Da notare che la sistemazione del calendario solare in 12 mesi col calendario Giuliano fu elaborato dall'astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare (da cui prende il nome), nella sua qualità di pontefice massimo, nell'anno 46 a.C. Nella cultura romana il 12 aveva anche dalla sua il prestigio della prima raccolta sistematica di leggi nelle 12 tavole. Nel mondo greco erano 12 le fatiche di Ercole: le prove iniziatiche superate che lo consacrarono Eroe per antonomasia. Nel mondo ebraico invece il dodici è il numero dei figli di Giacobbe (Israele) a cui venivano ricondotte le dodici tribù di Israele. Ma il territorio del regno ebraico venne suddiviso in 11 territori per le tribù mentre alla dodicesima (quella di Levi) specializzata nei compiti sacerdotali non venne dato un territorio preciso. Quindi 11 + 1. Alcuni esegeti sostengono che gli apostoli fossero stati scelti tra i nazirei (forma corrotta nazareni), ovvero iniziati che avevano fatto particolari voti davanti al loro dio. L'unico non nazireo sarebbe stato... Giuda.

E' dichiarato nei vangeli chiaramente che la scelta dei 12 era un chiaro appello alle tribù di Israele perchè riconoscessero Gesù come il Messia e si unissero attorno a lui. Nella prima fase della predicazione del maestro questa intenzione è precisa e sembra parte di un progetto di rinnovamento politico e sociale con una trasformazione del culto dominante capace di riunire tutte le sette ebraiche attorno al rinnovatore ellenizzante Gesù. Ma il progetto si trasforma e incontra la dura opposizione di molti conservatori e l'inaspettata accoglienza di genti di ogni provenienza (romani, greci, etiopi...). L'apostolo Giovanni nelle sue opere (il vangelo e l'Apocalisse) porta a compimento la trasformazione del numero dodici ad una visione cosmica. Nel versetto 12, 1 dell'Apocalisse appare «un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle». E inoltre la Gerusalemme celeste ha dodici porte (Apocalisse 21, 12.21) dove sono scritti i nomi dei dodici apostoli.

Il passaggio dal piano terrestre a quello celeste (le 12 stelle dell'Apocalisse) ci porta a notare anche il collegamento con le 12 costellazioni attraversate da Sole nel suo moto apparente attorno alla terra che hanno dato vita allo Zodiaco. L'origine di questo sapere è la Mesopotamia antica ma i segni dello zodiaco che conosciamo sono quelli descritti per la prima volta dall'astronomo alessandrino Tolomeo nel II secolo d.C. (di nuovo un altro astronomo greco di Alessandria come per il calendario giuliano). Anche nell'astronomia cinese i segni sono 12 e sono legati al mondo animale. Secondo una leggenda il Buddha, nel presentimento della sua fine sulla Terra, chiamò a raccolta tutti gli animali della terra, ma solo 12 andarono ad offrire il loro saluto. Come premio per la loro fedeltà il Buddha decise di chiamare ogni anno del ciclo lunare con il nome di ciascuno dei 12 animali accorsi. In un'altra leggenda, l'Imperatore di Giada, sovrano del Cielo e della terra, decise di visitare la Terra personalmente. Si stupì nell'ammirare le creature terrestri. Decise di prenderne dodici, da portare al Cielo, per mostrarle agli esseri divini. E qui si apre un altro affascinante capitolo: potremmo figurarci che dalla massima evoluzione del mondo animale ha preso avvio un nuovo ciclo di sviluppo con l'evoluzione dell'essere umano.

Franco Santoro, il fondatore dell'Astrosciamanesimo, ha messo in connessione ogni apostolo con un preciso segno:
ARIES: Pietro
TAURUS: Simone Zelota
GEMINI: Giacomo
CANCER: Andrea
LEO: Giovanni
VIRGO: Filippo
LIBRA: Bartolomea (Nataniele)
SCORPIO: Tommaso
SAGITTARIUS: Giacomo maggiore
CAPRICORN: Matteo (Levi)
AQUARIUS: Giuda Taddeo
PISCES: Giuda Iscariota

Dalla loro unione si apre la possibilità di passare ad un nuovo ciclo evolutivo: quello della discesa della divinità nell'umanità, così che possano evolversi molti "cristi". Riprendo il vangelo di Matteo concludendo con le parole del maestro: "Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe". Di nuovo animali: pecore, lupi, serpenti e colombe. Dunque gli apostoli dovrebbero diventare dei "serpenti con le ali di colomba"? Buona evoluzione a tutti!

mercoledì 14 agosto 2013

L'ultimo volo della Tortora

Correvo sulla statale Romea a 90 km orari, in colonna ma in veloce scorrimento sfrecciavo verso l'appuntamento con un amico a Mestre. La radio accesa trasmetteva notizie sull'ondata di violenza contro le donne. D'improvviso colgo con la coda dell'occhio il volo di una tortora che sfreccia bassa dai pioppi alla mia destra per oltrepassare la strada. Troppo in basso. Sono consapevole che non ho il tempo di schivare o inchiodare, rischierei di causare un incidente e quindi assisto all'impatto. Un colpo sordo sul cofano della mia auto, che si chiama Sandra e una morte certa per la tortora.
Resto ammutolito, amareggiato, confuso. Benedico quell'anima e la sento alzarsi di nuovo in volo, per altri piani questa volta. Spengo la radio e proseguo la corsa. Impossibile fermarsi e prestare soccorso, ormai inutile peraltro. La mia parte efficiente e militaresca ha valutato la situazione e l'ha brillantemente risolta ma l'impatto, quello emotivo, è stato fortissimo. Solo in serata, finiti gli incontri, ho il coraggio di fermarmi ad ascoltare il dolore che mi ha accompagnato dal mattino.
Mi siedo lungo la cara vecchia Brenta in solitudine. Sull'auto è rimasta una lieve traccia dell'impatto: si nota la forma del corpo e di un'ala sullo strato di polvere. Niente sangue. Sembra un disegno etereo. Cullo il mio dolore, lo accolgo e riordino le domande che a tratti mi ha rivolto quest'oggi. La tua giornata è costata la vita ad una tortora, ne è valsa la pena? Questo modo di spostarsi, così pesante e veloce, uccide nell'indifferenza centinaia di animali: te ne assumi la responsabilità? Un generale malessere, dubbi sul mio agire e sui modi di operare si fanno avanti.
Credo e propugno una guarigione del paesaggio che include la ricostruzione di ponti tra l'umanità e mondo selvatico e azioni consapevoli di sostegno alla rete della vita. Eppure uccido ciò che amo. Il mio stile di vita, la tecnologia di cui mi servo calpesta ciò che mi sta a cuore di questo mondo: le manifestazioni vitali della biosfera. Brucio metano, consumo risorse non rigenerabili, percorro oltre 2000 km al mese. Come controbilancio il mio impatto ecologico? I conti sono sempre aperti e sempre in perdita. La mia anima agogna un salto di qualità, uno stile di vita ancora più essenziale, azioni nette che contribuiscano sia nell'intenzione che nella modalità operativa a sostenere tutte le manifestazioni vitali.
Una parte di me è ancora là, lungo la Brenta a meditare su come trasformare il corso della mia vita per portalo ancora più vicino al fluire della vita: coltivare la terra, raccogliere i frutti, condividere i saperi naturali che ho raccolto e risvegliato in me. Diventare sempre più albero e offrire i miei frutti a chi li chiede. Ringrazio la tortora, perdono la mia fretta e il mio stile di vita ancora un po' alieno. Pulisco l'auto e mi preparo a proseguire il mio viaggio, fino a quando anche il mio volo si interromperà e la mia anima liberata salirà ad un altro piano di coscienza. Quando quel giorno verrà spero di poter guardare alla vita passata con questo nome e cognome col preciso sentire di aver fatto tutto ciò che umanamente potevo per servire il mio cuore.
Francisco "il fauno" Panteghini

sabato 10 agosto 2013

Vaccinazioni: come saperne di più

Siamo diventati genitori da pochi mesi e presto abbiamo dovuto confrontarci con le responsabilità e le scelte difficili sulla vita di Michele che segneranno il suo percorso in questa vita. Noi ci prendiamo la responsabilità della sua vita senza poter garantire la sua libera scelta. In particolare avevamo cominciato a informarci sulle vaccinazioni qualche mese prima della sua nascita per arrivare preparati alla scelta. Dico proprio la scelta dato che ormai da molte fonti le vaccinazioni di massa vengono criticate con casi documentati di morti, danni permanenti o cronici ai neonati (leggete ad esempio Eugenio Serravalle, Bambini supervaccinati, ed. Leone Verde). Da alcuni anni i cittadini veneti, grazie alle battaglie del COMILVA (vedi il sito), dell'associazione veneta di genitori CORVELVA, animati dal terribile caso del sig. Tremante e dei suoi tre figli (vedi il suo sito), possono decidere di non far vaccinare i propri figli.

Lentamente la possibilità di non vaccinarsi sta superando l'ostilità e i blocchi (iscrizioni a piscine o altro vincolate dalla presentazione del certificato della vaccinazione), ma quasi sempre nelle comunicazioni ufficiali e dai pediatri non viene spiegata questa possibilità. Pare che si stia cercando di costruire un'immagine dei no vaccinati come di pericolosi untori, ma se la fede nell'efficacia delle vaccinazioni è salda perchè i genitori dovrebbero preoccuparsi? I loro figli supervaccinati non dovrebbero temere nulla da un potenziale malato, giusto? Sbagliato: infatti le vaccinazioni non assicurano l'immunizzazione totale nè permanente nel tempo. Seguendo il piano proposto dal nostro Ministero della "Salute" noi avremmo dovuto esporre Michele alla esavalente a 2 mesi (antipolio + epatite b + difetrite + tetano +emofilo b + pertosse). Il suo metabolismo si sta ancora formando, il suo sistema immunitario dipende ancora moltissimo dall'apporto del latte materno e ci sembra assurdo interferire con un tale bombardamento.

Si è creato un clima di allarme attorno a chi non si vaccina. Da un lato viene bollato come stupido, irresponsabile o disinformato e dall'altro viene pressato in ogni modo, anche oltre la legalità, ad adeguarsi. E' incredibile poi come un argomento così delicato scateni tanta violenza verbale. Molte persone si fidano di quello che i centri dominanti del sistema medico e mediatico riferiscono, pur senza approfondire e informarsi, e diventano i paladini di un sistema a cui aderiscono dogmaticamente. C'è una specie di grande costruzione ideologica fondata sulla paura e sulla conservazione del corpo fisico come bene assoluto. A cosa sono serviti 2000 anni di cristianesimo o 30 di new age? Noi siamo ben più della nostra carne e tutte le strade di ricerca della verità lo stanno dimostrando. Alcuni però preferirebbero che gli esseri umani si comportassero come un gregge di pecore dietro questo o quel pifferaio e tenuti a bada da qualche cane appositamente addestrato.

Non ci interessa qui fornire un altro approfondito studio degli effetti nocivi dei vaccini ma indicheremo le fonti che abbiamo esaminato. Potete cominciare dai link segnalati sopra: si tratta di associazioni ed esperienze di genitori. L'esperienza di ragazzi e famiglie che hanno già percorso la strada del rifiuto delle vaccinazioni obbligatorie ci conforta e testimonia che la ricerca di una salute piena può passare attraverso altri metodi, meno invasivi e basati su fondamenti più umani. In particolare è possibile potenziare le difese immunitarie con alimentazione adatta, vitamine, prodotti omeopatici ed è comunque sempre possibile lavorare in caso di insorgenza della malattia. Anche chi sceglie di avvalersi delle vaccinazioni (e si può scegliere quali sì e quali no, anche se il personale incaricato si oppone in ogni modo senza averne diritto) può lavorare prima e dopo a sostenere suo figlio con prodotti omeopatici per prepararlo e poi aiutarlo a smaltire il superlavoro che l'esavalente gli impone (vedi ).

Per chi, come noi, intende i sintomi di malessere del corpo come un segnale da interpretare che spesso si manifesta nel fisico ma ha origine emotiva, mentale o legata a memorie cristallizzate si sono aperte le porta di una nuova epoca dei percorsi di guarigione: le terapie vibrazionali ed energetiche, l'antica sapienza delle erbe, le terapie ipnotiche e i viaggi spazio temporali aprono scenari prima impensati. Accettiamo anche il contributo della medicina razionalista quando lo riteniamo opportuno ma noi rivendichiamo la libertà di scegliere e chiediamo che il sistema sanitario ci informi di tutti gli aspetti, anche i documentati casi di danni o decessi. Purtroppo il mercato dei farmaci e dei vaccini è monopolio di poche aziende private che finanziano la maggior parte delle ricerche e delle pubblicazioni, selezionando quelle favorevoli ai loro interessi. Sottoporre la ricerca e lo sviluppo di farmaci alle regole di mercato è un'assurdità perchè la logica "investo e devo trarre profitto a breve" impedisce di dedicare tempo sufficiente a studi su larga scala che in epidemiologia, come in ogni manipolazione genetica, sono fondamentali. Gli effetti di un'azione si possono valutare solo in 20-30 almeno di osservazione. Chi dice il contrario è un bugiardo e un millantatore. Tornando ai vaccini potremmo dire che sono ormai collaudati ma in realtà dentro quella siringa i prodotti si sono alternati continuamente. E sono cambiati i brodi di coltura dei ceppi indeboliti che scatenano la malattia.

Gran parte dello studio del dott. Serravalle (vedi il sito o leggi i libri) si basa su confronti statistici di incidenza di malattie in diversi paesi con politiche di vaccinazione diversa: ha così dimostrato che la regressione di malattie come la difterite o il mitico vaiolo regredirono più per il miglioramento del regime alimentare, introduzione di fognature, opportune contromisure dopo aver capito come si trasmettevano. Nel libro "Bambini supervaccinati" (ed. Il Leone Verde) Serravalle sfata il mito dei vaccini che avrebbero debellato le epidemie. A suo favore ci sono le evidenze statistiche, contro di lui i libri di storia che ci hanno sempre insegnato a genufletterci alla grande invenzione del vaccino del vaiolo che, in quattro e quattr'otto, avrebbe trasformato quella malattia in uno spauracchio. Di fronte a questo contrasto dobbiamo avere il coraggio di restare aperti e verificare le credenze acquisite o meglio che ci sono state inculcate. Bisogna avere il coraggio di verificare, di dedicare tempo a informarsi. E questo vuol dire sottrarre tempo ad altre attività apparentemente più gratificanti ma meno utili alla nostra evoluzione e alla nostra salute.

Riportiamo alcune domande formulate da Giorgio Tremante e molto utili:
- I vaccini servono veramente a salvaguardare la salute nostra e dei nostri figli ?
- Conosciamo la legge n°210/92 e successive modifiche e la 229/05 che dovrebbero essere affisse in tutti gli studi medici pubblici e privati in modo tale che chiunque informandosi possa sapere che i danni esistono realmente ?
- Perché, nella Comunità Europea, le vaccinazioni rimangono obbligatorie solo in Italia (Unica regione che ha tolto l’obbligo è il Veneto) e Francia ?
- Siamo a conoscenza che con l’evento delle vaccinazioni c’è stato un calo delle malattie infettive ma contemporaneamente un incremento esponenziale delle malattie degenerative molto più gravi delle precedenti ?

Su questo argomento torneremo ancora, anche sul Papilloma virus e sugli effetti sui nostri corpi sottili di queste pratiche. Per ora abbiamo deciso di non vaccinare Michele, il nostro bimbo di 6 mesi. Aspettiamo e ci informiamo avvalendoci della nostra libertà e prendendoci la nostra responsabilità di genitori. Speriamo di avervi offerto qualche dubbio e qualche punto di partenza per la vostra personale ricerca.
Un sereno abbraccio da Francisco, Giulia e Michele.