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martedì 11 febbraio 2014

Fermare lo stupro di Venezia

Venezia città mondiale, Venezia decadente e perduta, prostituta del turismo di massa, servetta di eventi culturali preconfezionati ma ancora bella da far innamorare, da accendere il cuore e muovere i piedi di molte persone. Marghera fu devastata nel Novecento, sacrificata sull'altare dello sviluppo industriale, della chimica di sintesi e del porto commerciale. Venezia già da un secolo prima veniva seviziata e progressivamente ridotta ad un campo di gioco per gli abbienti di ogni provenienza.

La fine dell'insularità a Venezia, prima con la ferrovia ma soprattutto col ponte automobilistico (inaugurato ironicamente il 25 aprile 1933) ha esposto questa delicata struttura alla più insidiosa delle invasioni che nella sua storia abbia dovuto fronteggiare: quella dell'industria pesante del turismo di massa, che livella, intasa e ingoia ciò che sfrutta riducendo a poltiglia le comunità, alzando i prezzi delle case, intasando di negozietti di ninnoli insulsi prodotti chissà dove.

Venezia ha in sè la capacità di vivere ancora una vita autonoma? Oppure è destinata a diventare un villaggio turistico, una lagoonDisneyland? O ancora un quartiere della vitale e grande Mestre? Me lo chiedo da anni, ci sono dei semi che tessono coraggiosamente e festosamente legami di comunità. La Giudecca e Castello ancora difendono una loro dimensione vitale, Lido si scopre capace di lottare, Burano ancora sogna mentre S.Erasmo affonda e Murano si spegne piano.

Io credo che sia possibile per le comunità insulari che hanno dato vita al "progetto Venezia" attorno al Ponte di Rialto riprendere il filo di quel sogno acquatico di bellezza, equilibrio, indipendenza. A patto di saper integrare le nuove comunità che stanno colonizzando venezia: prime la fra tutte quella cinese, poi quella ebraica internazionale. E poi affrontare con coraggio il tema dell'insularità, dell'agricoltura e dell'allevamento in laguna, della condivisione della ricchezza del turismo, del limite necessario da imporre agli accessi.

Venezia è nelle tue mani! Proprio di te che ci vivi! Partecipa il 12 febbraio alle 14.30 - 17.30 a "Venezia, il Giardino di Giada". E' un laboratorio itinerante sul paesaggio emotivo dedicato alla città lagunare e alla sua rinascita come entità creativa e come comunità insulare. L'attività è rivota ai soci di Amico Giardiniere e convenzionati (ma è possibile tesserarsi al momento). Prenotazione obbligatoria al 328 7021253

1 commento:

  1. :''') lunedì durante un lavoro di collage per un cerchio è emersa prepotente la nostalgia per la città in cui sono nata, prepotente e con una forza inaspettata...

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