Dopo alcuni anni di esperienze, confronti ed elaborazione si cominciano a definire i contorni del giardinaggio bioetico nelle sue peculiarità e nelle sue opportunità. In cosa differisce il giardinaggio bioetico da quello convenzionale? La differenza più evidente sta nella scelta dei prodotti da usare. Nel “giardinaggio convenzionale” c’è ampio spazio per prodotti chimici di sintesi: insetticidi sistemici, concimi, fungicidi. Non c’è una valutazione complessiva delle conseguenze nel giardino e nell’ambiente e tanto meno sull salute umana di questi prodotti. Le avversità delle piante vengono viste come difetti da correggere, le infestazioni di insetti come invasioni da combattere e le piante come macchine che devono essere nutrite di sali e acqua per accrescersi continuamente e mostrarsi sempre al meglio. I tempi naturali e i cicli vengono spesso alterati e forzati creando piante sovracresciute in maniera simile agli allevamenti industriali. Nell’approccio bioetico, per quanto non si neghi la possibilità di usare certi prodotti chimici, c’è sempre attenzione all’impatto ambientale e algi effetti sulla salute umana innanzitutto.
I nostri giardinieri spesso hanno iniziato la conversione per evitare problemi di salute e hanno cercato altre strade. Inoltre si guarda alle infestazioni di insetti come a squilibri ambientali, le infezioni fungine come segnali di piante indebolite che vanno combattute innanzitutto favorendo la fertilità del suolo. Una delle chiavi di volta del giardinaggio bioetico sta nel recuperare fertilità al suolo e nel programmare interventi che aumentino l’humus nel terreno, le popolazioni batteriche e i funghi utili. Tutto il contrario di una visione del “giardino sterile” dove forme di vita come i lombrichi vengono perseguitate. I lombrichi al contrario sono uno dei macroindicatori della salute del terreno.
Accettare i cicli naturali e tutte le loro connessioni richiede anche un’estetica diversa, non condannarsi ad un giardino sempre ugualea se stesso ma che cambia con le stagioni. Non più un giardino bello da guardare ma da vivere, da scoprire ed esplorare. Anche il rapporto col cliente è impostato diversamente. Nel giardinaggio convenzionale il cliente paga e per questo ha ragione e può fare qualsiasi richiesta al suo giardiniere. Nell’approccio bioetico si favorisce la crescita professionale del giardinere, la sua capacità di fornire consulenze al cliente, di offrirgli una visione più matura in cui inserire e far fiorire il suo giardino senza correre dietro a patinate riviste ma costruendo insieme una bellezza possibile.
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