Translate

martedì 1 maggio 2012

Trovare il coraggio

Ci sono delle donne che ti inchiodano con una domanda. Ti mettono un dito sul petto e ti fissano dritto negli occhi. Non puoi mentire o raccontare qualcosa di meno di quello che hai nel cuore. Ho un'amica così e oggi mi ha chiesto diretta: "cosa cerchi in questo viaggio lungo la Brenta?". Dopo un paio di tentativi di aggirare tanta schiettezza ho dovuto ammettere "il coraggio". Il coraggio di manifestare ciò che sento e di essere fedele al me stesso di oggi, in perenne mutamento. Il coraggio di aprire un ospedale per le piante a Mestre. Il coraggio di cambiare il mio stile di vita e cominciare a coltivare la terra. Il coraggio di accettare le mie ombre, senza rinunciare a seguire la luce.
E poi ci sono anche dei giovani che ti offrono il loro fresco entusiasmo. Ce ne sono alcuni riescono a essere poi anche semplici e concreti. Che si danno da fare e scrivono nel loro blog: "Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle." E mi danno forza e voglia di fare quel che posso per il cambiamento che auspico. Pensavo che avrei avuto bisogno di stare giorni e giorni sulla Brenta per avere una visione chiara e complessiva per poi agire. Mi sono invece reso conto che la mia visione è già delineata a grandi di linee e devo solo continuare sulla strada. Ho bisogno di andare in Brenta a far crescere il coraggio, a dimostrarmi che riesco a realizzare ciò in cui veramente credo.
Risalire un fiume è un'esperienza superba. Camminargli accanto, incontrare i suoi affluenti, vederlo ringiovanire mentre risale le montagne e torna torrente. Guadarlo e sentire le diverse qualità delle sue rive, destra e sinistra, che il fiume unisce preferendo però lenire maggiormente l'una o l'altra con la sua corrente. Mi immagino il corso del fiume con un bel vecchio dalla lunga barba. Appena succede qualcosa in qualche punto lui se ne accorge subito: "chi mi tira la barba?". Quanta saggezza in questi fiumi, quanti colloqui nel silenzio. Se invece scendo accanto al fiume scorgo maggiormente le sinuose ondine, vaghe e ammalianti. Altra presenza ancora hanno le sorgenti, sacre alla vita, e i laghi con le loro Dame e le spade magiche nascoste nelle profondità.
Sul Lago di Caldonazzo sento una grande pace. Ci sono andato due anni fa a togliermi la paura dell'acqua profonda: ho affittato un pedalò e sono andato al centro del lago e lì mi sono tuffato. Il coraggio aumenta più lo metti alla prova. Come ogni virtù si sviluppa con la pratica e diventa tuo solo se lo vivi. Non lo puoi comprare "come un pezzetto di formaggio"(2). La leggenda dice che solo se l'acqua è limpida e quieta la Dama potrà offrire il suo aiuto a colui che lo cerca. In modo simile Gesù nazareno camminò sulle acque invitando poi Pietro a fare lo stesso. Le due leggende cercano di trasmettere lo stesso concetto: solo se riesci a portare quiete nella tua anima, a esserne il signore, allora puoi manifestare pienamente chi sei, la tua essenza spirituale (la spada temprata nell'acqua e nel fuoco).

Buone note:

(1)http://diariodiunamenteverde.blogspot.it/2011/11/la-rivoluzione-verde-seminare-alberi.html

(2)Voglia Di Libertà Pierangelo Bertoli

Vorrei poter suonare ancora un po'
e poi seguirti fino in capo al mondo
Mi vestirei di stracci come so
E sarei pronto a fare il vagabondo e a raccontare a tutti il mio passato
Che è un campionario di mediocrità
Ad accettare tutto mi è costato
Ed ho perso te che amo libertà
Per te io vincerei questa paura di uscire nudo e stanco dalle mura
di questo mondo piccolo e banale
Dove regna chi bara e chi non vale
Mi specchierei ma senza ipocrisia
Nell'acqua dove affonda la bugia
E laverei dal cuore la vergogna
dei compromessi fatti in questa fogna (...)

2 commenti:

  1. sicuro che basterà risalire il Fiume?

    RispondiElimina
  2. la mamma mi ha insegnato a non rispondere agli sconosciuti, quindi meglio firmare i commenti se desideri una risposta.

    comunque sia ognuno di noi è diverso. risalire la piave mi ha cambiato la vita innanzitutto perchè mi sono concesso di passare 5 giorni da solo con me, senza scuse e senza obblighi. se poi ci si apre agli stimoli che il viaggio offre senza concentrarsi troppo su obiettivi da raggiungere allora possono succedere miracoli. se avessimo meno fretta gusteremmo la bellezza che ci circonda e la svilupperemmo invece di calpestarla. e poi c'è la personalità e l'energia del fiume. se l'hai sperimentata comprendi di cosa parlo altrimenti sono parole vuote.

    RispondiElimina