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domenica 28 giugno 2015

Rifondare le Vicinie a Prestine, Bienno e oltre

Il Comune di Prestine è alle prese, ancora una volta dopo il ventennio fascista, 1927-1947 (allora aveva 900 abitanti), con la fusione col vicino comune di Bienno. In un momento di trasformazione istituzionale spero che i più attivi prestinesi sapranno introdurre una visione nuova ma dalle radici antiche: rifondare la Vicinìa di Prestine, abolita sotto il dominio napoleonico, e riottenere gestione diretta dei beni pubblici (boschi, pascoli, immobili ecc.) lasciando alla burocrazia biennese archivi e carte. La Vicinia (pronunciato vicìnia o vicinìa) è un termine che era anticamente utilizzato per indicare un'assemblea di persone abitanti nello stesso luogo con interessi o beni comuni. Detta anche "Assemblea dei Vicini", era un'istituzione socio-politico-amministrativa diffusa nella Lombardia orientale e Slavia Veneta, paragonabile con le Almenden in Svizzera, le Università agricole in Emilia e Romagna, le Università agrarie in Lazio, le Regole del Cadore ma i particolare le Regole o Usi Civici in Trentino, distante pochi chilometri.

Prestine ha oggi una superficie di 16 km quadrati e 380 abitanti, contro i 30 km quadrati e 3560 abitanti di Bienno. La ricchezza del paese sta ancora nelle montagne, nelle acque, nei boschi e nei pascoli che ancora conserva. Nel caso di una semplice fusione il rapporto dei numeri porterebbe ad una perdita del rapporto privilegiato tra la comunità e le terre che da secoli occupa. La ricostituzione della Vicinia garantirebbe di mantenere alla comunità locale, con cariche elettive temporanee, di gestire direttamente buona parte del territorio e offrirne benefici ai suoi abitanti, senza disperderli in tutto il nuovo comune. Dunque perchè non dare un'altra inaspettata direzione a questo cambiamento? Spero che gli amici prestinesi sapranno prendere l'iniziativa e contagiare poi gli amici biennesi e oltre. Questo è vero ed efficace federalismo, che parte dal basso, dalla tutela dei beni comuni per noi oggi e per le future generazioni. In Trentino conosco un caso molto simile: la comunità di Saone, fusa sotto il fascismo nel nuovo comune di Tione di Trento, ha conservato a tutt'oggi la gestione separata dei beni comuni (boschi, acque, malghe) con elezione periodica dei responsabili. Sarebbe molto interessante organizzare un gemellaggio tra le realtà delle valli Giudicarie e la val Grigna.

La Vicinia oggi andrebbe secondo me ripensata come strumento di democrazia diretta e sburocratizzazione della gestione pubblica, senza ritornare allo statuto letterale delle antiche vicinie che tutelavano solo gli Antichi Originari erano, cioè i capifuoco delle famiglie native del paese: essi erano gli unici che avevano il potere di deliberare nei consigli, mentre i nobili, gli ecclesiastici e gli stranieri (anche se risedenti da diverse generazioni nel paese) ne erano esclusi. I cognomi degli Originari di Prestine, riportati nei registri della vicinia, erano: Tottoli e Trombini. L'interesse delle vicinie è rinato da tempo. Notevole la sentenza del tribunale di Breno del 1904 che riconobbe nuovamente la personalità giuridica delle associazioni di abitanti dette vicinie. Ciò diede la possibilità a varie vicinie di ricostituirsi nel tempo, ottenendo in restituzione i beni dai comuni. Il fenomeno della ricostituzione è proseguito dai primi anni del XX secolo ai nostri giorni. L'attività culturale dell'associazione Ontano Verde con la festa a Nadro che rievoca le vicende della vicinia locale sono uno degli esempi un un nuovo interesse che può diventare opportunità.

Ecco alcuni esempi di competenze delle vicinie: l'uso civico dei pascoli e degli alpeggi; lo sfruttamento delle miniere; le prestazioni gratuite per la manutenzione di strade, rifacimento di argini, di ponti, etc; il taglio dei boschi per la legna da ardere o del legname per uso domestico onde ricavarne prati o pascoli; l'usufrutto di beni indivisi per antica tradizione o accordi orali; multe per danni arrecati dal bestiame incustodito e tasse da corrispondere a tutti per il bene comune; elezione di personale addetto ai servizi pubblici. La partecipazione alle riunioni era inizialmente obbligatoria, tanto che chi non era presente veniva multato; erano però giustificati gli anziani e gli infermi. Allo stesso modo erano multati pesantemente coloro che, scelti dalla votazione, si rifiutavano di assumere la carica. Tutte regole nette che riducevano molti problemi dell'attuale democrazia rappresentativa.

Fonti storiche e bibliografia la trovate su:

http://www.altarezianews.it/2012/11/27/forum-delle-vicinie-di-valle-camonica/

https://it.wikipedia.org/wiki/Vicinie_della_Valcamonica

http://www.lontanoverde.it/