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domenica 8 agosto 2010

Donare acqua alla Piave


Martedì scorso ci siamo trovati con Cristian e altri amici e amiche in riva alla Piave a Fagarè della Battaglia. L'acqua era così bassa che si poteva guadare il fiume senza problemi, arrivava appena sopra al ginocchio. L'acqua era calda. Invitante per farci il bagno ma assolutamente innaturale. Il calore e la scarsità d'acqua hanno avviato processi di eutrofizzazione (wiki: eccessivo accrescimento degli organismi vegetali acquatici che si ha per effetto della presenza nell'ecosistema acquatico di dosi troppo elevate di sostanze nutritive come azoto, fosforo o zolfo) e il fiume si è rinverdito di alghe. L'acqua ci sarebbe ma gli invasi a monte la deviano in diversi canali di irrigazione e ne centellinano pochi metri cubi al fiume. Il fiume muore, l'acqua si ritira nel letto sotterraneo, aumenta la subsidenza (wiki: lento e progressivo abbassamento verticale del fondo di un bacino marino o di un'area continentale).

E noi cosa possiamo fare? Stare a guardare fa male, sento i polmoni che mi fanno male, la tristezza mi prende la gola e altre acque, salmastre stavolta, bussano agli occhi. Passiamo la sera in un pub a parlare delle bellezze che l'ecosistema attorno al fiume ci offre. Ci voglio anni per visitare ogni angolo di paradiso che offre. E' un parco naturale stupendo... perchè non riconoscerlo come tale??? L'indomani al lavoro, poi il giorno dopo ancora. Venerdì vado dal mio maestro di canto e, prima della lezione, vado a provare il mio primo pezzo accanto al fiume: l'Amore è una cosa meravigliosa. E lo è davvero, ci avvolge in forma di aria, acqua, calore, madre terra... mi scoppia il cuore di tenerezza! ma la rabbia è in agguato, sterile e fiammante: devo agire! devo creare! Quella notte lancio su facebook un evento "Dare acqua alla Piave" invitando tutti gli amici in zona a portare simbolicamente un po' d'acqua al fiume, o in alternativa a risparmaire acqua domenica ventura. Di un centinaio di invitati 8 aderiscono, 2 "forse". Cosa vuol dire forse? Misteri della natura umana...

Domenica a mezzogiorno mi preparo per questo gesto simbolico al centro del ponte di S.Donà. Al mattino passando Casale mi sono fermato a chiedere al Sile, fiume di risorgiva figlio anche delle acque che la Piave fa filtrare per vie sotterranee nella pianura, di donarmi la sua acqua più pura per sua madre. Riempio una bottiglia di vetro da mezzo litro. Non è certo la quantità che conta ora. Stiamo lavorando su piani sottili, simbolici ed emotivi ma non meno importanti e capaci di portare frutti anche sul piano materiale. Volevo anche donare alcune gocce di fiori di Bach. Ho scelto di miscelare l'Impatiens, il fiore che insegna la pazienza. L'arte di attendere, di godere, di essere presenti in ogni istante senza accelerare o farsi prendere da una rabbiosa bulimia d'esperienze. Verso l'acqua del Sile e il mio regalo mentre suonano le campane di mezzogiorno di San Donato. Ho scelto di guardare il fiume che mi viene incontro in modo da poterlo percepire meglio, incontrarlo e accoglierlo con un amorevole sguardo. Ogni volta che faccio "terapia" sui regni di natura sento che sto facendo ben più terapia su di me. D'altronde è proprio vero che dando si riceve (e che perdonando si è perdonati, come recita la preghiera semplice di un anonimo francese).

Nel pomeriggio vado a S.Andrea di Barbarana. Cerco una porzione di fiume che possa essere mia: solo io e lei, la madre Piave. Passeggio nell'acqua fresca, non ho più voglia di fare il bagno. Porto i miei problemi, i miei dubbi sul nuovo periodo che sto cominciando, sui necessari cambiamenti... mi vengono suggerite risposte ma soprattutto quiete, lento fluire, pazienza: chiedi e ti verrà dato. Aspetto che la corrente del fiume mi porti qualcosa, che la vita mi porti le sue possibilità... vedo qualcosa che galleggia discendendo. Lo aspetto trepidante... una ciabatta rotta, nera e rossa con scritto Freend. Cosa vuol dirmi il fiume? E' un gioco di parole Friend (amico) ma anche free end (fine libera), cioè? Forse un finale anocra da scrivere o Liberazione Finale? Illuminazione!

Prendo la posizione del mezzo loto seduto sui sassi in un piccolo flusso d'acqua ai margini del corso principale. Guardo l'acqua venire verso di me, prendere la mia forma e fluire via. Desidero diventare come un ciotolo della Piave. Medito per alcuni minuti. Poi inizio a costruire due mezzi cerchi di pietre attorno a me, come le chele dello scorpione si allungano davanti a me ad afferrare la corrente che rallenta lievemente nello specchio d'acqua davanti a me per poi fluire via. Lascio uno spazio aperto dietro la mia schiena, là dove si troverebbe la coda del mio scorpione lascio che l'acqua lavi via il veleno e il desiderio di possesso. Sono felice, un'insolita allegria canterebbe Gaber. Sempre meno insolita per me da quando mi concedo momenti di comunione in natura. Quando sento di aver preso abbastanza ringrazio tutti gli esseri di natura attorno a me e mi alzo. Trasformo i due semicerchi in un cuore di pietre a pelo d'acqua. Guardo con amore questa madre amorevole e riprendo il cammino. Non sono solo. Lei è entrate dentro di me.

1 commento:

  1. Grazie per questa testimonianza di vero amore per la Terra, per la nostra Madre.
    Un abbraccio sentito
    Gabriella

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