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mercoledì 16 marzo 2011

Civiltà della plastica

Domenica 13 marzo
5 persone x 3 h lungo Piave = 15 sacchi di immondizia. Abbiamo asciugato una lacrima nel mare di spazzatura che travolge tutto ciò che amiamo. Spazzatura lungo la Piave, spazzatura nei programmi trasmessi da tv sempre accese, segnali elettromagnetici che incasinano le migrazioni degli uccelli, scorie nucleari che lasceremo in eredità ai nostri tris tris tris nipoti, parole vuote che scambiamo via sms come tvb invece di abbracciarci e fare l'amore, rigorosamente col preservativo che poi butteremo e andrà ad aggiungersi al cumulo di scarti di cui sopra... Siamo sommersi e ancora fatichiamo ad accorgerci che l'unico modo per invertire il flusso che ci inonda è chiudere il rubinetto. Dell'immondizia. Cioè non produrne più! Dei 15 sacchi o poco più che abbiamo raccolto la plastica rappresentava la maggioranza assoluta (bottiglie, contenitori, frammenti di buste e polistirolo). E' leggera, galleggia e invece di affondare come le lavatrici o i frigo (di cui abbiamo trovato un'anta però) galleggia galleggia galleggia. Secondo me la Piave rigetta quello che proprio non riesce a digerire: il vetro e i calcinacci li frantuma e li liscia, il lego lo decompone, la carta la scioglie, i metalli li custodisce in seno ma la plastica...

La Piave: “No, la plastica ve la tenete. Avete rotto così tanto la crosta terrestre (e le balle tra di voi) per tirar fuori il petrolio (che non sapete neanche che funzione ha all'interno della terra), lavorarlo liberando le sostanze inquinanti, spostarlo di migliaia di chilometri e dargli ogni tipo di forma (che sarebbe anche una cosa creativa di per sé) per poi buttarlo via dopo aver usato quell'oggetto un'unica volta. Un'unica volta: ma se avete creato oggetti che per decomporsi richiedono secoli. Dovreste usarli e riusarli, se non per secoli, almeno per decenni. In gran parte gli oggetti che abbiamo raccolto erano imballaggi di bevande, di medicine, di attrezzature e cibo(polistirolo in quantità industriali), dei nostri acquisti quotidiani (buste di plastica). E' stato bello essere lì in cinque, speriamo di essere sempre di più, ma speriamo soprattutto che sempre di più ci fermiamo a ragionare prima di comprare qualcosa: ci serve davvero? E l'imballaggio che fine farà? Fluttuerà per la nostra bella Piave sempre più denudata d'alberi e spogliata delle sue acque per produrre energia elettrica da sprecare in insegne pubblicitarie illuminate, led luminosi per ogni elettrodomestico spento (ma che consuma!!!).

Ma allora? Bisogna disperare? Bisogna lasciarsi andare all'edonismo, godersi la vita finchè si può o pensare, più semplicemente, che noi la nostra spazzatura la differenziamo e la consegnamo regolarmente alla discarica? Io dico che qua bisogna fare un salto evolutivo, maturare in fretta e agire. E' ora di cambiare il nostro stile di vita e metterci l'unico ingrediente che non si può comprare al supermercato: l'amore per la vita che ci circonda e che ci ha nutrito finora. Finora. Ora tocca a noi prenderci cura dei disequilibri e dei cambiamenti che abbiamo prodotto. Tiriamoci su le maniche e beviamo acqua di rubinetto, facciamo la spesa con la nostra sporta di tela, condividiamo l'uso di lavatrici e macchine ma soprattutto facciamo l'amore senza preservativo!!! Viva la vita senza filtro! Diamo il via alla civiltà dell'abbraccio!

3 commenti:

  1. Io sono d'accordo per l'amore senza preservativo, ma se dovessi avere dei partner occasionali? le malattie? io proporrei più che altro di inventare preservativi riutilizzabili, lavabili... boh, non so se sia fattibile, ma è un inizio.. per il resto, grazie veramente per quello che hai scritto, grzie per la compagnia di domenica, speriamo sia l'inizio di una lunga collaborazione... e speriamo che tu non debba essere spettatore di altre mie cadute ahahahah :P Pamela

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  2. Io il "senza preservativo" l'ho interpretato diversamente.. come un far l'amore senza ostacoli, barriere mentali, liberamente, seguendo la corrente della spontaneità, della naturalità, senza quell'interruzione fastidiosa che disturba una magia in atto, senza freni paranoici di sorta. Seguendo i 5 sensi, insieme al sesto, lasciando scorrere l'amore in libertà, senza castrarlo in alcun modo.
    Ma forse questa è un'idea tutta mia!

    Ciao,
    maria

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  3. ho toccato sul vivo con quell'immagine. se agiamo mossi dall'amore, non solo dalla passione o dalle voglie o dai bisogni, troviamo un'armonia interiore e possiamo sperare di instaurarla anche con gli altri, anche con il partner che abbiamo scelto per un'ora di dolce sensualità. è difficile, è un punto di equilibrio da ricercare, come ogni cosa nella vita e non ci riusciremo da soli: più siamo a cercare, a consigliarci, a sostenerci, ad accettare le persone così come sono e più ci trasformeremo in un coro armonioso che inneggia all'amore, alla libertà, alla vita.

    ps: credo che una donna sappia nel suo cuore se fidarsi del suo amante per quel che riguarda le malattie. e credo che una donna vera sappia quando è fertile e quando no. comunque ben vengano i preservativi mentre si sperimenta...

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